Fra i creditori anche alcune casse rurali e altre banche

Il crac della Btd Servizi Primiero, la cooperativa edile di Imer in liquidazione coatta amministrativa, vale oltre 24 milioni di euro.
A tanto ammontano i debiti in base alle richieste dei 435 creditori ai commissari liquidatori Mariano Zanolli, Carlo Chelodi e Emiliano Dorighelli . Che però hanno ammesso allo stato passivo una cifra un po' inferiore, circa 21 milioni, di cui 5,8 milioni sono classificati come crediti privilegiati e dovrebbero essere pagati mentre poco più di 15 milioni sono crediti chirografari, a rischio di essere restituiti solo in piccola parte.
Tra i creditori, gli artigiani e le imprese non pagate sono oltre 320 per un ammontare di crediti vicino agli 8 milioni.
La maggior parte dei crediti di artigiani e fornitori sono classificati come chirografari, quindi a maggior rischio di non essere restituiti attraverso la liquidazione dell'attivo della coop. Spicca la varietà settoriale, dimensionale e geografica delle imprese che lavoravano per Btd, a conferma del fatto che era una società su cui puntava l'intera Cooperazione.
Ci sono naturalmente molti artigiani trentini, ma anche altoatesini, del bresciano e di altre regioni.
Non mancano le cooperative e lo stesso Consorzio Lavoro Ambiente a cui Btd aderiva. Il Consorzio, tuttavia, è stato ammesso come creditore solo per 533 mila euro rispetto al milione e mezzo richiesto, in quanto alcune voci, come il conferimento di 350 mila euro come socio sovventore, non sono state riconosciute come crediti.
Anche sul versante bancario Btd Servizi Primiero aveva rapporti diversificati. I debiti complessivi con le banche sono vicini ai 12 milioni di euro. In testa le Casse rurali: Rovereto è esposta per 2,6 milioni, di cui 1,2 «privilegiati» in quanto crediti ipotecari, Primiero e Vanoi per 2,1 milioni di cui 1,6 ipotecari e quindi privilegiati.
Poi ci sono la Rurale di Trento con 722 mila euro di crediti, Lavis con 358 mila, Lizzana con 286 mila, Aldeno e Cadine con 92 mila. Ma tra i creditori troviamo anche il Banco Popolare con 1,9 milioni, Unicredit con 1,7 milioni, Btb-Intesa con 1,2, Credito Valtellinese con 863 mila euro.
Il fisco, attraverso Equitalia, reclama 110 mila euro. Ma nello stato passivo ci sono anche 800 mila euro dovuti a 54 dipendenti per stipendi, Tfr e quote dei fondi pensione non pagati. Tra essi, 30 mila euro dell'ex direttore tecnico Fabiano Dalla Sega . Che però ne aveva chiesti ben 471 mila: pretesa bocciata dai commissari.