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"Non più Arco città di cura ma centro dell'outdoor"

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Dai consiglieri di SiAmo Arco la mozione con la proposta di modifica delle diciture sulla cartellonistica stradale

Non più "Arco, stazione di cura e soggiorno" bensì "Arco, centro degli sport outdoor".

La proposta di un cambio radicale e in linea con i tempi delle diciture della segnaletica stradale e sulla cartellonistica viaria è arrivata in questi giorni da Claudio Del Fabbro e Daniele Braus, del gruppo consiliare "SiAmo Arco", che attraverso una mozione chiedono al sindaco di attivarsi "per modificare quel che da troppo tempo fa riferimento a ciò che fu l’esperienza dei sanatori, terminata ormai da una quarantina d’anni. Gli anacronistici cartelli sistemati sulle principali vie di accesso alla città presentano infatti Arco per ciò che è stata in passato - spiega Del Fabbro - ossia una stazione di cura per le malattie delle vie respiratorie, e non per ciò che è oggi. Nella sintesi che necessariamente deve esserci sulla segnaletica stradale si ritiene opportuno inserire parole più attinenti alla realtà odierna e termini più accattivanti. L’attività di cura è per fortuna ancora un settore che offre lavoro e va salvaguardato ma è difficilmente spendibile come messaggio promozionale. Purtroppo il termine “cura” non evoca il fantastico clima che caratterizza il nostro comune ma piuttosto la presenza di numerosi malati e quindi di riflesso un luogo in cui aleggia la possibilità del contagio. Arco ha molto da dare e aggiornare il biglietto da visita è atto ormai non più procrastinabile. Ecco perché proponiamo la sostituzione di tutti i cartelli e il loro aggiornamento con la scritta “Arco, centro dell’outdoor”".

"Preferiremmo che la dicitura fosse “North lake Garda trentino”, e che venisse applicata non solo ad Arco ma a tutte le località dell’Alto Garda - l’idea di Marco Benedetti, presidente di Ingarda ed arcense doc - così come già accade in altre zone del lago allo scopo di far prevalere il marchio unitario del Consorzio del Garda su altre denominazioni. Da alcuni anni per fortuna non soffriamo più del “mal di campanile” e l’affidarsi ad un marchio serio e di immediata localizzazione può risultare di forte appeal turistico".

A prendere la questione con ironica filosofia è invece Mario Matteotti, che propone un drastico cambio di rotta. "Non a tutti piacciono gli sport outdoor e il free climbing viene praticato anche in tante altre zone. Io proporrei piuttosto un bel “Arco, zità de l’oio ziresà” - scherza - scritto tassativamente in dialetto arcense. L’”oio ziresà” non viene prodotto da nessun’altra parte, l’abbiamo solo noi!". Poi, tornando serio, la stoccata ai gruppi consiliari di minoranza: "Son d’accordo. ”Arco, stazione di cura e soggiorno” è una dicitura che fino agli anni ‘70 aveva un senso ma che oggi appare superata. In 40 anni non ho però mai sentito sollevare la questione della cartellonistica stradale: se sono questi i problemi della città stiamo freschi. Se si deve fare una mozione la si faccia per qualcosa di più importante, di più serio, di più vicino alla popolazione".


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