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La Busa nella morsa del caldo bambini all'asilo a 40 gradi

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Mercoledì battuti i record stagionali a Riva (35,6) e Arco (36,4). Nuova ordinanza arcense contro lo spreco di acqua

Il recordè stato raggiunto mercoledì pomeriggio alle 15.40. A quell’ora, a Riva il termometro ha raggiunto i 35,6 gradi all’ombra, mentre ad Arcoè salito a 36,4. Sono temperature mai viste fin qui quest’anno ma che trascinano anche la media del luglio 2015 paurosamente al di sopra del dato fatto registrare nello stesso mese in tutti gli anni precedenti: 27,0 gradi di media fino a ieri nel mese, contro i 22,5 che descrivono le stagioni degli anni scorsi.

Luglio - come confermava Matteo Calzà di «Gardameteo» - è il più caldo almeno dal 1995. Resta un solo record da battere. Ed è quello segnato dalle temperature medie nel mese di agosto 2003. Se va avanti così sarà frantumato anche quello.

Il primato termico è frutto di diverse dinamiche. Prima di tutto le temperature minime che non scendono mai più di tanto e non regalano alcun refrigerio serale. E poi la pioggia che non c’è. Finora in luglio sono caduti appena 14 millimetri di pioggia, il dato degli anni precedenti è sempre tra 90 e 100 millimetri. Siccità, quindi, visto che in Busa non piove da 13 giorni di fila. Altoché il luglio “novembrino” dell’anno scorso.

Gli effetti del caldo sono noti. Anziani e bambini in seria difficoltà, così come le donne in gravidanza e tutte le persone in non buone condizioni di salute. Il lavoro al pronto soccorso non manca, il caldo porta con sè la stanchezza e la distrazione, e questo spiega anche molti incidenti d’auto cui assistiamo in questi giorni.

Ieri un allarmeè arrivato anche da Arco, in particolare dall’asilo, modernissimo ma torrido, delle Braile. La struttura, pensata con criteri «casa clima» non sembra aver reagito bene ai nuovi primati climatici. All’interno dell’asilo, ieri, si è arrivati a temperature tra i 35 e 38 gradi, qualcuno dice si siano sfiorati i 40. Comunque sia una condizione insostenibile per i piccoli ospiti. In comune ad Arco se n’erano già accorti, infatti - come segnalava con una nota critica proprio ieri Andrea Ravagni - la giunta è corsa ai ripari il 28 giugno ordinando un «impianto di ricambio d’aria meccanizzato» in una struttura ipermoderna che probailmente si pensava non ne avesse bisogno: «Un provvedimento davvero tardivo» sottolinea Ravagni. Comprensibile la rabbia di genitori e nonni ieri di fronte alla situazione.

Sul fronte dell’approvvigionamento idrico la Busa si divide in due realtà che non sembrerebbero nemmeno confinanti. A Riva non si registrano situazioni di particolare disagio, non ci sono ordinanze per il contenimento del consumo d’acqua e anche nella frazione di Campi, storicamente la più esposta, la situazione è tornata alla normalità.

Opposto il quadro ad Arco, dove il sindaco Betta ha emanato ieri un’ordinanza urgente di fronte al ridursi delle riserve idriche della rete di acquedotti del Comune, tale da mettere a rischio «anche la disponibilità per le operazioni antincendio dei vigili del fuoco che si stanno avvicinando ad una situazione d’emergenza».

Da accertamenti svolti, risulta che il problema è causato anche dall’utilizzo di rilevanti quantità d’acqua per scopi non strettamente connessi all’uso potabile e igienico. Da qui l’appello del sindaco Betta all’impegno di tutti i cittadini nel ridurre il più possibile il consumo d’acqua. Contestualmente è stata firmata dalla dirigente dell’Area tecnica una disposizione che vieta l’utilizzo per scopi diversi da quelli alimentari ed igienico-sanitari.

«Mi rivolgo a tutti i miei concittadini - dice il sindaco arcense - nel chiedere di fare ognuno la propria parte. Nonostante le previsioni di piogge nel fine settimana si rende necessario l’impegno di tutti, perché la situazione rimarrà critica per qualche tempo».

C’è espresso divieto di utilizzare l’acqua per irrigare orti e giardini, per bagnare o pulire piazzali e strade, per lavare veicoli e attrezzature, nonché per riempire piscine private e altre strutture, anche precarie, ad uso balneazione.


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