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Papa Francesco: troppi amano cani e gatti ma ignorano i vicini

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Papa Francesco utilizza l’affetto di molte persone per gli animali domestici come esempio comparativo sulla scarsa propensione che spesso si ha verso il prossimo umano. Ma l’accostamento non è piaciuto a chi si impegna per la protezione anche degli animali, così al pontefice qualcuno ha fatto notare che chi ama cani e gatti sa fare altrettanto anche con gli esseri umani.

«Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina, no no, d’accordo eh?», ha rimarcato il Papa nella udienza giubilare in piazza San Pietro, nella quale ha invitato a «stare attenti a non identificare la pietà con quel pietismo piuttosto diffuso - ha detto - che è solo una emozione superficiale che offende l’ altro. La pietà - ha aggiunto - non va confusa con la compassione per gli animali che vivono con noi, accade infatti che a volte si provi verso animali e si rimanga indifferenti di fronte alle sofferenze dei fratelli».

La pietà, ha spiegato papa Francesco, «è uno dei sette doni dello Spirito santo che il Signore offre ai discepoli per renderli docili alle ispirazioni divine».
   
Tra le persone che seguivano Gesù, ha osservato papa Francesco durante l’udienza giubilare in piazza San Pietro, «ognuno esprimeva anche la sua fede in Gesù chiamandolo maestro, figlio di Davide e Signore, intuivano - ha rimarcato il Papa - che in lui c’era qualcosa di straordinario che li aiutava a uscire dalle condizioni di tristezza in cui si trovavano». Gesù, prosegue il commento del Pontefice, «si accorgeva di quelle invocazioni e si impietosiva soprattutto per le persone ferite nella dignità, come nel caso dell’emorroissa, le chiamava ad avere fiducia in lui». Per Gesù, «provare pietà - ha spiegato papa Bergoglio - equivale a condividere la tristezza di chi incontra ma allo stesso tempo a operare in prima persona per cambiarla in gioia», e «anche noi siamo chiamati a coltivare la pietà di fronte alla vita scuotendoci di dosso l’indifferenza che impedisce di riconoscere la sofferenza dei fratelli che ci circondano e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale».
   
«In te misericordia, in te pietate, In te magnificenza, in te s’aduna Quantunque in creatura è di bontate!». Il Papa ha concluso l’udienza giubilare in piazza San Pietro citando la preghiera a Maria nel Paradiso della Divina Commedia. Il Papa latinoamericano ha spiegato che «Dante Alighieri» «esprime» il concetto di pietà «nella preghiera al culmine del Paradiso».

«Santo Padre, la capacità di amare non fa distinzioni. Chi ama gli animali sa amare i suoi simili, chi non sa provare affetti non ama nè gli animali, nè i vicini, nè il suo prossimo. Lo ha detto San Francesco già 800 anni fa.
Il Santo di cui Ella, Santità, ha scelto di portare il nome perché certo ne condivide l’insegnamento», ha scritto la presidente nazionale di Enpa (Ente nazionale protezione animali), Carla Rocchi, dopo le dichiarazioni del Papa.


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