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In agosto il doppio della pioggia della media storica: ecco i dati LA SITUAZIONE VALLE PER VALLE

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La piena dell'Adige stanotte alla Cacciatora - GUARDA IL VIDEO

Negli ultimi 30 giorni ha piovuto il doppio di quanto non abbia finora registrato la media storica. Il dato, indicativo del tipo di fenomeno che anche il Trentino ha dovuto affrontare, è stato discusso stamani in Sala Giunta dove, alla presenza del presidente della Provincia e del dirigente generale del Dipartimento, i vari settori della Protezione civile hanno passato in rassegna quanto fatto nelle ultime 60 ore in quello che tecnicamente viene definito «debriefing».

Dai vigili del fuoco alle strade, dai bacini montani a meteotrentino e poi ancora il servizio geologico, 112 e prevenzione rischi, trasporti, soccorso alpino, nuvola, croce rossa, tutti hanno sottolineato come il Trentino fortunatamente abbia retto.

Rimaniamo nell’allerta gialla, ma il fenomeno piena viene considerato sotto controllo, con squadre che stanno seguendo alcuni fontanazzi e controllando i ponti sui fiumi, procedura che tra l’altro risulta utile per pianificare i prossimi interventi di manutenzione.
Nella gestione dell’emergenza sono molti i fattori che sono risultati determinanti, a partire dalla grande attenzione alle previsioni meteo, costantemente aggiornate per riconoscere per tempo le situazioni critiche ed intervenire preventivamente a minimizzarne gli wffetti. In azione praticamente tutti i Corpi dei vigili del fuoco volontari.

Particolare attenzione è stata posta sul Sarca che ha superato perfino il livello toccato durante la tempesta Vaia, ma la piena - hanno detto gli esperti - è passata già ieri velocemente e senza grossi danni.
Il grande lavoro di tecnici e volontari ha ricevuto il plauso del presidente della Provincia che ieri notte ha seguito le operazioni nella Sala di piena nelle ore i cui si temeva di essere costretti ad aprire la galletia Adige Garda. Cosa che fortunatamente non è avvenuta anche grazie alla competenza e capacità di gestire le emergenze che caratterizza il sistema della peitezione civile al quale va ancora una volta un sincero ringraziamento.

SITUAZIONE VIABILITA’ PROVINCIALE AD ORE 9

L'Autostrada del Brennero - chiusa ieri fra Trento e Bolzano - è stata riaperta alle 7 di questa mattina ed è percorribile;

Ferrovia: La circolazione ferroviaria sta gradualmente tornando alla normalità dopo la riattivazione di questa mattina alle 10.30 fra Trento Roncafort e Mezzocorona e fra Bressanone e Ponte Gardena (linea Verona – Brennero), interrotte a causa del maltempo e dell’allarme diramato dalla Protezione Civile. 

Proseguono le attività propedeutiche alla riapertura della linea Fortezza – San Candido, interrotta in via precauzionale fra Valdaora e San Candido.

Strade settore 1– ALTA VALSUGANA Non si registrano significative situazioni di smottamenti o allagamenti.

Strade settore 4 – TRENTO - MONTE BONDONE – PAGANELLA Chiusa per allagamento la galleria Chiusole sulla SP 90 2^ tronco dal km 8,300 al km 9,300 circa, con deviazione in loco su viabilità comunale alternativa.

Strade settore 8 – ROVERETO – VALLARSA – VALLAGARINA Chiusa SP 90 1^ tronco dir Borghetto per allagamento sottopasso al km 1,700 circa. Deviazione sul posto.

Strade settore 5 – VAL DI NON E SOLE In Valle di Non: - permane la chiusura della S.P. 24 di Dambel tra Casez e Dambel per smottamento franoso al km 4+560 circa. Si è inoltre registrato un locale cedimento del piano viabile (corsia di valle al km 4+710 circa) - le seguenti anomalie che comportano locali restringimenti della carreggiata: *​sulla S.P. 28 di Tregiovo al km 6+500 erosione della scarpata a monte della sede stradale,

*​allagamenti e/o trasporto di materiale sulla sede stradale lungo la S.P. 4 di S. Romedio (al km 0+500) e lungo la S.S. 43 della Valle di Non al km 19+900 circa.

*​sulla S.S. 43 al km 22+640 caduta sassi dalla parete rocciosa, già protetta da rete paramassi.

In val di Sole si registrano le seguenti anomalie per le quali sono istituiti puntuali restringimenti della carreggiata:

• sulla S.S. 42 del Tonale e della Mendola al km 157+800, a monte dell’abitato di Vermiglio, cedimento di un breve tratto di rampa di sostegno della strada

• sulla S.S. 239 di Campiglio:− al km 10+200, accumulo di materiale a monte del ponte per il rio Val de la Vecia,− al km 10+800, cedimento cunicolo in sassi di attraversamento stradale (diam.2,0 m), in fregio alla carreggiata, in corrispondenza di un corso d’acqua minore

al km 13+900, cedimento attraversamento stradale acque bianche (diam. 0,6 m) con parziale cedimento della pavimentazione stradale.

Strade settore 6 – VALLI GIUDICARIE – VAL RENDENA Non si registrano significative situazioni di smottamenti o allagamenti.

Strade settore 7 – ZONA ALTO GARDA, VAL DI LEDRO E VAL DI GRESTA Non si registrano significative situazioni di smottamenti o allagamenti.

Strade settore 2 – BASSA VALSUGANA E PRIMIERO - sulla S.P. 79 al km 14+300, in località Ronco Fosse nel comune di Canal S. Bovo, erosione della scarpata a valle della sede stradale, - sulla S.S. 50 in corrispondenza del ponte sul rio Fosse al km 91+740, si è accumulato molto materiale che ha notevolmente ridotto la sezione dell’alveo in corrispondenza dell’attraversamento stradale.
Sono inoltre in corso verifiche sulla S.P. 31 del Passo Manghen alla pr. km 4+000 circa, per innesco di fenomeni di dilavamento ed erosione, in corrispondenza di un cantiere stradale.

Strade settore 3 – VALLI DI FIEMME E FASSA Chiusa la S.S. 641 del Passo Fedaia nel tratto tra la diga (km 11+500) ed il confine con la provincia di Belluno (km 14+200).

IL VIDEO DELL'ONDA DI PIENA STANOTTE 

 


Maltempo, il punto in Alto Adige a Egna l'Adige a livello 7 metri riaperte A22 e ferrovia

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Questa mattina alla presenza dell’assessore provinciale alla Protezione civile è stata valutata nel centro situazioni dell’Agenzia per la Protezione civile la situazione in seguito al maltempo dei giorni scorsi.
Alla riunione hanno partecipato tutti i tecnici dei diversi settori impegnati a gestire l’emergenza, insieme all’assessore e al direttore dell’Agenzia provinciale per la Protezione civile Rudolf Pollinger.

Obiettivo: fare un primo bilancio ed un’analisi della situazione attuale. L’assessore ha evidenziato che si è trattato di un evento eccezionale con un tempo di ritorno di 30 anni e che ha dimostrato che gli investimenti fatti nella protezione dei fiumi e dei bacini montani ha dato i suoi frutti insieme all’ottima organizzazione e gestione dell’evento.

Anche il direttore della Protezione civile Rudolf Pollinger ha lodato la collaborazione fra l’Agenzia per la Protezione civile e i corpi volontari intervenuti, che hanno lavorato in perfetta sinergia per gestire le conseguenze dell’eccezionale evento meteo.

Dopo la chiusura disposta domenica a scopo precauzionale a fronte della piena dell’Adige, la linea ferroviaria del Brennero è stata riaperta. Resta chiusa invece la circolazione sulla linea ferroviaria della val Pusteria. I treni sono rimpiazzati da corse bus sostitutive.

L’autostrada A22 è stata riaperta in entrambe le direzioni di marcia.

Il Servizio strade continua i lavori di ripristino della percorribilità delle strade, soprattutto sulla statale del Brennero (SS 12) dove resta chiuso il tratto in corrispondenza di Campodazzo. Secondo Philipp Sicher, direttore della Ripartizione Servizio strade, la riapertura dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.

La statale SS 51 fra Dobbiaco e Carbonin in val di Landro e la statale della Valle Aurina (SS 621) a Predoi sono di nuovo percorribili. Sulla statale della Pusteria fra Valdaora e Monguelfo si viaggia a senso unico alternato. Tutti i 500 lavoratori del Servizio strade sono stati in servizio nei giorni scorsi giorno e notte.

Attualmente tutte le misurazioni dei livelli dei fiumi sono rientrate sotto i livelli di guardia. Gli interventi di progettazione e rinforzo degli argini dell’Adige avvenuti nel corso degli ultimi 20 anni ha dimostrato la sua efficacia in questa circostanza, in particolare ad Egna dove è stato raggiunto il livello di piena più alto mai registrato con 7,1 m.

I lavori eseguiti e la costante osservazione degli argini da parte dei Vigili del fuoco volontari ha dimostrato la resilienza del sistema di prevenzione. Gli argini verranno ricontrollati a breve. Nel corso della notte 3 tecnici della centrale di piena hanno monitorato costantemente la situazione con l’ausilio del Vigili del fuoco volontari.

Per i boschi dell’Alto Adige il maltempo dei giorni scorsi non ha comportato danni gravi. Per smottamenti sono state chiuse diverse strade di accesso ai masi, in particolare a Sarentino, Villandro e Barbiano ma non è stato segnalato alcun intervento di grosso rilievo.

Nel corso di domenica 3 geologi provinciali erano in servizio per monitorare i punti critici, in particolare ad Avelengo, a Nalles, al Rio Grissiano e a Campodazzo. Allo stato attuale sono sotto osservazione anche 70 m del muro di argine a Ponte Gardena alla confluenza del Rio Gardena con l’Isarco.

Per i vigili del fuoco volontari la situazione della piena a Chiusa è stata la più critica. 14 corpi volontari di vigili del fuoco con circa 150 uomini erano in servizio per sgomberare e ripulire cantine allagate e garage. I lavori continueranno ancora per qualche tempo.

Nella Bassa Atesina (Egna e Vadena) circa 50 vigili del fuoco sono stati impegnati in loco per tenere sotto controllo i punti di osservazione dei livelli dell’acqua nella centrale di osservazione, nei punti di osservazione sui fiumi e nelle stazioni. Nelle zone di Merano, Bolzano, Val Pusteria e Alta Valle Isarco la situazione si è tranquillizzata entro la serata di ieri e il servizio antipiena ha potuto essere sospeso.

Fra il 29 e il 31 luglio l’Unione provinciale dei corpi dei vigili del fuoco volontari dell’Alto Adige hanno svolto oltre 500 interventi che hanno visto impegnati oltre 3.000 uomini. 150 corpi volontari dei vigili del fuoco, circa la metà di quelli complessivamente presenti in provincia, sono stati allertati e in servizio. situazione meteo sta migliorando. Secondo il Servizio meteo provinciale non sono previste ulteriori precipitazioni importanti. La Protezione civile a causa della pandemia da coronavirus rimane comunque in stato di allerta ALFA.

Ecco il Bollettino dei pollini artemisia, ambrosia e urticacee sono ora in risalita

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Il Centro di Monitoraggio di San Michele all’Adige ha diramato il bollettino dei pollini per la settimana dal 17 al 23 agosto 2020.

Artemisia: concentrazione media, stazionaria.
Ambrosia : concentrazione bassa, in aumento.
Urticacee ( parietaria ): concentrazione alta, stazionaria.
 
Altri pollini rilevati: luppolo in concentrazione alta; chenopodiacee/amarantacee, piantaggine e graminacee in concentrazioni medio/basse.
Spore di Alternaria in alta concentrazione.
 
LEGGI IL BOLLETTINO COMPLETO 
 

Covid, 4 nuovi casi in Trentino salgono i ricoverati in ospedale ora sono 6, uno è grave

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Giornata festiva, effettuati solo 112 tamponi: il rapporto a 3,5

Gli ultimi dati resi disponibili dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari nel quotidiano rapporto sulla diffusione del Covid-19 indicano ulteriori 4 casi positivi, 3 dei quali con presenza di sintomi. Fra questi ultimi c’è anche un minorenne.

Salgono, seppur di poco, anche i ricoveri in ospedale: a questa mattina, i pazienti risultavano 6, di cui 1 sempre ricoverato in terapia intensiva.

Come spesso accade in coincidenza con la giornata festiva, il numero dei tamponi analizzati è molto basso: sono 112 i test esaminati, tutti nel reparto di microbiologia dell’ospedale Santa Chiara. Altissima quindi la percentuale del contagio: al 3,5%.

 

Nidi d'infanzia a Trento: via alle domande di posto dall'1 ottobre prossimo

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Nidi d’infanzia comunali di Trento: dal 1° ottobre le domande per l’anno 2021/2022.

A partire dal 1 ottobre e fino al 30 aprile 2021 è possibile presentare la domanda di ammissione ai nidi d’infanzia comunali per l’anno educativo 2021/2022.

Nella domanda può essere indicata la disponibilità a essere contattati anche nel corrente anno educativo 2020/2021 qualora vi sia disponibilità di posti.
I posti attualmente disponibili verranno prioritariamente assegnati, anche in corso d’anno, ai bambini presenti nella graduatoria annuale approvata a maggio 2020 e in base alla quale sono già state effettuate le prime assegnazioni.

La domanda deve essere presentata esclusivamente online accedendo tramite Spid o Carta provinciale/nazionale dei servizi (tessera sanitaria abilitata) allo Sportello online del Comune di Trento o direttamente presso il servizio Servizi all’infanzia, istruzione e sport per coloro che non hanno la possibilità di accesso a internet.

Le informazioni complete per presentare la domanda si trovano sul sito del Comune.

Aldeno, devastazione nei campi 300 ettari di mele e poi le vigne distrutti dalla tromba d'aria

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Il presidente della Federazione delle cooperative trentine Roberto Simoni, accompagnato dal direttore generale Alessandro Ceschi e dal referente agricolo Michele Girardi, ha fatto visita alle zone colpite tromba d’aria di venerdì scorso, nelle campagne a sud di Trento, esprimendo la solidarietà del mondo cooperativo agli agricoltori.

Nella fascia a sud di Trento - riporta una nota - il 50% della produzione è andata persa.

In dieci minuti sono caduti venti centimetri di grandine di 52 millimetri di pioggia, accompagnata da una tromba d’aria improvvisa. Sono stati colpiti circa 300 ettari di meleti. Il danno poteva essere peggiore, poiché almeno una parte della produzione, pari a circa 60.000 quintali di gala, è stata raccolta nei giorni scorsi e immagazzinata.

A Aldeno, invece, il maltempo hanno colpito i vitigni. Il danno maggiore si registra nelle zone di Cimone, in località Costa, e alle pendici del Bondone. «I danni sono ingenti, anche se in parte verranno coperti dalle assicurazioni», ha commentato Simoni.

«Su 17 ettari di Müller Thurgau ci sono danni importanti, mentre almeno sei ettari da buttare» ha riferito, in una nota, il presidente della cantina sociale di Aldeno Damiano Dallago.

«Nella piana di Aldeno e Romagnano altri 20 ettari sono compromessi. Sono uve di Müller, Teroldego e base spumante Pinot nero e Chardonnay. Cerchiamo di raccogliere quel che possiamo, fondamentale fare presto perché la possibilità di parziale recupero si gioca in queste ore», ha aggiunto il direttore della cantina Walter Webber.

Turista ferito a una gamba soccorso con l'Aiut Alpin sul sentiero Viel del Pan

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Un escursionista toscano di 63 anni si è procurato un trauma all'arto inferiore nella tarda mattinata di ieri sul sentiero Viel del Pan. L'uomo stava camminando lungo il sentiero quando è caduto e si è infortunato nei pressi dell'omonimo rifugio. La chiamata al Numero Unico 112 è arrivata poco dopo le 11.30. 

Il coordinatore dell'Area operativa Trentino settentrionale del Soccorso Alpino e Speleologico ha chiesto l'intervento dell'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites che ha sbarcato sul posto il Tecnico di Elisoccorso e l'equipe medica. A supporto dell'equipaggio anche un operatore della Stazione Alta Fassa che si trovava in quota. L'infortunato è stato stabilizzato, imbarellato e recuperato a bordo dell'elicottero con il verricello per essere trasferito all'ospedale di Cavalese. 

Brusco calo delle temperature ed ecco la prima nevicata nella webcam a Passo Sella

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Maltempo, tanta pioggia, ma anche un brusco abbassamento della temperatuira. Dopo che nei giorni scorsi la quota neve era rimasta relegata (in zona Dolomiti) oltre i 3100 metri, ieri il deciso calo termico ha portato la prima neve fino a Passo Sella.
Le immagini della webcam di Meteotriveneto installata sul tetto dell'albergo Flora a Passo Sella quota 2240 metri parlano chiaro: siamo in autunno (meteorologicamente parlando). Inizia infatti da oggi il "semestre freddo". 

Rifugio Rosetta: "Che bel".  E' invece Mariano Lott, gestore del rifugio Rosetta sulle pale di San Martino a pubblicare questa fotografia "natalizia" con il commento.... "Che bel!). 

Qui la centralina ha segnato un calo di 7 gradi rispetto alle minime delle notti precedenti: la stazione meteo di Meteotriveneto.it posta ai 2640 metri dell’arrivo della funivia del Rosetta ha registrato questi valori:

Minime 
28 agosto: +6,2°C
29 agosto: +5°C
30 agosto: +2,7°C
31 agosto: -1,1°C

Massime
28 agosto: +9°C
29 agosto: +7,9°C
30 agosto: +7,4°C
31 agosto: +4,3°C

 

 


Lavarone, corriera a fuoco i passeggeri sono incolumi fatti scendere in tempo

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Attimi di paura, questa mattina alle 7, a Lavarone: la corriera di Trentino Trasporti diretta a Rovereto, e ferma in attesa di completare il carico dei passeggeri, ha preso fuoco.

Fortunatamente l'autista si è accorto delle fiamme e del fumo che fuoriuscivano dal vano motore, nella parte posteriore, ed ha fatto scendere i passeggeri.

Sul posto immediatamente i Vigili del Fuoco volontari di Lavarone, che hanno domato le fiamme. Nessun ferito.

 

Vasta operazione antidroga dei Carabinieri a Riva ed Arco: trovati 3 etti di hashish

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Continuano i controlli antidroga del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trento: quasi 400 grammi di stupefacente sequestrati e due persone deferite all’Autorità Giudiziaria, una in stato di arresto e l’altra a piede libero. 

 Sabato scorso i Carabinieri della Compagnia di Riva del Garda, con la collaborazione di unità cinofile della Guardia di Finanza di Trento, hanno effettuato diverse perquisizioni nei comuni di Riva del Garda ed Arco finalizzate al contrasto dello spaccio di stupefacenti, in particolare destinato al consumo fra la popolazione giovanile. Già giovedì scorso era stato rinvenuto un piccolo quantitativo di stupefacente, fra la strumentazione di una discoteca abusiva che era stata realizzata nei boschi di Arco. per un “rave”.

 Le perquisizioni sono iniziate all’alba e sono durate per tutta la mattinata. Al termine delle operazioni, due sono stati gli obiettivi che hanno permesso il sequestro di stupefacenti.

 Il primo, nel comune di Arco, in cui un ventenne del luogo è stato trovato in possesso di circa 80 grammi di hashish e alcuni grammi di marijuana, nascosti nella sua camera, in un armadio all’interno di un barattolo di latta.

Viste le circostanze del rinvenimento il giovane è stato denunciato a piede libero.

 Il secondo obiettivo, nel comune di Riva del Garda, in cui un rivano classe ’73, già noto alle forze dell’ordine, è stato trovato in possesso di circa 300 grammi di hashish divisi in ovuli. In questo caso l’uomo, probabilmente per paura che lo stupefacente fosse scoperto dai Carabinieri, ha cercato di evitare il loro ingresso in casa facendo quindi resistenza, non riuscendo però ad evitare la perquisizione, che per lui si è conclusa in malo modo. 

 Parte dello stupefacente è stato trovato in cucina, nel cesto del pane, ed il restante nella cantina, chiuso in uno scatolone riposto in uno scaffale, subito individuato dal cane antidroga appena aperta la porta di accesso al locale. Per tale motivo è stato dunque arrestato sia per il possesso della sostanza stupefacente, sia per aver opposto una fattiva  resistenza ai Carabinieri.

 Tutto lo stupefacente è stato sottoposto a sequestro e sarà inviato al laboratorio di analisi dei Carabinieri di Laives per valutarne peso, dosi ricavabili e qualità. 

Il ghiacciaio della Marmolada ha ancora 15 anni di vita: nel 2035 sarà solo roccia

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Il conto alla rovescia per il ghiacciaio della Marmolada è iniziato molto tempo fa. Ma negli ultimi anni l’orologio ha iniziato a correre più veloce. Ne sono convinti i glaciologi dell’Università di Padova che, dati delle ultime campagne di misurazione alla mano, azzardano una sentenza: il gigante bianco delle Dolomiti potrebbe avere non più di 15 anni di vita. La drammaticità della situazione emerge, spiegano, se confrontata con oltre cent’anni di misurazioni condotte dall’Università di Padova.

«Il ghiacciaio negli ultimi 70 anni - afferma Aldino Bondesan, coordinatore delle campagne glaciologiche per il Triveneto e autore con Roberto Francese, dell’Università di Pavia, di indagini sullo spessore del ghiaccio con georadar - ha ormai perso oltre l’80% del proprio volume passando dai 95 milioni di metri cubi del 1954 ai 14 milioni attuali. Le previsioni di una sua estinzione si avvicinano sempre di più: il ghiacciaio potrebbe avere non più di 15 anni di vita».

La causa non sono soltanto le alte temperature, osserva il prof. Mauro Varotto: arretra perchè si è assottigliato il volume, non è più un «sistema» vivo, comincia a erodere la superficie e quando lo spessore è inferiore a 1-2 metri lo scioglimento accelera velocemente.

Un effetto che per fortuna non è uniforme sull’enorme massa: il ghiacciaio si estende dai 3.300 metri di Punta Penia ai 2.700 metri. Se in alcuni punti lo spessore è ridotto, non ci sono più i 50 metri rilevati dai georadar nel 2005, nelle parti più in salute la Marmolada potrebbe misurare ancora 20-30 metri di ghiaccio.

L’unica buona notizia, in questi mesi di lockdown nel mondo, è stata la riduzione delle emissioni di CO2 indotta dalla pandemia Covid, che influisce sul clima planetario, ma è poca cosa per invertire un trend come quello dei ghiacciai delle Alpi.

Le misurazioni annuali sulla Marmolada condotte da geografi e glaciologi dell’Università di Padova tratteggiano un quadro fosco sul più importante ghiacciaio delle Dolomiti. «La sua superficie - osserva Mauro Varotto - è passata da circa 500 ettari stimati da Richter nel 1888 ai 123 ettari del 2018. Dal 2010 al 2020 la fronte è arretrata in media di 10 metri l’anno sui 9 segnali di misura».

Ed ecco la predizione sul futuro del ghiacciaio veneto-trentino: «se estendessimo il trend di riduzione di superficie degli ultimi 100 anni (3 ettari/anno) - spiega Varotto - la fine del ghiacciaio è fissata per il 2060; se consideriamo il trend di contrazione degli ultimi 10 anni (5 ha/anno), la fine viene anticipata al 2045. Ma il trend degli ultimi 3 anni è ancora più allarmante (9 ha/anno) e potrebbe portare alla scomparsa di buona parte del ghiacciaio già nel 2031».

La rapida contrazione dei ghiacciai e il ripetersi di eventi estremi trovano un epicentro, spiegano gli studiosi, proprio nel comune di Rocca Pietore, ai piedi della Marmolada, il territorio più colpito dalla tempesta Vaia del 2018, insignito della bandiera verde di Legambiente per l’impegno nel ripristino dei danni prodotti. Per far conoscere le attività di ricerca e sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti del cambiamento climatico, il Museo di Geografia del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità ha lanciato nel 2019 l’iniziativa «Misuriamo assieme il ghiacciaio della Marmolada», una campagna glaciologica partecipata inserita all’interno della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente.

Le luminarie di Natale? Il Comune di Trento inventa le «Luci d'artista»

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Le luiminarie natalizie sono sempre state un terreno di poleemica a Trento. Dopo anni della gestione delle stesse ditte, dopo mirabolanti annunci («Trento come Parigi) seguiti da deludenti allestimenti, ora il Comune si affida a una vera gara per l'affido.

L'idea è quella di «Luci d’artista»: un premio per il progetto luminoso che valorizzerà a Natale le vie del centro.

Scrive il Comune: «L’incertezza data dall’andamento non prevedibile dell’emergenza sanitaria non ferma i preparativi per il tradizionale appuntamento con Trento, città del Natale, ma spinge anzi l’Amministrazione comunale a puntare sulle luminarie natalizie lungo le vie e nelle principali piazze di Trento, mettendo al centro il tema della luce nelle sue varie forme artistiche e culturali, segno di vitalità e speranza che resisterà anche ad eventuali misure restrittive che si dovessero rendere necessarie nei prossimi mesi.

Oltre alle tradizionali luminarie, l’idea è far rivivere alcuni luoghi particolarmente caratteristici del centro storico attraverso una loro reinterpretazione grazie all’utilizzo di metodologie e tecniche innovative che mettano in luce la storia e la cultura del territorio.

Il servizio Cultura, turismo e politiche giovanili ha così elaborato una call artistica denominata Luci d’artista, che è stata approvata lunedì 31 agosto dalla Giunta comunale e che premierà con un contributo di 40mila euro, secondo quanto previsto dal regolamento per l’erogazione di benefici per attività culturali, la proposta di installazione luminosa che meglio interpreterà il tema e le finalità del bando».

Un'idea non nuova, anzi ormai vecchissima: da 20 anni la città di Torino ha sviluppato un vero festival internazionale con i più grandi artisti del globo. Bolzano, invece, da anni punta su opere d'arte di luce per illuminare i ponti di accesso al centro. E Bressanone ha investito 2 milioni di euro su uno spettacolo «son et lumiére» per Natale.

Palazzo Thun invece premette «prima i trentini»: al premio di Trento possono partecipare, in partnership con artisti ed operatori economici, le associazioni, le cooperative, i consorzi, con sede legale in provincia di Trento, senza scopo di lucro o con scopo mutualistico, operanti almeno da un anno, che esercitino prevalentemente la propria attività e svolgano iniziative in ambito artistico-culturale e sociale sul territorio provinciale, con il ruolo di capofila.

La domanda di partecipazione deve essere presentata utilizzando l’apposito modulo, entro le ore 24 del 27 settembre 2020.
Il testo completo del bando e il modulo di domanda sono pubblicati sul sito del Comune.

Corriera in fiamme a Lavarone

Alla 24 Ore di Le Mans delle moto tragedia sfiorata per pochi cm - Video

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Dopo l’incredibile incidente in MotoGp nel Gran Premio d’Austria, con Vinales e Rossi sfiorati da un moto lanciata in aria come un proiettile, dramma sfiorato anche alla 24h Motos di Le Mans. Uno dei concorrenti è scivolato sull’asfalto bagnato, e mentre stava tentando di rialzare la moto per tornare in corsa è sopraggiunto un altro pilota, che è sfrecciato tra lui e la moto a terra. Gara sospesa, ma per fortuna nessuno si è fatto male.

Punto da una zanzara comune muore a Cremona per «febbre del Nilo», altri casi in Pianura Padana

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Un uomo di 80 anni è morto per febbre del Nilo all'ospedale Maggiore di Cremona. A rivelarlo alla Provincia di Cremona è il primario di Pneumologia Giancarlo Bosio. 

Il virus, di origine africana, si propaga con la puntura della zanzara comune (Anophele), qualora l'insetto sia a sua volta infettato.

Nell'ipotesi epidemiologica, l'arrivo del virus West Nile si fa risalire all'introduzione accidentale di zanzare provenienti dall'Africa nel bagaglio di un manager padano, rientrato da un viaggio all'estero.

Dopo di lui un settantenne è stato ricoverato dopo ferragosto in terapia intensiva ma le sue condizioni sono migliorate ed ora si trova in pneumologia.

"Il paziente sta meglio e stiamo cominciando a pensare al programma di riabilitazione" ha spiegato aggiungendo che "quest'anno è il secondo ammalato di questa febbre. Purtroppo prima di lui è stato ricoverato un ottantenne che non ce l'ha fatta".

Non si tratta degli unici casi nella zona già colpita da febbraio dall'epidemia di Coronavirus: diversi pazienti sono stati ricoverati nelle ultime settimane anche nel Lodigiano, e un caso di West Nile, virus che si trasmette attraverso la puntura delle comuni zanzare, si è verificato nel Pavese.

"Non c'è alcun legame con il Covid, tranne il fatto che anche per quello non c'è cura" ha puntualizzato Bosio. Si tratta di un virus che normalmente non crea grandi problemi, ma in un caso su 150 causa malattie neurologiche.


Giovedì aprono gli asili per 13 mila bambini trentini: no mascherina, niente orario prolungato, la sicurezza demandata a ogni scuola

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Ecco le regole anti-Covid per bimbi, insegnanti e genitori

Giovedì 3 settembre 2020 prenderà il via l’anno scolastico delle scuole dell’infanzia. Dopo un’estate dedicata alla programmazione e all’individuazione delle misure finalizzate all’adozione di comportamenti funzionali al contrasto del contagio del virus Covid-19, la ripresa delle lezioni sarà regolare.

I dati più significativi riferiti alle iscrizioni indicano che i bambini iscritti per l’anno scolastico 2020/2021 sono 13.723; di questi 8.559 (62,37%) frequenteranno le scuole equiparate e 5.164 (37,63%) le scuole provinciali.

Le iscrizioni rispetto allo scorso anno evidenziano una flessione pari al 2,11%. Il numero di scuole si conferma in 266, distribuite sull’intero territorio provinciale, di cui 112 provinciali e 154 equiparate.

Nell’anno che sta per iniziare sono stati attivati, attraverso gli atti di programmazione della Giunta provinciale, 731 “gruppi sezione”: 276 in scuole provinciali e 455 in scuole equiparate. Rispetto alle iniziali 664 sezioni formate da gruppi di 25 bambini, la riprogrammazione di agosto 2020, connessa al rispetto delle misure dei Protocolli di salute e sicurezza e all’indicazione della Giunta di costituire gruppi meno numerosi (22 bambini per gruppo sezione), ha comportato la costituzione di ulteriori 67 sezioni, 22 nelle scuole provinciali e 45 nelle scuole equiparate.

Il costo del programma annuale delle scuole dell’infanzia provinciali ed equiparate, per l’anno 2020/2021, ammonta a 98,8 milioni di Euro.

L’inaugurazione del nuovo anno scolastico avverrà simbolicamente presso due scuole del territorio, una a Trento e una a Rovereto, alla presenza del presidente della Provincia e dell’assessore all’istruzione, nonché del dirigente generale del Dipartimento istruzione e cultura e della dirigente del Servizio attività educative per l’infanzia e di rappresentanti di autorità locali.

LE REGOLE DI SICUREZZA - In materia di salute e sicurezza - afferma il comunicato della giunta provinciale - «attenzione è stata posta agli spazi destinati ad aula per i gruppi sezione, di consistenza minima – verificata – di 2,4 metri quadrati per bambino.

Il Protocollo salute e sicurezza richiede attenzione e prevede specifiche misure per:

le condizioni soggettive di accesso a scuola di bambini, accompagnatori, personale, fornitori;

i Dispositivi di protezione individuale per il personale (non prevedendo mascherine per i bambini durante l’attività scolastica);

  • l’igiene personale;
  • il distanziamento;
  • la sanificazione degli ambienti;
  • la gestione dell’aerazione e i ricambi d’aria;
  • l’informazione (anche all’utenza esterna) e la formazione del personale;
  • l’accoglienza e l’accesso; l’inserimento di nuovi bambini iscritti;
  • l’accesso da parte di soggetti terzi, prestatori di forniture e servizi.

Quanto all’organizzazione scolastica il Protocollo definisce il numero massimo di bambini per aula, fissandolo a 25, e comunque nel rispetto di 2,4 mq bambino e rinvia al Progetto organizzativo ed educativo di ciascuna scuola per regolare: l’utilizzo degli spazi a disposizione, con particolare favore agli spazi esterni;

SONO A CARICO DI OGNI SCUOLA:

  • la stabilità del gruppo sezione nell’orario ordinario e prolungato;
  • la minimiz zazione delle interferenze tra gruppi diversi di bambini;
  • l’organizzazione degli ingressi e delle uscite;
  • la raccolta rifiuti differenziata per guanti e mascherine e il relativo smaltimento;
  • le fasi di pulizia e igienizzazione delle aule;
  • l’attenzione ad impedire gli assembramenti anche del personale;
  • un registro delle presenze giornaliere di chi accede alla scuola;
  • l’integrazione delle routines dei bambini con i comportamenti adeguati alla prevenzione.
  • Indicazioni sono anche fornite dal Protocollo per la mensa (di norma fruita nelle aule), le attività psicomotorie e libere, il sonno, i servizi igienici e di pulizia dei bambini, le attenzioni per i bambini con bisogni educativi speciali.

La domanda delle famiglie per la fruizione del servizio di prolungamento d’orario cont nua ad essere particolarmente rilevante: i richiedenti sono circa il 61,38% sul totale degli iscritti alla scuola dell’infanzia. Sono infatti 8.423 (sui complessivi 13.723) i bambini per i quali è stata fatta richiesta di prolungamento d’orario, con modalità differenziate che possono arrivare fino alle tre ore giornaliere ulteriori a quelle di apertura ordinaria di sette ore del servizio scolastico.

Sul territorio è attiva una rete consistente di servizio trasporto per il quale sussiste in molte situazioni l’obbligatorietà di accompagnamento in relazione al numero dei posti dell’automezzo. Durante il viaggio sui mezzi di trasporto pubblico (di linea e non di linea) va adottata la mascherina a copertura delle vie respiratorie anche da parte dei bambini della fascia d’età 3 – 6 (in base all’Ordinanza del Presidente della Provincia 25 agosto 2020).

LEGGI LA SCHEDA COMPLETA DEI DATI DI AVVIO DELLE MATERNE 

Esordio positivo del servizio di punzonatura biciclette

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Oltre cinquanta roveretani questa mattina si sono presentati in via Dante dove ha esordito il servizio di punzonatura delle biciclette.

Il Comune di Rovereto ha deciso di combattere anche così l'odioso fenomeno dei furti di biciclette, affidando al corpo intercomunale di polizia locale di Rovereto e delle Valli del Leno questo compito.

Si tratta di marchiare il telaio della bici con un codice alfanumerico, che corrisponde ai dati del proprietario legittimo del velocipede che viene inserito in un database a disposizione di vigili e forze dell'ordine. Stamattina il primo appuntamento in concomitanza con il mercato settimanale ha decretato il successo dell'iniziativa.

Si replica martedì 15 settembre, sempre al mattino (9-12.30) sempre di fronte alle scuola Regina Elena dove sosterà l'ufficio mobile dei vigili urbani.

Bambina di tre anni "rapita" dall'aquilone che la porta in cielo - Video

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Il video di una bimba di tre anni sollevata in aria da un gigantesco aquilone arancione durante un festival nella cittadina di Nanlioao, a Taiwan, sta il giro della Rete.  Il video mostra alcune persone mentre preparano il grosso aquilone per il 'decollo', ma nessuno si accorge che la bimba è rimasta impigliata alla fine della sua lunga coda. Così, quando è tutto pronto e una folata di vento solleva l'aquilone, si vede la piccola prendere letteralmente il volo. 

La bambina viene strapazzata dal vento a decine di metri dal suolo, ma rimane attaccata all'aquilone per tutto il tempo sotto gli occhi atterriti della folla: molti riprendono la scena con i telefoni cellulari, alcuni alzano le braccia verso il cielo, come se volessero afferrare la piccola, che però continua il suo volo, completamente in balia dell'aquilone impazzito. Dopo una trentina di secondi gli organizzatori riescono a manovrare l'aquilone verso terra e la sua coda 'deposita' la bimba - impaurita ma incolume - tra le braccia del pubblico.

"Cuore italiano", da Storo una lunga storia d'amore per la Mostra di Venezia

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Il Trentino sbarca alla Mostra del cinema con scorci della valel del Chiese e sopratuttto di Storo, nel film Cuore italiano.

«Una storia d’amore - spiega la produzione - che lega la Valle del Chiese alla Basilicata e si snoda nell’arco temporale che spazia dal tragico periodo della Prima guerra mondiale agli anni ’60: è la trama del film "Cuore italiano" che il prossimo 9 settembre sarà proiettato al prestigioso Filmfestival di Venezia. Tra le località scelte dalla produzione vi in particolare la borgata di Storo, che ha ospitato la troupe grazie alla sinergia tra amministrazione comunale e il Consorzio turistico presieduto da Daiana Cominotti. E il supporto, tra gli altri, della Provincia autonoma di Trento, della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e della Fondazione Museo storico del Trentino.

“Abbiamo aderito con entusiasmo - spiega Daiana Cominotti - alla proposta fatta da Ameno Cinema. La possibilità di vedere le nostre località promosse nel film sui canali Rai e di poter godere della prestigiosa passerella del Filmfestival di Venezia rappresenta certamente una ottima opportunità in chiave di promozione turistica per la Valle del Chiese. Una attività in linea con il lavoro messo in campo negli ultimi anni dal Consorzio Turistico per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale locale, a cominciare dai Forti austroungarici, prima fra tutti Corno e Larino”.

La protagonista di "Cuore italiano"è Anna che parte da Storo, in Trentino, per andare al sud e mantenere così la promessa fatta dal nonno Antonio all’amico meridionale Tano, prima di morire la notte del 24 dicembre 1917 in una trincea nella vicina Valle di Ledro. In questo viaggio, la giovane immagina la storia e la vita dei suoi nonni al tempo della guerra. Arrivata in Basilicata incontra Gaetano (nipote di Tano). I due si innamorano ma lei, avendo una malformazione cardiaca, si allontana, nascondendo il suo stato fisico al suo amato. Si rincontreranno per caso, anni dopo, ad una festa nella notte della vigilia di Natale, stavolta in Valle del Chiese, nel territorio del Trentino sud-occidentale che spazia dal Lago d’Idro alle Dolomiti di Brenta. E quella notte a Storo ovviamente condizionerà il loro destino.

Cuore Italiano è diretto dal russo Viacheslav Slava Zachkarov e lega i due momenti storici attraverso una promessa fatta in una trincea durante la Prima guerra mondiale. Lo colorano amicizia, cuore, senso della famiglia e dei valori – spiega la produzione -, lo rendono forte nei suoi silenzi e nelle sue emozioni. Protagonisti del copione sono gli attori Simone Montedoro (già nel cast dello sceneggiato televisivo Don Matteo con il ruolo del nuovo capitano dei Carabinieri) che impersona Tano, Giovanni Pelliccia (attore e sceneggiatore del film) nel ruolo di Gaetano, Matteo Carlomagno (attore teatrale, già nel cast di Don Matteo) che impersona Antonio e Chiara Tascione, che figura nel cast del nuovo film Destini di Luciano Luminelli, presentato a Venezia con protagonisti Montedoro e Sebastiano Somma. Quest’ultimo inizialmente atteso in Trentino, ma bloccato da problemi e quindi sostituito da Carlomagno. Il produttore è Gian Luca Vania Pirazzoli. Ameno Cinema il produttore esecutivo.

L’autrice del racconto è la letterata trentina Virginia Grassi, di 83 anni, che si dedica alla narrativa e alla poesia. Ha vinto molti premi e ottenuto menzioni e riconoscimenti speciali in concorsi internazionali. Sue liriche sono pubblicate in antologie, mentre un paio di poesie sono state tradotte in quattro lingue. Nel maggio 2007 proprio il suo racconto Cuore Italiano ha ottenuto il Primo Premio Medaglia d’argento del Presidente della Repubblica per la Narrativa nel concorso promosso dall’Associazione Mario Luzi Montieri di Grosseto».

Telelavoro, la Cgil alla Provincia «Va regolamentato nei contratti»

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Telelavoro, smartworking, lavoro agile o altre denominazioni che per molti da semplici definizioni astratte sono diventate realtà concreta in questi mesidi emergenza epidemica.
Soluzioni che hanno permesso di coniugare la prevenzione sanitaria e la prosecuzione di molte attività professionali.
Spesso però è mancata l'organizzazione, si è avvertito il bisogno di maggiore coordinamento e soprattutto di visioni a medio e lungo termine per inserire in modo stabile forme di lavoro in remoto all'interno dei processi produttivi: come, quanto, come, con quali risultati? Con quali condizioni di stabilità e quali ripercussioni economiche per i lavoratori, per esempio, ai quali spesso si chiede di fornire a proprie spese il necessario per lo svolgimento delle mansioni a distanza (connessione Web, computer, telefono).

«Gli interventi sul lavoro agile nella pubblica amministrazione trentina, che si sono succeduti in queste settimane, rilevano una discussione ormai matura per convergere in un tavolo generale di confronto e affrontare nel merito il tema generale dell’innovazione e della semplificazione nella pubblica amministrazione», osserva Luigi Diaspro, segretario generale della Funzione pubblica Cgil del Trentino.

«Questo – prosegue - vale a prescindere dalla singole posizioni dei tanti interlocutori intervenuti. Le varie tesi – per ultime quelle espresse dai Comuni più grandi (promozione dell’esperienza dello smart working) e quella più preoccupata del Presidente del Consorzio dei Comuni per quelli più piccoli – meritano un percorso di valorizzazione e confronto, non più rinviabile, al riparo delle contrapposizioni puramente strumentali che si sono prodotte in questi mesi.

Mi riferisco in particolare a chi sostiene che l’esperienza dello smart working abbia rappresentato una sorta di vacanza ben remunerata anziché – com’è stato - uno “stress-test” notevole, realizzato in tempi e con modalità impensabili; che ha mostrato capacità di reazione e risposte da parte della Pubblica amministrazione trentina. Qualcosa insomma di cui andare orgogliosi, come amministratori pubblici sul territorio».

Oggi, al riparo dalla contingenza del braccio di ferro (attualmente sospeso) che vede il sindacato unitario contestare alla Provincia l’idea di cestinare lo smart working, è il momento di ragionare in concreto di cosa abbia portato questa esperienza in termini di efficacia ed efficienza dei servizi ai cittadini e alle imprese; di quali siano le risorse digitali e tecnologiche disponibili; di valutare il risparmio della spesa pubblica, il contenimento degli spostamenti e la riduzione dell’impatto ambientale; ancora, di analizzare le conseguenze sul sistema dei consumi.

«C’è la necessità di regolamentare per via contrattuale l’istituto dello smart working, che durante la pandemia si è tradotto, in realtà, nello spostamento delle attività dall’ufficio a casa propria, senza accordi né collettivi né individuali. Solo così, si potranno declinare gli obiettivi di efficienza, qualità e tutele».

L’invito della Funzione pubblica Cgil è dunque a istituire un tavolo generale delle Autonomie Locali, per un’analisi dell’esperienza maturata nel lockdown e nella seconda fase dell’emergenza, per condividere misure omogenee che, pur nelle differenti condizioni e nell’autonomia organizzativa dei singoli enti, valorizzino il lavoro pubblico e costituiscano strumenti di effettiva innovazione tecnologica e digitale per la maggiore tempestività ed efficacia dell’azione amministrativa pubblica».

 
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