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Ponte dell'Immacolata e feste: traffico da bollino nero Ecco le previsioni dell'A22 per viaggiare più sereni

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Si avvicina uno dei periodi più critici per la viabilità in Trentino e sull’A22 in particolare. Già in passato, complice l’afflusso per i mercatini di Natale, abbiamo assistiti a vere e proprie apocalissi del traffico.

Mai come adesso, dunque, è bene programmare con cura e attenzione spostamenti, partenze e rientri. Non solo per quanto riguarda l'autostrada, ma anche per la viabilità e i parcheggi a Trento città. Dove peraltro il comune ha messo a punto un piano apposito.

Critica sarà soprattutto la giornata di sabato 5 dicembre per chi viaggia in carreggiata nord (direzione Brennero) e la giornata di martedì 8 dicembre invece per chi viaggia in carreggiata sud (direzione Modena).

Durante le festività natalizie si prevedono solo alcune giornate di traffico intenso, per chi è diretto a nord, verso le località sciistiche: in particolar modo sabato 26 dicembre, in mattinata si prevede traffico critico, e domenica 27 dicembre.

   

Un’alta densità di flusso veicolare è attesa, poi, durante la prima settimana del nuovo anno, in carreggiata nord ma soprattutto, per via dei rientri, in carreggiata sud.

Queste le giornate più critiche per il traffico: sabato 2 e domenica 3 gennaio 2016 su entrambe le carreggiate e mercoledì 6 gennaio, per chi è diretto a sud.

Come previsto dal calendario annuale di chiusura cantieri, lungo l’A22 - nel periodo delle festività - è prevista la rimozione dei cantieri che occupano la corsia di marcia e/o di sorpasso.

In tal modo rimangono comunque sempre due corsie per ogni direzione di marcia.

Durante il periodo delle festività inoltre i mezzi pesanti potranno circolare - principalmente - solo di notte.

A loro disposizione le aree di sosta dedicate ai mezzi pesanti al Brennero (area ex dogana) e presso Casa Lupo, alla Sadobre, a Bolzano sud, presso l’Interporto di Trento (uscita Trento nord) e l’area di servizio Campogalliano ovest.

Ecco il calendario completo con i giorni più a rischio (bollino nero):


Dopo New York tocca a Brentonico A San Valentino il ciak di «Seline»

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Si svolgeranno tra il 4 e l’8 dicembre nella zona di San Valentino di Brentonico alcune riprese del film «Seline», la pellicola diretta dal regista Luciano Silighini Garagnani girata interamente in lingua inglese, perché destinata dalla società di produzione ‘River Road Entertainment’ alle sale americane.

Le prime riprese di «Seline» sono state fatte, spiega la produzione, tra New York e Los Angeles. Città che, tra l’altro, hanno visto l’esordio alla regia di Silighini con il corto «It’s life», candidato agli Oscar 2014 per la categoria, e presentato al «Feel good festival di Hollywood» e al «Festival di Los Angeles». «Seline» è un film fantasy che narra le vicende di Alexander, un quarantenne americano in crisi, affidato all’interpretazione di Matteo Tosi.

 

Elisoccorso trentino premiato con il «Zanlucchi»

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È stato assegnato al Gruppo tecnico di elisoccorso del Corpo nazionale del Soccorso alpino trentino il «Premio Zanlucchi», dedicato alla memoria di Ernesto Zanlucchi, il primo pilota di elicottero impegnato nel servizio di soccorso in montagna.

La cerimonia di premiazione si è tenuta nella sala della cooperazione di Trento. Il premio stato consegnato dalla presidente della Fondazione Cassa Rurale di Trento, Rossana Gramegna, al coordinatore Massimiliano Zortea e a Franco Nicolini, in rappresentanza delle 17 unità che formano il Gruppo tecnico di elisoccorso.

Cop21: le strategie globali e una doccia in meno

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A Parigi è di scena Cop21, la conferenza mondiale sul clima che dovrebbe produrre un accordo definitivo e vincolante tra le parti per contrastare l’innalzamento della temperatura globale. Se si metteranno d’accordo riusciremo, forse, ad arrivare al 2050 senza abbrustolirci nelle città, Venezia non andrà sott’acqua e non vedremo più le nostre bacheche di Facebook invase da foto disturbanti di orsi polari scheletrici e abbarbicati sui residui dell’ultimo pezzo di iceberg. Qualcuno di più grosso di noi ci salverà con una bella bacchetta magica! Gaudeamus igitur!

…mica tanto!

Già sul termine «vincolante» ci sono le prime defezioni e i primi tentennamenti.

L’Ue, spalleggiata dai paesi del Pacifico, che rischiano di finire sott’acqua, spinge per un accordo stringente.

Gli Usa fanno pubblica ammenda ma premono per evitare costrizioni onde evitare beghe interne e crolli economici.

La Cina si aggrappa ancora alla definizione di «paese in via di sviluppo» per avere per avere libertà nella scelta di cosa, come, quanto e quando fare per ridurre le emissioni di CO2 e l’India si defila al motto di «voi siete cresciuti e avete inquinato e ora noi dobbiamo restare al palo per salvare il Pianeta?»; in effetti, l’argomento potrebbe essere abbastanza legittimo.

Temo che il rischio di un nulla di fatto sia altissimo.

Da comuni mortali tutto ci sembra lontano, come se quelle decisioni non ci riguardassero. Ma gli equilibri ecologici del pianeta stanno cambiando inevitabilmente, e i piccoli effetti si vedono anche qui, ogni giorno e anno dopo anno.

Quest’estate diverse valli hanno razionato l’acqua, l’agricoltura accusa spesso i colpi degli eventi meteorologici estremi, il turismo accusa i colpi di una rincorsa continua della neve a quote ormai impossibili, la salute comincia ad accusare colpi, di tosse, per tassi di polveri sottili in aumento e la biodiversità locale è depredata da specie aliene.

E noi? Oltre lamentarci facciamo qualcosa per sentirci in diritto di protestare e delegare le responsabilità di cura e soluzioni?

Quanti spengono tutti gli elettrodomestici o tutti gli apparecchi elettronici, non solo a casa ma anche a lavoro?

Quante auto abbiamo in garage e quante di queste le laviamo con acqua potabile?

Quante docce facciamo al giorno e quanta acqua facciamo uscire dal rubinetto?

Quante volte scegliamo di riempirci il carrello, oltre l’effettivo bisogno, di prodotti alimentari fuori stagione, che hanno sul groppone km e km di trasporto.

Quanti gradi abbiamo in casa in inverno e quanti di noi hanno il condizionatore e lo usano in estate in modo intelligente?

Quanti di noi vogliono avere, nonostante tutto, la neve artificiale per avere gli alberghi pieni senza dover pensare a nuovi modelli di turismo?

Quanti cellulari, abiti, scarpe trasformiamo in spazzatura per effettiva fine vita del prodotto e non solo per comprarne di nuovi? Quanti di noi sono pronti ad accettare il superamento di una obsoleta e dannosa economia basata su consumismo e industrializzazione? Quanti di noi fanno attenzione ai piccoli comportamenti quotidiani che, modificati e sommati gli uni agli altri, potrebbero contribuire a produrre un moto reale di cambiamento?

Domande retoriche? A noi la risposta!

Che classe Dorothea Wierer Primo trionfo in Coppa del Mondo

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Dorothea Wierer ha vinto la sua prima gara di Coppa del Mondo, riportando l’Italia in rosa sul gradino più alto del podio quasi 16 anni dopo l’ultimo successo, firmato da Natalie Santer nel gennaio 2000. La Wierer diventa così la seconda azzurra nella storia a vincere nel massimo circuito: solo la Santer in precedenza era riuscita nell’impresa.

Il trionfo di Dorothea Wierer ha preso forma nella 15km individuale di Oestersund, prova inaugurale della nuova stagione di Coppa. Smaltiti i postumi dell’influenza che l’aveva bloccata in Val di Fiemme la settimana scorsa, la venticinquenne di casa a Castello di Fiemme ha sciorinato una prova maiuscola al poligono dove si è rivelata impeccabile per tenere così a bada le velleità della francesce Marie Dorin Habert, scatenata sugli sci stretti e finitale alle spalle di soli 14” nonostante i due errori commessi nella seconda sessione di tiro a terra. A completare il podio di giornata ci ha poi pensato l’ucraina Olga Pidhrushna, a sua volte ineccepibile al poligono ma non performante come la Wierer sugli sci.

Non potevo immaginare di iniziare così

La stagione non poteva partire sotto auspici migliori per l’altoatesina di Anterselva. «Volevo dimostrare che i risultati dello scorso anno non erano stati casuali ma non potevo immaginare di iniziare così», sono state le sue parole a caldo. «Sugli sci ho sentito che c’è ancora tanto da migliorare perchè la condizione non è certamente quella ideale, come ad esempio al terzo giro quando ho cominciato ad accusare un po’ di fatica. Il fatto di imitare Nathalie Santer dopo tutti questi anni mi rende orgogliosa, è la vittoria di tutta la squadra perchè sto lavorando in un gruppo meraviglioso. Questa è una stagione dove può succedere, sembrerà strano ma anch’io conto di entrare in forma al più presto possibile...».

La prima vittoria in carriera di Dorothea era in tutta onestà attesa dagli addetti ai lavori, ma in pochi ipotizzavano che potesse maturare già oggi: invece la bella Dorothea ha sorpreso tutti, aggiungendo un’altra perla ad una carriera già di alto profilo e lanciando la propria candidatura anche nella corsa appena lanciata al ruolo di protagonista della stagione. Chi ben inizia è a metà dell’opera racconta la saggezza popolare: ne sapremo di più nelle prossime settimane, ma per ora l’Italia ha da festeggiare il trionfo di Dorothea.

Vetri dell'auto anteriori oscurati, multa annullata dal giudice

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È stata annullata dal giudice di pace la multa inflitta al conducente di un’auto con vetri laterali anteriori oscurati. La sentenza però non è un via libera a trasformare la vostra auto in una limousine con vetri tutti neri. Il ricorso infatti è stato accolto perché nel verbale impugnato era stato commesso un errore, banale ma decisivo: si contestava al proprietario una «modifica al telaio», quando le pellicole oscuranti configurano invece una «modifica costruttiva».

Il veicolo era stato multato il 16 marzo scorso perché il guidatore «circolava - si leggeva sul verbale dei vigili - con il veicolo indicato al quale sono state apportate al telaio senza aver sostenuto le prescritte visite e prova». L’agente precisava che «il veicolo si presentava con pellicole oscuranti, su vetri laterali anteriori micro bolle dell’installazione, differenza cromatica e scalino al tratto dei bordi». Si era dunque in  violazione dell’articolo 78 del Codice dela strada. «Si è verificato un errore - ha scritto il giudice Paolo Arman in sentenza  - che ha determinato una violazione del diritto di difesa che non consente al giudice di confermare la sanzione della violazione, invero sussistente, della modifica non al telaio ma alle caratteristiche costruttive. Infatti, pur condividendo questo giudice le diverse pronunce della Cassazione sull’errore materiale, ritiene sussistere una scriminante proprio nel fatto che l’errrore abbia o meno consentito di sviluppare compiutamente le tesi difensive».

Rauol Bova papà per la terza volta con la splendida Rocio Munos Morales

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Raol Bovaè diventato papà per la terza volta. È nata infatti Luna, avuta dalla bellissima attrice e modella Rocio Munoz Morales. L'amore tra i due attori sarebbe sbocciato nel 2011, sul set di «Immaturi - il viaggio», film di Paolo Genovese che parlava proprio di tradimenti in vacanza. Quando i due si erano conosciuti lei era una splendida spagnola, all'epoca 23enne e lui un attore bello e famoso, di 17 gli anni più grande e soprattutto sposato e padre di due figli.

La piccola è nata all'ospedale Fatebenefratelli a Roma e per l'attrice spagnola, che lo scorso febbraio ha affiancato Carlo Conti al Festival di Sanremo, si tratta della prima bambina. Ad annunciare la nascita della piccola Luna è stato il sito di Novella 2000.

Trento più vicina a Verona con quattro nuovi treni

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Dopo Roma, con l’orario invernale delle ferrovie anche Verona sarà collegata meglio con Trento. Nell’ambito del contratto di servizio con Trenitalia, infatti, è previsto che da quella data, a partire da domenica 13, nei festivi circolino due nuove coppie di treni.

Gli orari dei treni nei festivi saranno: da Verona a Trento partenza alle 10.09 e arrivo alle 11.30 e, in serata, partenza alle 20.09 e arrivo alle 21.30.

Da Trento, invece, ecco la partenza alle 14.33 e arrivo alle 15.51 e poi alle 22.33 e arrivo alle 23.51 a Verona.

Non solo: secondo le intenzioni della Provincia, il treno diretto per Milano avviato in occasione dell’Expo, operativo fino alla domenica prima di Natale, dopo la sosta per le festività, potrebbe tornare già a partire da gennaio. Molto dipenderà, in questo senso, dalla collaborazione in termini di spese da parte della Lombardia.

Intanto, arrivano i dati definitivi su come sono andati i servizi forniti da Trenitalia nel 2104 nell’ambito del cosiddetto contratto di servizio stipulato con la società di trasporti ferroviari italiana.

Per la Provincia i servizi «si sono discostati di poco dal programma di produzione, tanto che - evidenzia l’assessore ai trasporti Mauro Gilmozzi - i treni soppressi sono stati soltanto poco più dell’1 % rispetto a quelli programmati». In totale si tratta di circa un treno al giorno, visto che nel 2014 sono stati circa 30.000 i treni che sono transitati sulle tratte Trento-Brennero e Trento-Bassano, pari a circa 65 al giorno per la prima tratta e di circa 40 per la seconda.

«I risultati sono da considerarsi buoni anche con riguardo agli indici di affidabilità e di puntualità - spiega ancora Gilmozzi - per l’indice di affidabilità, a fronte di uno standard contrattuale fissato minore allo 0,80%, si è registrato un valore di 0,32% e per l’indice di puntualità registrato dagli stessi treni, in arrivo entro i sette minuti di ritardo, è stato del 97,05% rispetto ad una standard contrattuale del 92% , mentre dai treni in arrivo entro i quindici minuti di ritardo è stato del 99,11% rispetto ad uno standard del 94%».

Sono state poi applicate penali «unicamente per composizione dei treni inferiori al programmato ed in misura pari a 9.300 euro (relativi a 31 treni riscontrati irregolari)» conclude l’assessore.
Gilmozzi spiega che la Provincia è soddisfatta per «la gestione dei servizi da parte di Trenitalia», con la quale è già stato definito dalla giunta provinciale il prosieguo per i prossimi nove anni. L’investimento complessivo è pari a circa 180 milioni di euro per i nove anni per la fornitura dei servizi di trasporto sul Brennero e sulla linea della Valsugana.

Per quanto riguarda quest’ultima tratta, nel futuro contratto di servizio, che dovrebbe passare in giunta entro fine anno e poi essere firmato entro gennaio, dovrebbe esserci il passaggio definitivo del servizio a Trentino Trasporti. Oggi, infatti, il 50% dei treni è organizzato da Trenitalia, il 50% da Trentino Trasporti. Nei tre anni finali del contratto, ci sarà il passaggio definitivo alla società provinciale del 100% del servizio.
Le novità non dovrebbero finire qui: dovrebbero arrivare 6 nuovi treni per la linea del Brennero con 300 posti a sedere con sempre spazio per 30 posti bici.


In consiglio nuovo scontro sulla sanità Nel mirino finisce il direttore dell’Apss Flor

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La risoluzione per impegnare la giunta provinciale a ritirare l’incarico a Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda sanitaria, con la motivazione che avrebbe dovuto presentare «un piano di azione preventivo», per evitare i disagi che si sono verificati agli ospedali periferici di Arco, Tione, Cavalese, Borgo e Cles, alla fine i consiglieri di minoranza ieri l’hanno presentata riuscendo a mettere così ancora una volta in difficoltà la maggioranza alimentando una tensione arrivata ormai alle stelle.

La discussione su Flor ha infatti evidenziato la lacerazione che appare ormai insanabile tra l’ex assessora alla salute Donata Borogonovo Re (Pd) e il presidente Ugo Rossi con il nuovo assessore Luca Zeni, anche lui del Pd, nonostante la risoluzione sia stata bocciata e ha prodotto anche nuovi distinguo come la decisione di Luca Giuliani, consigliere di Arco del Patt, di non partecipare, in dissenso con la linea della maggioranza, né al voto della risoluzione su Flor né di una seconda risoluzione presentata dalle minoranze e accolta all’unanimità - con il sì di Zeni - per equiparare il funzionamento del reparto di ortopedia di Tione a quello di Cavalese.

La richiesta di sfiducia a Flor, firmata da Giacomo Bezzi (Forza Italia), Claudio Cia (Civica Trentina), Filippo Degasperi (M5S), Massimo Fasanelli (Gruppo misto) e Maurizio Fugatti (Lega nord), ha provocato un nuovo scontro fra la consigliera del Pd, Borgonovo Re, e il presidente Rossi.

Prima del voto, infatti, Borgonovo Re ha preso la parola per rimarcare che quando lei era assessora alla sanità era stata lasciata all’oscuro della scadenza dell’entrata in vigore della norma sui turni di riposo dei medici applicata poi dal 25 novembre scorso con i disagi noti. «Io - ha detto Borgonovo in consiglio provinciale - non avevo nessuna conoscenza e consapevolezza dell’esistenza della norma e dell’approssimarsi della scadenza. Era una norma totalmente sconosciuta - ha aggiunto - e immagino che la giunta nell’esercizio delle sue funzioni analizzerà la vicenda individuando il contesto in cui è esplosa».

Borgonovo ha anche ricordato che: «Senza nessuna intenzione vendicativa avevo manifestato nel mio ruolo di assessora alla salute la mia intenzione di rinnovare i vertici dell’azienda, un progetto che non è stato poi condiviso dopo di me». Alla fine, comunque la consigliera ha dichiarato che avrebbe votato contro la risoluzione delle minoranze visto che la responsabilità della fiducia o meno al direttore spetta alla giunta.

Queste dichiarazioni hanno fatto imbufalire il presidente Rossi che al termine dei lavori ha commentato avvilito: «Non ho mai sentito dire una cosa così, penso che nei lavori del consiglio non si sia mai caduti così in basso. Sono avvilito. Tutti sapevano della norma e tutte le Regioni hanno gestito la cosa come abbiamo fatto noi». E l’assessore Zeni non ha voluto commentare ma ha rimarcato che lui è abituato ad assumersi le sue responsabilità non a scaricarle su altri. Il capogruppo del Pd, Alessio Manica, ha cercato al termine di gettare acqua sul fuoco dopo questa settimana difficile per la maggioranza evidenziando che: «Donata ha respinto la richiesta di sfiducia, assieme alla maggioranza. Non ha quindi avallato lo scarico di responsabilità sulla struttura come voleva la minoranza. Ha poi chiarito quale fosse la sua conoscenza del problema per fugare alcune malignità che giravano. Mi sembra sia stata chiara nel dire che le responsabilità sono della politica e non mi sembra si sia chiamata fuori».

Il voto (segreto) contro Flor, comunque, ha visto qualche defezione da parte della maggioranza, mentre anche la minoranza si è divisa. Il risultato è stato infatti di 8 favorevoli, 21 contrari e 3 astenuti. I tre astenuti sono stati i consiglieri di Progetto Trentino, come dichiarato dal capogruppo Marino Simoni. Ma i favorevoli, visto che era assente Claudio Civettini (Civica trentina), sono risultati uno in più rispetto ai voti dei consiglieri di minoranza presenti. Questo vuol dire che si è aggiunto un voto della maggioranza. Inoltre, tra le file del Patt, mancava Manuela Bottamedi, mentre Luca Giuliani, che già il giorno prima si era fatto sentire esprimendo forti preoccupazioni per l’ospedale di Arco, ieri ha dichiarato che non avrebbe partecipato al voto né della risoluzioni pro ortopedia a Tione né a quella contro Flor.

«Io - spiega Giuliani - avevo chiesto alla maggioranza di presentare noi una risoluzione per impegnare la giunta con una visione complessiva della valorizzazione della rete degli ospedali di valle, non di singoli ospedali. Si è voluto invece dire sì alla risoluzione su Tione». Insomma, la fibrillazione in coalizione continua.

Coldplay, live stream per uscita album

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«Siamo felici di annunciare che festeggiamo l’uscita di A Head Full of Dreams con un live stream sulla nostra pagina Facebook, domani venerdì 4 dicembre, giorno dell’uscita dell’album, alle 15.30 orario di Londra».

L’annuncio a sorpresa arriva direttamente dai Coldplay con un messaggio video su Fb. L’evento - spiegano - si terrà in una location segreta a Londra e solo un ristretto numero di «fortunati» fan, solo 5, scelti tra quelli che hanno commentato il post, potrà partecipare.

Ecco il video ufficiale di Adventure of a Lifetime, il primo singolo del nuovo album:

 

Cacciatore usava trappole e uccideva uccelli protetti

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La procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio per violazione della normativa venatoria di un 43enne di Prezzo, nelle Giudicarie. L’uomo è accusato di «aver detenuto esemplari di fauna selvatica nei cui confronti la caccia non è consentita». In particolare l’imputato «deteneva 80 uccelli morti di varie specie protette quali cince, pettirossi, ciuffolotti, cardellini, tordella, oltre ad un gufo comune imbalsamato».

L’uomo è imputato anche «per aver esercitato l’uccellagione e la caccia con mezzi vietati». Il cacciatore è finito nei guai per aver utilizzato trappole a scatto in acciaio. Infine l’uomo deve rispondere anche di violazione della normativa sulle armi per aver «illegalmente detenuto all’interno della propria abitazione un fucile calibro 410, arma comune da sparo non denunciata» ai sensi della normativa del 1931.

Il fatto contestato risale all’8 ottobre scorso. Quel giorno i forestali della stazione di Pieve di Bono, coadiuvati dal guardiacaccia, dopo aver udito alcuni colpi di fucile provenienti dalla località Cerè scoprirono l’odierno imputato, risultato in possesso di regolare licenza e di permesso di caccia per la stagione venatoria 2015-2016, intento alla caccia da capanno, utilizzando una trappola a scatto per la cattura di uccelli, munita di un insetto quale esca (sistema adatto alla cattura di uccelli insettivori protetti, quali cince e pettirossi). In seguito nella sua abitazione a Prezzo vennero trovati 80 uccelli morti di varie specie protette e una trappola d’acciaio. L’uomo venne quindi segnalato all’autorità giudiziaria che nel giro di poche  settimana ha chiesto il rinvio a giudizio del cacciatore di uccelli.

Isis: i "cuccioli del Califfato", bambini kamikaze

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I media jihadisti annunciano l'addestramento di 85 giovanissimi

L’Isis a Sirte in Libia, festeggia la «laurea» di 85 giovanissimi, addestrati per diventare kamikaze. Gli jihadisti - riporta il sito Libya Herald - hanno invitato i residenti della città, via radio, a recarsi alla cerimonia dei «Cuccioli del Califfato»,il più grande ha 16 anni, dopo essere stati promossi esperti in attacchi suicidi, armi e trappole esplosive. La cerimonia è stata anche annunciata via web con fotografie e video che ritraggono i bambini vestiti con uniformi militari o mentre marciano.

Giocattoli «cancerogeni», patteggiano due cinesi

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I giocattoli - per animali ma con il rischio che finissero in bocca anche a bimbi piccoli - contenevano sostanze cancerogene. E così due cittadini cinesi residenti a Rovereto sono finiti a processo per violazione del Codice del consumo: hanno patteggiato davanti al giudice Greta Mancini rispettivamente 2 e 3 mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Il giudice ha anche ordinato  confisca e distruzione di quanto eventualmente in sequestro.

Il procedimento penale prendeva le mosse da un sequestro di merce proveniente dalla Cina eseguito il 12 settembre dell’anno scorso da uomini del Servizio doganale di Trento. Venivano bloccati oltre mille pezzi di giocattoli per animali (polli e maialini di gomma). Il sospetto era che i prodotti fossero destinati ai bambini invece che agli animali. Vennero prelevati dei campioni poi sottoposti ad analisi. Stando al capo di imputazione, i due imputati «importavano merci “pericolose” destinate ad essere immesse sul mercato - in particolare giochi solo apparentemente destinati ad animali - con un contenuto di sostanze cancerogene (esteri ortoftalici in misura del 28% e del 30 % di Dehp superiori quindi al limite massimo) pericolose per la salute sia di uomini sia di animali».

Malgara senza soldi: azienda vicina al concordato preventivo

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Il direttore della Malgara Chiari & Forti di Borghetto Nicola Zanetti ha comunicato ai sindacati che i 30 milioni di euro di finanziamento della finanziaria statunitense Pintus Group non sono arrivati. Ha chiesto ancora pazienza ai 90 dipendenti che non ricevono lo stipendio da 7-8 mesi e non sanno che futuro li attende. Ma ha anche detto che se i soldi non arrivano l'azienda chiederà il concordato preventivo.

Che bloccherà le richieste dei creditori, dai lavoratori ai fornitori, dalle banche al fisco, alcuni dei quali peraltro si sono già tutelati attraverso pignoramenti. In sostanza l'azienda è senza soldi e viaggia verso il dissesto.

I sindacati Cgil, Cisl, Uil si preparano ad ogni evenienza e a misure forti per difendere i diritti dei dipendenti. «La prossima settimana si terranno le assemblee degli iscritti e decideremo il da farsi - dice Manuela Faggioni della Flai Cgil - Ma in ogni caso il 16 gennaio si chiude la cassa integrazione straordinaria e non ci sono ulteriori ammortizzatori disponibili». I dipendenti restano in stato di mobilitazione.

Pintus Group, la società con sede a Las Vegas guidata dal discusso finanziere italiano Curio Pintus e partecipata anche da alcuni immobiliaristi trentini, aveva stipulato con Giulio Malgara , il proprietario dell'azienda di tortellini e pasta fresca di Avio, un accordo che prevedeva un finanziamento di 30 milioni di euro in cambio del pegno sull'89,81% del capitale sociale. I soldi dovevano arrivare, per la precisione, alla Effe H di Milano, la holding proprietaria della Malgara Chiari & Forti. Lì non sono mai arrivati e la Effe H è stata messa definitivamente in liquidazione all'inizio di ottobre.

L'operazione di Pintus ha caratteristiche piuttosto tortuose. La società Usa afferma di avere in cantiere investimenti in Italia per 200 milioni di euro a sette diverse aziende, in genere in gravi difficoltà come la Malgara. I finanziamenti sarebbero garantiti dai pegni sulle azioni. La Pintus Group dichiara operazioni sulla carta per miliardi di euro ma non pubblica bilanci né rendiconti. E non è la prima volta che annuncia investimenti in Italia - nel 2012 si parlava di un golf club in Sicilia - senza che poi si vedano soldi.

Di fronte a questa situazione e alla evidente insolvenza di Malgara, alcuni creditori si sono tutelati. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi in cronaca di Rovereto, Mediocredito Trentino Alto Adige e la Cassa Rurale di Trento hanno ottenuto il pignoramento dello stabilimento di Borghetto per il valore di 1 milione di euro corrispondente ai crediti ipotecari ancora da riscuotere. Dopo aver anche loro aspettato mesi sulla base delle «rassicurazioni» del patron Giulio Malgara, le due banche sono passate alle vie legali. Lo scorso 19 ottobre è stato notificato alla Malgara l'atto di pignoramento immobiliare a realizzo del credito della Rurale e di Mediocredito per un importo di 1 milione 2.770 euro.

L'azienda veneta Alef Group ha pignorato addirittura le quote societarie di Malgara nella controllata Pandea Dietetica, stabilimento a Parma, 83 dipendenti. La controllante infatti non ha pagato un credito di quasi 279 mila euro e il 20 ottobre la Alef ottiene dal Tribunale civile di Verona il pignoramento dell'intero capitale sociale di Pandea, 118 mila euro, a garanzia del credito. In pratica Malgara ha perso anche il controllo di Pandea.

Italcementi, cassa integrazione anche per 26 lavoratori a Sarche

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Cassa integrazione straordinaria per 430 dipendenti di Italcementi, tra i quali 26 dello stabilimento di Sarche, per il quale non c'è più la cessazione dell'attività produttiva. Lo prevede l'accordo sottoscritto ieri presso il Ministero del Lavoro tra sindacati e gruppo industriale.

Un ulteriore accordo è stato sottoscritto per cessata attività dei siti di Scafa e Monselice per 108 lavoratori. Il ricorso alla cassa straordinaria per riorganizzazione per venti mesi, dal 1° febbraio 2016 fino al 23 settembre 2017, con rotazione sui profili professionali, riguarda 250 lavoratori della sede, 25 della sede commerciale di Milano, 10 per lo stabilimento di Calusco d'Adda, 5 per lo stabilimento di Rezzato, 10 per lo stabilimento di Colleferro, 5 per lo stabilimento di Matera, 26 di Sarche, 37 per lo stabilimento di Salerno, 42 per quello di Castrovillari, 10 per quello di Satmazai e 10 per quello di Isola delle femmine. L'intesa, dice un comunicato di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, prevede anche la protezione sociale dei lavoratori con misure di sostegno al reddito ulteriori rispetto all'impostazione dell'attuale piano sociale.

L'accordo, affermano i sindacati, conclude una fase di dialettica sindacale molto elevata che ha impedito all'azienda di dichiarare la cessata attività produttiva nei siti di Sarche, Castrovillari e Salerno, facendoli rientrare nel perimetro complessivo del gruppo, riducendo il ricorso alla cassa integrazione dagli annunciati 765 lavoratori agli attuali 430. L'accordo, inoltre, serve a gestire con il minor impatto sociale possibile l'attuale fase di transizione verso la proprietà dei tedeschi di Heidelberg. Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee nei luoghi di lavoro.


Prg e nuovi ipermercati a Trento Toffolon: falso problema le superfici

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«Non ha senso discutere di dimensioni e quantità di metri quadri di superfici commerciali. Il problema vero è stabilire dove e come insediare grandi superfici di vendita». Beppe Toffolon, architetto (è anche il presidente di Italia Nostra) è l'autore della precedente variante urbanistica (anno 2004) per il commercio della città di Trento e intervenire nel dibattito sulla variante in discussione, da cittadino oltre che da tecnico.

La variante, valutata l'altroieri dalla Commissione urbanistica e che il Consiglio comunale dovrebbe (deve, per legge) approvare in prima adozione entro la fine del mese, prevede nuovi ulteriori 75 mila quadri di grandi superfici di vendita rispetto alla situazione attuale, distribuiti su nove aree fra Trento sud (area Trentofrutta) e Trento nord (via Brennero e Solteri) passando per l'ex Italcementi.

Architetto Toffolon, perché non ha senso ragionare sulle dimensioni delle aree per le grandi superfici di vendita?
«Perché oggi l'accesso alla attività commerciali è libero e va favorito: o siamo per il mercato libero, o non lo siamo. Misurare le superfici è un falso problema. Sono finiti i tempi dei contingentamenti fissati dalla Provincia».
La stragrande maggioranza della Comunità di valle ha però stabilito di concedere zero metri quadri alle grandi superfici commerciali.
«Vero. Ma l'hanno fatto con l'alibi dei centri storici, dove però realizzare grandi superfici di vendita è un'ipotesi astratta, inverosimile. I 75 mila metri quadri sono la conseguenza della molteplicazione dei coefficienti e sono puramente teorici: bisogna poi vedere se c'è chi investe».
E, allora, cosa si dovrebbe fare?
«La questione fondamentale della variante è il dove e il come localizzare grandi superfici di vendita. E qui ci sono cose che non funzionano».
Quali?
«Nelle conclusioni, il Comune individua solo due zone di rilevanza commerciale sovraccomunale: il centro storico e Trento nord. Allora, perché si prevedono grandi superfici di vendita all'ex Italcementi, all'ex Michelin, all'ex Atesina. Sono localizzazioni non coerenti, incongrue. Non si intravede una strategia».
Ci può essere una spiegazione?
«Il Comune, in modo opportuno, cerca di evitare scatoloni commerciali e di risolvere la cattiva interpretazione, fatta dalla Provincia, secondo la quale, se due negozi, assieme, superano i 1.500 mq e hanno parcheggi e strada in comune, sono automaticamente un centro commerciale. Una interpretazione che il Tar ha bocciato per la questione del polo commerciale di Transacqua. Il Comune potrebbe approfittare del varco aperto dal Tar e fare quindi chiarezza sulle linee di fondo, eliminando previsioni marginali, dall'ex Atesina all'ex Michelin, all'ex Italcementi, che non sono assimilabili al ruolo strategico del centro storico e di Trento nord».

Provincia, 200 milioni per tagliare debiti di Itea e Patrimonio spa

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La Provincia destina 200 milioni di euro complessivi per l'estinzione anticipata dei mutui in essere delle due controllate: l'Itea e la Patrimonio del Trentino.
Con due distinte delibere, proposte dagli assessori Mauro Gilmozzi e Carlo Daldoss, la giunta ha stanziato circa 175 milioni di euro per l'Itea e 25 milioni di euro per la Patrimonio del Trentino, comprensivi del residuo debito e dell'indennizzo (quindi delle penali versate agli istituti di credito per l'estinzione anticipata del mutuo).

L'obiettivo è ridurre il debito e al contempo utilizzare positivamente la disponibilità di cassa della Provincia. Il provvedimento è legittimato da una norma della finanziaria 2015 che autorizza la Provincia ad anticipare ai Comuni e alle società da essa controllate le risorse necessarie per l'estinzione anticipata dei debiti. Da tale norma sono escluse le operazioni di durata inferiore ai due anni, quelle a tasso zero, e quelle non convenienti. «Con questa operazione - sottolinea Daldoss - viene di fatto tagliato di circa l'80% l'indebitamento di Itea e per la società si liberano risorse che altrimenti sarebbero state destinate a coprire rate e interessi dei mutui in essere.

A livello di sistema provinciale, invece, si arriva a tagliare, assieme alle risorse assegnate a Patrimonio spa, circa 200 milioni di euro di indebitamento provinciale». Una scelta che apre poi alla possibilità, il prossimo anno, di raccogliere altre risorse sui mercati da parte del sistema pubblico provinciale. La legge provinciale prevede infatti che la Provincia possa indebitarsi con un tetto, circa il 9% del Pil. Ora, tagliando 200 milioni di euro, e con un Pil che è in crescita, si aprono nuovi spazi per la giunta.

Prima del taglio del debito di Itea e Patrimonio, la giunta provinciale, il 27 novembre, aveva dato il via libera all'incremento del programma Emtn (il piano per collocare emissioni obbligazionari sui mercati internazionali) gestito da Cassa del Trentino. Il livello massimo di emissioni è stato portato di fatto a circa 1,3 miliardi dai precedenti 998,5 milioni già portate a termine dalla spa. Tra i 300 milioni di euro autorizzati in aggiunta, tra l'altro, una cinquantina circa dovrebbero essere collocati sui mercati dei capitali entro la fine dell'anno. Le risorse di Cassa del Trentino consentono tra l'altro di avere in anticipo liquidità per appalti, infrastrutture e per gli enti locali.

Conad sbarca in città «Spesa 7 giorni su 7»

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L'Urban City apre il prossimo 19 dicembre. Un sabato. Con due settimane di ritardo sul preventivato. «Certo, il danno per noi c'è, e non da poco», commenta il presidente di Dao Conad Ivan Odorizzi, grande finanziatore del progetto, che sulla partita ha investito poco più di sette milioni di euro. «Ma tant'è, non ci è sembrato conveniente parlare di penali con i costruttori, a questo punto apriamo il 19 e basta».

Sarà peraltro un'apertura «ridotta». Oltre alla piazza pubblica e al parcheggio, ad entrare subito a regime sarà praticamente solo il nuovo supermercato al piano interrato. Il resto della struttura, dai piani commerciali a quelli per i servizi (qui troveranno casa le Acli) fino all'attico di lusso apriranno (o saranno venduti) nei prossimi mesi.

Ma comunque il 19 si apre. Il centro di Rovereto si vedrà restituire, dopo tre anni, un pezzo importante di città. Un'area storicamente legata alla stazione delle corriere oggi riqualificata in distretto commerciale. E potenziale nuova estensione del centro storico, inteso come area del passeggio e dello shopping. Una visione rafforzata dalla futura apertura dell'altra grande partita edilizia, la ristrutturazione del vicino Palazzo Balista, futura sede centrale della Cassa Rurale di Rovereto.

L'apertura delle casse del nuovo Conad (il primo per la città della Quercia) è quindi solo il primo passo. Un primo passo che da solo porta con sé da subito una ricaduta occupazionale: 50 i nuovi posti di lavoro creati, «occupati in gran parte da persone dell'area roveretana» spiega Odorizzi. Cinquanta dipendenti assunti già da inizio mese. «Oltre al mancato incasso di due settimane di attività in un periodo importante per gli acquisti come dicembre - sottolinea Odorizzi - ci ritroviamo con tanti dipendenti per un punto vendita che non ha ancora aperto. Ma, come detto, ormai è fatta. Guardiamo avanti, e con ottimismo. Anche perché la struttura ci piace molto. È più bella di come era su carta, quando già ci aveva convinto. I costruttori hanno lavorato molto bene».

Dopo muratori ed artigiani, toccherà lavorare a commessi e cassiere: apertura continuata no stop sette giorni su sette, dalle 8.30 alle 21, tranne la domenica, quando si chiuderà alle 20.30. All'interno, 1.200 metri quadrati di offerta commerciale. «Contiamo di dare un servizio ai roveretani, che ora avranno la possibilità di fare la spesa senza doversi spostare in macchina. Punteremo su programmi promozionali attivi tutto l'anno, con molti prodotti a marchio Conad di alta qualità. Al piano interrato ci sarà anche un bar legato alla nostra gestione ed una parafarmacia».

Al fianco dell'ottimismo obbligato di Odorizzi, le polemiche circa i presunti danni al tessuto commerciale minuto che un nuovo colosso come il Conad potrebbe arrecare. «Sono polemiche normalissime, siamo abituati a sentirle. - commenta Odorizzi - Ma credo sinceramente che in questo caso noi andremo a ravvivare la città, non a desertificarla. Non stiamo per aprire un negozio da 3.500 mq, ma da 1.200. È un servizio importante per il centro città, ma che non esaurisce tutte le necessità di acquisto della gente. Noi saremo attrattori per l'area roveretana. A cominciare dal fatto che offriamo un parcheggio in pieno centro».

La partita parcheggi è ancora tutta da definire, e non è peraltro in capo a Conad, ma alla società Urban City. Fino a fine anno il parcheggio sarà gratuito, poi diventerà a pagamento. «Tranne che per i clienti del supermercato - spiega Odorizzi - che avranno un'ora di sosta gratuita se faranno acquisti nel supermercato». Spaventano le ricadute in termini di viabilità? «Per quello che ci riguarda no, l'entrata al parcheggio interrato è molto ampia ed agevole, a differenza di quanto spesso accade nei centri commerciali, dove le persone sono restie a parcheggiare negli interrati proprio per le difficoltà d'accesso. Come detto, i costruttori hanno fatto davvero un bel lavoro. Solo, ci hanno messo due settimane di troppo».

Si allarga il fronte dei Comuni contro la diga Aquafil sull'Adige

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Il fronte del «no» alla diga sull'Adige ora è al completo. Tutti i consigli comunali della zona hanno votato all'unanimità la delibera che si oppone al progetto proposto da Aquafil di costruire uno sbarramento idroelettrico tra Pomarolo e Volano.
Prima Nomi e Volano, poi Villa Lagarina, Besenello e Aldeno e il 30 novembre la presa di posizione, contraria e compatta, anche dei civici consessi di Pomarolo, Calliano e Nogaredo.

Non solo, quindi, i tre comuni direttamente interessati (Nomi, Pomarolo e Volano), ma anche quelli limitrofi hanno espresso la loro vicinanza dando vita a un'alleanza di otto comuni che, sostenuti anche dalla Comunità della Vallagarina, hanno ribadito un chiaro e coeso no alla diga.

Le motivazioni sono molteplici e già elencate con preoccupazione i mesi scorsi: l'innalzamento della falda con conseguenti problemi di sicurezza per le abitazioni di Nomi e Chiusole e per le campagne di Volano, nessuna tutela per il biotopo del Taio, possibili danni all'ecosistema fluviale, l'indebolimento degli argini, la dipendenza costante a un sistema di pompaggi, l'interferenza con l'antico alveo dell'Adige.

E ancora, la volontà di rafforzare il concetto che l'acqua è un bene pubblico e di accogliere il segnale popolare arrivato dalla massiccia presa di posizione pubblica contro il progetto, espresso durante un'assemblea organizzata a Pomarolo.

«Con le sedute consiliari del 30 novembre possiamo affermare con soddisfazione che tutti i consigli comunali dell'area vasta tra Trento e Rovereto e la Comunità della Vallagarina si sono espressi all'unanimità contro il progetto di Aquafil», afferma il sindaco di Nomi Rinaldo Maffei, che giusto per rimarcare la posizione della sua comunità, in questi giorni ha fatto appendere all'ingresso del paese un grande striscione con la scritta «No dighe» a caratteri cubitali.

«È un pronunciamento clamoroso, a mia memoria inedito, di cui possiamo tutti essere fieri ed orgogliosi. La battaglia sulle dighe continua e l'esito non è scontato - ammette Maffei - ma mi pare giunto il momento di essere consapevoli dei nostri mezzi stando insieme. Grazie davvero e...avanti così».

La voce del territorio è unanime e molti comuni hanno inviato alla Provincia (in particolare al servizio Valutazione impatto ambientale, che sta valutando il progetto) il loro parere. Lo scopo è quello di fare fronte comune al fianco di Nomi, Pomarolo e Volano: c'è tempo fino all'8 dicembre per far pervenire i propri pareri alla Provincia (Valutazione impatto ambientale) e anche singoli cittadini, enti e associazioni possono dire la loro. Una volta raccolte tutte le osservazioni, spetterà alla giunta provinciale la decisione finale.

Arrestato per detenzione di materiale pedopornografico

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"Non si tratta di terrorismo" ha subito sottolineato il questore di Frosinone, ma nel cellulare c'erano anche immagini di decapitazioni

Un africano di 26 anni è stato arrestato a Cassino (Frosinone) con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. È un ghanese con regolare permesso di soggiorno, fermato dalla polizia che ha perquisito anche la sua abitazione. L’arresto è stato convalidato dal Gip e lo straniero è finito in carcere, a disposizione della procura di Roma, competente in materia.

«Non si tratta di un arresto per terrorismo - ha sottolineato il questore di Frosinone, Filippo Santarelli riferendosi alle notizie riportate da alcuni organi di informazione - bensì per pedopornografia. Non abbiamo trovato alcun elemento che possa far stabilire collegamenti dell’uomo con attività di terrorismo». Sono comunque in corso ulteriori verifiche e indagini, anche alla luce del fatto che il nordafricano aveva sul suo telefonino video con scene di decapitazione da parte di jihadisti.

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