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Inverno finito, gli orsi trentini si «risvegliano»

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Dopo le polemiche suscitate lo scorso anno a seguito dell'aggressione ai danni di un podista nei pressi dell'abitato di Cadine, si torna a parlare della presenza dell'orso sul nostro territorio, questa volta quale ricchezza per la biodiversità alpina, termometro della qualità di preservazione dell'ambiente e motivo di attrazione per un turismo sostenibile. (Ecco gli ultimi avvistamenti)

Ad un mese dalla fine del letargo, che ha portato i circa cinquanta esemplari censiti a ripopolare i boschi e le principali vette del Trentino orientale, i gestori del Parco Adamello Brenta propongono quattro punti di avvistamento, opportunamente segnalati e attrezzati per apprezzare in tutta sicurezza i plantigradi nel loro ambiente naturale.

Collocati lungo le valli di maggior passaggio dell'animale, in val d'Ambiez e in valle dello Sporeggio, gli osservatori offrono uno sguardo privilegiato sui corridoi faunistici dell'area protetta (ad una distanza ragguardevole dagli esemplari di passaggio), evitando una mercificazione del territorio e di disturbare quello che, a detta degli esperti, rappresenta uno dei più importanti indicatori dello stato di salute dell'ambiente montano.

«A fine primavera o nelle prime settimane di estate - ha chiarito la guardia forestale Alberto Stoffella - si corre rischio di incappare in una femmina con la cucciolata. Se non si tiene un profilo basso, si rischia di impaurirla e di scatenare una reazione violenta; è quindi bene acquattarsi o allontanarsi lentamente».

Previste 6 nuove cucciolate

Dai dati statistici elaborati dall'ufficio faunistico, quest'anno sono previste sei nuove cucciolate, per un totale di circa 13 nuovi esemplari.


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