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Internet "colabrodo" con i futuri computer superpontenti

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Sicurezza informatica al lavoro per preparare le contromisure

Il loro arrivo è previsto fra non meno di dieci anni, ma già si sa che i futuri e potenti computer quantistici renderanno internet un «colabrodo», perché decifrare i codici che oggi garantiscono la sicurezza della rete per loro sarà uno scherzo: per cominciare fin da adesso a programmare delle contromisure, gli esperti internazionali di sicurezza informatica si sono riuniti in Germania, presso il Centro per l’Informatica a Wadern.

Le nuove armi per proteggere in futuro i dati che viaggiano su Internet probabilmente saranno una versione molto più complessa di quelle pensate per i computer di oggi, altre potrebbero basarsi sulle regole bizzarre della fisica quantistica. La sicurezza dei dati su internet, oggi, conta su sistemi che si basano in gran parte su un tipo di crittografia chiamata a chiave pubblica: un mittente utilizza un codice per bloccare un messaggio che può essere sbloccato solo con una chiave segreta in possesso del destinatario. La forza di questi sistemi si deve alla difficoltà di suddividere un grande numero nei suoi numeri primi, che servono come chiave segreta. Ma questo non vale per i computer quantistici, che riescono a fare questi calcoli molto velocemente. Perciò bisogna studiare fin da subito sistemi di sicurezza in grado di sostituire quelli di oggi. In realtà «ci sono già tecnologie quantistiche efficaci per criptare le informazioni ma funzionano solo su brevi distanze e per questo sono allo studio anche metodi basati su sistemi non quantistici», spiega il fisico Tommaso Calarco, direttore del Centro per le tecnologie quantistiche dell’università tedesca di Ulm e Stoccarda.
La crittografia quantistica è praticamente inviolabile perchè, rileva Calarco, «quando la chiave per decifrare il messaggio viene intercettata e si prova a leggerla cambia l’orientamento (stato) della particella nella quale viaggia e si scopre subito la violazione». Il limite di questi sistemi è la distanza: funzionano per massimo 144 chilometri perché la chiave per decifrare il messaggio viaggia sulla particella della luce, il fotone, che dopo questa distanza viene assorbita, cioè scompare. Per farla andare più lontano, dice, «stiamo lavorando alla realizzazione di ripetitori quantistici per copiare il fotone e teletrasportarlo ad altri ripetitori».

Nel frattempo gli esperti stanno studiano anche alternative basate su sistemi non quantistici in cui la scomposizione in numeri primi è sostituita con altri problemi di matematica difficili da risolvere anche per i computer quantistici. In uno di essi, per esempio, la chiave pubblica è un insieme di punti simile a una griglia in uno spazio a più dimensioni. Un modo per inviare un messaggio segreto è nasconderlo nel reticolo e scoprire la posizione del messaggio cifrato è un problema difficile anche per un computer quantistico. In un altro metodo, invece, l’informazione viene crittografata in modo che sembri la soluzione di un problema semplice di algebra. La chiave poi trasforma il problema in uno che sembra molto più difficile: solo chi sa come annullare questa trasformazione, e quindi che ha un’altra chiave, è in grado di leggere l’informazione.


Bisturi contro l'epilessia: per varie forme l'80% di guarigioni

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Passi avanti anche nella terapia del Parkinson

Non solo farmaci sempre più promettenti: oggi dall’epilessia, malattia che in Italia colpisce circa 500mila persone, si può guarire anche grazie ad innovativi interventi chirurgici in un’alta percentuale di casi che, per alcune forme, sfiora l’80%. È questo un esempio dei grandi passi avanti fatti dalla Neurochirurgia, le cui tecniche innovative stanno portando ad ulteriori avanzamenti anche sul fronte della lotta a patologie come il morbo di Parkinson. A fare il punto, gli oltre 2.000 specialisti provenienti da 105 Paesi e riuniti a Roma per il «XV Congresso mondiale di Neurochirurgia».

Tecniche neurochirurgiche sempre più raffinate, dunque, stanno aprendo la strada a terapie promettenti per un gran numero di malattie, a partire proprio dall’epilessia: «Oggi da questa patologia si può guarire, non solo con i farmaci ma anche con la chirurgia - spiega Vincenzo Esposito, primario dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia dell’Irccs Neuromed-Pozzilli - tanto che in alcune forme si giunge alla guarigione del 70-80% dei pazienti operati».

Ma tante sono le novità: «Emerge ad esempio - afferma il presidente del Congresso, Francesco Tomasello - un ruolo crescente della robotica nella neurochirurgia, anche se questo non significa la sostituzione del chirurgo». Riflettori puntati pure su una nuova tecnologia, nata in Israele, per il trattamento dei gliomi del cervello: «Sono stati confermati i dati sull’efficacia di questo trattamento e non è escluso - ha annunciato Tomasello - che in un futuro non molto lontano possa essere applicata anche in Italia». E nuovi «successi» si registrano anche nella lotta al Parkinson:«Vi sono nuove prospettive per la terapia e le più immediate e interessanti - afferma il neurochirurgo Andrea Landi dell’Azienda ospedaliera San Gerardo di Monza - riguardano tecniche chirurgiche invasive come la DBS (Deep Brain Stimulation), ma anche la nuova tecnica FUSS (Focused Ultrasound Steretoactic Surgery), di recente introduzione, che è una metodica non invasiva che utilizza ultrasuoni. È attualmente indicata per il solo trattamento del tremore, ma una volta verificatane l’efficacia, potrà essere utilizzata nel trattamento di tutti i sintomi della malattia».

Nuovi studi hanno inoltre rilevato, ha aggiunto, «come in almeno il 60% dei casi, un episodio depressivo importante preceda di mesi l’insorgenza dei sintomi motori del Parkinson».
Un settore, quello neurochirurgico, nel quale l’Italia si dimostra all’avanguardia, e la conferma arriva anche dalla recente nomina di Franco Servadei, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, come primo italiano a presiedere la Federazione mondiale delle Società di neurochirurgia, nomina definita «motivo di grande orgoglio per tutto il sistema sanitario del nostro Paese» dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. E non solo: l’Italia detiene il primato anche per l’uso dei simulatori per l’addestramento neurochirurgico, che consentono «viaggi» tridimensionali nel cervello in preparazione di interventi sempre più sicuri.
L’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano è infatti sede del Besta Neurosim Center, primo centro in Europa di formazione permanente con simulatori neurochirurgici.

Niente salti nel lago «Le bici inquinano»

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Di impossibile nella vita non c’è quasi nulla, se si vuole. Di molto difficile sì. Soprattutto quando ci si trova a che fare con la burocrazia. Lo avranno capito i ragazzi (tutti volontari e appassionati biker) che dopo le due positive esperienze a Torbole volevano portare anche a Riva del Garda la manifestazione «Jump in the Lake», salti acrobatici in Piazza Catena con tuffo finale nelle acque del lago assieme alla propria bicicletta. L’appuntamento è (o era) fissato per giovedì 17 settembre, dalle 19 alle 21.

La Provincia però ha bocciato il tutto negando l’autorizzazione richiesta dagli stessi responsabili dell’associazione. Anche perché, scrive testualmente il dirigente del Servizio Trasporti Pubblici nella comunicazione ufficiale di diniego trasmessa ieri mattina alla stessa Agba (acronimo di Alto Garda Bike Arena) oltre che al Comune, «si ravvisa un profilo di criticità ambientale per l’inquinamento causato da un mezzo lubrificato quale la catena in acqua».

Nella sua comunicazione ufficiale, che difficilmente potrà scomparire all’improvviso o rispetto alla quale risulta difficile pensare ad una marcia indietro, il dirigente provinciale afferma che «dal video pubblicato su internet di un’analoga manifestazione a Torbole, senza la preventiva autorizzazione, risulta evidente che si tratta di uno sport pericoloso per l’eventuale caduta della bici sul corpo del ciclista/acrobata». «Inoltre - prosegue la nota - a causa degli attuali bassi livelli del lago, la parte interna del porto di Piazza Catena è impegnata con unità nautiche adibite a trasporto pubblico di linea. Un’attività a carattere ludico, oltreché pericolosa - conclude il dirigente provinciale - non può prevalere sugli interessi generali dell’attività portuale. Per tutto questo non ci sono le condizioni per autorizzare la manifestazione in oggetto».

I responsabili dell’associazione al momento preferiscono mantenere un profilo basso nei commenti. Attraverso Bicio Di Stasio si sono messi in contatto con il presidente di InGarda Marco Benedetti e col sindaco di Riva Mosaner per verificare la possibilità di ottenere l’autorizzazione. Ma le speranze sono veramente ridotte al lumicino. Il che non significano che in qualche modo la manifestazione giovedì prossimo non si faccia. Nel frattempo il consigliere della Lega Nord Luca Grazioli attacca: «La città sta morendo giorno dopo giorno soprattutto riguardo il divertimento giovanile, sportivo e notturno. Speriamo che il sindaco Mosaner dimostri di essere meno triste e infelice dell’illustrissimo divertente dirigente di Trento».

Gabriele Zancanella

Inaugurata l'ultima parte del nuovo parco di Melta

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È stato inaugurato ieri il terzo lotto del parco di Melta, uno dei più estesi e affascinanti della città. Qualche centinaio di persone ha voluto essere presente alla cerimonia, nonostante il tempo incerto delle ore precedenti, che ha poi invece lasciato spazio ad una serata gradevole e soleggiata.

Si è così completato ufficialmente un progetto avviato ormai oltre dieci anni fa, che si è sviluppato nel tempo in tre distinte fasi; con quest'ultima, costata 4 milioni e 200 mila euro, si è portato a termine l'intervento che ha definito l'ultimo terzo degli undici ettari totali su cui si estende l'area. Accanto alle superfici già esistenti e agli spazi per lo sport, vengono da oggi messi a disposizione nuovi percorsi per i pedoni, le biciclette e una pista per il pattinaggio a rotelle di oltre un chilometro. Con quasi cinquecento alberi, migliaia di arbusti e piante da fiore disposti attorno al piccolo lago, il giardino è indubbiamente un gioiello verde a disposizione dei cittadini. Il cuore dell'intera area, ha ricordato l'architetto Stefano Ravelli, direttore dei lavori e progettista, sarà però il nuovo bar, che con la sua terrazza panoramica accoglierà i primi clienti a partire dalla prossima primavera.

Come sottolineato dall'assessore Italo Gilmozzi: «Questo traguardo è un successo di tutti e per tutti, un'opera che si offre alla comunità, che potrà goderne quotidianamente, con l'augurio che ognuno sappia apprezzarla fino a sentirla propria». Su questo aspetto ha insistito anche il presidente della Circoscrizione di Gardolo Ottavio Campestrini, ringraziando i suoi predecessori per aver voluto e accompagnato la realizzazione del progetto. Campestrini ha espresso quanto sia importante che ogni cittadino viva il parco come il proprio giardino, amandolo e impegnandosi a rispettarlo e conservarlo nel migliore dei modi. 

Il saluto di chiusura è toccato al sindaco Alessandro Andreatta, che ha riproposto il valore di questo grande spazio, che saprà sicuramente favorire l'aggregazione e costituisce oggi, a lavori conclusi, un motivo di orgoglio trasversale: per l'amministrazione, per Melta, per la Circoscrizione e per l'intera città di Trento. Un'area di tutti, insomma, dove lo sport e il divertimento saranno garantiti in ogni stagione per qualunque fascia di età, e che da oggi presenta tanti motivi in più per essere vissuta e apprezzata.

Neurochirurghi italiani e cinesi: nel 2017 il primo trapianto di testa

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Un team di neurochirurghi italiani e cinesi ha in programma il primo trapianto di testa per il 2017 se tutti i passi di avvicinamento previsti daranno risultati positivi. Lo hanno affermato sia il chirurgo cinese Ren Xiaoping, ideatore dell’operazione con il neurochirurgo italiano Sergio Canavero, già autore di alcuni studi sulla sostenibilità di tale intervento, che il volontario che ha accettato di sottoporsi all’esperimento, il tecnico di computer russo Valery Spiridonov, in dichiarazioni riportate oggi dai media cinesi. Spiridonov soffre di una malattia incurabile che provoca una progressiva atrofizzazione dei muscoli chiamata Werding-Hoffman disease. «Molti media hanno sostenuto che faremo il trapianto nel 2017, ma questo è vero solo se tutti i passi preparatori che abbiamo in mente si concretizzeranno senza problemi», ha chiarito Ren. L’operazione dovrebbe avvenire, secondo il progetto, nella Harbin Medical University, nel nordest della Cina. Secondo media americani quando Canavero, lo scorso giugno, ha presentato negli Stati Uniti il suo progetto relativo alla fattibilità del trapianto di testa, «gli specialisti hanno espresso molti dubbi» sulla possibilita che «questa bizzarra procedura veda mai la luce». Lo scorso luglio, Xiao-Ping Ren ha però pubblicato un articolo su Cns Neuroscience and Therapeutics in cui descrive la tecnica del trapianto di testa da lui già utilizzata su oltre mille topi, definendola «abbastanza promettente, tanto da avvicinare la possibilità di effettuare l’intervento sull’uomo». In Italia la legge sui trapianti vieta quelli di cervello e di organi genitali. Diversa però la posizione della Cina, che di recente ha acceso il dibattito per l’apertura a tecniche ritenute da molti spregiudicate.

Supermario diventa rifugiato in un video che spopola sul web

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L'Odissea di un migrante come un videogame anni '80

L’odissea dei migranti verso la «terra promessa» europea raccontata attraverso un’icona dei videogames: è l’idea di un giovane siriano, che ha creato un video diventato virale in rete, «Mario il rifugiato», sulla falsa riga delle avventure di Super Mario Bros, popolarissimo gioco della Nintendo degli anni 80-90.

Il video mostra un profugo siriano che intraprende un pericoloso viaggio dal proprio Paese verso l’Europa. La grafica e lo stile ricalcano le avventure del celeberrimo idraulico italo-americano. Invece di saltellare su funghi e caverne, per correre a salvare una principessa in difficoltà, «Mario il rifugiato» incontra contrabbandieri e la polizia di frontiera ostile, che vuole arrestarlo ed impedirgli di raggiungere l’agognata bandiera azzurra con le 12 stelle, simbolo dell’Ue.

Il percorso virtuale ricalca quello delle centinaia di migliaia di migranti in fuga attraverso il Mediterraneo, dalla Turchia alla Grecia e poi verso l’Europa orientale per la Germania.
«Molti dei miei amici sono fuggiti in Europa e parlando con loro mi è venuta l’idea del video» che sta spopolando su Youtube, ha spiegato il 29enne Samir Al-Mufti (che usa uno pseudonimo per motivi di sicurezza), rifugiato a sua volta in Turchia dopo la morte di due fratelli nella guerra civile siriana. Samir è scappato anche per essersi schierato apertamente contro il regime di Bashar al-Assad, tanto che oggi utilizza il suo talento digitale realizzando video animati che prendono in giro i discorsi del leader siriano, anch’essi diventati molto popolari.

«La mia voce è molto simile alla sua, ho scoperto questo dono prima della guerra e sapevo che avrei potuto approfittarne in futuro», ha raccontato alla Bbc. E così ha fatto, promuovendo la sua battaglia di libertà attraverso un sorriso. Allo stesso modo, adesso, le divertenti peripezie di «Mario il rifugiato» accendono i riflettori nello sterminato mondo del web sul dramma dei rifugiati, che rischiano la vita ogni giorno per salvarsi dalla paura e dalla sofferenza.

 

 

Il titolo americano in lizza tra Djokovic e Federer La rinvincita della sfida infuocata di Wimbledon

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Il serbo numero 1 al mondo va alla caccia del decimo trofeo dello Slam, agli Us Open ha vinto una volta sola

Come da pronostico. Saranno Novak Djokovic e Roger Federer a contendersi domenica il titolo degli Us Open maschili. Nole ha eliminato Marin Cilic, campione in carica: King Roger si è aggiudicato il derby svizzero con Stan Wawrinka. Nel bilancio dei precedenti Federer è avanti 21 a 20 su Djokovic ed ha vinto l'ultima sfida, giocata tre settimane fa in finale a Cincinnati. In questa stagione i due si sono anche affrontati nelle finali di Wimbledon, Roma ed Indian Wells (vittorie di Nole), ed in quella di Dubai (successo di Roger). Djokovic va a caccia del decimo trofeo Slam, Federer del 18esimo (il 34enne di Basilea è il recordman assoluto di titoli major).

NOLE DA PAURA - Una prestazione mostruosa quella sfoderata in semifinale il numero uno del mondo per "asfaltare" 60 61 62, in appena un'ora e 25 minuti di gioco, il croato Marin Cilic, nona testa di serie e campione in carica sul cemento newyorkese. Cilic certamente non al meglio, con una vistosa fasciatura alla caviglia destra infortunata nel match dei quarti contro Tsonga, ma Nole assolutamente ingiocabile. Quest'anno per la prima volta in carriera il 28enne di Belgrado ha raggiunto la finale in tutti e quattro i tornei major: ha vinto in Australia contro Murray ed a Wimbledon contro Federer ed ha perso al Roland Garros contro Wawrinha.
Tornando agli Us Open quella di domenica per Djokovic sarà la sesta finale: ha vinto quella del 2011 battendo Nadal, ed ha perso quelle del 2010 e del 2013 sempre con Rafa, del 2012 con Murray e quella del 2007 con Federer.

ROGER IMPLACABILE - Tanto per non essere da meno ha impiegato poco più di un'ora e mezza Federer, numero due del seeding, per aggiudicarsi 64 63 61 il derby svizzero con Stan Wawrinka, quinta testa di serie, portando sul 17-3 in suo favore il bilancio nei precedenti. E prendendosi anche la rivincita per l’ultima sfida, vinta da "Stan the man" e disputata nei quarti dell Roland Garros (torneo in cui ha poi il 30enne di Losanna trionfato).
Agli Us Open Wawrinka giocava la sua seconda semifinale nello Slam a stelle e strisce dopo quella persa nel 2013 contro Djokovic. Per King Roger - che a Flushing Meadows ha già trionfato in 5 occasioni (per giunta consecutive: 2004, 2005, 2006, 2007, 2008) - era invece la decima semifinale. Il 34enne di Basilea torna dunque in finale A New York a sei anni di distanza dalla sconfitta rimediata da Juan Marti Del Potro nell'ultimo atto del 2009.

Djokovic va a caccia del decimo trofeo Slam, Federer del 18esimo (il 34enne di Basilea è il recordman assoluto di titoli major). Tornando alle semifinali, una prestazione perfetta quella sfoderata dal numero uno del mondo che ha concesso appena tre game (6-0, 6-1, 6-2) e ha regolato in appena un'ora e 25 minuti di
gioco, il croato Marin Cilic, nona testa di serie e campione in carica sul cemento newyorkese. Non era al meglio Cilic, in campo con una vistosa fasciatura alla caviglia destra infortunata nel match dei quarti contro Tsonga, ma il 28enne di Belgrado è stato impeccabile e per la prima volta in carriera ha raggiunto la
finale in tutti e quattro i tornei major dell'anno: ha vinto in Australia contro Murray ed a Wimbledon contro Federer ed ha perso al Roland Garros contro Wawrinka. Tornando agli Us Open quella di domenica per Djokovic sarà la sesta finale: ha vinto nel 2011 battendo Nadal e ha perso quelle del 2010 e del 2013 sempre con lo spagnolo, del 2012 con Murray e quella del 2007 con Federer.

Appunto Federer. Lo svizzero ha impiegato poco più di un'ora e mezza per aggiudicarsi (6-4, 6-3, 6-1) il derby con il connazionale Wawrinka, quinta testa di serie. King Roger ha portato sul 17-3 in suo favore il bilancio nei precedenti e si è preso anche la rivincita dopo l'ultima sfida vinta da Wawrinka e disputata nei  quarti del Roland Garros (torneo in cui ha poi il 30enne di Losanna trionfato). Agli Us Open Wawrinka giocava la sua seconda semifinale nello Slam a stelle e strisce dopo quella persa nel 2013 contro Djokovic. Per Federer - che a Flushing Meadows ha già trionfato in 5 occasioni consecutive (2004, 2005, 2006, 2007,
2008) - era invece la decima semifinale. Il 34enne di Basilea torna dunque in finale a New York a sei anni di distanza dal ko rimediato da Juan Martin Del Potro nel 2009.


Aru stacca Dumoulin, la Vuelta è sua Oggi buon decimo posto di Moser

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Impresa di Fabio Aru (Astana) che, nella penultima tappa della Vuelta, è riuscito a sfilare di dosso la maglia rossa di leader della generale all'olandese Tom Dumoulin (Team Giant), infliggendogli sul traguardo di Cercedilla un distacco abissale a fronte dei 6 secondi di svantaggio che aveva fino a ieri in classifica generale. Per il giovane ciclista sardo è la prima vittoria in un grande giro a tappe.

La vittoria di tappa ieri è andata allo spagnolo Ruben Plaza (Lampre Merida), autore di una fuga lunghissima. Buona anche la prova del trentino Moreno Moser (Cannondale) che, precedendo in volata un gruppetto di inseguitori, ha chiuso al decimo posto a 2'40'' dal vincitore.

Domani la 21ª e ultima tappa-passerella, con arrivo a Madrid, dove si concluderà la corsa a tappe spagnola.

Maxi retata tra piazza Dante e S.Maria Novanta identificati e cinque denunciati

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Oltre 90 persone sono state identificate e cinque denunciate per inottemperanza al decreto di espulsione emesso dalle Questure di Trento e Vicenza, nell'ambito di controlli effettuati a Trento, nell'area tra piazza Dante e Santa Maria Maggiore, dai carabinieri del Comando provinciale con l'aiuto delle unità cinofile di Laives. Nel corso dei controlli, finalizzati al contrasto di spaccio di droga e reati predatori, uno dei cani antidroga ha individuato in piazza Dante un bilancino di precisione utilizzato per pesare le sostanze stupefacenti.

Console francese vende canotti ai disperati

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Vende canotti ai migranti davanti alla spiaggia dove è stato ritrovato il corpo del piccolo Aylan il bimbo siriano annegato con la madre e il fratellino mentre tentava la traversata verso la Grecia. Si chiama Francoise Olcay, ed era anche la console onoraria di Francia sul posto. L'altra sera ha perso la carica, silurata su due piedi dal Quai d'Orsay mentre le sue immagini e le sue parole («se non glieli vendo io glieli vende un altro qui vicino») facevano il giro del web.

A Bodrum succede tutti i giorni, proprio dietro la spiaggetta diventata tristemente famosa nel mondo: negozi, piccole botteghe e supermercati, vendono canotti e gilet di salvataggio. La troupe di France 2, tv pubblica francese, si avventura sulla strada che costeggia la spiaggia e chiede ai commercianti di vedere i canotti. In quello più vicino, un uomo fa entrare gli ospiti nel retrobottega dove rimane un solo canotto: «Li ho venduti tutti, per questo l'ho messo a prezzi di saldo». Poi indica un'insegna poco lontana, affermando che la maggior parte dei migranti si serve proprio lì, in quel grande supermercato, e non da lui. La telecamera si sposta: all'ingresso del magazzino sventola la bandiera francese su una targa dove spicca il titolo diplomatico della titolare. Lei è una signora di mezz'età, console onorario di Francia.

«Sa che delle persone vanno a morire con le attrezzature che vendete qui?». «Certo - è la risposta - non possiamo impedire loro di partire. Ma se non ne vendiamo più noi, lo farà quell'altro qui vicino».

Mondiali di ginnastica ritmica, oro all'Italia

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Medaglia d'oro per l'Italia ai Mondiali di ginnastica ritmica a Stoccarda in Germania. A trionfare nella specialità dei 5 nastri sono le azzurre Marta Pagnini, Sofia Lodi, Alessia Maurelli, Camilla Patriarca, Andrea Stefanescu.

Si tratta del primo oro di questi mondiali perso dalla Russia, di appena 5 centesimi di punto.

Alzheimer in aumento. Diecimila casi in Trentino

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«Nel 2013 sono stati diagnosticati 525 nuovi casi che si aggiungono ai dati ufficiali del 2009 registrati in provincia di Trento: dai 7.200 casi circa di malati di Alzheimer di allora ipotizziamo ragionevolmente la crescita a 10.000, considerando poi almeno altre 20.000 persone coinvolte nella cura tra familiari e badanti. In Italia vi sono 410 mila nuovi casi all'anno e 1 milione di malati, cifre destinate a crescere: in una società a rapido invecchiamento, dopo gli 80 anni una persona su tre si ammala di Alzheimer, una diagnosi che è una condanna visto che non ci sono ancora cure e farmaci che consentano la guarigione». Sono le cifre riportate dal presidente dell'Associazione Alzheimer, Renzo Carrozzini, all'incontro che ha inaugurato il Mese Alzheimer nella sala conferenze della Fondazione Caritro.

Numeri in rapido aumento rispetto ai quali è evidente la necessità di puntare sulla prevenzione, e non solo. «Non abbiamo dati precisi sulla diffusione attuale della patologia in provincia, un deficit da colmare al più presto essendo il tema delle demenze centrale per impostare le politiche socio-sanitarie dei prossimi anni», ha affermato il neo-assessore alla sanità Luca Zeni.

I relatori hanno approfondito il rapporto tra «Alimentazione e Alzheimer» all'insegna del motto «Mens sana in corpore sano». Uno stile di vita basato su una corretta alimentazione e sullo svolgimento regolare di attività fisica sono fondamentali per prevenire e ridurre il rischio della malattia, come hanno evidenziato nei loro interventi il dottor Michele Pizzinini, specialista in Scienze dell'Alimentazione e diabetologo, e il dottor Andrea Arighi, Neurologo dell'unità dipartimentale malattie neurovegetative presso l'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Giorgia Caldini, responsabile del Centro diurno Alzheimer, ha infine sottolineato l'importanza di adattare la cura alla persona offrendo esempi pratici su come relazionarsi con il malato.

Morta Vittoria Piancastelli, attrice al cinema e in tv

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E' morta a Roma, all'età di 49 anni, dopo aver combattuto per un anno con una grave malattia, l'attrice Vittoria Piancastelli Tracquilio. Il pubblico televisivo la ricorda per le sue interpretazioni in fiction come Valeria medico legale, Il giudice Mastrangelo, Il bambino della domenica, Ho sposato uno sbirro.

Ma l'attrice ha portato le sue doti di passione e ironia anche al cinema e in teatro. Nel suo curriculum film come Tre uomini e una gamba di Aldo Giovanni e Giacomo e La cena di Ettore Scola. Per il teatro, dopo il diploma alla scuola di Gigi Proietti, ha lavorato tra gli altri con Anatoli Vassiliev, Giancarlo Sepe, Armando Pugliese.

Dalle 11 alle 14 di domani, lunedì, sarà aperta la camera ardente all'ospedale San Camillo di Roma. I funerali si terranno sempre a Roma, martedì 15 settembre alle 11.30 nella Basilica di di Santa Maria Ausiliatrice. 

'appello del campione: «Smartphone via quando state guidando»

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«L'incidente e il rischio sono sempre dietro l'angolo. Anch'io due settimane fa mentre ero in bicicletta ho sfondato con la testa il lunotto posteriore di un'auto ed ero praticamente fermo a uno stop. L'imprevisto è sempre in agguato». A parlare non è uno sprovveduto atleta della domenica, ma Renato Travaglia , popolare driver di Cavedine da sempre impegnato nella promozione della guida sicura. Tema quanto mai attuale visto che la scorsa settimana le forze dell'ordine hanno multato undici persone per aver armeggiato disinvoltamente con il cellulare mentre erano al volante. «A volte si sottovaluta questo rischio - commenta Travaglia - Il moderno smartphone è diventato un oggetto troppo impegnativo da usare in macchina. Con i vari social, sei costretto a guardare uno schermo che è piccolo e che ruba attenzione. Si distoglie l'occhio dalla strada e non si calcola che un solo secondo può rubare metri e metri di spazio di frenata. Pochi comprendono il rischio di un sms o della pubblicazione di un post mentre si è al volante».

Una volta c'era «solo» la telefonata. Adesso si scattano addirittura i selfie. 

«La telefonata era già pericolosa di suo, ma poteva essere equiparata alla distrazione di una sigaretta. Almeno si guarda la strada. Adesso distogliendo fisicamente la vista i problemi si moltiplicano, anche perché il traffico è in continuo aumento».

C'è chi dice: allora vietiamo anche l'autoradio e, appunto, il fumo. 

«Sul fronte autoradio, le macchine moderne hanno tutte i comandi al volante. L'ideale sarebbe non avere nulla di distraente in macchina, ma visto che non è possibile, evitiamo almeno i comportamenti più pericolosi».

Cosa fare per prevenire? 

«Io ho sempre detto che renderei obbligatoria, quando si consegue la patente, la frequentazione di almeno un giorno di guida sicura. Al di là dei costi che oggi sono molto più abbordabili, eviterebbero tanti incidenti che comporterebbero maggiore esborso di denaro. E lo consiglio anche agli adulti: se avete la possibilità, fatelo».

Se si viene beccati al telefonino, le multe sono salate (161 euro e taglio di 5 punti della patente). Eppure le persone non si lasciano scoraggiare.

«Bene fanno le forze dell'ordine a multare. La polizia è un ottimo deterrente. Ci fossero più pattuglie, ma non quelle armate con telelaser a tradimento, la gente forse diventerebbe più responsabile. Tutti pensano, quando leggono di morti sulle strade: tanto non è capitato a me. Eppure il rischio è sempre lì. Il mio incidente in bicicletta, del resto, è eloquente».


In serie D primo successo del Levico Il Dro pareggia a Monfalcone

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Nella seconda giornata di campionato arrivano i primi punti per le due squadre trentine impegnate nel girone C della serie D di calcio.

Sul campo di Costa di Vigalzano a Pergine (sul proprio devono ancora concludersi i lavori di adeguamento della struttura), primo storico successo del Levico Terme che ha sconfitto per 3-2 il Fontanafredda, che rimane così fermo a quota 0 in classifica, mentre il Droè riuscito a strappare un buon punto in trasferta (1-1) a Monfalcone

Addio a Moses Malone, uno dei più grandi dell'Nba

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All'età di 60 anni, è deceduto oggi Moses Malone, tre volte Mvp in carriera nell'Nba, che vinse nel 1983. L'ex pivot di 208 centimetri, nella Hall of Fame della lega nordamericana dal 2001, ha ottenuto i migliori risultati con le maglie di Houston Rockets e Philadelphie Sixers. Rookie nei Portland Trailblazers nel 1976, si ritirò nel 1995 dopo un'ultima stagione con i San Antonio Spurs.

Tra il 1978 ed il 1985 è stato sei volte il miglior rimbalzista della Nba, il quinto di tutti i tempi. In venti anni di carriera è stato selezionato 12 volte per l'All Star Game.

Scontro fra tre mezzi, code in autostrada in direzione sud

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Rallentamenti lungo l'autostrada del Brennero in direzione sud per un tamponamento fra un'auto ed un furgone, con il coinvolgimento anche di una corriera. Lo scontro è accaduto poco dopo le 17 fra Egna e San Michele all'Adige.

Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, a causare l'incidente sarebbero stata una Audi A3 che viaggiava in corsia di sorpasso e che, dopo aver tamponato il furgone che la precedeva, è finita di lato contro una corriera.

Ferito il conducente della macchina. Sul posto l'ambulanza, la polizia stradale ed i vigili del fuoco. Si sono registrate code fino a sei chilometri.

Senato Autonomie, riforma da approvare

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S ettimana prossima si decide il futuro della riforma del Senato, e quindi della tenuta del governo Renzi e la continuazione o meno della stagione delle riforme. Se in Commissione il disegno di legge non si sblocca passerà direttamente al Senato per il voto. E lì si vedrà. Il tema non appassiona l'opinione pubblica, che non comprende l'accanimento di una parte delle forze politiche verso un testo (già approvato da entrambi i rami del Parlamento) che riduce notevolmente il numero dei parlamentari (e quindi i costi della politica), e semplifica il funzionamento legislativo e di governo, a cominciare dal voto di fiducia che spetterà solo alla Camera. In realtà, la partita grossa che sta giocando una parte del ceto politico è volta a far saltare il tavolo per evitare qualunque cambiamento, e quindi mantenere tutto come prima con due camere parlamentari che fanno le stesse cose, e la presenza di mille parlamentari (con relative prebende), di cui sperano di far parte anche nella prossima legislatura.

In secondo luogo l'obiettivo è di far saltare il governo Renzi, cioè di farlo fallire sul tema delle riforme, cavallo di battaglia del premier, e quindi tornare come prima, anche con il Pd di prima, quello di Bersani al 25%. La richiesta della minoranza del Partito democratico di fare marcia indietro rintroducendo l'elezione diretta dei senatori non ha altro obiettivo che questo, visto che costringerebbe a riazzerare l'intera riforma, e tornare punto e a capo.
La strumentalità delle rivendicazioni della minoranza Pd è evidente: da sempre la posizione del Pd e prima ancora dei Ds è stata favorevole al superamento del bicameralismo perfetto, inutile e dannoso, per differenziare il Senato in una Camera delle Autonomie, espressione dei territori.

Se così è, se il Senato deve rappresentare a Roma le esigenze dei territori, non può che essere espresso dalle istituzioni dei territori, cioè i consigli regionali. Al limite facendo indicare all'elettore, al momento dell'elezione del consiglio regionale, quale consigliere/i andranno a Roma a far parte anche del Senato. Tutto il cancan pretestuoso sull'elezione diretta dei senatori ha messo in secondo piano invece alcuni punti qualificanti su cui la riforma in discussione potrebbe essere migliorata. Questioni importanti anche per l'Autonomia trentina, e per tutte le autonomie regionali. Magari tornando ad alcuni aspetti originari del disegno di legge, che si sono persi nel passaggio e voto alla Camera, e che invece erano stati votati inizialmente dal Senato.

Stabilito che si passa ad un Senato delle Autonomie e non più una fotocopia della Camera dei deputati con le stesse funzioni e una duplicazione inutile di ogni passaggio legislativo, va conferito a tale Senato un maggiore peso dei territori nella politica nazionale, altrimenti era meglio abolirlo del tutto, con un conseguente rafforzamento di centralismo dello Stato su regioni e comuni. Quindi va assegnato al Senato delle Autonomie voce quando si affrontano questioni che hanno una ricaduta diretta sul territorio. A cominciare dalla legge di stabilità, che assegna le risorse alle regioni e agli enti locali. Pertanto più competenze di controllo sulle politiche pubbliche (ovviamente senza diritto di veto, altrimenti siamo daccapo), maggiore ruolo nei rapporti con l'Europa (il Bundesrat tedesco questi poteri li ha, e sono direttamente funzionali alle politiche europee sul territorio), più voce in capitolo nell'elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Se vogliamo anche un maggior peso dei territori nell'elezione del Presidente della Repubblica, visto che sarà eletto da 630 deputati e solo 100 rappresentanti delle istituzioni territoriali.

Queste sono modifiche della riforma che avrebbero ricadute positive, senza bloccarla e far fallire un processo di cambiamento istituzionale che si cerca di portare avanti da oltre 30 anni. Se poi si vuole darle ancor più una caratterizzazione regionale, si può rendere automatica l'elezione in Senato del presidente della Regione/Provincia autonoma, che quindi va a Roma quando si discutono temi che riguardano le regioni, senza moltiplicare inutilmente (e costosamente) cariche e poltrone. Per il resto la riforma in discussione nella commissione del Senato è sacrosanta. La fiducia al governo la deve dare una sola camera, la Camera dei deputati, come avviene in tutte le grandi democrazie d'Europa dove il Senato è la voce delle regioni, e non un organismo politico che diventerebbe automaticamente il controcanto della Camera (specie se eletti con due sistemi elettori diversi), in una paralisi totale delle istituzioni e del Paese.

Anche la parte di modifica costituzionale del titolo V, presente nel disegno, diciamolo chiaramente va fatta e approvata in fretta. Purtroppo il sistema delle competenze concorrenti fra stato e regioni, introdotto nel 2001 si è dimostrato un fallimento totale. Abbiamo visto in questi anni la follia di duplicazioni assurde, per esempio nelle politiche turistiche, con costi elevatissimi e nessun risultato concreto se non per quanti nelle regioni ci hanno mangiato sopra. Per non parlare dei conflitti costituzionali fra regioni e stato, che sono esplosi in maniera esponenziale, causando il blocco delle istituzioni ma una manna infinita per avvocati e patrocitatori dediti a cause sterminate e senza senso.

Proprio per questo, stabilendo in maniera chiara cosa cosa spetta fare allo stato e ciò che spetta alle regioni, diventa di grande utilità un Senato delle Autonomie, come camera di compensazione fra stato e regioni. Certo le regioni perderanno alcuni poteri, ma va riconosciuto che quando li hanno avuti li hanno gestiti malissimo. Per noi in Trentino Alto Adige di fatto non cambia nulla perché con la clausola di salvaguardia introdotta per le Autonomie speciali, ogni modifica che ci riguarda deve essere recepita da norma di Attuazione, e quindi da intesa bilaterale. Quanto poi alla rappresentanza parlamentare, il Trentino Alto Adige finirà per guadagnarci in termini di peso istituzionale. Ai suoi 11 parlamentari di collegio, unirà i quattro senatori (presumibilmente i due presidenti di Provincia autonoma e i due sindaci del capoluogo). In tutto 15, tenendo presente che ora al Senato i nostri sette senatori contano come sette su 315, poi saranno 4 su 100, cioè una percentuale molto più alta.

Se vogliamo l'unico aspetto opinabile è che le minoranze politiche del Trentino Alto Adige non avranno più rappresentanza restandosene per conto proprio, ma dovranno per forza di cose coalizzarsi con una delle due-tre liste che si giocano il governo del Paese. E l'elezione nel collegio potrà avvenire, se vince quella lista con cui si è fatto l'accordo. Le prossime due settimane saranno decisive per decidere le sorti della riforma. Invece di sprecare tempo e energie politiche per fare ostruzionismo e far saltare la riforma, sarebbe più utile a tutti, a cominciare dal Trentino Alto Adige, lavorare per apportare questi alcuni miglioramenti, e smetterla una volta per tutte con il catastrofismo gattopardesco di chi paventa chissà quali conseguenze dalla riforma con il solo scopo che non si tocchi nulla e resti ogni cosa come prima.

p.giovanetti@ladige.it
Twitter: @direttoreladige

Ex direttore Lidl accusato di estorsione

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Tra le grane che si trova a dover gestire un direttore di supermercato, quella più fastidiosa è certamente il controllo sul fronte dei furti. Perché sempre più spesso nei supermercati la mano lunga di chi non vuol passare alla cassa crea danni. Solo che qualcuno evidentemente pensa di gestire la cosa alla moda del far west. O quantomeno questo è ciò che imputa la procura ad un ormai ex direttore di supermercato roveretano. Che - sempre ammesso che le accuse siano confermate - avrebbe cercato di guadagnare oltre il lecito. Trovato un cliente con della merce non pagata, l'avrebbe costretto, per evitare la querela, a versare una somma pari a cinque volte il valore degli oggetti in questione. E poi, non pago, avrebbe chiesto altri 100 euro in contanti per sé. Un'idea che, se vera, si è rivelata decisamente poco furba: il presunto ladro (che ha sempre negato il furto) avrebbe pagato quanto richiesto. Ma poi avrebbe pure sporto querela dai carabinieri. Risultato: l'ormai ex direttore finirà la settimana prossima davanti al giudice per l'udienza preliminare. Il pm Fabrizio De Angelis ha chiesto il rinvio a giudizio per estorsione.

La vicenda risale alla primavera dell'anno scorso. Protagonisti suo malgrado un cliente roveretano e il supermercato Lidl. L'uomo è andato nel negozio di via Benacense per qualche acquisto. Ha messo nel carrello una borsa che ha riempito, e poi svuotato alla cassa. Solo che al momento di chiudere lo scontrino, un dipendente del supermercato si è avvicinato, facendo notare che erano rimasti tre oggetti nella borsa. Il cliente in questione si è scusato, dicendo che non se n'era accorto, e ha chiesto di aggiungerli al conto. Ma il responsabile del negozio - S.T. le iniziali, 31 anni originario dell'Albania ma da tempo residente a Mori - non era dello stesso avviso. Secondo la querela il direttore avrebbe chiesto il pagamento al supermercato di un valore cinque volte quello reale dei beni. E il cliente ha acconsentito, pur di non avere problemi. Dai 15 euro e rotti che avrebbe dovuto pagare, ha versato - con bancomat - circa 75 euro. Ma, sempre secondo la querela, il direttore non si sarebbe accontentato. Avrebbe chiesto anche 100 euro in contanti per sé. Il tutto per chiudere un occhio e non avvisare le forze dell'ordine.

Il cliente a quel punto avrebbe deciso di pagare. Nonostante fosse tutto palesemente illecito. Ma i soldi non li aveva con sé, ha garantito che sarebbe tornato con i contanti. Un accordo reso possibile solo dopo che il responsabile del negozio ha scattato una foto della carta d'identità del cliente. Che dev'essere stato spaventato sul serio, perché anziché la strada più veloce verso la caserma dei carabinieri, una volta uscito dal supermercato ha perso quella verso il bancomat più vicino. Ha fatto il prelievo ed è tornato. A quel punto avrebbe consegnato il denaro.

Vicenda chiusa, dunque? No. Il cliente ha aspettato qualche tempo - presumibilmente le settimane necessarie per essere sicuro di non beccarsi una denuncia per furto - e poi ha raccontato l'accaduto ai carabinieri. Immediata è scattata l'indagine per estorsione a carico dell'ex direttore. Dal supermercato, che risulta estraneo alla vicenda, per ora nessun commento. Ma sembra che l'imputato non lavori più per la nota catena di discount. Resta, quello di cui dovrà rispondere l'ex direttore, un reato di quelli pesanti, per il quale l'uomo potrà difendersi a breve: giovedì si terrà l'udienza preliminare, anche se non è escluso un rinvio, posto che l'avvocato dell'imputato ha recentemente rimesso il mandato. Il pm comunque ha chiesto il processo, ritenendo quindi credibile il racconto del cliente, che ora dovrà decidere se costituirsi parte civile.

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