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«Viticoltura e cittadini strategie di convivenza»

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Stasera conferenza a Belluno con Enzo Mescalchin della fondazione Mach

Questa sera a Castion (Belluno) la campagna Liberi dai veleni invita alla conferenza «Viticoltura e cittadini, possibili strategie di convivenza». L'evento è promosso a margine della manifestazione Orti in piazza di domenica 13 Settembre, giovedì 10 settembre al teatro San Gaetano di Castion si terrà la conferenza dal titolo "Viticoltura e cittadini, possibili strategie di convivenza" relatore sarà Enzo Mescalchin, ricercatore del dipartimento sperimentazione e servizi tecnologici/agricoltura biologica della fondazione Edmun Mach di San Michele all'Adige.

«Il tema della serata - spiegano i promotori - è di grande attualità anche nel territorio bellunese a seguito dell’aumento delle coltivazioni viticole. Il clima e il terreno delle nostre zone richiedono l’utilizzo di prodotti chimici i quali spesso non risolvono i problemi, ma ne creano altri.

Durante la serata si parlerà quindi dell’utilizzo di queste sostanze chimiche come i fitofarmaci e il diserbo meccanico e delle conseguenze per il terreno, le piante e per l’uomo.
Verranno indicate le novità sulle tecniche colturali e si parlerà di come sia possibile fare viticoltura biologica utilizzando rame e zolfo a altre poche molecole.

La serata si svolge in collaborazione con il Comitato Terra bellunese, che presenteràun regolamento di polizia rurale proposto ai Comuni e la campagna in corso per sensibilizzare i cittadini informandoli correttamente sulle politiche attive che si stanno svolgendo sul nostro territorio».

 


Frosinone, 70enne ucciso da un cinghiale

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Un uomo di 65 anni è morto stamattina nel Frusinate in seguito a un'aggressione subita da un cinghiale. L'incidente è avvenuto a Ferentino, vicino a Frosinone. Il sessantenne è morto dissanguato.  

Luciano Bondatti, questo il nome della vittima, non ha avuto scampo. Il cinghiale gli ha reciso l’aorta e per lui sono stati inutili tutti i tentativi di soccorso. Il sessantenne, appassionato di caccia ma che, a quanto sembra, stamattina era uscito per fare una passeggiata nei boschi, è morto poco dopo.
Stando alle prime ipotesi, la vittima potrebbe essere arrivata troppo vicino al branco di cinghiali e questo potrebbe aver provocato l’aggressione del mammifero. I carabinieri stanno lavorando per ricostruire con esattezza il drammatico incidente.
Una morte che riaccende le polemiche sulla grave emergenza che i cinghiali stanno causando, negli ultimi mesi, in diverse zone d'Italia.


"La crescita del numero di incidenti e aggressioni causati dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali ha assunto i caratteri di una vera e propria emergenza". È quanto sostengono il presidente della commissione Territorio, Ambiente e Protezione civile dell'Anci, Bruno Valentini e il coordinatore nazionale delle aree naturali protette, Massimo Depaoli, in una lettera inviata al sottosegretario all'Ambiente Barba Degani, al viceministro delle politiche Agricole Andrea Olivero e al presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. Nella missiva si richiede un "incontro urgente per definire un possibile programma di lavoro".

E questo alla luce del fatto che "i Sindaci - spiegano Depaoli e Valentini - si trovano a dover adottare atti amministrativi di urgenza volti a tutelare la sicurezza dei propri concittadini e l'Anci, negli scorsi mesi, ha avviato un gruppo di lavoro con gli amministratori nei diversi territori interessati per approfondire questa problematica e pervenire ad un modello utile di ordinanza per intervenire almeno in via provvisoria". Occorre però, precisano gli estensori della missiva, "un'azione coordinata a livello nazionale, con un percorso di lavoro che veda coinvolte, oltre alle istituzioni competenti, anche le associazioni dei diversi portatori di interesse, ad iniziare dagli agricoltori, dagli enti parco, dalle associazioni ambientaliste e venatorie, per arrivare a interventi e forme di programmazione di lungo periodo, considerando che la regolamentazione di questa filiera rappresenta inoltre un'opportunità economica inedita per il territorio".

Anche in Trentino c'è un problema cinghiale: leggi qui.

Lo stato delle foreste nel mondo: non è poi tutto così male

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A Durban, in Sudafrica, si tiene in questi giorni (7-11 settembre 2015) il 14° congresso mondiale sulle foreste il cui motto è «Foreste e persone: investiamo nel futuro sostenibile».
Lo scorso 7 settembre nella città sudafricana è stato presentato, da Kenneth MacDicken, l’importante rapporto sullo stato delle foreste del mondo. K. MacDicken guida il gruppo di lavoro della FAO che ha redatto il rapporto (FAO,  Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) dal titolo: «Lo stato delle risorse forestali nel mondo (Global Forest Resources Assessment, 2015, come cambiano le foreste mondiali?).
«La gestione delle foreste è notevolmente migliorata negli ultimi 25 anni», ha affermato Kenneth MacDicken (FAO) in occasione delle presentazione del rapporto.
Ecco alcuni dei principali dati e delle informazioni contenute nel rapporto che riguarda 234 paesi e territori:


2015
1990
Differenza (1990-2015)
Area a bosco nel mondo
3.999.134.000 ettari
4.128.690.000 ettari
- 129.135.000 ettari (- 3%)

 

Nota: 1 ettaro equivale a 10.000 metri quadri, un‘area di 100 metri x 100 metri lineari

 

Il paese al mondo con la maggior superficie forestale è la Federazione Russa con circa 815 milioni di ettari di foreste che corrispondono al 20% della superficie forestale mondiale e al 48% della copertura del proprio territorio. A titolo di confronto, la superficie boscata in Italia è di circa 9,3 milioni di ettari (FAO) e in Trentino è di circa 0,34 milioni di ettari (PAT).

FORESTE PROTETTIVE
Il 25% delle foreste mondiali è gestita in funzione della protezione delle acque e della conservazione del suolo.

FORESTE PRODUTTIVE
Nella tabella seguente si riporta il volume della massa legnosa (provvigione) che si trova (2015) nei boschi mondiali, in Italia e in Trentino:


Mondo
Italia
Trentino
Volume delle piante in piedi
(milioni di metri cubi)
431.000
1.385 ettari
~ 1
 
 
 
 
 
 
 
La Federazione Russa dispone (2015) di una massa legnosa in piedi di circa 81,5 miliardi di metri cubi di cui 57,5 sono di conifere.

LA «GOOD NEWS»
La superficie coperta a foreste si sta riducendo, ma rallenta (- 50%) anche la sua riduzione media annua:


Periodo 2010-2015
Periodo 2005-2010Periodo 2000-2005Periodo 1990-2000
Perdita annua di area boscata
(ettari)
- 3.307.800
- 3.414.800- 4.471.800- 7.266.700

 

 

 

 

IL PRELIEVO DI LEGNAME DAI BOSCHI
Il prelievo di legno dalle superfici boscate nel mondo è aumentato dal 1990 al 2011 di circa 250 milioni di metri cubi, da 2.700 milioni di metri cubi a 2.950 milioni di metri cubi. In Italia il prelievo è di circa 7,8 milioni di metri cubi annui. In Trentino il prelievo annuo è di circa 0,5 milioni di metri cubi annui. I tre principali paesi per prelievo di legname sono: India, Stati uniti e Brasile. In India per circa il 90% è legna da ardere e in Brasile tale percentuale è del 50%. Molto inferiore negli Stati Uniti con circa il 12%.

QUALI PAESI HANNO PERSO SUPERFICIE FORESTALE E QUALI NE HANNO GUADAGNATO
Questa è la situazione nelle macro aree del mondo.
Paesi che hanno ridotto la loro superficie forestale nel periodo 2010-2015:

 

Paesi che hanno aumentato la loro superficie forestale nel periodo 2010-2015

 

AFRICA E FORESTE
Il rapporto della FAO riporta che nell’ultimo quinquennio l’Africa ha fatto registrare il più alto incremento annuale in ambito della conservazione forestale.

CLIMA-CARBONIO E FORESTE
Le foreste mondiali sono dei grandi serbatoi di carbonio fissato attraverso la fotosintesi clorofilliana; il carbonio si trova sia nella massa legnosa (legno), sia nel terreno (sostanza organica e humus) e sia anche nelle radici (parte ipogea) le quali hanno volumi simili a quelli delle piante fuori terra (parte epigea).
Il valore del carbonio stoccato nelle foreste mondiali ammonta a 250 miliardi di tonnellate (250.000 milioni di tonnellate).
Confronto tra il carbonio stoccato nelle foreste mondiali, in Italia e anche in Trentino:


Mondo
ItaliaTrentino
Stoccaggio di carbonio nelle foreste
(milioni di tonnellate di carbonio)
250.000
1.460~ 72

 

 

Negli ultimi 25 anni l’ammontare del carbonio stoccato nelle foreste mondiali è però calato di circa 17,4 milioni di tonnellate è ciò è dovuto alla loro conversione in coltivi agricoli e a scopo di allevamento o ancora a processi di degradazione (Africa, Sud-est asiatico e Sud America).
Il rapporto della FAO ha stimato comunque che tra il 2001 e il 2015 le emissioni totali di carbonio da foreste siano diminuite di oltre il 25%, e ciò è riconducibile principalmente al rallentamento del tasso di deforestazione a livello mondiale.

Ecco, nell’immagine seguente, le aree del mondo (verde) dove le foreste crescono e dove (rosso) le aree occupate dalla foresta arretrano. In grigio sono le aree in cui la modifica della superficie forestale non ha subito variazioni di rilievo (± 10.000 ettari nel periodo 1990-2015):

 

PARIGI: CONFERENZA SUL CLIMA
A Parigi tra il 30 novembre e l’11 dicembre si terrà la conferenza mondiale dell’Onu sul clima (denominata COP 21, Conferenza delle Parti, 21° sessione) in cui si dovrebbe arrivare ad un accordo sulle misure per combattere i cambiamenti climatici dopo la scadenza (2012) del Protocollo di Kyoto (siglato nel 1997). Qui le foreste e la loro capacità di stoccaggio di carbonio e di produzione di combustibili legnosi per uso domestico, ma non solo, giocheranno un ruolo non secondario nelle complesse trattative.

Fonti dei dati: FAO e PAT, elaborazioni di Eliseo Antonini

Furti in Valsugana, indagini in corso

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Con la raccolta delle mele arrivano anche i primi dispetti: in Valsugana iniziano a sparire attrezzature dai campi e dai casolari utilizzati come deposito. La segnalazione arriva dalla zona di Novaledo: più che il valore della refurtiva, le vittime dei ladri contestano il fastidio causato dalla sparizione degli «strumenti» per la coltivazione, con un inevitabile rallentamento del lavoro.

Un dispetto, più di furto vero e proprio, è anche la «sparizione» di un barbecue in una casa di Caldonazzo. Il danno è relativo, ma è il gesto che fa riflettere: adesso non ci si può più fidare neppure a lasciare il carrello per le grigliate nel proprio giardino.

Suora altoatesina inventa metodo per alimentarsi dopo l'anestesia

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È pensata per pazienti che si svegliano dall'anestesia o per chi è in terapia intensiva, l'invenzione di Suor Mirjam Volgger: lo strumento rilascia liquidi o cibi che verrà prodotto dall'azienda altoatesina Tratter Engineering, creato in collaborazione con il Centro Sviluppo Prodotto & Nuove Tecnologie del Tis innovation park di Bolzano.

Suor Mirjam ha portato le sue esperienze di coordinatrice della Clinica Santa Maria di Bolzano.

Lutto nel cinema, addio a Franco Interlenghi

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È morto questa mattina alle 11.30 nella sua casa romana di Ponte Milvio, Franco Interlenghi.
L’attore nato a Roma nel 1931, straordinario protagonista quindicenne di Sciuscià di Vittorio De Sica, e poi della stagione del Neorealismo, fu diretto da Antonioni e Fellini al cinema, e a teatro da Luchino Visconti. Ne dà notizia la figlia Antonellina.

Ciclabili, le migliori in Umbria ma premiato anche il Trentino Alto Adige

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Le migliori ciclovie d’Italia si trovano in Umbria, Veneto e Liguria. A decretare la triade delle migliori strade «verdi» del Belpase è la prima edizione del Cosmo Bike Show, fiera internazionale dedicata al mondo delle biciclette al via domani a Verona Fiere fino al 14 settembre.

Il primo premio è stato assegnato alla pista ciclabile Assisi-Spoleto-Norcia, nel cuore verde d’Italia, grazie ai suoi 102 chilometri tra suggestivi paesaggi e città della Valle Umbra. Secondo classificato il Veneto con la ciclabile «Dolomiti-Venezia» (191 chilometri) e terza classificata la Liguria con la «Cycling Riviera» (24 chilometri). Le tre regioni si sono distinte per aver riqualificato il territorio, valorizzato il turismo sostenibile e adottato i migliori standard tecnico-paesaggistici. L’«Assisi-Spoleto-Norcia» segue per una parte il tracciato dell’ex ferrovia che collegava le località, con attraversamenti di gallerie e viadotti che «scalano» la montagna con percorsi elicoidali. Il tutto in sicurezza e con pendenze che non superano il 4,5%. La «Dolomiti-Venezia» nasce nell’ambiente protetto del Parco Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo.

La «Cycling Riviera» ligure è stata considerata il miglior esempio di come dovrebbero essere realizzate oggi le piste ciclabili. La ciclovia ha una larghezza media di 5,5 metri, doppio senso di marcia per ciclisti, corsia dedicata ai pedoni, 5 punti di ristoro, 7 punti di noleggio biciclette e manutenzione dei mezzi, fontane d’acqua, segnaletica verticale e trialsystem. Assegnati anche altri riconoscimenti: il premio speciale della stampa per la Toscana con la «Francigena»; la menzione speciale all’Alto Adige con la ciclabile «Claudia Augusta» e al Trentino per la «Valle dell’Adige». Il premio per la mobilità sostenibile alla «Bicipolitana» della città di Pesaro nelle Marche. La premiazione è in programma sabato 12 settembre.

M5S attacca: sui pesticidi la Provincia nasconde i dati

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«Sull’argomento pesticidi la Provincia autonoma di Trento non ha la coscienza pulita e ha molto da nascondere. I dati sull’incidenza tumorale nelle zone di agricoltura intensiva che avevamo richiesto ci sono stati negati», lo scrive in una nota il deputato M5S Riccardo Fraccaro, rinfocolando la polemica sullecriticità delle principale colture in Trentino.

«Dai vertici provinciali - prosegue il parlamentare - piovono rassicurazioni, ma la situazione attuale in Trentino legata all’uso dei prodotti fitosanitari disegna un quadro preoccupante. Un mese fa è stato autorizzato in deroga in bassa Vallagarina l’uso del Clorpirifos, un pesticida di cui da anni è nota la pericolosità. E intanto gli assessori Dallapiccola, Gilmozzi e Zeni continuano a parlare di agricoltura sostenibile».

Mentre sulla stampa e nell’opinione pubblica cresce l’attenzione al problema dell’elevato uso dei pesticidi in Trentino, i portavoce locali del MoVimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro e Filippo Degasperi denunciano l’indifferenza dei vertici provinciali che, sollecitati in questi mesi dalle interrogazioni e mozioni dei pentastellati, non hanno fatto altro che nascondersi dietro risposte elusive o falsamente rassicuranti.

La denuncia di Fraccaro e Degasperi parte dalla constatazione più grave: «La richiesta di accesso ai dati relativi ai casi di tumore per singolo comune, inoltrata dal consigliere provinciale Degasperi al Dipartimento salute e solidarietà sociale e quindi all’Apss, è stata respinta. Stiamo parlando di rischi reali, documentati da ampia e autorevole letteratura scientifica, che mettono in relazione il cancro e altre malattie legate al sistema endocrino, con l’esposizione ai pesticidi. E la Provincia, come sempre, tace. Ma negare il problema non ci pare certo una soluzione. La popolazione – soprattutto quella che risiede in aree di agricoltura intensiva – è spaventata e preoccupata».
La Provincia ha glissato anche sul glifosato, diserbante definito un “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, il cui uso nelle campagne e sulle strade trentine è stato denunciato dal MoVimento 5 Stelle del Trentino con due interrogazioni e una mozione».

Degasperi e Fraccaro hanno infine riferito le ammissioni dell'ente pubblico: «L’uso del glifosato ci è stato confermato dall’assessore Gilmozzi, il quale ha spiegato che il diserbante viene utilizzato “perlopiù all’inizio della stagione”, “soltanto in via residuale”, solo quando non si prevede pioggia e lontano da specchi d’acqua. Una risposta che non ci ha per nulla rassicurati, in quanto non esclude l’impiego lungo tutto l’arco dell’anno e nemmeno il rischio di contaminazione di fonti e corsi d’acqua.

Da parte del governo provinciale manca del tutto la volontà di risolvere il problema. E questo lascia nella preoccupazione e nello sconcerto. I rischi collegati all’uso intensivo di queste sostanze non possono più essere taciuti».

 


eBay ha reso milionari 88 italiani, il sito compie 20 anni

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Il commercio online ha fatto passi da gigante da quel lontano (per i tempi del web) 1995, quando nacque eBay. Oggi la sua community compie 20 anni, e ha cambiato radicalmente lo scenario degli acquisti e delle vendite. Solo in Italia, grazie a lei, 88 venditori eBay sono diventati milionari, hanno cioè fatturato nel 2014 almeno un milione di dollari, e rispetto all’anno precedente sono cresciuti del 20%. Da sito di aste che il suo creatore aveva programmato quasi per hobby, vendendo come primo oggetto un puntatore laser rotto, oggi eBay è diventato un vero e proprio centro commerciale globale: 157 milioni di compratori a livello internazionale, di cui 4,5 milioni solo in Italia, e 25 milioni di venditori professionali.

L’80% dei prodottiè nuovo e venduto a prezzo fisso: e questo trasforma il capostipite dei siti di aste online in quello che i suoi responsabili definiscono il più grande esempio di «Connected Commerce - come spiega Claudio Raimondi, General Manager di eBay in Italia - quello cioè di un commercio reso possibile dalle persone, alimentato dalla tecnologia e aperto a tutti. Ebay ha permesso a tante aziende in Italia di crescere e avere successo, come dimostrano i dati su quelle che nell’ultimo anno hanno realizzato un fatturato milionario: e sono le categorie Casa e Arredamento, Abbigliamento, Ricambi Auto e Moto ed Elettronica di consumo a trainare la crescita».

Bus de Vela, macchina finisce sopra il guard rail

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Incidente per fortuna senza gravi conseguenze nel primo pomeriggio di oggi al Bus de Vela. Una macchina ha sbandato ed è finita addosso al guard rail. Non ci sono feriti. 

Per alcuni minuti si sono registrati dei disagi alla circolazione. 

Trento, per le 12 circoscrizioni comunali tornano la «paga» e i gettoni di presenza

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I presidenti dei dodici consigli circoscrizionali di Trento torneranno ad avere uno stipendio mensile. Sarà molto più basso di quello che prendevano in passato, quando viaggiavano sopra i 1.700 euro al mese, ma con la delibera che il consiglio comunale affronterà nelle prossime settimane si torna in qualche modo a riconoscere anche dal punto di vista retributivo l’impegno richiesto a chi ricopre una carica del genere. Un impegno che oltre a un’applicazione quotidiana richiede la disponibilità a farsi carico delle tante sollecitazioni e richieste provenienti dal territorio di competenza.

La paga, secondo la proposta che la presidente del consiglio comunale, Lucia Coppola, presenterà nella commissione capigruppo lunedì prossimo, sarà inferiore a 877 euro lordi mensili, pari al 10% di quanto percepisce il sindaco. È il massimo che la legge regionale è disposta a concedere, avendo imposto quel limite, ma non tutti prenderanno la stessa cifra. La norma, attribuendo al consiglio comunale la potestà di decidere in materia, dice infatti che la retribuzione dovrà comunque essere proporzionale all’ampiezza del territorio amministrato e al numero di residenti nella circoscrizione. Le aree più grandi e popolose insomma garantiranno una maggiore paga. «Nella mia proposta - spiega Lucia Coppola - peraltro i due parametri tendono a compensarsi, nel senso che in molti casi le circoscrizioni più popolose, quelle di fondovalle, sono anche più piccole territorialmente».

Prima la commissione capigruppo e poi il consiglio comunale dovranno decidere anche se reintrodurre ed eventualmente quantificare i gettoni di presenza per la partecipazione alle sedute delle circoscrizioni. La presidente Coppola in questo caso, sapendo che tra i gruppi ci sono opinioni diverse in merito, non ha quantificato una proposta ma lascerà che essa scaturisca dal dibattito. In passato i consiglieri ricevevano un gettone di 60 euro per ogni seduta di consiglio e anche per la partecipazione alle commissioni circoscrizionali; ora le commissioni dovranno essere gratuite sia per gli esterni, come prima, che per i consiglieri. Il gettone potrebbe essere ripristinato a 60 euro, che è la cifra che prendono anche i consiglieri circoscrizionali di Bolzano ed è la metà di quanto prendono a seduta i consiglieri comunali di Trento e la stessa cifra che, come deciso a fine luglio, incasseranno per le sedute di commissione.

Il dibattito sull’opportunità o meno di retribuire l’impegno nelle circoscrizioni aveva tenuto banco a lungo alla fine della scorsa consiliatura. Partendo dalla considerazione che nel resto d’Italia le circoscrizioni sono state abolite nelle città sotto i 200.000 abitanti e che in regione rimangono solo grazie alle prerogative autonome, c’era chi sosteneva che sono una forma di impegno politico e civico che dovrebbe essere volontario. A favore di una retribuzione invece la considerazione sulle spese che devono affrontare i consiglieri di circoscrizione per portare avanti dignitosamente il loro mandato e l’impegno che ci deve mettere un presidente anche in termini di tempo.

L’orientamento che sta prevalendo è il secondo, ma la condivisione dovrà essere solida e trasversale. La delibera della giunta regionale che ha introdotto il regolamento su retribuzioni e indennità degli amministratori locali da qui al 2020, la numero 54 dell’aprile scorso, stabilisce infatti all’articolo 8 che sia la reintroduzione dei gettoni nelle circoscrizioni che la retribuzione dei presidenti debbano ricevere il via libera dal consiglio comunale con una maggioranza dei due terzi, una maggioranza e un punto di equilibrio che potrebbero non essere facili da trovare.

Luxottica, trattative in corso sulla «staffetta generazionale»

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Staffetta generazionale in Luxottica. Per ora si tratta solo di un'ipotesi di lavoro sul tavolo delle trattative tra azienda e sindacati confederali. Ma la partita è aperta, e molto interessante. In pratica, l'ipotesi in esame (la partita si sta giocando in Veneto, nella casa madre di Agordo, ma il risultato sarà applicato a tutte le sedi del colosso degli occhiali, quindi eventualmente anche allo stabilimento di Rovereto) prevede che chi è vicino alla pensione (entro tre anni) accetti di lavorare solo mezza giornata, mantenendo però i pieni contributi previdenziali, e permettendo così che un parente (direttamente il figlio, magari) venga assunto a tempo pieno in azienda e che in prospettiva di lungo periodo lo sostituisca.
 
I rappresentanti dei lavoratori hanno calcolato che sarebbero già diverse decine, nello stabilimento di Agordo, gli operai interessati alla proposta allo studio dei dirigenti del gruppo leader mondiale dell'occhialeria. Una formula non nuova, ma certamente insolita per il panorama trentino, dove gli esempi analoghi si contano sulle dita di una mano. Una prospettiva che potrebbe essere avvalorata dalla nuova legge di stabilità, che potrebbe incentivare l'operazione con la decontribuzione Inps per tre anni dei neo assunti. 
 
Per conto suo l'azienda non rilascia alcun commento, preferendo rimandare il tutto all'eventuale approvazione - caso mai dovesse verificarsi - del provvedimento. 

Yara: la madre, quel giorno aveva preso voti bellissimi

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Yara Gambirasio, il 26 novembre 2010, quando scomparve, aveva ricevuto il "pagellino" ed era "contentissima perché aveva preso voti bellissimi". Lo ha detto la mamma della 13enne uccisa deponendo come testimone nel processo a Massimo Bossetti che, per la prima volta, è uscito dalla gabbia degli imputati e siede accanto ai suoi avvocati.

Maura Panarese ha cominciato la sua deposizione nel processo a Massimo Bossetti senza tradire particolari emozioni e ha cominciato a rispondere alle domande del pm senza rivolgere lo sguardo a Massimo Bossetti che si trova accanto ai suoi avvocati, in camicia bianca a maniche corte e jeans.

Maura, dopo avere descritto la settimana tipo di Yara, rispondendo alle domande del pm Letizia Ruggeri, ha cominciato a raccontare nel dettaglio che cosa accadde quel 26 novembre 2010 in cui la figlia scomparve per essere poi trovata uccisa esattamente tre mesi dopo. L'ultima volta che vide Yara (e spesso ricordando la figlia la donna ha sorriso) stava facendo i compiti e, una volta finito, avrebbe portato uno stereo nella vicina palestra che frequentava.

"Mamma abbiamo un sacchetto?", le chiese la tredicenne e Maura Panarese, con una battuta, rispose: "Figurati se guardano tutti te che porti lo stereo". Una volta accortasi che la figlia era in ritardo rispetto a quanto avevano stabilito, non vedendola tornare, aveva composto il numero del suo cellulare che aveva fatto due o tre squilli ed era poi scattata la segreteria telefonica. Chiamò i responsabili della palestra i quali dissero che Yara era uscita intorno alle 18.30. Fecero altre telefonate e poi, con il marito, chiamarono i carabinieri. 

Yara era rimasta "molto impressionata" dalla vicenda di Sarah Scazzi, la ragazza di Avetrana uccisa l'estate precedente alla scomparsa della tredicenne bergamasca, ha detto la mamma rispondendo alle domande dei difensori di Bossetti i quali le chiedevano per quale ragione la tredicenne avesse fatto ricerche su internet riguardo alla violenza sulle donne.

Uomo in cella con Bossetti scrive a madre ragazza - I giudici della corte d'assise di Bergamo, davanti ai quali è in corso il processo a Massimo Bossetti, hanno acquisito una lettera inviata alla madre di Yara Gambirasio da Loredano Busacca, il pregiudicato che raccontò di avere raccolto le confidenze di Bossetti, riguardanti il delitto, in un periodo di comune detenzione nel carcere di via Gleno a Bergamo. Nella lettera Busacca definisce "animale" Bossetti e lo definisce "spavaldo", dicendosi disposto a ribadire le presunte confidenze ricevute. Il presidente della Corte ha acquisito la lettera, su richiesta delle parti civili e con l'opposizione della difesa di Bossetti, precisando che "non si tratta certamente di prova in relazione al reato". Busacca era già stato sentito dal pm Letizia Ruggeri, nel corso delle indagini, ed era stato ritenuto inattendibile. Dopo un periodo in comunità è tornato in carcere in quanto coinvolto in una serie di rapine. Su richiesta della difesa di Bossetti, invece, la madre di Yara farà avere all'ufficio del pm il diario scolastico della ragazza, in modo tale che le parti possano consultarlo. Il diario, dopo le prime indagini, era stato restituito alla famiglia.

A Casatta un solo bimbo per la prima

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Anche nella più piccola scuola del Trentino, ieri, sono ricominciate le lezioni: a Casatta, minuscola frazione del comune di Valfloriana, bastano otto banchi per far sedere gli alunni dalla prima alla quarta classe elementare. La quinta quest'anno non c'è, mentre la prima è rappresentata da un unico bambino. Due sono gli extracomunitari. Un po' più numerosa - ma neanche troppo - la scuola elementare di Capriana, che fa capo allo stesso istituto comprensivo, quello di Cavalese. Qui sono 28 i bambini che ieri hanno ricominciato l'anno scolastico. E, stando ai numeri dell'ufficio anagrafe del comune, nei prossimi anni sono destinati a diminuire ancora. Quest'anno sono quattro quelli che frequentano le aule per la prima volta, gli altri vanno fino alla quarta elementare. La quinta, anche qui, stavolta non c'è.

«Basterebbe un ponte per ridare vita a queste due comunità, un collegamento tra le due sponde dell'Avisio che separano i due paesi a un chilometro e mezzo circa in linea d'aria» commenta Marco Felicetti , da cinque anni dirigente dell'istituto comprensivo di Cavalese. «Ma queste sono scelte che deve fare la politica, scelte logistiche che al momento rendono davvero improbabile una fusione tra le due scuole». Entrambe le strutture, infatti, non hanno i requisiti per poter essere accorpate ad un altro istituto. Il più vicino, in entrambi i casi, è quello di Molina. Ma raggiungerlo, sia da Casatta che da Capriana significherebbe costringere questi bambini a percorrere ogni giorno sia all'andata che al ritorno nove chilometri di strada. E considerando il fatto che molti di loro non vivono in paese ma nei masi collocati più in alto rispetto ai centri abitati, il tempo di percorrenza aumenterebbe notevolmente.

Ecco perché non si è pensato ad una riorganizzazione delle scuole qui, nonostante la Provincia abbia stabilito che sotto i quaranta alunni una struttura debba essere accorpata ad un'altra. A meno che quest'ultima non disti più di cinque chilometri. «Indubbiamente la scuola elementare di Casatta, assieme a quella del Tonale, è la più disagiata del Trentino» afferma Marco Felicetti, che ogni mese puntualmente fa il giro delle strutture per parlare con i suoi piccoli alunni e cercare di capirne le esigenze, di ascoltarne le storie. «Abbiamo personale di ruolo ed un buon rapporto con le rispettive amministrazioni comunali che garantiscono la qualità della scuola, anche se naturalmente la situazione è diversa dalle altre realtà». Del resto i numeri sono ridotti, ma la passione di insegnanti e dirigenti è la stessa. E come ha affermato Marco Felicetti ieri durante i discorsi del primo giorno: «La scuola, bambini, è un atto d'amore nei vostri confronti».

A Milano si ritira latte materno a casa

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Parte a Milano il primo servizio di raccolta a domicilia di latte materno. Si chiama 'Human Milk Link' ed è stato presentato a Expo, nello spazio Women. Partirà a Milano da ottobre: con un''Ape Milk', veicolo allestito con cella frigorifera e guidato da ostetrici, ritirerà latte materno dalle case delle mamme che ne hanno fatto richiesta e, tramite le Banche del Latte, lo distribuirà negli ospedali più vicini.

Il progetto sarà poi ampliato anche ad altre grandi città italiane (Roma, Torino, Firenze, Bari, Palermo). "In Italia si raccolgono ogni anno meno di 10mila litri di latte materno - ha spiegato a Expo il pediatra e neonatologo Guido Moro, presidente di Aiblud (Associazione italiana banche del latte umano donato) -. Ce ne vorrebbero quantità tre volte superiori per tutti i neonati prematuri, a cui questo latte può salvare la vita". L'etoile Elenora Abbagnato ha fatto da madrina alla presentazione, inaugurando uno degli "Ape Milk". Davanti allo Spazio Donne, flash mob a cura di Balich Worldwide Shows.


Eutanasia e testamento biologico Seminario sulle scelte del fine vita

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È uno dei temi etici più spinosi, e importanti, che siamo oggi chiamati ad affrontare, in tutte le sue declinazioni: accanimento terapeutico, sospensione delle cure, eutanasia, testamento biologico, accertamento della morte, autonomia della persona.
Negli anni scorsi il dibattito è stato spesso inquinato da visioni parziali, ideologiche quasi da ultras, pro o contro le risposte che via via sono state date a questi grandi quesiti.

E proprio questi temi saranno al centro di un seminario promosso dall’assessorato provinciale alla salute e politiche sociali, in programma dalle 8.30 alle 14.00 presso l’Auditorium del Centro servizi
sanitari in Viale Verona a Trento.

«Nel 2013 - scrivono gli organizzatori - la Giunta provinciale ha dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di elaborare modalità di raccolta e registrazione delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario dei soggetti interessati, garantendo l’informazione al medico curante. Le proposte trentine vengono presentate in occasione di questo seminario mettendole a confronto con esperienze di altre realtà, anche nell’ottica di stimolare un dibattito costruttivo con le professioni sanitarie».

Ecco il programma completo del seminario: 

 

Le interminabili attese ai passaggi a livello

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Non è la prima volta che al giornale arrivano delle lettere di protesta per il tempo d'attesa al passaggio a livello della Trento-Malé. Ecco l'ultima.

La lettera di Paolo Pangrazzi (Monclassico)

Intendo esprimere la mia opinione in riguardo ai tempi di attesa sui passaggi a livello della Trento-Malé; mi riferisco ai passaggi a livello in Val di Sole, ma mi risulta che la situazione sia analoga anche altrove. Il tempo di attesa al passaggio del treno è esagerato, e non ha alcuna giustificazione che sia riconducibile ai parametri di sicurezza di passaggi a livello di questo genere. Non so se sono l'unico a chiedere spiegazioni: so di non essere l'unico a lamentarsi della situazione. Nell'eventuale risposta immagino che farete i soliti riferimenti alle normative europee. Allora perché i numerosi passaggi a livello sull'analoga ferrovia che va da Innsbruck alla Stubaital, sono senza barriere e regolati da semplice semaforo, con tempi di attesa di una manciata di secondi? Questo perché gli austriaci sono incoscienti? No, forse sono più attenti alle esigenze dei loro cittadini.

Il solerte funzionario di Trentino Trasporti preposto a tali disposizioni mi spieghi il motivo per cui le barriere a Monclassico si devono abbassare quando il treno arriva a Dimaro o a Croviana, e noi lì come dei polli per diversi minuti ad aspettare che il nostro romantico trenino dei castelli arrivi alla fermata (adiacente al passaggio a livello), si fermi, quindi riparta lentamente proseguendo la sua missione di emerito rompiscatole sugli altri passaggi a livello. Situazione analoga a Terzolas (con attese particolarmente lunghe), Cavizzana, Cis ecc.. Non sottovalutiamo il fatto che fra le auto in coda ci potrebbero essere delle ambulanze o dei mezzi dei vigili del fuoco in emergenza, e qualche minuto per un automezzo in soccorso può essere importante.

Non tirate in campo la sicurezza, perché sarei tentato di commentare con delle espressioni che preferisco evitare. Non ditemi nemmeno che qualche minuto non è poi così importante, perché i nostri minuti li utilizziamo, o li sprechiamo, come meglio crediamo, e non certo fermi su una strada con una sbarra bianca e rossa davanti al naso e un punto di domanda sopra la testa. Ormai siamo abituati a dover subire impotenti le decisioni che ci vengono calate dall'alto dai burocrati strapagati che affollano i nostri pubblici uffici; ma qualora ci fosse un responsabile in grado di prendere decisioni in merito, gradirei avere una risposta, che non sia il solito rinvio a un inattaccabile elenco di articoli, disposizioni e direttive. Comunque fra le nostre risorse ci sarebbe anche chi è pagato per verificare, valutare ed e eventualmente modificare, anche le leggi. Ma forse sarà più facile trovare funghi nel Sahara che risolvere il problema.

Scontro fra tre auto a Vezzano, cinque feriti

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Sono tre le auto coinvolte nel tamponamento avvenuto verso le 13.30 a Vezzano, lungo la Gardesana in direzione Riva del Garda. Cinque le persone ferite, di cui quattro accompagnate per accertamenti al pronto soccorso del Santa Chiara di Trento ed una che invece ha rifiutato il trasporto.

Da quanto emerge dai primi accertamenti sarebbe stata l'ultima auto a causare lo scontro, la Panda di una ditta condotta da una ragazza: l'automobilista non si sarebbe accorta che la Micra che la stava precedendo era ferma in attesa che la Mercedes davanti svoltasse a sinistra nel parcheggio dell'hotel Vezzano.

Sul posto sono intervenute tre ambulanze, seguite dai vigili del fuoco volontari di Vezzano e dai carabinieri.

Eurobasket, domenica alle 18.30 contro l'Italia c'è Israele

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Sarà Israele domenica alle 18.30 a Lilla l’avversario dell’Italia negli ottavi di finale degli Europei di basket. Gli azzurri si sono classificati terzi nel loro girone e così sfideranno i secondi del girone vinto dalla Francia, impegnata domani sera in casa contro la Turchia.

«Ieri sera abbiamo pagato il conto di 5 partite toste in 6 giorni - ha commentato il ct Simone Pianigiani riguardo al match perso con la Serbia - . Oltre a Datome, abbiamo dovuto rinunciare a Belinelli e avevamo in campo diversi giocatori con problemi fisici. Dispiace perché avremmo voluto giocare una partita più solida. Noi non siamo la Serbia, non per qualità ma per abitudine a giocare con questo ritmo 5 partite consecutive. Esperienze come la gara di ieri sono per noi molto utili, anche se mi piacerebbe rigiocare il match tutti sani e tutti insieme. I ragazzi sono stati bravi a uscire indenni da questo girone e a non farlo come quarta squadra qualificata. Sapevamo che per arrivare a Lilla avremmo dovuto fare due grandi colpi e ci siamo riusciti. Complimenti alla Serbia; ora però dobbiamo resettare tutto e provare ad entrare per la seconda volta nelle prime otto formazioni d’Europa».

Ipertensione, fumo, smog Ecco i nostri «big killer»

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Ipertensione, fumo, dieta sbagliata, inquinamento. Tutti fattori di rischio per la salute che si potrebbero evitare, risparmiando 30,8 milioni di morti in tutto il mondo. A stilare la top ten è uno studio internazionale coordinato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation pubblicato da Lancet, che vede proprio nella pressione alta il primo «big killer», capace di fare oltre 10 milioni di morti.

I ricercatori hanno analizzato la prevalenza di 79 fattori di rischio in 188 paesi nel 2013. Al secondo posto c’è il fumo mentre al terzo c’è il sovrappeso, seguito nella ‘classifica generalè dal mancato controllo della glicemia, da una dieta troppo ricca di sodio, da un consumo scarso di frutta e verdura, dalle polveri sottili, dall’inquinamento indoor, dal colesterolo alto e, al decimo posto, dall’alcol.

Se si scompone la classifica fra uomini e donne i primi tre fattori rimangono gli stessi per i maschi, mentre per le donne al secondo posto c’è il sovrappeso mentre al terzo c’è lo scarso controllo della glicemia. Per quanto riguarda i bambini sotto i 5 anni il fattore di rischio principale è la malnutrizione. «C’è un grande potenziale per migliorare la salute evitando fattori di rischio come fumo e dieta sbagliata, così come migliorando quelli ambientali come lo smog - spiega il direttore dell’istituto Christopher Murray -. La sfida sarà usare questi numeri per guidare gli sforzi di prevenzione e le politiche sanitarie».

La ricerca ha evidenziato grandi differenze regionali, sottolineano gli esperti. In Medio Oriente e America Latina, ad esempio, è l’alto indice di massa corporea il killer principale, mentre in Asia prevale l’inquinamento. Per l’Italia dall’analisi, a cui per hanno partecipato i ricercatori dell’Ospedale Burlo Garofolo di Trieste, risulta che i fattori che nel 2013 hanno più inciso sulla salute degli italiani sono pressione alta, alto indice di massa corporea, fumo, iperglicemia, disfunzioni renali, colesterolo alto, una dieta troppo ricca di sale, alcol, sedentarietà e osteoporosi.

«Sono quasi tutti prevenibili - sottolinea Luca Ronfani, del Burlo Garofolo -. In Italia, infatti, lo stato di salute potrebbe migliorare notevolmente  facendo scelte alimentari più salutari, regolare esercizio fisico e dicendo addio alle sigarette. Appare evidente, quindi, il ruolo chiave degli stili di vita: hanno un impatto enorme sulla salute in termini di mortalità e disabilità».

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