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Curare le allergie con le mele Al via «AppleCare» a Laimburg

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Una terapia immunologica con le mele, varietà ipoallergeniche di mele e una banca dati clinica: sono gli obiettivi a cui mira il progetto di ricerca «AppleCare». Allo studio collaborano il Centro di sperimentazione «Laimburg», il reparto di dermatologia dell’ospedale di Bolzano, l’Istituto di chimica organica dell’Università di Innsbruck e la Clinica universitaria per dermatologia, venereologia e allergologia di Innsbuck.

In particolare si indagherà l’impiego mirato di mele per sviluppare una terapia contro l’allergia al polline della betulla, una delle più aggressive e frequenti che proprio in questi giorni raggiunge il suo picco. Infatti, le mele e il polline di betulla presentano similitudini strutturali; nel polline di betulla è una proteina a scatenare le reazioni allergiche, che presenta analogie con una proteina presente nelle mele.

Nel corso dello studio si testerà un trattamento dell’allergia da polline tramite l’assunzione controllata di porzioni di particolari varietà di mele.
Inoltre, si punta a individuare varietà di mele ipoallergeniche, ovvero con un potenziale allergenico contenuto, in modo tale che possano essere assunte anche da persone allergiche alle mele.

Grazie al progetto di ricerca, finanziato con fondi europei Fesr tramite il programma Interreg V A Italia-Austria con un investimento di circa 800mila euro, si punta anche a costituire una banca dati riferita ai pazienti allergici di Alto Adige e Tirolo al fine di fornire informazioni utili a futuri studi clinici.


La stagione degli amori al lago di Cei

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Il maschio del rospo comune (bufo bufo) si aggrappa sulla schiena della femmina che è piu grande del maschio e si fa trasportare fino nel lago di Cei dove la femmina depone le uova nel lago. Allora il maschio si stacca dalla sua schiena e feconda le uova. Poi dalle uova si schiudono i girini, che diventeranno a loro volta piccoli rospi (video di Andrea Frapporti).

Rugby femminile e stereotipi di genere Convegno a Trento con la capitana azzurra

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Ci sarà anche la capitana della nazionale femminile italiana di rugby, Sara Barattin, domani (sabato 25) al convegno «A che gioco giochiamo? - Stereotipi di genere e sport» in programma nella sala polifunzionale del Cus in via Giovanni Prati 10 a Trento a partire dalle ore 15.30. Si tratta dell’evento conclusivo del progetto «ImMISCHIAmoci» promosso dal Rugby Trento in collaborazione con con l’Associazione Te@ e il Csi e sostenuto dalla Provincia.

Sono previsti anche gli interventi di Maria Cristina Tonna, responsabile federale nazionale del settore femminile del rugby, della psicologa Maria Giulia Panetta, di Chiara Paoli dell’Associazione culturale Te@ e di Stefano Ciccone, presidente dell’Associazione maschile plurale. Nell’occasione sarà esposta la mostra fotografica «Gioco a rugby perché…» che contiene scatti delle atlete e atleti della prima squadra, Under 18 e Minirugby (U10) del Trento.

Per quanto riguarda il rugby giocato, le formazioni del Trento in questo fine settimana saranno tutte impegnate in trasferta ad eccezione dell’Under 18 che domenica alle 11 in via Fersina affronterà il Sudtirolo.

Svegliate dai ladri in casa Paura per 3 studentesse

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Sono stati istanti di paura quelli vissuti da tre studentesse universitarie che, nel cuore della notte tra mercoledì e ieri, hanno sorpreso due ladri nel loro appartamento di Trento nord.

È accaduto in via Bolzano, poco prima delle 3.30 di ieri, quando una delle studentesse è stata svegliata da alcuni rumori. Non appena ha aperto gli occhi si è ritrovata faccia a faccia con due giovani che, vistisi scoperti, sono fuggiti portando con sé quello che avevano raccolto fino a quel momento.

Terrorizzata, la ragazza, assieme alle due inquline che sono state risvegliate dal trambusto, ha chiamato le forze dell’ordine: una pattuglia delle volanti della polizia ha subito raggiunto l’appartamento di via Bolzano, mentre altri agenti hanno subito iniziato le ricerche dei due: fondamentali le indicazioni delle ragazze, soprattutto della sfortunata che si è vista i due davanti aprendo gli occhi.

Ripresesi dallo spavento, le studentesse hanno subito iniziato a valutare che cosa i due avessero portato via: purtroppo mancavano all’appello tutti i loro smartphone oltre ad altri articoli elettronici come tablet e a qualche prezioso che le giovani avevano in casa.
Le ricerche dei due «topi d’appartamento», che si scoprirà poi essere una coppia di marocchini entrambi di vent’anni, si sono concluse ancora nella notte: grazie al segnale gps lasciato da uno degli smartphone delle ragazze, per i poliziotti è stato piuttosto agevole individuare il punto in cui si trovava la refurtiva e, presumibilmente dunque, anche la coppia di ladri. I due nordafricani sono stati individuati in stazione a Trento, mentre tentavano di nascondersi all’interno di uno dei convogli fermi sui binari.

Una volta individuati e bloccati dai poliziotti, i due sono stati accompagnati in questura dove gli agenti hanno potuto trovare loro addosso non solo beni rubati alle tre studentesse ma anche altri telefoni ed altri gioielli di cui i due non hanno saputo fornire giustificazione: sono molto probabilmente frutto di altri furti messi a segno prima di colpire l’appartamento delle ragazze. I due sono stati nel frattempo accompagnati in carcere a Spini con l’accusa di furto in concorso.

De Rossi e Immobile gol L'Italia batte l'Albania 2-0

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L’Italia ha battuto l’Albania 2-0 (1-0) in una partita del gruppo G di qualificazione ai Mondiali 2018. I gol, nel primo tempo al 12’ di De Rossi su rigore, nel secondo tempo al 26’ di Immobile.

ITALIA (4-2-4): Buffon; Zappacosta, Barzagli, Bonucci, De Sciglio; De Rossi, Verratti; Candreva, Belotti, Immobile, Insigne.
In panchina: Donnarumma, Meret, Romagnoli, Rugani, Darmian, D’Ambrosio, Parolo, Gagliardini, Verdi, Eder, Petagna, Sansone.
Allenatore: Ventura

ALBANIA (5-4-1): Strakosha; Hysaj, Veseli, Kukeli, Ajeti, Agolli; Lila (22° st Sadiku), Basha (43° st Latifi), Memushai, Roshi (34° st Grezda); Chikalleshi.
In panchina: Hoxha, Shehi, Alla, Aliji, Xhaka, Hyka, Balaj, Llullaku, Abrashi.
Allenatore: De Biasi

ARBITRO: Vincic (Slovenia)

RETI: 12° pt De Rossi (rig), 36° st Immobile

NOTE: Serata serena, terreno in buone condizioni. Spettatori: 33.136 per un incasso di 416.220 euro. Ammoniti: Memushaj, Agolli, Veseli, Roshi, Kukeli. Angoli: 11-3. Recupero: 1’; 10’.

Pivk e Barazzuol trionfano alla Sellaronda Skimarathon Tra le donne Valmassoi e Kreuzer

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Lanciata puntualmente alle ore 18 da Arabba in provincia di Belluno la 22a edizione del Sellaronda Skimarathon con 650 coppie di atleti da 19 nazioni al via. La prima variante del percorso ha deviato gli atleti sull'ostica salita della pista Lezuo verso il Passo Pordoi, che si raggiunge normalmente per la molto più dolce salita di Pont de Vauz. Stessa sorte è toccata agli atleti al Passo Pordoi, scavalcato quest'anno dalla parte di Sass Becé in corrispondenza delle piste di Belvedere.

Numerose le coppie favorite della vigilia in campo maschile, alla caccia dei 4.000 Euro di premio per la vittoria, quando il tempo record quest'anno non era in discussione, viste le numerose varianti al tracciato originale che non consentono un paragone equo. I primi due passi, quello del Pordoi e quello del Sella, per altro affrontato a partire dal Lupo Bianco, vista l'impossibilità di raggiungere, come di consueto, l'abitato di Canazei in Val di Fassa, come da pronostico sono stati affrontati dai primi senza grandi battaglie. I giochi si fanno sulle ultime due rampe, fino a quel momento è pura tattica e studio degli avversari. Sulla terza salita da Selva di Val Gardena verso Dantercepies al Passo Gardena sono le coppie Philip Götsch/Christian Hoffmann, Filippo Barazzuol/Tadei Pivk e Filippo Beccari/Martin Stofner a dare il ritmo, in preparazione alla discesa con tratto a piedi verso Corvara in Alta Badia e poi l'ultima salita, quest'anno molto più impegnativa, verso il Passo Campolongo.

Tra le donne, la bellunese Martina Valmassoi e la svizzera Viktoria Kreuzer in testa anche sulla terza salita, grazie al loro passo molto sostenuto. Scollinano per primi a Dantercepies Tadei Pivk/Filippo Barazzuol con circa 30'' di vantaggio su Bazzana/Collé, mentre Götsch/Hoffmann pagano una crisi dell'austriaco, costretto al cordino, e si devono accontentare del terzo posto provvisorio. Ranghi confermati anche all'ultimo cambio assetto a Corvara, dopo l'inedita frazione a piedi su sterrato e asfalto che collega Colfosco alla zona cambio in Alta Badia. Sull'ultima salita, che invece di passare da Planac quest'anno porta gli atleti in quota sulla pista del Boé, i giochi per il podio del 2017 sembrano fatti: Pivk/Barazzuol in testa seguiti da Bazzana/Collé e Götsch/Hoffmann. Ritmo alto per l'esperto Guido Giacomelli e il badioto Michael Moling che tentano di rientrare sui terzi poco prima dell'ultimo valico. Lo scollinamento di Bec de Roces, ultimo cambio assetto della gara, consacra infine il friulano Tadei Pivk e il piemontese Filippo Barazzuol quali vincitori del 22° Sellaronda Skimarathon con il tempo finale di 2:52.03 sui 42 km di percorso e 2.700 m di dislivello totali. Per il secondo posto la spuntano invece Fabio Bazzana/Franco Collé imponendosi su Philipp Götsch/Christian Hoffmann, distaccati rispettivamente di +2.43 e +3.39 dai vincitori. Per Tadei Pivk quella di quest'anno è la 4a vittoria nelle ultime 5 edizioni, conquistate con 4 compagni di squadra diversi.

Suspance sull'ultima salita anche in campo femminile, dove il duo di testa Valmassoi/Kreuzer patisce il frontalino difettoso dell'elvetica, che le frena sulle discese veloci. La friulana Dimitra Teocharis e l'austriaca Verena Krenslehner-Schmid colgono la palla al balzo avvicinandosi pericolosamente alle leader della gara.

Si decide tutto sull'ultima discesa, dove Valmassoi/Kreuzer riescono a mantenere il distacco minimo di 12 secondi fino sulla linea del traguardo, firmando il successo nella 22a edizione del Sellaronda Skimarathon con il tempo totale di 3:45.02. Terze con un distacco di 11 minuti circa, le italiane Corinan Ghirardi e Tatiana Locatelli. Categoria mista vinta dalla coppia altoatesina di Vipiteno Birgit Stuffer/Alexander Polig con il tempo di 3:41.04 davanti alla coppia austriaca Verena Hoffmann/Daniel Aschbacher (+3.30) e alla seconda coppia austriaca Marita Kröhn/Niklas Kröhn (+4.43).  

Ventura soddisfatto: «Questi azzurri hanno un mondo davanti»

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Appuntamento a Madrid, il 2 settembre. Se l’esperto De Rossi frena le attese («ora stiamo bene, ma è presto per parlare della sfida alla Spagna»), l’entusiasmo della giovane Italia si legge nelle parole di Marco Verratti: «Abbiamo ottenuto una vittoria fondamentale, e ora ce la giochiamo in Spagna», dice il centrocampista azzurro, protagonista della vittoria sull’Albania. «Anche in una serata non esaltante, abbiamo fatto un piccolo passo avanti», è l’analisi di Giampiero Ventura. «Sta nascendo qualcosa di importante per il futuro della nazionale - ha detto il ct azzurro - quando capiranno le cose che possono fare, a questi ragazzi si aprirà un mondo nuovo. Abbiamo iniziato una cosa nuova, eravamo nel secondo tempo padroni assoluti del campo, nel primo tempo non leggevamo bene la partita. Poi abbiamo preso coscienza e fatto il primo passo avanti. Le costruzioni avvengono per gradi».

«A parte il primo tiro, l’Albania non ci ha mai messo in difficoltà - ha aggiunto Ventura - e noi ogni volta che andavamo davanti potevamo essere pericolosi. Nel secondo tempo siamo cresciuti in maturità». Infine, una valutazione su Verratti: «La partita di stasera dice che non hanno senso le questioni se deve giocare in un centrocampo a due o a tre: ha fatto una grande partita. Ha disputato una partita di grandissimo spessore, non mi sono stupito, è un patrimonio della Nazionale: se Verratti sta bene, questo è Verratti. Un giocatore di spessore assoluto».

Ai complimenti si associa De Rossi, che stasera ha raggiunto Paolo Rossi a quota 20, nella classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi. «Con Verratti mi trovo benissimo: è il più bravo nel rubar palla e dartela al momento giusto», le parole del centrocampista azzurro. Festa anche per Buffon, a quota mille partite giocate questa sera.

«Contro una squadra, che si è schierata con una difesa a cinque, non era pensabile fare il 4-2-4 - la spiegazione tattica di Ventura alla partita -: l’Albania è una squadra che ha perso 2-0 contro la Spagna, ha fatto l’Europeo, non era facile, nella ripresa non hanno sfiorato il pallone, non abbiamo rischiato mai. Non mi fisserei sul modulo, è una questione di atteggiamento».

De Biasi si è detto «addolorato dal lancio di petardi da parte di nostri tifosi: da cinque anni sono qui, mai avrei immaginato di vedere una cosa del genere. È una cosa assurda, che non so spiegare». Ora l’Albania va incontro a pesanti sanzioni da parte dell’Uefa«. Non ci sono dimissioni in vista da parte del ct italiano, ma non è da escludere la possibilità che non rinnovi il contratto con l’Albania («ne parlerò a mente serena col presidente»), soprattutto dopo quanto avvenuto stasera.

Ventura ha fatto eco a De Biasi: «Per un attimo ho provato un senso di dispiacere, era una partita storica per l’Albania, sarebbe stato bello finirla in modo normale. Mi diventa difficile fare commenti. È un peccato, davvero, perchè si parlerà più di questo che di altro, sono di quelle cose che non fanno bene al calcio e scusate la frase fatta. Ringrazio invece i tifosi di Palermo, venuti in 30mila a sostenerci».

Celebrazioni Ue, a Roma scattano i cortei di protesta

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In occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario dei Tratttai di Roma, oggi si incrociano nella capitale numerose manifestazioni di segno diverso.

Critica sovranista da destra al progetto europeo e alla moneta unica cui si contrappone un orizzonte nuovamente nazionale; critica mondialista da sinistra per un disegno sociale e politico nel segno dell'eguaglianza e della redistribuzione di ricchezza; critica eurofederalista con richiami al rilancio di una visione più fortemente anti-nazionale e con attenzione ai bisogni delle popolazioni. Numerose, poi, anche all'estero, Gran Bretagna compresa, le iniziative sotto l'insegna di

Il corteo del blocco sociiale (movimenti, centri sociali e varie realtà antagoniste) si è mosso nel primo pomeriggio da Piramide, poco dopo la denuncia da parte di promotori (rilanciata da Globalprojet via Twitter) del fermo di polizia di un centinaio di attivisti.

Al momento il timore di disordini e intemperanze non ha trovato riscontri, ma la tensione è cresciuta quando la polizia ha cercato di impedire a gran parte del corteo del blocco sociale di raggiungere piazza Bocca della verità, punto d'approdo in centro.

Si confrontano visioni diverse, sullo sfondo dell'incontro fra i rappresentanti dei 27 Paesi Ue, che hanno firmato una dichiarazione in cui si richiama la necessità di rilancio del percorso anche piolitico dell'Unione europea.

 


Giovani scortesi sull'autobus «Seduti al posto degli anziani»

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Non tutti hanno la sensibilità per comprendere le esigenze altrui e per adottare comportamenti in linea con alcune regole di base, per esempio cedere in autobus il posto a sedere a persone più deboli.

Ecco una lettera di denuncia su un episodio a Trento arrivata, in proposito, alla nostra redazione.

"Venerdì verso le 17 - ci scrive una lettrice - prendevamo l'autobus da piazza fiera. Salite sul bbus io e mia figlia, trovavamo quattro ragazzi che hanno occupato anche due posti riservati a persone con ridotta di capacità motoriai.

Vicino a noi, in piedi, c'era anche un signore di una certa età, ma naturalmente per questi ragazzi tutti noi eravamo trasparenti.

Aloora ho messo la mia bambina di tre anni proprio davanti a questi ragazzi. Una bambina piccola in piedi, davanti a loro, ma facevano finta di niente.

E ho voluto di aspettare almeno due fermate per vedere se qualcosa cambiava. Purtroppo niente. 

Dopo due fermate, ho deciso di rivolgermi a uno di questi ragazzi, indicando il simbolo «posto per passeggero a ridotta capacità motoria». Ho detto: ragazzo, capisci cosa è scritto qui? Lui mi ha risposto subito «no». Quindi ho aggiunto: «Allora ti spiego io, anche se sono una cinese, che cosa vuol dire. Posto per passeggero con capacità ridotta. Non vedi che qui c'è una bambina di tre anni, proprio davanti a te?».

Dopo queste parole, altri suoi amici ridevano, dicendo «ma guarda che lui è proprio con capacità ridotta...».

Che rabbia quando sentito queste parole di questi giovani ragazzi, un comportamento proprio maleducato e bruttissimo.

Forse poi il ragazzo si è sentito un po' preso in giro e finalmente si è spostato, però pronunciando un po' di parolacce.

Un altro ragazzo invece rimaneva seduto tranquillamente sul suo posto, con una signora anziana non tanto lontana da lui.  Dopo altre due fermate i quattro giovani amici sonos cesi. 

Ho pensato che questi ragazzi hanno bisogno di essere educati, per comprendere che cosa vuol dire rispettare le persone e le regole di convivenza".

Perugia-Diatec Trentino: gara 2 di semifinale

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Niente da fare per il team di coach Angelo Lorenzetti nella gara 2 di semifinale playoff: Sir Safety Conad Perugia di Lorenzo Bernardi ha piegato 3-1 la Diatec Trentino, rimettendo in parità la serie (1-1).

Grandi emozioni nel primo set, con un finale al cardiopalma. Sul 28-28 un errore in primo tempo, con Giannelli e Solè che non si intendono su una 7 che finisce in rete perché chiusa troppo dal centrale. Quindi un muro di Perugia chiude il set 30-28.

Nel secondo parziale la qualità e l'agonismo calano, i trentini controllano fin dalle prime battute e chiudono in scioltezza 25-20 pareggiando dunque il conto dei set.

Parti invertite nel parziale seguente, con gli umbri che danno l'impresisone di controlalre fin dall'apertura e chiudono 25-19.

Il quarto set vede Trento condurrè fino a poco più della metà, poi però sale in cattefra il muro degli umbri che ferma prima Stopkr e poi  due voltelanza, portando la squadra avanti 22-19. Poi un ace di Nelli illude i trentini, ma un altro muro su Lanza porta Perugia al match-ball 24-21. L'errore al servizio di Ivan Zaytsev sembra riaprire le speranze degli ospiti, ma Lanza va sui nove metri e batte a sua volta in rete, consegnando la partita a Perugia, che così riportga in equilibiro la serie di semifinale: 1-1.

TABELLINO

Sir Safety Conad Perugia - Diatec Trentino 3-1 (30-28, 20-25, 25-19, 25-22)

Sir Safety Conad Perugia: De Cecco 0, Zaytsev 10, Podrascanin 9, Atanasijevic 22, Berger 11, Birarelli 3, Della Lunga 0, Tosi (L), Mitic 0, Bari (L), Buti 6. N.E. Chernokozhev, Franceschini, Paris. All. Bernardi.

Diatec Trentino: Giannelli 4, Urnaut 8, Solé 12, Stokr 16, Lanza 7, Van De Voorde 8, Nelli 2, Colaci (L), Chiappa (L), Mazzone T. 1, Mazzone D. 4. N.E. Blasi, Burgsthaler. All. Lorenzetti.

ARBITRI: Pasquali, Bartolini.

NOTE - durata set: 38', 26', 27', 29'; tot: 120'.

Ecco la cronaca nella nota stampa della Trentino Voilley

Lo starting six della Diatec Trentino ricalca perfettamente quello presentato in campo da Lorenzetti sei giorni prima al PalaTrento: Gianelli agisce in regia, Stokr nel ruolo di opposto, Urnaut e Lanza in posto 4, Solé e Van de Voorde al centro, Colaci libero. Senza Russell (infortunatosi seriamente in settimana), Lorenzo Bernardi dà fiducia a Berger nel sestetto di partenza della Sir Safety Conad, mettendolo in diagonale a Zaytsev; Birarelli, Podrascanin, De Cecco, Atanasijevic e Bari gli altri cinque titolari.

L’impatto sul match degli ospiti è ottimo, specialmente a muro, fondamentale in cui si esalta Solé: Trento tiene l’iniziale vantaggio di 5-3, grazie ad una buona continuità nella fase di cambiopalla (9-7, 12-10) e poi accelera ulteriormente capitalizzando un errore di Atanasijevic, che concede il +3 (15-12). I gialloblù arrivano al massimo vantaggio (18-14) con una ricostruita di Solé, ma poi subiscono il controbreak firmato da Zaytsev e Atanasijevic che rimettono in bilico l’andamento del set (22-21 e poi 23-23). Allo sprint la spunta Perugia che annulla tre palle set e poi alla quarta chiude approfittando di un errore di Solé e poi di un muro di Podrascanin su Urnaut per il 28-30 che manda le squadre al cambio di campo.

La Diatec Trentino non subisce il colpo e riparte di slancio nel secondo set, in cui ben presto Lorenzetti alterna Daniele Mazzone a Solé; proprio il centrale torinese firma i punti che consentono agli ospiti di accelerare da 11-11 a 15-12 con anche un ace diretto. Bernardi chiama time out e i suoi sfiorano la parità con Zaytsev al servizio (15-14). Trento fiuta il pericolo e riparte con Stokr (18-14), ben spalleggiato in questo caso da Lanza, che con i suoi attacchi difende il cospicuo vantaggio sino in fondo (23-19). L’1-1 arriva sul 25-20 con un attacco di Van de Voorde.

Perugia si scuote in avvio di terzo parziale, sfruttando al massimo qualche errore diretto degli avversari. Gli attacchi out di Stokr e Urnaut proiettano gli umbri sul +3 (7-10), costringendo Lorenzetti ad interrompere il gioco. Con Solé, di nuovo in campo al posto di Mazzone da inizio set, in attacco i gialloblù si riportano immediatamente in carreggiata (10-10) ma è una situazione instabile perché Perugia con Atanasijevic riaccelera (12-15). Lorenzetti rigetta nella mischia Daniele Mazzone (stavolta per Van de Voorde), ma stavolta l’avvicendamento non porta i frutti desiderati perché Perugia difende il vantaggio (15-19, 19-23) e chiude agevolmente con un errore a rete di Lanza (19-25).

La Diatec Trentino non si arrende e nel quarto parziale trova immediatamente la risposta che le serviva; con Lanza al servizio (un ace diretto) si porta sul 8-4, approfittando di una pausa in ricezione degli avversari. Perugia prova a risalire la china con Buti e Podrascanin; arriva sino al 12-11, poi Stokr ricomincia il suo show in attacco permettendo ai gialloblù di conservare due lunghezze di vantaggi (18-16). Perugia serra il ritmo in fase di break point e con Zaytsev (attacco e muro) ribalta la situazione (19-21). E’ lo strappo decisivo perché poi Perugia chiude i conti su 22-25.

«Le mani nel cuore»: nelle foto la speranza dei bambini malati

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Più di due anni di lavoro, oltre 100 splendide fotografie, 157 pagine e un viaggio a fianco dell’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo in 5 Paesi in via di sviluppo: Siria, Kurdistan, Egitto, Camerun e Senegal.

A far da fil rouge, la storia di un medico che ha fatto della cura delle cardiopatie congenite la sua ragione di vita: il professor Alessandro Frigiola, fondatore  e presidente della onlus.

Sono questi gli ingredienti del libro fotografico «Le mani nel cuore» del fotoreporter Giovanni Porzio, presentato oggi a Rovereto al Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

All’evento, oltre all’autore, erano presenti il vice presidente di Bambini Cardiopatici nel Mondo, Marco Di Terlizzi, la giornalista di News Mediaset, Gabriella Simoni, e l’artista Luca Lagash, che ha contribuito a inserire la presentazione del libro nell’ambito del ciclo Dialoghi #OP17 Special Edition (www.op17.it). Paolo Grigolli, direttore della Trentino School of Management ha moderato la discussione.

Tra il 2015 e il 2016, Giovanni Porzio ha seguito le missioni operatorie della onlus che da oltre 20 anni si impegna per offrire una speranza di vita a migliaia di bambini affetti da cardiopatie congenite in quei Paesi dove l’insufficienza di strutture cardiochirurgiche, la mancanza di formazione per medici e infermieri o gravi situazioni di guerra rendono tragicamente difficile garantire anche le più basilari cure pediatriche.

Ne è nato un ricco reportage di immagini e storie per ognuno dei 5 Paesi, tenute insieme dalla figura del professor Alessandro Frigiola che ha “aperto” a Porzio le porte delle sale operatorie degli ospedali e dei centri dove Bambini cardiopatici nel Mondo compie le proprie attività umanitarie da oltre 20 anni.

“Con questo libro” – ha dichiarato Giovanni Porzio– “ho voluto testimoniare la fragilità di un mondo che rischia di decomporsi sotto i bombardamenti e per l’inadeguatezza delle cure mediche. Contemporaneamnete le foto raccontano anche un mondo fatto di impegno, sacrificio, solidarietà da parte di medici e infermieri che dedicano volontariamente parte del proprio tempo a una missione così nobile come quella di provare a dare un contributo fondamentale alla salvezza di tanti bambini”.

Il libro di Giovanni Porzio non sarà in vendita nei tradizionali canali di distribuzione. Per ricevere una copia de Le mani nel cuore sarà sufficiente contattattare l’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo (www.bambinicardiopatici.it) ed effettuare una donazione minima di 30,00 che sosterrà le iniziative benefiche in programma per il 2017.

“Giovanni Porzio è da anni un amico della nostra Associazione” – ha dichiarato Marco Di Terlizzi, vice presidente di Bambini Cardiopatici nel Mondo. “Siamo orgogliosi che la storia personale e professionale del professor Frigiola sia stata raccontata con le parole e le fotografie che da sempre contraddistingono il suo stile inconfondibile. Negli ultimi mesi stiamo lottando per raccogliere sempre più fondi per supportare le nostre iniziative, senza le quali il destino di migliaia di bambini sarebbe inevitabilmente segnato. Le mani nel cuore rappresenta un’occasione per leggere la nostra storia, apprezzare fotografie inedite e allo stesso tempo contribuire in maniera importante alla nostra causa”.

La presentazione del libro di Giovanni Porzio si inserisce nel ciclo Dialoghi #OP17 Special Edition, nell’ambito delle iniziative culturali legate al processo di svuotamento del Lago di Molveno per consentire la manutenzione degli impianti per la produzione di energia idroelettrica. Esiste un’analogia tra il processo di svuotamento e riempimento del lago e le operazioni svolte dai chirurghi dell’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo: così come il lago viene privato temporaneamente della sua preziosa acqua e poi nuovamente riempito, i medici nella quotidianità delle sale operatorie fermano temporaneamente il flusso di sangue e lo “deviano” verso vasi artificiali fino a quando nei bambini operati si ristabilisce la normale circolazione dei fluidi che li restituisce alla vita. Bambini Cardiopatici nel Mondo ha quindi legato da subito il suo nome a #OP17 e ha scelto il Mart, partner dell’evento, per presentare per la prima volta al pubblico Le mani nel cuore.

Morti d'amianto ma nessuno ha colpa Assolti gli amministratori Rheem Radi

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Di amianto si muore e, prima degli accorgimenti salvavita sui posti di lavoro, l’esposizione era tollerata dalla normativa vigente. Quella che, assieme alla difficoltà ad attribuire colpe personali (e i reati, per il codice penale, sono tutti «personali»), ha portato all’assoluzione di tutti gli imprenditori che tra gli anni Settanta e Novanta hanno trasformato Rovereto in una città industriale.

Un merito, quello di aver portato fabbriche e lavoro in Vallagarina, ma che a causa di un sistema ormai superato ha seminato anche dolore. Malattie professionali, certo, ma per i tribunali non attribuibili agli industriali accusati di omicidio colposo.

Dopo due casi che hanno «ballato» nelle aule di giustizia per oltre tre anni, la Cassazione ha rimandato indietro il terzo fascicolo, quello che riguarda l’assoluzione dei tredici amministratori delegati che, nel tempo, si sono avvicendati alla guida dell’Archifar, poi diventata Lepetit e infine Roferm fino al 1992.

Da lì in avanti il megastabilimento di Lizzana è passato a Biochemie e quindi Sandoz e la storia è decisamente cambiata in meglio.

Il caso in questione, come detto, è il terzo e viene dopo i due operai morti per mesotelioma e l’indagine della Procura nei confronti dei vertici della Rheem Radi. Prosciolti dal gup roveretano Riccardo Dies in udienza preliminare e poi assolti, dopo il dibattimento, dal giudice Carlo Ancona.

In mezzo, ovviamente, c’è stato il passaggio in Cassazione (con la sentenza del gup impugnata dalla Procura generale), una nuova udienza preliminare con il rinvio a giudizio degli imputati e infine, al pubblico processo con tanto di contraddittorio tra accusa e difesa, l’assoluzione.

Chi si aspettava un ulteriore, fondamentale a questo punto (visto che la Suprema corte, cassando il primo proscioglimento, contestava proprio il mancato dibattimento in carenza di una prova fortissima per prosciogliere gli imprenditori), passaggio romano è rimasto però a bocca asciutta.

Perché la Procura generale di Trento ha preferito chiudere il discorso, archiviando le morti per amianto come tali ma senza colpe di chicchessia. Certo, adesso partiranno le cause civili ma dal punto di vista penale le tante fedine penali che rischiavano macchie in questi anni sono rimaste pulite.

La relazione tra amianto, fabbriche lagarine e operai morti per mesotelioma sembra esserci stata per davvero. Per carità, manca ancora l’ultimo, ed ennesimo, ritorno dal gup Monica Izzo per i tredici amministratori Archifar e per il decesso di un lavoratore (avvenuto nel 2008 dopo soli due anni di pensione e 36 di catena) ma, di fatto, si tratta di casi fotocopia.

Insomma, tre inchieste diverse avviate dalla Procura ma con un finale uguale. Perché ha a che fare con fatti di decenni fa e i protagonisti alla sbarra sono già a ridosso del secolo di vita.

Per quelle tre morti sospette, però, la Procura di Rovereto si è davvero impegnata, ricostruendo il sistema fabbrica dell’epoca. In particolare le condizioni dentro l’allora Rheem Radi (due croci) e Archifar (una).

In tutti e tre i casi si tratta di persone che si sono ammalate e sono morte di mesotelioma pleurico, un particolare tipo di tumore strettamente legato all’inalazione di fibre di amianto. Gli operai, secondo i magistrati inquirenti, sono stati esposti all’asbesto in fabbrica.

Ma ad evitare condanne è intervenuto soprattutto il fatto che non sarebbe sufficientemente suffragata la teoria della «dose correlata», che renderebbe colpevoli tutti i responsabili dell’azienda nel corso degli anni, perché tutti avrebbero contribuito, in misura maggiore o minore, all’aumentare il pericolo di malattia per gli operai.

Brignone, gigante tricolore Bronzo per Laura Pirovano

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Il gigante femminile dei Campionati italiani assoluti di sci alpino incorona Federica Brignone. L’azzurra lombarda, recente dominatrice del gigante alle finali di Coppa del Mondo ad Aspen (Stati Uniti), oggi non ha avuto rivali nelle due manche che hanno assegnato lo scudetto rosa sulla pista Mediolanum dell’Alpe Lusia, in val di Fassa. Troppo più forte per tutte la campionessa del Centro sportivo Carabinieri che ha rifilato 3”14 di distacco a Francesca Marsaglia e 3”21 alla trentina Laura Pirovano, recente vincitrice del titolo iridato Juniores ad Are (Svezia).

«In gigante, agli Italiani avevo vinto solo una volta e dunque questa vittoria è una bella soddisfazione», commenta la vincitrice.  «Conquistare una medaglia agli italiani fa sempre piacere» afferma Laura Pirovano, terza assoluta e prima nella graduatoria Giovani davanti a Luisa Bertani e Lara Della Mea. «Sono molto soddisfatta, con questo bronzo assoluto chiudiamo in bellezza la stagione 2016-2017 di gigante».

Domani i Tricolori proporranno il gigante maschile: si gareggerà sempre sulla Mediolanum dell’Alpe Lusia. Lunedì 27 e martedì 28 marzo, invece, i Campionati italiani si trasferiranno a Passo San Pellegrino dove si svolgeranno lunedì la combinata alpina (supergigante e slalom) maschile e femminile, martedì il supergigante maschile e femminile. 

Vela, il meeting di Pasqua sul lago di Garda è già arrivato a 1030 iscritti di 28 nazioni

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Le novità di quest'anno dell'evento che è sul libro dei record è la partecipazione degli Stati di Portorico e della Thailandia

A 20 giorni dall’evento già 1030 pre-iscritti da 28 nazioni. Portorico e Thailandia le novità 2017.
Tra una settimana, venerdì 31 marzo, si chiuderanno definitivamente le pre-iscrizioni
 
Procedono a pieno ritmo le pre-iscrizioni della trentacinquesima edizione del Meeting del Garda Optimist, la più numerosa regata velica monoclasse al mondo organizzata dalla Fraglia Vela Riva nella settimana di Pasqua e certificata Guinness World Records nel 2012 con 1055 partecipanti effettivi.  La manifestazione inizierà ufficialmente mercoledì 12 aprile con la 3^ edizione della Country Cup, una speciale formula di regata stile Olimpiade, a cui può partecipare un solo rappresentante per nazione. Finora è stata la Danimarca a vincere tutte e due le edizioni disputate. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno sarà la volta della suggestiva cerimonia di apertura con tutti i partecipanti che attraverseranno il centro storico di Riva del Garda, preceduti dalla banda musicale. Da giovedi a domenica si disputeranno le regate di flotta, in batterie. 
 
Al momento le pre-iscrizioni -che si chiuderanno il prossimo 31 marzo - hanno raggiunto il numero di 1030 atleti; per ora 28 le nazioni pre-iscritte, con la novità di Portorico e Tailandia, che hanno registrato rispettivamente 5 e 3 timonieri. La maggiore partecipazione si registra invece per Germania, Italia, Danimarca, Svezia, Polonia, Finlandia, Norvegia, Russia, Ungheria.
 
Fervono i preparativi per accogliere al meglio i partecipanti, molti dei quali sono sul Garda Trentino con tutta la famiglia per le vacanze pasquali. Fondamentale l’aiuto dei genitori degli atleti fragliotti, che durante tutto il mese precedente alla regata si dedicano nel preparare i “pacchi gara” per ciascun partecipante. Anche quest’anno la manifestazione sarà trasmessa nei due giorni finali in live streaming grazie al supporto di Kinder + Sport, presente con un suo stand nel villaggio allestito per l'occasione, vero e proprio ritrovo dei ragazzi di tutte le nazionalità prima e dopo le regate, tra una sfida e l’altra a biliardino.
 
ALBO D’ORO
Il Meeting del Garda Optimist, sebbene non sia una regata a cui si accede per selezione e, anzi, vuole mantenere un suo spirito di grande festa della vela giovanile, offre l’opportunità ai giovani timonieri di esprimere il proprio talento in mezzo a così tanti avversari. L’albo d’oro è ricco di nomi, che dalla vittoria al Meeting del Garda Optimist sono passati negli anni a prestigiosi risultati internazionali: podi ai Mondiali Giovanili e prestigiose medaglie Olimpiche, titoli iridati e partecipazioni in Coppa America. E quest’anno l’albo d’oro si arricchisce con chi, dalla vittoria al Meeting del Garda Optimist nel 2013, ha conquistato un argento ai Mondiali Giovanili di fine 2016, in Nuova Zelanda. Alexandra Stalder infatti, sorridente vincitrice del Meeting di soli 4 anni fa, ha saputo tirar fuori quel talento e quella grinta, che tutti avevano già potuto apprezzare ai tempi dell’Optimist, vincendo l’argento nel 420 e contribuendo fortemente alla vittoria dell’Italia al Trofeo per Nazioni degli stessi Mondiali Giovanili. Una conferma di capacità tecniche e agonistiche dimostrata anche da Tomaz Copi, Gabrio Zandonà, lo svedese Oscar Angervall, il norvegese Siren Soot Sundby, il croato Fantela (oro 470 a Rio), Giulia Conti (quattro partecipazioni olimpiche e oro mondiale ed europeo 49er FX), tutti velisti che negli anni successivi al Meeting del Garda hanno raggiunto l'eccellenza.
 
STREAMING CON KINDER + SPORT, IL MEETING E’ SEMPRE PIU’ JOY OF MOVING
Al Meeting del Garda Optimist la tecnologia servirà per far vivere a più persone possibili l’unicità della manifestazione: anche quest’anno le fasi finali della regata organizzata dalla Fraglia Vela Riva saranno trasmesse in live streaming, avvicinando così alla vela e al Garda Trentino, anche chi non è presente a Riva del Garda. Kinder + Sport, impegnata nel progetto sociale, che mette in primo piano il movimento come stile di vita, parteciperà come partner ormai storico al Meeting del Garda Optimist, offrendo molte occasioni per condividere tale filosofia: grazie al live streaming sarà possibile far seguire l'evento a chi, domani, vorrà imparare ad andare a vela in una delle tante scuole federali o a chi potrebbe partecipare l’anno prossimo. Una proposta Joy of moving per una vita più attiva, che trova terreno fertile in tutte le attività proposte dalla Fraglia Vela Riva e dal territorio Trentino, sensibile e a sua volta promotore delle attività outdoor.
 
GUINNESS WORLD RECORDS
Nell’edizione del 2012 la manifestazione è stata certificata Guinness World Records, per essere la regata monoclasse più numerosa al mondo. Allora furono certificati 1055 partecipanti con almeno una regata portata a termine. Un ulteriore riconoscimento, che fa vivere ai giovanissimi partecipanti un’esperienza davvero indimenticabile tra mille vele concentrate sullo specchio acqueo più a nord del lago di Garda, il “Garda Trentino".

Treni diesel all'ex scalo Filzi «Così ci hanno presi in giro»

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«È un rumore sordo, che va avanti per ore. Parte a notte fonda, dopo le 4, e prosegue fino alle 6». Emanuela Varisco è esasperata. La portavoce del comitato di via Lavisotto e dintorni, che da anni si batte per mettere il silenziatore alla linea ferroviaria che corre accanto alle case, si sente presa in giro dalle ultime decisioni condivise da Provincia e Trentitalia di spostare il riscaldamento dei treni diesel del mattino dalla zona di corso Buonarroti all'ex Scalo Filzi, riammodernato e tirato a lucido proprio per questo.

Lo spostamento è una vittoria del Comitato antivibrazioni di corso Buonarroti, che ha risolto il problema di quella parte di residenti grazie a una sentenza del tribunale a cui è stata data esecuzione. Ma il problema è stato solo spostato un po' più in là e le parole dell'assessore Gilmozzi, che in una lettera del maggio scorso annunciava gongolante il risultato ottenuto, suonano come una presa in giro per la parte più a nord del quartiere. «Ma il nuovo scalo Filzi in zona Interporto cosa l'hanno fatto a fare?» chiede Varisco. Perché è evidente che se veramente si volesse eliminare il disagio dei residenti almeno il riscaldamento dei treni si dovrebbe spostarlo lontano dalle case, cosa che all'ex Scalo Filzi non avviene, essendo via Lavisotto parallela ai binari, con via Stoppani e i grani condomini a un tiro di schioppo, compreso il «Biscione» che da solo ospita centinaia di persone.

Il Comitato, che già nel 2014 aveva inviato un esposto alla procura per denunciare il grave inquinamento acustico della zona, certificato anche dall'Agenzia per l'ambiente, nelle scorse settimane ha organizzato una nuova raccolta firme in calce a un documento che integra l'esposto, che è stato inviato anche a Difensore civico, Provincia, Regione, Comune, Circoscrizione e Azienda sanitaria. La scelta specifica dello spostamento dei locomotori diesel è definita «sleale e discriminatoria» e il documento invita a promuove revisioni ambientali degne di tutela «nei confronti di tutti i cittadini».

Ma questo problema è solo l'ultimo rispetto alla situazione, denunciata da anni, di costante grave disagio causato giorno e notte dal passaggio dei convogli, specialmente quelli merci, che causano rumore e vibrazioni. Per limitare il danno più di un anno fa era stato firmato un protocollo d'intesa tra Provincia e Rete Ferroviaria Italiana relativo alla realizzazione di interventi di mitigazione dell'inquinamento. Il documento prevedeva che entro il 31 ottobre scorso si dovesse avviare la procedura di gara per i lavori di posizionamento delle barriere acustiche che doveva iniziare all'inizio di quest'anno. La clausola però dice «compatibilmente con l'avvenuto reperimento delle risorse necessarie». E visto il silenzio delle parti evidentemente non sono stati stanziati i soldi e il progetto, atteso da anni, non è partito.

Infine le vibrazioni. Un problema che alla lunga oltre al disturbo potrebbe portare - secondo il Comitato - anche potenziali danneggiamenti strutturali alle abitazioni. Da qui la richiesta di avviare una specifica fase di studio.
La nota integrativa, su cui sono state raccolte più di cento firme, era stata scritta assieme a Adriano Rizzoli, l'ambientalista scomparso qualche settimana fa che Varisco vuole ricordare per il suo impegno e la sua generosità.


Revocata la sala a Forza Nuova

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Niente sala Falconetto a Forza Nuova per la presentazione del libro «Il campo dei santi». Ad assicurarlo è l'assessore alla cultura Andrea Robol, che spiega la vicenda. «Alla segreteria del sindaco è arrivata una domanda per l'uso della sala il 15 aprile prossimo. Si parlava della presentazione di un volume sull'immigrazione. Non so esattamente che nome sia stato dato alla voce "organizzatore", ma di certo non Forza Nuova, così è stato concesso il permesso per l'utilizzo. Quando abbiamo saputo di cosa si trattava esattamente abbiamo rimediato subito, con una risposta politica rapidissima, e il sindaco ha già revocato l'uso di Sala Falconetto». 

Quindi niente conferenza, almeno non a palazzo Geremia, simbolo delle istituzioni. «I principi e i valori della nostra città, che ha appena ricordato Mario Pasi, sono agli antipodi rispetto a quelli di Forza Nuova, una realtà che professa idee che non riteniamo condivisibili. Una visione diversa la accettiamo, democraticamente, ma una visione distorta no. Ci sono dei limiti invalicabili». 

Immediatamente è stato avvertito anche il questore, che in settimana incontrerà il sindaco per decidere insieme come muoversi, considerato che l'evento potrebbe diventare a rischio dal punto di vista dell'ordine pubblico, a prescindere dal luogo nel quale si svolgerà. «Ci sarà un ragionamento con il sindaco, vedremo. Intanto la sala non verrà concessa. E va sottolineato come l'errore si frutto di una procedura standard che si adotta in questi casi. Dopo il tam tam sui social network si è capito quale associazione stesse organizzando la presentazione e subito è stata presa una decisione. Il problema politico, quindi, non sussiste».

Vittoria d'oro per il Dro Levico deludente, super Trento

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Con un gol di Simone Pilenga il Dro ha battuto tra le mura amiche la blasonata Pro Patria. La storica società di Busto Arsizio, a lungo protagonista in serie A e B, tra gli anni '50 e '60, naviga nei quartieri alti della classifica: non era facile per i ragazzi di Soave (nella foto), dunque, la partita di oggi. Questi tre punti i gialloverdi sono pesantissimi.

Non è, invece, andato al di là di uno scialbo 0-0 contro il Fanfulla, la cenerentola del girone. Il segno x ha il sapore della sconfitta. In Eccellenza il Trento ha vinto per 3-1 la sfida con l'Arco: tutto facile, come sempre, nonostante le pesanti assenze di Ferrarese, Brusco e Gherardi.  

Principe di Monaco lascia l'Alto Adige

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Il principe di Monaco, Alberto II, ha lasciato l'Alto Adige dopo la sua tappa in Val Badia. Scortato dai carabinieri di Bolzano, che lo hanno trasportato in elicottero sulle montagne dove era atteso per un evento di beneficenza, rientrato a Bolzano nel pomeriggio è stato salutato alla partenza dal comandante provinciale, colonnello Stefano Paolucci, accompagnato dal comandante della stazione di Bolzano, luogotenente Moreno Perucatti.

Due carabinieri in alta uniforme, come da protocollo di Stato, hanno salutato alla scaletta del velivolo monegasco il Principe prima del suo imbarco.

Bolghera, cade dall'impalcatura operaio in gravi condizioni al Santa Chiara

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È in gravi condizioni l'operaio che nel tardo pomeriggio di oggi, mentre stava lavorando per sistemare il palco dell'arrivo del Giro della Bolghera - gara ciclistica -, è caduto a terra da un'altezza di un circa due metri. Sul posto, in via Vicenza, oltre all'ambulanza è arrivata anche l'auto medica. 

L'uomo, una volta stabilizzato, è stato portato d'urgenza all'ospedale Santa Chiara. I carabinieri di Trento sono al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.

Fermato Navalny durante un corteo, alta tensione a Mosca

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La Russia ha battuto un colpo. Bello forte. Alla giornata di protesta "contro la corruzione" indetta dal blogger e oppositore Alexei Navalni hanno infatti risposto migliaia di persone in tutto il Paese. L'epicentro della protesta, come spesso accade, è stata Mosca, nella centralissima via Tsverskaya, dove Navalni ha dato appuntamento ai suoi sostenitori raccomandando loro di arrivare 'alla spicciolatà e marciare pacificamente sui marciapiedi in modo da aggirare il divieto di assemblea imposto dalle autorità. Così ha fatto lo stesso Navalni. Che però è stato presto fermato dalle forze dell'ordine e caricato a bordo di una camionetta. Erano da poco passate le 14.20 e, complice una bellissima giornata di sole, la Tsverskaya - l'arteria che conduce di fatto alla Piazza Rossa dedicata, in epoca sovietica, a Maxim Gorky - si stava gonfiando di persone, in maggioranza giovani se non giovanissimi.

Navalni era appena sbucato da un sottopassaggio quando la polizia lo ha arrestato. L'accusa: aver infranto la legge che regola il diritto d'assemblea in Russia. La folla però ha seguito il pulmino dov'era stato caricato giù per una stretta viuzza della Tsverskaya e lo ha bloccato al grido di "fascisti, liberatelo!". La tensione è schizzata alle stelle. Le macchine malamente parcheggiate hanno impedito al bus di procedere e un gruppo di manifestanti ha iniziato a scuotere la camionetta, come per ribaltarla. È stato più o meno il momento in cui proprio Navalni è intervenuto - via Twitter - per calmare gli animi: "Oggi protestiamo contro la corruzione, non gli arresti. Continuate a manifestare pacificamente".

Il messaggio ha sortito l'effetto. Migliaia di persone - 8mila per la polizia, ma i numeri erano senz'altro più consistenti stando a quanto ha potuto verificare l'ANSA sul posto - hanno continuato a marciare sulla Tsverskaya. Le forze dell'ordine sono intervenute comunque e in serata il numero dei fermi è stato fissato dalla stessa polizia intorno a quota "500" nella sola Mosca. Un portavoce ha poi chiarito che la maggior parte dei fermati riceverà solo "sanzioni amministrative".

Lo stesso Navalni, a quanto si apprende, rischia "una multa, lavori socialmente utili o 15 giorni di arresto amministrativo". Ma si vedrà. La partita, d'altra parte, è squisitamente politica. È probabile, infatti, che ci saranno delle ripercussioni. Oltre a Mosca la gente è scesa in piazza a San Pietroburgo - negli stessi luoghi dove esattamente 100 anni fa si protestava contro Nicola II oggi i manifestanti hanno gridato 'abbasso lo zar!' - e in molte altre città del Paese, tra cui Novosibirsk, Barnaul, Tomsk, Krasnoyarsk, Khabarovsk e Vladivostok in quel che è senz'altro la giornata di protesta più consistente dai 'motì del 2011. Persino in Daghestan, 'feudò elettorale di Vladimir Putin, gli arresti sembrano essere oltre un centinaio. 

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