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Il tragico attentato di Barcellona

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Il tragico attentato di Barcellona in un video girato pochi istanti dopo l'attacco nel quale un furgone ha travolto decine di turisti nella Rambla: il bilancio provvisorio è di 13 morti e 56 feriti

Barcellona: indagini sul gruppo di terroristi, tutti molto giovani

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Terroristi ragazzini, esplosivo e un camion-bomba: erano questi gli ingredienti del jihad per compiere un’ecatombe in Spagna.

Un piano saltato, dirottato su un attacco «più rudimentale».

Mercoledì in tarda serata un boato scuote la cittadina di Alcanar, un centinaio di chilometri a sud di Barcellona: una persona muore e altre sette rimangono ferite. Gli agenti intervengono e pensano a una fuga di gas. Passano le ore e la Spagna viene messa a ferro e fuoco da una cellula che l’Isis rivendica come propria, a Barcellona e Cambrils.

Gli inquirenti al lavoro tra le macerie della palazzina di Alcanar, devastata dall’esplosione, scovano propano e butano e altro materiale utile per costruire una bomba artigianale. È qui, secondo l’intelligence, che il gruppo ha pianificato «per diverso tempo» gli attentati. Ma l’esplosione, e non solo, li costringerà a cambiare piani.

Il gruppo di fuoco è composto da minorenni e ventenni, li hanno subito ribattezzati baby-terroristi. Uno di loro, Moussa Oukabir, ha solo 17 anni, e ruba i documenti al fratello Driss per affittare due, forse tre furgoni. La vicenda è emersa ieri, dopo che era scattata la caccia a Driss, i cui documenti sono stati rinvenuti nel furgone utilizzato a Barcellona. Il giovane si è presentato in tarda serata in commissariato, non è chiaro perchè non abbia denunciato prima il furto.

Secondo gli 007 statunitensi, la decisione di utilizzare un furgone è un «passo indietro» rispetto all’attentato pianificato. L’obiettivo era quello di affittare un camion, sul modello dell’attacco a Nizza, e caricarlo di esplosivo. Ma per affittare un camion occorre una patente speciale che il gruppo non ha. Inoltre, quando scatta l’ora x degli attacchi, l’esplosivo non c’è più, è stato distrutto ad Alcanar. I giovani decidono di agire, ma anche le cinture esplosive indossate dal gruppo di fuoco di Cambrils si rivelano innocue, ‘non armatè.
I due fratelli Oukabir, entrambi di origini marocchine, hanno vissuto per molti anni a Ripoll: Moussa amava il calcio, «nessuno dei due ha mai dato problemi», racconta il sindaco della cittadina che conta 11.000 anime ma si staglia in una zona considerata «ad alta radicalizzazione».

Il profilo Facebook di Moussa contrasta con quello del fratello, un 28enne amante della musica, delle spiagge, che non ha mai pubblicato post di odio o estremisti. E anzi è arrivato in Italia nel 2014 per un incontro galante con una ragazza.
Moussa è solidale con la Siria, pubblica anche la foto di un uomo con casco a bordo di una moto e armato con un fucile. Su Twitter non manca di lanciare strali contro gli infedeli, che lui, dice, «ucciderebbe».

Ma è troppo giovane per finire nelle maglie dell’antiterrorismo. Secondo le ultime informazioni sarebbe rimasto ucciso a Cambrils insieme ad altri quattro terroristi. Se fosse stato catturato, per il massacro di Barcellona avrebbe rischiato una pena massima di 10 anni, da scontare in un centro minorile.
Insomma, forse il killer perfetto, lui e i suoi amici, pronti a essere sacrificati da un Isis oramai allo sbando e sconfitto militarmente in Medio Oriente.


C’è un collegamento con l’Italia nell’inchiesta sulla strage di Barcellona, ma «accidentale»: gli investigatori, dopo una serie di controlli e riscontri effettuati a tempo di record, non lo considerano rilevante.
Driss Oukabir, fratello di Moussa, il marocchino considerato il conducente del furgone usato sulla Rambla, nell’estate 2014 è stato ospitato nel Viterbese da una italiana che aveva conosciuto in Spagna.

La donna è stata rintracciata e sentita già ieri sera dalla Polizia e ha confermato che si è trattato solo di una vacanza di alcuni giorni, con il viaggio del giovane - che allora aveva 25 anni - pagato da lei.

L’episodio non avrebbe alcun nesso con l’attentato di ieri in Catalogna o con fatti precedenti di terrorismo.

Secondo quanto emerso finora nell’inchiesta spagnola, con un documento intestato a Driss Oukabir, di 28 anni, è stato noleggiato il mezzo utilizzato per uccidere 13 persone a Barcellona. Il marocchino si è presentato ieri al commissariato di Ripoll, vicino Girona, in Catalogna, dopo che era stata diffusa la sua foto, per smentire qualsiasi coinvolgimento negli attentati e dichiarare che i suoi documenti erano stati rubati.
È stato comunque arrestato e il suo ruolo nella vicenda è ancora sotto esame.

Non appena il suo nome è arrivato alle forze di polizia italiane, subito sono partiti gli accertamenti, anche con controlli incrociati nelle varie banche dati. In poche ore è stato scoperto che nell’agosto 2014 Driss aveva fatto un viaggio in aereo fino a Roma Fiumicino con un biglietto comprato da un’italiana. «Abbiamo verificato l’informazione arrivata all’Antiterrorismo italiano dalle autorità spagnole - dice la dirigente della Digos di Viterbo, Monia Morelli -, su questo viaggio nell’agosto 2014 con un biglietto comprato da una 40enne residente nel Viterbese.

L’abbiamo trovata e sentita ieri, ha confermato tutto. Si sono conosciuti in un locale sul lungomare di Barcellona ad agosto 2014 durante una vacanza della signora, è nata una simpatia, hanno passato insieme alcuni giorni e deciso di rivedersi in Italia.

A fine agosto - prosegue la dirigente Digos di Viterbo - lui l’ha raggiunta in Italia con un volo Ryanair pagato dalla donna. È rimasto nel Viterbese una decina di giorni, poi è tornato in Spagna».

Si è trattato di un’avventura estiva, «del tutto avulsa da qualsiasi contesto religioso o integralista», dice Morelli.
«Abbiamo verificato tutto e non ci sono legami con la strage», dice Morelli.

Palù del Fersina a tutto rock Venerdì e sabato in musica

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Scorpacciata di musica con più di dieci band on stage per l'evento Palae'n Rock 2017 che si tiene nei due tendoni allestiti a Palù del Fersina.
Una due giorni, oggi e domani , annunciati dagli organizzatori, all'insegna di «rock, motori, adrenalina e divertimento».

Si inizia questa sera, intorno alle 19, con i Jet Spread , band di Pergine Valsugana, che si muove fra funk e alternative rock. Dopo di loro i Ruinscream con un groove metal decisamente corroborante e la rock cover band degli Starlight . Con gli Strangolapreti ci si tufferà nelle atmosfere di un gruppo, in circolazione dal 2000, che propone cover di classici del thrash metal ma anche pezzi originali come «Five Beers On The Stage», Blood On My Land» e «The Shadow of Death». Dopo gli Atrio , un gruppo rock che da più di 25 anni milita sulla scena della Val di Fiemme, la prima notte della kermesse si chiuderà sulle note dei Supercanifradiciadespiaredosi pronti a scaricare sul pubblico tutta l'energia del loro sound quantomai ricco di contaminazioni.

Domani invece amplificatori accesi alle 15 con il quintetto dei Rest Hell seguiti dai Toys on Stage rock band di Baselga di Pinè e dai Bad Society . Con i Dreadful Eyes ci si tufferà nelle spire del melodic death metal di questa formazione guidata da Steve Haze già con gli Outcry. Ancora suoni ruvidi con i Leathermask band formata da Valerio Luminati, Alvise Osti, Federico Fontanari e Marco Gambin che punterà sulle canzoni del cd «Lithic» uscito ad inizio anno per la label greca Sleazy rider records con 8 tracce registrate al Metro Rec studios di Riva del Garda, da Marco Sirio Pivetti, e masterizzate da Mauro Andreolli. Intorno alle 20 spazio agli Etereal band di Caldonazzo devota alle sonorità del Gothic Metal che da due anni collabora con la Banda Sociale di Lavis, portando nei suoi live una vera e propria orchestra. Fra i loro punti di riferimento ci sono Nightwish, Epica, After Forever, principali esponenti a livello mondiale del genere.

I Black Star continuano a macinare live in questa estate in attesa di lanciare a fine settembre il loro nuovo album mentre gli MG66 sono pronti a a far tremare il tendone di Palù con il loro thrash n' roll metal. Chiusura affidata al set dei Wing Dick band dalle caratteristiche glam e hard rock, che guardano ad un certo sound degli anni 80/90,anche con cover di Scorpions, Bon Jovi e Alice Cooper.

Domani inizia la Vuelta Al via anche tre trentini

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La Vuelta delle stelle. Così può essere definita l’edizione numero 72 della corsa a tappe spagnola, che prenderà il via domani da Nimes (Francia) e si concluderà a Madrid il 10 del mese prossimo.

Il prologo sarà una cronosquadre lunga 13,7 chilometri, che servirà ad assegnare la prima camiseta rubia. Poi su e giù per le strade di una Spagna ferita al cuore dal terrorismo, ma che cerca di voltare pagina anche attraverso lo sport. La Vuelta di quest’anno parte con la morte nel cuore e una sfilza di corridori di altissimo livello; roba da fare invidia al Tour de France o al Giro d’Italia. Il primo della lista è Chris Froome, reduce dal quarto trionfo nella Grande boucle, che inseguirà la doppietta, dopo essersi piazzato per ben tre volte al secondo posto.

L’inglese del Team Sky dovrà misurarsi con Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) e Fabio Aru (Astana), che si trovano per la prima volta fianco a fianco da rivali. Avrebbero dovuto esserlo al Giro, ma l’infortunio al ginocchio del sardo ha rinviato la grande sfida tutta italiana. Al via ci saranno anche Romain Bardet, stella del ciclismo francese, che ha concluso due volte il Tour sul podio. Ma anche Barguil, i gemelli Simon e Adam Yates, Esteban Chaves, Majka, l’olandese Kruijswijk, Zakarin e naturalmente Alberto Contador, all’ultima recita di una carriera fantastica.

Sarà battaglia a colpi di pedale in una Vuelta che presenta tanti arrivi in salita e già lunedì propone l’epilogo del Principato di Andorra, sui Pirenei orientali. Poi, ci saranno i traguardi di Logrono, dell’Alto de Angliru. Un percorso che metterà a dura prova le gambe e la resistenza - anche nervosa - dei corridori, di fronte al quale bisogna presentarsi in gran forma. Come ha fatto Nibali che assicura di essere «contento della forma attuale». Lo ‘Squalo dello Strettò nel Giro di Polonia non ha brillato. «Era normale, perchè venivo da un periodo di allenamento molto duro - spiega -: sapevo che non sarei stato molto competitivo. Tuttavia, il nono posto finale non è poi così male. Nel periodo trascorso in quota ho lavorato bene e sarò in gran forma domani alla partenza».
Nibali ha chiesto lumi all’amico ‘Puritò Rodriguez, che lavora nella Bahrain-Merida come ambasciatore, sul percorso di quest’anno. «Si, è vero - ammette -: nessuno come lui conosce le strade della Vuelta. Mi ha dato buoni consigli. E soprattutto mi ha ricordato, qualora ve ne fosse bisogno, che la Vuelta è una corsa dura, esigente. Conosco bene i miei avversari, a partire da Aru, ma non c’è un favorito per la vittoria finale. Tutti possono vincere questa corsa, che riserverà tante sorprese».
Con Nibali e Aru, fra gli italiani, saranno al via anche tre trentini: il perginese Daniel Oss, il valsuganotto Matteo Trentin, il noneso Gianni Moscon.

Barcellona, la vittima più giovane è il piccolo Javi di soli tre anni

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Aveva solo tre anni la più giovane vittima degli attentati terroristi in Spagna. Un totale di 14 morti, compresi i due italiani Bruno Gulotta e Luca Russo.

Tredici hanno perso la vita ieri nell’attacco sulla Rambla a Barcellona, mentre la quattordicesima vittima è una donna di 61 anni di Saragozza, deceduta in mattinata dopo essere rimasta ferita sul lungomare di Cambrils. Una strage di turisti che ha coinvolto 34 diverse nazionalità, tra morti e feriti, tra cui francesi, tedeschi, britannici, belgi, cubani e cinesi.

Alla terribile conta dei morti, non tutti identificati, si aggiungono i 126 feriti. Oltre 60 dimessi, mentre 65 rimangono ancora ricoverati in ospedale, di cui 17 in gravi condizioni.

Il piccolo di tre anni, spagnolo, stando al portale El Confidencial si chiamava Javi Martinez. Il tabloid britannico Mirror riporta che il bambino era insieme alla mamma e allo zio di quest’ultima - entrambi morti - quando il furgone bianco guidato dal terrorista ha fatto la strage sulla più famosa arteria della capitale catalana. Lo zio della donna, Francisco Lopez Rodriguez, aveva invece 56 anni ed era insieme a sua moglie, che si è salvata ma è ricoverata in ospedale con ferite gravi. L’uomo è stato tra i primi ad essere identificati.

Sui corpi delle vittime trasferiti all’Istituto di Medicina Legale sono stati effettuati gli esami autoptici per il riconoscimento.
La Bild ha parlato di tre tedeschi che hanno perso la vita, ma al momento non ci sono conferme a riguardo. Tra le altre vittime confermate invece, ci sono una donna belga, Elke Vanbockrijck, di 44 anni, un cittadino americano e una donna portoghese di 74 anni.
Impressionante anche l’elenco dei feriti, tra cui «28 francesi, di cui 18 ricoverati in diversi ospedali». Di questi «otto sono gravi e quattro sono bambini», ha reso noto il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, che si è recato oggi nella città spagnola per rendere visita ai suoi concittadini.

E poi ci sono i dispersi, come il bimbo di sette anni, Julian Cadman, di doppia nazionalità britannica e australiana, di cui si sono perse le tracce dopo l’attacco. Dramma e angoscia, ma anche speranza. Sui tweet disperati di parenti e amici scorre il volto sorridente del piccolo. «Questo bimbo è scomparso, ritwittate questa foto per ritrovare questo piccolo angelo», hanno postato i familiari di Julian. Il bambino era in vacanza con la famiglia e stava passeggiando sulla Rambla quando il van si è scagliato contro la gente e lo ha «separato dalla sua mamma», si legge sul social network.

Un minuto di silenzio al Camp Nou per ricordare le vittime di Barcellona

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Un minuto di silenzio al Camp Nou come su tutti i campi, lutto al braccio per tutte le squadre del club e una maglia del tutto particolare nel match casalingo di domenica contro il Betis Siviglia.

Il Barça ha deciso di ricordare così le vittime dell’attentato di ieri: i giocatori scenderanno in campo senza nomi sulle maglie e al posto dei cognomi ci sarà la scritta ‘Barcelonà sulle spalle di ogni singolo calciatore azulgrana. Nella parte davanti, invece, comparirà la scritta (con tanto di hashtag) #TotsSomBarcelona. Il club catalano ha chiesto alla Lega di poter scendere in campo con queste maglie, ricevendo immediatamente il via libera.

Volley, Italia in palla Battuta l'Olanda 3-0

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L’Italia batte 3-0 (25-21, 25-16, 25-23) l’Olanda nel primo test match di questa trasferta in nord Europa.

Gli uomini di Blengini non sono stati particolarmente brillanti e il loro gioco è apparso fluido solo a tratti. In generale c’è stato qualche black out, ma nel complesso sono stati sicuramente superiori agli avversari che non hanno saputo approfittare di qualche passaggio a vuoto degli Azzurri.

Nel complesso incoraggiante la prova di Mazzone autore di 14 punti (con 5 muri), top scorer dell’incontro seguito da Vettori con 13. Italia superiore anche a muro (7 a 6) e in ricezione (52% contro il 32% degli avversari).

Non brillantissima la fase in attacco (46%), ma come detto questo è bastato per avere ragione degli uomini di Vermeulen.

Blengini ha scelto come formazione iniziale la diagonale Giannelli-Vettori, Lanza e Antonov schiacciatori, Mazzone e Piano centrali con Colaci libero che si è poi alternato come di consueto con Balaso nella fase ricezione-difesa.

Calcio, la Serie A riparte con la Var

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Ecco come funziona la moviola in campo

Gol, rigori, espulsioni dirette e scambio di identità. È il campo su cui potrà agire la Var, la grande novità con cui parte la Serie A che con Germania e Portogallo farà da apripista allo sbarco della tecnologia. Gli arbitri dirigeranno le partite con l’ausilio di due colleghi davanti alla ‘moviolà e un operatore nella postazione Var mentre spariscono gli addizionali d’area.

Quest’estate, attraverso il lavoro del responsabile del progetto italiano della Var Roberto Rosetti e del neo designatore della Can A Nicola Rizzoli, sono state esaminate 60 amichevoli, tra cui Napoli-Espanyol, Sporting-Fiorentina, Milan-Betis, con una percentuale di un intervento in 3,8 gare.

«L’obiettivo è utilizzare Var il meno possibile - spiega Rizzoli - La tecnologia interverrà solo per chiari errori su situazioni previste dal protocollo Ifab/Fifa lasciando la decisione finale solo e unicamente all’arbitro».

Situazioni che riguardano gol, rigori, scambio di identità, espulsioni dirette. Var e l’Avar (ovvero l’arbitro al video numero 1 e quello al video numero 2 sistemati in una posizione riservata, entrambi saranno arbitri in attività e la loro designazione sarà pubblica) possono solo ‘consigliare' di rivedere l’azione controversa all’arbitro principale il quale però resta l’unico che può chiamare e deciderne la revisione (review) sul monitor posizionato a bordo campo tra le due panchine ed eventualmente cambiare la decisione iniziale. Se tale richiesta parte da un giocatore sarà ammonito, lo stesso se il giocatore entrerà dal campo nell’area ‘review’, mentre per tutti gli occupanti delle panchine scatterà l’espulsione.

Per esempio su un gol dubbio la Var dovrà controllare eventuali infrazioni nell’azione d’attacco (fuorigioco, falli, pallone uscito) che poi verrà riesaminata a ritroso. Mentre delle reti fantasma continuerà ad occuparsene l’Occhio di falco.

Quanto ai falli non tutti sono revisionabili, solo quelli gravi di gioco, violenti, da espulsione diretta (compreso su chiara occasione da gol) mentre l’intenzionalità del fallo di mano sarà sempre e solo l’arbitro principale a decidere. Le immagini non sempre verranno viste al rallentatore, solo quelle relative a un rigore, un grave fallo, una rete contestata.


Scappa di casa, picchiata dai genitori Sedicenne finisce in ospedale a Trento

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Spintoni e sberle alla figlia sedicenne, fuggita di casa un paio di settimane fa. Una mamma ed un papà rischiano la denuncia per abuso di mezzi di correzione e lesioni per aver picchiato la ragazzina, finita al pronto soccorso con una prognosi di guarigione di una ventina di giorni.

La chiamata di aiuto è arrivata alla centrale unica dell'emergenza «112» mercoledì sera, alle 22.30. In strada a Melta è scoppiato il putiferio. È accaduto lungo il percorso della nuova pista ciclabile che dal parco conduce verso Gardolo. Le persone che vivono nella zona hanno sentito distintamente le urla di una donna e la richiesta di aiuto. Sul posto sono arrivati in emergenza in carabinieri, seguiti dall'ambulanza. In strada i militari hanno trovato la ragazzina picchiata, la mamma e il papà.

Quella che inizialmente sembrava una banale - seppur violenta - lite familiare, potrebbe nascondere una situazione di forte contrasto fra i genitori originari del Nord Africa e la figlia adolescente cresciuta in Italia. «Voglio vivere all'occidentale, ma mio padre mi obbliga a seguire i precetti della religione musulmana», avrebbe confessato più volte la ragazza agli amici. Lo stesso concetto che la giovane ha fatto intendere ai carabinieri intervenuti. Sulle dichiarazioni della ragazza sono in corso accertamenti: la famiglia della giovane risulta ben integrata nel tessuto trentino e non emergono dalle prime verifiche problematiche particolari, episodi violenti, denunce della ragazza nei confronti dei genitori. Forse per il desiderio di sentirsi più «libera» - rivendicazione che è un po' il simbolo dell'adolescenza - la giovane due settimane fa era scappata di casa. I genitori avevano presentato denuncia di scomparsa.

Mercoledì sera l'incontro fortuito a Melta: sarebbe stata la madre, per prima, a notare la figlia, avvicinandosi a lei e chiedendo subito spiegazioni dell'improvvisa scomparsa. Uno spintone (forse dato dalla figlia alla madre) sarebbe stato la scintilla della furiosa lite: la ragazza è stata colpita con schiaffi al viso e si sarebbe sbilanciata finendo a terra. A menar le mani sarebbe stata la mamma, a cui si è aggiunto - ma con responsabilità minime - anche il papà. Di fatto, però, la sedicenne è stata portata in ambulanza e sottoposta ad accertamenti al pronto soccorso del Santa Chiara. A causa di un trauma cranico di media gravità è stata trattenuta per qualche ora in ospedale e poi dimessa con prognosi di guarigione di 20 giorni. La sedicenne è stata affidata ai genitori.

Dell'episodio è stata informata la Procura dei minori: saranno le successive indagini a chiarire se le dichiarazioni della ragazza in merito al presunto obbligo di «vivere secondo l'Islam» corrispondono alla realtà o se i ripetuti inviti dei genitori ad una condotta di vita più riservata e rispettosa delle regole non siano gli stessi che le mamme ed i papà «trentini» fanno ai loro figli.
Su un piano diverso, invece, verranno considerate le «botte». In questo caso sarà la procura ordinaria a stabilire se la condotta dei genitori, che di fatto hanno mandato la figlia in ospedale a suon di schiaffi, sia da considerare come un abuso dei mezzi di correzione.

Fersina: il mistero dell'acqua che di giorno sparisce

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Pergine, torrente in secca ma alle 20 arriva l'onda

Al Fersina manca l’acqua. Così tanta che a Pergine da due mesi a questa parte l’alveo si asciuga per diverse ore al giorno. I temporali della scorsa settimana sembrano aver lenito solo in parte la crisi, ieri un filo d’acqua si vedeva dal ponte Regio. Certo quello dei rilasci minimi e delle portate resta un tema complesso. Perché se è vero che il Fersina pare non sia del tutto nuovo a queste «crisi», il dubbio resta: le portate sono gestite nel miglior modo possibile?

A chiederselo - con diverse segnalazioni a l’Adige - sono i frequentatori dell’alveo nel lungo tratto (circa 5 chilometri) fra Canezza e Ciré. Decine di foto scattate a valle del ponte di Serso in questa prima metà di agosto mostrano infatti il Fersina ridotto a piccole pozze stagnanti sotto il sole, colme di pesci boccheggianti. Il resto è un’arida pietraia.
Il problema però è che l’acqua c’è, o meglio ci sarebbe. Certo, il livello alla sorgente del lago di Erdemolo è basso, ma in valle dei Mocheni domenica scorsa gli scrosci dalle briglie erano chiari e forti. A Palú la portata, pur non spumeggiante, era di diversi litri al secondo. Eppure a Pergine di acqua non ne passava.

Le ipotesi formulate dai tecnici per spiegare il «mistero» non si contano. Colpa delle derivazioni irrigue e idroelettriche? Di un alveo troppo permeabile? O forse dei lavori alle soglie degli ultimi anni, «colpevoli» di aver smosso il fondo e quindi, almeno per qualche anno, capaci di compromettere la portata facendola infiltrare alle porte di Pergine? O se invece fosse «solo» colpa della siccità e di un inverno senza neve?
Quel che è certo è che le concessioni di derivazione idroelettrica sono circa 30 sull’intero bacino, di cui circa la metà a monte di Pergine.

Quello che colpisce, appunto, è che l’acqua arriva tutte le sere all’improvviso.
Una piccola onda di piena suggestiva, nota ai perginesi, che arriva rumorosa attorno alle otto di sera (ma dipende dal periodo).
Il video di giovedì scorso inviato da un lettore (lo potete vedere su www.ladige.it) la mostra.
Le briglie si riempiono tutto d’un tratto, le trote ritrovano il volume d’acqua perso. Un tempo ad avvisare del rilascio c’era persino un addetto.

«Non sappiamo se la causa sia naturale o artificiale, ma quello che ci colpisce è che da giugno, ma soprattutto da fine luglio, la portata da Serso e Zivignago in giù diventa nulla e l’alveo durante il giorno si prosciuga sotto il sole. Non è raro vedere il pesce morto qui e là sui sassi» rivela una coppia di residenti di via Regensburger, frequentatrice storica del torrente («ma non ci ricordiamo di aver mai visto secche simili. Il rilascio serale, anche in piena estate, andava a rimpinguare una portata comunque già presente»).
Fra i problemi di queste settimane anche quello dell’odore, sprigionato probabilmente da sostanze in putrefazione. Verso valle la situazione migliora a partire dalla foce del Silla all’altezza di Roncogno. Il dubbio, quindi, resta: è normale che il Fersina resti senza acqua per un lungo tratto all’altezza di Pergine? Davvero non si può fare niente per evitarlo?

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Raid a Sporminore e Nanno Chiese saccheggiate dai ladri

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Un doppio raid dei ladri è stato compiuto in pieno giorno nelle chiese di Sporminore e Nanno, dove è stata forzata la porta d'ingresso delle sacrestie con un piede di porco. I malviventi - che erano a caccia delle offerte dei fedeli - hanno compiuto diversi danni prima di darsi alla fuga con un bottino di alcune decine di euro.

Sui due episodi avvenuti mercoledì pomeriggio indaga la compagnia dei carabinieri di Cles, che sta acquisendo i nastri registrati dalle telecamere di videosorveglianza. In Bassa Val di Non il presunto autore del furto è stato indicato dai residenti come un uomo di età compresa tra i 30 e i 40 anni che portava in spalla uno zaino. Si tratterebbe di un italiano. «Ha salutato con un "buongiorno" due donne che lo hanno incontrato in chiesa. Il suo alito puzzava di alcol e fumo, probabilmente si tratta di un balordo. A terra nella navata è stato trovato anche un mozzicone di sigaretta» riferisce l'ex parroco di Sporminore don Flavio Menapace, che abita nella canonica della parrocchia guidata da don Alessio Pellegrin. Qualcuno ha poi visto il sospettato scappare a bordo di un'auto chiara dove sarebbe salita anche una donna che durante il furto sarebbe rimasta all'esterno della chiesa: «L'ha notata una signora del posto affacciata alla finestra di casa. Probabilmente questa seconda persona faceva da palo» ipotizza il sacerdote.

A Nanno, invece, nessun movimento sospetto è stato notato dagli avventori del bar di piazza San Biagio e dagli operai che in queste settimane stanno lavorando alla ristrutturazione del campanile. Tanto che in questo secondo caso il furto è stato scoperto solo ieri mattina. Intanto, le due chiese rimarranno aperte ai fedeli come tutti gli altri giorni: «Non cambieremo le nostre abitudini» assicura don Renzo Zeni, che guida l'Unità pastorale di Santo Spirito che comprende le parrocchie di Cles e Ville d'Anaunia, tra cui anche quella di Nanno.

Il blitz avvenuto a Sporminore è stato scoperto direttamente da don Menapace. «Erano le 14.30 e all'altezza dell'albergo Nardelli ho notato alcune chiavi sull'asfalto, nei pressi di un tombino. Ne ho raccolta una e sull'etichetta ho letto "Madonna": era evidente che le chiavi erano state rubate in chiesa e poi abbandonate dai malviventi durante la fuga» è il racconto dell'anziano prete, che subito è corso verso il luogo di culto: «Quando mi sono avvicinato alla sacrestia mi sono subito accorto che la porta era stata sfondata. I ladri (o più probabilmente il ladro) hanno frugato ovunque e si sono impossessati della borsa con le offerte raccolte durante le messe di domenica e dell'Assunta». I predoni hanno dunque usato le chiavi trovate in sacrestia per aprire la cassetta contenente il denaro per l'accensione delle candele vicino all'altare e successivamente hanno tentato di scassinare una seconda cassetta, senza però riuscirci. «In passato avevamo registrato qualche piccolo furto in chiesa, ma non erano mai accaduti episodi di questo genere» conclude don Menapace allargando le braccia.

A Nanno i ladri sono invece fuggiti a mani vuote. Hanno messo a soqquadro la sacrestia, spezzato un'antina in legno e forzato cassetti e armadi che contengono paramenti e oggetti sacri per le celebrazioni. Anche in questo caso i malviventi sono entrati in azione durante il giorno, quando l'edificio sacro rimane aperto per consentire ai fedeli di raccogliersi in preghiera. «Probabilmente si è trattato dell'azione di qualche disperato» riferisce don Renzo Zeni, accorso sul posto dopo essere stato allertato dai parrocchiani.
Il tentativo di furto è stato scoperto ieri mattina dalla sacrestana che ogni giorno si occupa dell'apertura e della chiusura della chiesa. L'ipotesi è che i predoni abbiano tentato il furto il giorno precedente: il luogo di culto era stato chiuso alle 20.30 dopo la preghiera del vespro che viene recitata nella cappella ricavata al piano terra della canonica. «Avevo verificato che le luci fossero spente, ma non ero entrata in chiesa prima di chiudere i portoncini d'ingresso» sono le parole di Bianca Chini, che ieri mattina al momento dell'apertura ha notato che la cassetta delle offerte per l'acquisto dei fiori era stata spostata: «Subito ho pensato ai ladri e quando sono giunta davanti alla sacrestia ho visto che la porta era stata forzata in più punti».

I predoni hanno frugato ovunque, spostato ostensori e calici ? senza fortunatamente danneggiarli ? finché hanno trovato la cassetta dove vengono depositate le offerte raccolte durante le messe. «Ma il denaro era stato asportato e dunque i malviventi se ne sono andati senza bottino» aggiunge la signora, visibilmente scossa per l'accaduto. Prima di scappare, i ladri hanno tentato inoltre di rubare le monetine lasciate dai fedeli che accendono una candela davanti alla statua della Vergine del Buon Consiglio, voluta a inizio Novecento dall'allora parroco del paese don Pio Zadra. «Abbiamo pregato la Madonna affinché dispensi buoni consigli ai ladri così che rimangano lontani dalle nostre chiese» sorride don Zeni. Come detto, nessuno sembra aver notato movimenti sospetti nel pomeriggio di mercoledì a Nanno. «Fino alle 16.30 tutto era in ordine ? assicura Giulio Bergamo, collaboratore della parrocchia -. A quell'ora ero stato in chiesa per avviare il dispositivo che aziona le campane con i rintocchi che annunciavano la nascita di un bimbo come è tradizione nella nostra parrocchia». Nel pomeriggio un falegname ha riparato la porta della sacrestia.

I parroci di Sporminore e Nanno non sono intenzionati a chiudere la chiesa ai fedeli durante il giorno: «Tutto rimarrà come prima».

Oggi il corteo di protesta del «Fronte Animalista» Manifestazione a Trento, poi saliranno verso Cadine

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Sono attesi almeno in 150, questa mattina a Trento, gli animalisti che si sono dati appuntamento nel capoluogo per un corteo di protesta dopo l'abbattimento di Kj2.

L'appuntamento, fissato dall'associazione «Fronte animalista» già all'indomani dell'intervento dei forestali in Bondone, scatterà in una piazza Dante che definire blindata è senza dubbio eccessivo, ma con le forze dell'ordine che vigileranno in forze sul corteo, dopo i ripetuti attacchi di questi giorni sui social network da parte dei più fanatici tra gli animalisti («Vittime innocenti a Barcellona... Vittime innocenti in Trentino! Dobbiamo essere uniti nel combattere gli aguzzini terroristi!», il tenore, per intenderci, dei post del Fronte su Facebook) tanto contro la Provincia - politicamente intesa - che contro la provincia come territorio e popolazione trentina. Il programma prevede il ritrovo alle 10 in piazza Dante, con il corteo che si snoderà poi in città tra via Rosmini, via Travai, via S. Croce, via Perini, via Giusti e ritorno in piazza Dante. Dalle 15 in poi i partecipanti saliranno a Cadine per un presidio di protesta.

Nel frattempo il mondo degli ambientalisti meno fanatico e più istituzionale si divide. Sergio Merz parla a nome della Lipu (Lega italiana protezione uccelli): «Abbiamo un pensiero preciso sulla vicenda Kj2 ma non parteciperemo alla manifestazione: l'orsa non doveva essere abbattuta ma non ci stiamo agli attacchi verso il Trentino, che è una terra che ama la natura».

Lav (Lega anti vivisezione) del Trentino: «Speriamo i partecipanti esprimano in modo corretto il loro dissenso per la sciagurata esecuzione di Kj2, non prendendosela con i molti concittadini innocenti contrari alla crudele esecuzione, ma piuttosto con l'incapacità degli amministratori protagonisti in negativo della vicenda. Noi, insieme ad altre associazioni del Trentino (Comitato pro orso, Lac, Enpa ed altre) stiamo lavorando per organizzarne una con le nostre modalità per domenica 10 settembre».

Davide Celli , invece, figlio del noto entomologo, scrittore e politico Giorgio, scomparso nel 2011, su facebook si soprannomina «Soldato Daniza», nome da attivista che si è scelto nel 2014, all'epoca del caso del primo orso «problematico». Soldato Daniza sarà a Trento stamattina - salito dai colli bolognesi dove vive - per effettuare alcune riprese delle proteste: «Sto lavorando a un documentario dal titolo "Catturate Kj2 viva o morta" - spiega - un mediometraggio che avrà un bel seguito perché si racconta il caso di questa orsa riequilibrando un po' il punto di vista. Finora i media si sono sbilanciati contro gli animali» sostiene. Davide Celli ha anche un profilo facebook molto seguito e attivo, dove si possono trovare commenti di ogni genere sulla vicenda.

«Non ho mai augurato la morte a nessuno - dice Celli, dissociandosi dalle reazioni più violente -, per me i politici sono avversari, non nemici».
Cosa si aspetta dalla protesta di stamattina? «Io sono per la democrazia, sono stato un dirigente dei Verdi, in consiglio comunale. Per questo mi auguro toni pacati - continua Celli - ma l'eliminazione dell'orso è stata compiuta senza democrazia, senza tenere conto del ricorso delle associazioni, che hanno speso soldi, fatto raccolta fondi apposta... Se uno agisce d'ufficio, poi in reazione si deve aspettare di tutto».

Cede il cric che sosteneva l'auto Meccanico di 57 anni muore schiacciato

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AGGIORNAMENTO:A quanto si apprende, l'uomo non era un meccanico professionista, ma stava facendo una riparazione in proprio sull'auto.
 

Un roveretano di 57 anni è stato trovato morto nella tarda serata di ieri in un capannone di via Cavalcabo' a Rovereto. Stava lavorando sotto un'automobile quando il cric che la sosteneva è ceduto e lui ne è rimasto schiacciato.
 
L'infermiere di Trentino emergenza accorso sul posto in ambulanza non ha potuto che constatare il decesso, mentre i carabinieri hanno accertato le cause accidentali.
 

Brennero, la polizia austriaca controlla i treni di notte

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Controlli notturni sulla presenza di migranti a dieci chilometri dal confine del Brennero sono stati svolti nella notte dalla polizia austriaca nella località di Steinach, alla presenza di giornalisti.

Non erano presenti i militari dei quali era stato annunciato l’intervento. Questi, dice la polizia regionale del Tirolo, cominceranno a prendere servizio da questa notte, con un turno dalle 23 alle 3.

I controlli della notte scorsa sono stati organizzati anche per mostrare ai media locali il funzionamento delle operazioni e si sono svolti su alcuni treni merci in transito.

Due stranieri sono stati trovati nascosti all’interno di un convoglio.

Stelle stalle e selle: tripletta ecologica

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Stelle stalle e selle: un tris ecologico. Potrebbe essere una tripletta vincente per il Trentino turistico, al di là dei suoi attuali problemi con i grandi predatori.

Chi ha la fortuna di frequentare le valli meno frequentate della provincia sa che lo spettacolo naturale più perfetto, superiore perfino alle supreme bellezze e altezze dolomitiche, è quello di una notte stellata sottratta all’inquinamento luminoso che intacca ormai perfino i paesi più periferici, dove la proliferazione dei lampioni municipali rovina la magia della notte. Safari stellari, unici attrezzi richiesti i propri occhi, con astronomi e astrofili come guide, potrebbero conquistare i visitatori metropolitani che hanno dimenticato che cos’è il buio, come brilla una stella e come è bianca la via lattea.

Dalle stelle alle stalle: oltre agli animali allevati per il latte e per la carne, perché non cavalcare convinti la carta degli equini e dei trekking a quattro gambe? Non solo per le famiglie con bambini ma per molti amanti del rapporto con la natura potrebbe essere un incremento gradito quello della popolazione di cavalli e asini, mezzi di trasporto che non consumano idrocarburi, che fanno compagnia, presenze semplici ed eleganti nel paesaggio montano.

Dalle selle equestri a quelle delle nostre meccaniche sorelle, le biciclette. Selle che, quando non ci siamo seduti sopra, cercano ripari, soste, stalli. Ad Arco, che subisce la pacifica invasione dei Radler tedeschi, sono già ben attrezzati, con lineari rastrelliere davanti ai caffè, ma molti posti turistici sono ancora poco biker-friendly: le bici non si sa mai dove lasciarle, pompe e strumenti di riparazione sono oggetti sconosciuti, la segnaletica è carente.

Ora che a Berlino i ciclisti hanno superato gli automobilisti, si spera che la Provincia di Trento completi la rete delle ciclabili, soprattutto congiungendo i pezzi oggi staccati e migliorando decisamente il servizio trasporto delle due ruote su treni e bus. È vero che il ciclista, di norma, è turista di passaggio che spende poco e scappa via; ma benedetti i pedalanti che non ci portano gas di scarico ma sudore ciclico.

Per convincerli a stare un po’ più a lungo in Trentino andrebbero anche meglio indirizzati alle bellezze cicloraggiungibili. E invece sulla ciclabile dell’asta dell’Adige la segnaletica è quasi totalmente avulsa dai centri storici che sfiora. Non è detto che i pedalatori pensino solo a rapporti pedivelle e pendenze. Tra loro si annoverano probabilmente amanti dell’arte sacra, lettori di libri antichi, cultori degli strangolapreti tradizionali, esploratori di tracce conciliari, esegeti di Depero e appassionati di De Gasperi: dalla ciclabile dobbiamo dirottarli a città felici di accogliere le bici, ecosostenibili, totalmente pedalabili, cicloriciclabili.


Scontro con un'auto Feriti due ciclisti

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Incidente nella tarda mattinata di ieri nel comune di Valfloriana: verso le 11.40 due ciclisti sono rimasti feriti dopo essere finiti a terra, a seguito dell’urto con una vettura.

Tutto è accaduto mentre i due, un trentino quarantanovenne ed un padovano quarantaquattrenne, stavano affrontando un tratto di strada in discesa: improvvisamente nella corsia di marcia opposta alla loro è sopraggiunta una vettura, che impegnata in un sorpasso di un’altra auto, ha occupato la corsia dei due ciclisti, non dando loro modo di scansarsi. Uno dei due è stato così urtato, finendo inevitabilmente per travolgere anche l’altro.

Sul posto sono intervenuti i sanitari della Stella Bianca che, a bordo di due autoambulanze, hanno trasferito il quarantaquattrenne ed il quarantanovenne all’ospedale di Fiemme di Cavalese. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Cavalese con i militari fiemmesi che ora dovranno ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.

Le condizioni dei due feriti, fortunatamente, non sono gravi.

A Trento corteo animalista per KJ2

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Foto di Paolo Pedrotti e Andrea Tomasi

Traffico, nuova giornata critica Code e rallentamenti in A22

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Nuova giornata critica per il traffico in Trentino Alto Adige. Dalle prime ore della mattina ci sono code in direzione sud tra Brennero e la barriera di Vipiteno. Sempre in direzione sud rallentamenti e code a tratti tra Bressanone ed Affi e 2 km di coda tra Carpi e l’allacciamento A1 (Modena).

In direzione nord, invece, i problemi maggiori ci sono tra i caselli di Verona Nord ed Egna con rallentamenti e code.

Traffico intenso anche su tutte le statali della regione, soprattutto in val Venosta e in val Pusteria.

Si masturba al parco giochi Arrestato a Vigo di Fassa

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Arrestato e processato un operaio residente nel Primiero per atti osceni in luogo pubblico. L’uomo è accusato di essersi masturbato davanti a numerosi bambini nel parco pubblico e giochi di Vigo di Fassa. L’uomo è stato bloccato dai carabinieri e identificato.

Nei giorni scorso erano pervenute ai carabinieri diverse segnalazioni di cittadini che lamentavano la presenza sospetta di un uomo all’interno del parco giochi.

Messo agli arresti domiciliari su disposizione della Procura di Trento, l’uomo è stato processato per direttissima e condannato.

Colata di terra e ghiaia sul tratto ciclopedonale verso la Rocchetta

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I violenti temporali che hanno flagellato la Piana Rotaliana la settimana prima di Ferragosto, hanno lasciato il segno oltre che nelle campagne, anche lungo la frequentata stradina ciclopedonale che in sinistra Noce porta in località Rocchetta. Circa mezzo chilometro dopo Maso Oliva, la sede stradale è stata invasa da una copiosa colata di materiale terroso e ghiaia che ora la ricopre per l’altezza di circa un metro ed un fronte di quindici. A portare con se il materiale, un impetuoso corso d’acqua creatosi con le violente precipitazioni, che ha trovato sbocco nel letto del Noce. Non è la prima volta che il tratto in questione è interessato da simili fenomeni. La stradina è provinciale, quindi il ripristino toccherà alla Provincia, anche se - ovviamente a proprio rischio e pericolo - è tutt’ora percorribile pur richiedendo ai ciclisti di superare l’ostacolo scendendo di sella 
Nella zona di Mezzocorona le bufere dei giorni scorsi avevano creato qualche problema anche sulla Strada delle Longhe e lungo il sentiero del Monte. «Situazioni - tiene a precisare il sindaco Hauser - tempestivamente sistemate, con l’ulteriore soddisfazione di aver collaudato felicemente gli interventi sui sottoservizi in Corso 4 Novembre, via Cané e via Romana»
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