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A Samone Mini3T Bike di successo aspettando la 3T di domenica 27 agosto

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Nell’inedita quanto bellissima cornice del parco dei Laresoti, si è disputata il giorno di Ferragosto la Mini 3T Bike, penultima prova del Circuito Minibike Fiemme, Fassa e Primiero. Perfetta l’organizzazione del Gs Lagorai Bike e giornata memorabile - ben inserita nella festa ferragostana del paese, con vitella alla brace come piatto forte - per gli oltre 120 bambini e ragazzi partecipanti, con accompagnatori e familiari al seguito. Prossimo appuntamento organizzativo per la società guidata da Enrico D’Aquilio, la 3T Bike dei grandi (edizione del decennale) , il 27 agosto a Telve.
Queste le classifiche:
Topolini F: 1. Emma Weiss (3S Soraga); 2. Chiara Tonazzolli; 3. Margherita Donanzan; 4. Angelica Gabrielli.
Topolini M: 1. Simon Martinelli (Egna); 2. Jacopo D’Aquilio (Lagorai); 3. Yannick Ongarato (Team 1971); 4. Gioele Tomasello (Primiero); 5. Manuel Zanon (Litegosa).
Pulcini F: 1. Giorgia Ciocca (Litegosa); 2. Sophie Tallandier (3S Soraga); 3. Usar Matur (Kardaun); 4. Sophia Facchini (Egna); 5. Mary Giacometti (Lagorai); 6. Dalila Moro (Giac Virtus).
Pulcini M: 1. Tommaso Stenico (Oltrefersina); 2. Christian Tonazzolli; 3. Alexander Weiss (3S Soraga); 4. Davide Zanei (Oltrefersina); 5. Leonardo Moro (Giac Virtus); 6. Armando Stefani; 7. Teo Mariotti; 8. Mattia Pichler; 9. Andrea Irsara; 10. Simon Dalvai.
Baby F: 1. Anja Simmerle (Kardaun); 2. Sofia Settin (Bettini); 3. Giulia Mich (Litegosa); 4. Rebecca Postingel (Egna); 5. Marta Vian (3S Soraga); 6. Giorgia Ghetta (idem).
Baby M: 1. Giovanni Zambon (Acido Latico); 2. Mattia Zanon (Litegosa); 3. Isacco Pichler (idem); 4. Jonas Hausl (Egna); 5. Zeno Posenato (Litegosa); 6. Ryan Savoi; 7. Giacomo Castellan; 8. Alessio Andreatta; 9. Tommaso Gabrielli; 10. Nathan Ciocca.
Cuccioli F: 1. Annika Brazzoduro (Egna); 2. Isabel Kaser (Profi); 3. Anja Capovilla (Molina); 4. Ilenia Gabrielli (3S Soraga); 5. Livielle Ongarato (team 1971); 6. Isla De Nigro (Profi).
Cuccioli M: 1. Stefano Tomaselli (Lagorai); 2. David Hofer (Profi); 3. Fabrizio Giacometti (Lagorai); 4. Matteo Trisotto (Lagorai); 5. Dominik Bellante (Litegosa); 6. Mattia Settin; 7. Patrick Matordes; 8. David Sanin; 9. Leonardo Farina; 10. Mattia Stenico. 
Esordienti F: 1. Vittoria Pietrovito (Oltrefersina); 2. Gloria Gabrielli (3S Soraga); 3. Arianna Rosso (3S Soraga); 4. Serena Bettega (Primiero); 5. Lena Simmerle (Kardaun); 6. Gaia Gabrielli (Litegosa).
Esordienti M: 1. Lorenzo Doliana (Litegosa); 2. Phillip Terleth (Egna); 3. Samuele Felicetti (Litegosa); 4. Marc Tavella (Val Badia); 5. Daniel Rungger (idem); 6. Lorenzo Bettega; 7. Euan De Nigro; 8. Damiano Rasom; 9. Dante Bressanini; 10. Riccardo Tomasello.
Allieve: 1. Petra Mazzanti (Egna); 2. Vanessa Lucca (Lagorai); 3. Angelica Desilvestro (3S Soraga).
Allievi: 1. Matthias Rosso (3S Soraga); 2. Luca Vuerich (idem); 3. Luca Doliana (Litegosa); 4. Gabriel Dalla Serra (Egna); 5. Leonardo Jellici (3S Soraga).

Investito sulle strisce in via dei Ventuno

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Investimento poco fa in via dei Ventuno. Un uomo è finito a terra dopo l'impatto contro un'auto, un'Alfa Mito che proveniva da piazza Venezia.

Secondo i primi accertamenti degli agenti dell'infortunistica della della polizia locale pare che l'uomo stesse attraversando oltre le strisce pedonali, all'altezza dell'accesso più meridionale - e pressoché sempre chiuso - dei giardini del Buonconsiglio.

Trasferito al Santa Chiara, l'uomo non e grave.

Elisa Olaizola Maitea: Flowers & Mistakes è il nuovo singolo della cantautrice trentina

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Fresca di vittoria al CantaCles 2017 dove ha conquistato il primo posto nella finalissima di mercoledì scorso nel capoluogo della Val di Non la cantautrice Elisa Olaizola, in arte Maitea,  lancia il suo nuvo singolo accompagnato da un videoclip.

Le note sono quelle di «Flowers & Mistakes» una canzone un brano che nasce da una particolare collaborazione in famiglia: «Questo mio nuovo brano - ci ha raccontato Elisa - ha una parte strumentale creata da mio cugino, da anni compositore per passione. Quando mi ha proposto questo pezzo ne sono rimasta subito colpita perchè lo sentivo proprio cucito addosso a me. Alle note ho poi adattato un testo più personale e diretto rispetto a quelli del mio repertorio che in molti casi sono decisamente più enigmatico».

Le parole di «Flowers & Mistakes» sono per la musicista nonesea un invito a se stessa a superare le insicurezze e la paura dei giudizi altrui. Dalla canzone è nato un videoclip realizzato dai ragazzi della Dzl Production con le immagini che partono da un concetto molto semplice: valorizzare i luoghi dove Elisa  si trova a vivere dando rilievo alla natura che la circonda.

Mustoni di Life Ursus : impossibile espatriare gli orsi

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Mustoni, lei è zoologo e fu coordinatore di Life Ursus.Che ne pensa dell'epilogo di KJ2?
Non entro nel merito, ma in generale è possibile intervenire anche con l'abbattimento di un esemplare problematico e non è una misura che deve essere considerata tabù. Nel piano faunistico del Parco così come in quello provinciale quest'ipotesi era già prospettata.

Nel 1998, quando ero coordinatore del progetto Life Ursus, mi ero speso perché si trattasse la questione di esemplari problematici. È un atto di grande responsabilità da parte dell'uomo sopprimere una vita animale, deve esserlo, ma mi rifaccio anche al principio che abbiamo delle espresse responsabilità nei confronti dell'intera popolazione di orsi che per me come zoologo, sono prioritarie sulla vita di un singolo individuo. La mia professione, è quella di coloro i quali devono curare un equilibrio complesso, dalle popolazioni animali agli equilibri ecosistemici oltre a quelli sociali fra le popolazioni animali e l'uomo.
Perchè un'orsa sviluppa un comportamento anomalo come KJ2?
È una caratteristica che conosciamo della specie, un comportamento problematico ma anche prevedibile da parte di una certa percentuale di orsi sul territorio. In tutte le esperienze che conosciamo e sono riportate in letteratura una percentuale tra il 10 e il 20% di orsi mostra segni di problematicità, dal rovinare un apiario aumentando fino al livello di interazioni negative con l'uomo. Nello studio di fattibilità per la reintroduzione dell'orso sulle alpi centrali realizzato nel 1997, e pubblicato l'anno dopo, quindi prima del rilascio degli orsi, questi eventi sono descritti in modo dettagliato, nulla è stato mai nascosto
I critici sostengono che l'introduzione di orsi sloveni, diversi dagli esemplari che naturalmente popolavano le Alpi, fu un errore. Cosa ne pensa?
Un'illazione: le popolazioni di orsi trentine e slovene si sono separate in tempi recenti, due o trecento anni che per la natura è un'inezia. L'entità faunistica dell'orso bruno che abita la Slovenia è la stessa degli orsi che c'erano prima sulle Alpi.
Si aspettava che Life Ursus sarebbe evoluto in questo modo?
Non abbiamo registrato situazioni anomale che non fossero già previste dagli strumenti programmatori. Gli orsi qui stanno semplicemente facendo gli orsi. Lo sviluppo numerico della popolazione era previsto, così come la problematicità di alcuni individui. Quando sento dire che il progetto è sfuggito di mano faccio fatica a capire di cosa stiamo parlando, perchè non è il caso. Penso invece che dovevamo fare di più in termini di comunicazione per la salvaguardia di tutti.
Che ne pensa della possibilità di espatriare gli orsi?
Dati alla mano gli orsi negli ultimi 4 anni non sono aumentati in modo significativo. Sono categorico su questo: non possiamo espatriarli, è irrealizzabile. Non è possibile perché comunque sia anche nelle altre porzioni del territorio europeo degli orsi problematici li hanno e non sarebbero contenti di riceverne altri. In più nelle Alpi non possiamo spostare un animale di alcune centinaia di chilometri perchè frequenti zone più remote, perché le Alpi sono geograficamente piccole e l'orso si muove in vastissimi contesti territoriali, è capacissimo di tornare da dove è stato spostato
Come si migliora il rapporto uomo - orso?
Tutto sta scritto nei documenti programmatori e nei piani d'azione, bisognerebbe avere la forza di applicarli. Credo che bisognerebbe insistere su una comunicazione eccezionalmente cristallina e trasparente, allo stesso tempo l'orso va considerato una risorsa collettiva quindi ognuno si prenda la responsabilità delle proprie frasi, considerazioni e di come si riportano le cose. Penso sia necessario uno spunto di riflessione e consapevolezza da parte di tutti nei confronti della rilevanza di questa specie che è una risorsa della collettività.
Cosa direbbe a chi frequenta il Trentino?
Sono uomo del Parco, sotto tutti i punti di vista, da dipendente e perché mi immedesimo molto nella mission dell'ente. L'orso è arrivato grazie ad un impegno collettivo, ma coordinato dal Parco che ha messo in campo un impegno straordinario nel periodo della reintroduzione e oggi continua a contribuire in ricerca e monitoraggio. Vogliamo mantenere alta l'attenzione nei confronti dell'orso perché la responsabilità ce la sentiamo ancora, anche se non siamo più protagonisti. Siamo il Parco dell'orso, e lo rimarremo fino a che siamo qui.

«Barcellona riprende a vivere» I trentini nella città in lutto

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Il giorno dopo nelle vie di Barcellona la vita torna piano piano a scorrere nonostante la presenza delle forze dell’ordine in ogni angolo, che non passa di certo inosservata. La normalità aiuta ad assorbire il dramma e allontanare i ricordi del furgone impazzito contro la folla di persone. Almeno così pensa Michele Zotta, 29 anni, di Trento, che è arrivato nella città spagnola tre giorni fa, per ripartire poi mercoledì prossimo.

Lui, insieme alla fidanzata Sara Forti, era sulla Rambla pochi minuti prima dell’attentato che ha fatto 13 morti, tra cui due italiani. «Oggi sembra che non sia successo nulla - dice Michele - a parte che ci sono ovunque camionette della polizia, diversi negozi sono chiusi e lungo la Rambla hanno posto fiori e candele nei punti in cui si è verificato l’impatto del mezzo».

Lo slogan che Barcellona ha fatto proprio è «Non abbiamo paura», e così anche i turisti che in questi giorni la affollavano: «No, paura non ne abbiamo, rispetto a ieri (giovedì, ndr). Oggi anche razionalmente viene spontaneo pensare che i controlli saranno molto superiori, ci si sente al sicuro. Ed è quasi paradossale che la città viva, vada avanti, come nulla fosse successo: positivo, nonostante tutto quello che è successo».

Resta grande l’impressione generata dai morti, turisti e famiglie: «Sono rimasto colpito dalle vittime italiane, perché erano pressapoco miei coetanei. Comunque ora camminiamo sulla Rambla, proprio di fronte al negozio che ci ha accolti e riparati l’altra sera durante l’attacco, e che oggi è aperto».

A Barcellona, alloggiato a pochi metri dalla Rambla, c’era anche Dimitri Santuari (suo il video in basso), presidente del Basket Pergine, in vacanza con moglie e figlie.

«Al momento dell’attentato stavamo risalendo dalla spiaggia, e avremmo percorso proprio la Rambla se all’improvviso non fossimo stati anticipati da sirene e lampeggianti - racconta - un grande dispiegamento di forze. Ci hanno bloccati e fatti fare il giro per tornare nell’appartamento che abbiamo affittato poco distante da lì. Era nella zona rossa, per cui chiunque entrasse o uscisse veniva scortato dalla polizia. Per qualche ora le persone che si avevano cercato rifugio non sono uscite dall’area, e stavano lì, aspettando di potersene andare accompagnati dalle forze dell’ordine».

Alla fine, Dimitri e la famiglia arrivano a casa: «Per il resto della serata, poi, non siamo più usciti».
Il giorno dopo ha un sapore amaro per il presidente della società sportiva perginese, che oggi ha il volo di ritorno in patria: «Il mercato della Boqueria è chiuso, così come sono chiusi tanti negozi e i chioschi lungo la zona pedonale della Rambla». Fiori, candele, peluche: lo stesso agrodolce arredo urbano temporaneo visto già altre volte in altri luoghi, sempre in occasione di morti.

La lettera di addio di Borriello ai tifosi del Cagliari

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Ciao ciao Cagliari: l’addio alla squadra rossoblù di Marco Borriello, non convocato per la gara di stasera con la Juventus, è in una lunga lettera postata su Instagram. «Non ho litigato con Rastelli, nè con la società, nè con i compagni di squadra - spiega -. Per tanti motivi quest’anno, dopo diversi allenamenti e partite, non ho sentito più quel fuoco che avevo dentro di me nella passata stagione.
Penso che per un giocatore di 35 anni le motivazioni debbano essere alla base di tutto».

Il bomber da venti gol nella precedente stagione racconta come è nato il divorzio. «Ho deciso una settimana fa - precisa - dopo la partita con il Palermo di andare in primis dal direttore sportivo e poi dal presidente per manifestare questa mia voglia di cambiare». E ancora: «Non volevo rovinare tutto ciò che di buono ho fatto per la maglia del Cagliari e per i fantastici tifosi che mi hanno fatto sentire un idolo e accolto come se fossi a casa mia».

Ma la sfida non si ferma: «Ora il mio viaggio - conclude Borriello - continua altrove: ho ancora voglia di dimostrare il mio valore e dare ancora qualcosa di importante al calcio italiano». Un messaggio diretto anche ai tifosi: «Vi porterò sempre nel mio cuore».

Giovane si ferisce facendo legna Taglio alla gamba con la motosega

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Momenti di apprensione nel pomeriggio di ieri a Masen di Giovo, dove un giovane si è ferito mentre stava tagliando legna nei pressi dell'abitazione della sua famiglia.

Il ragazzo, un ventitreenne, stava operando con una motosega quando, per motivi ancora da chiarire - forse una disattenzione, forse una improvvisa perdita dell'equilibrio - ha perso la presa sull'impugnatura dell'apparecchio, che è finita verso terra mentre ancora la catena dentata stava circolando vorticosamente: purtroppo gli è finita su una gamba, procurandogli una ferita al polpaccio.

Immediato l'allarme: sul luogo dell'infortunio sono arrivati i vigili del fuoco volontari del corpo di Giovo, oltre ai sanitari a bordo di un'ambulanza. Contestualmente, vista la dinamica dell'incidente, è stato fatto salire verso la valle di Cembra anche l'elicottero dei vigili del fuoco permanenti di Trento, che è atterrato dopo pochi minuti nei prati vicino all'hotel Fior di Bosco con a bordo l'equipe sanitaria.

A bordo dell'elicottero il giovane è stato trasferito poi all'ospedale Santa Chiara di Trento. Le sue condizioni, fortunatamente, non sono gravi: il ferito non è in pericolo di vita.

Sterza per evitare lo scontro Finisce con l'auto sull'albero

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Incidente nela tarda mattinata di ieri nelle Giudicarie: a Fiavé, lungo la strada provinciale 5, un'automobile è finita contro uno degli alberi presenti a lato della carreggiata.

Tutto è accaduto verso le 12.15, quando un cinquantottenne, al volante di una Suzuki Ignis a bordo della quale stava viaggiando in direzione di Cavrasto, per evitare un altro veicolo che stava effettuando una manovra all'altezza del bivio per la frazione delle Cornelle, ha effettuato una brusca sterzata.

L'uomo ha così perso il controllo della sua auto, che dopo aver sbandato è finita contro uno degli alberi che si trovano a fianco della carreggiata in quel tratto della provinciale. L'allarme è stato dato immediatamente e sul posto sono intervenuti i sanitari con un'ambulanza oltre agli agenti del corpo della polizia locale delle Giudicarie. L'uomo, fortunatamente ferito in maniera non grave, è stato trasferito all'ospedale di Arco per ricevere le necessarie cure ed essere sottoposto ad accertamenti.


Scontro in val Pusteria Ferite cinque persone

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È di cinque feriti il bilancio di un incidente stradale che si è verificato poco dopo mezzogiorno in galleria sulla circonvallazione di Monguelfo in Val Pusteria.

Stando alle prime informazioni due mezzi per cause in via d’accertamento si sarebbero scontrati frontalmente, un’altra auto avrebbe poi tamponato una delle due macchine.

Due persone hanno riportato ferite di media entità, tre i feriti leggeri fra cui un bambino.

I feriti sarebbero di nazionalità italiana e svizzera. Ferito anche un altoatesino.

La Croce bianca ha portato i feriti all’ospedale di Brunico, mentre i vigili del fuoco volontari sono intervenuti per rimuovere i mezzi incidentati. Durante i lavori di sgombero il traffico è stato deviato per il paese di Monguelfo. Rilievi dei carabinieri.

Italvolley ancora sul velluto contro l'Olanda

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Seconda amichevole e seconda vittoria per l’Italvolley contro l’Olanda. Ad Apeldoorn, gli azzurri si impongono ancora per 3-0 (25-23, 25-21, 25-19), chiudendo così ufficialmente il suo lungo periodo di preparazione ai Campionati Europei che prenderanno il via il 24 agosto (Italia in campo il 25 alle ore 20.30 contro la Germania). Anche oggi gli uomini di Blengini sono stati autori di una buona prova, che hanno condotto sostanzialmente dall’inizio alla fine fatta eccezione per un momento di appannamento in avvio del secondo parziale, situazione comunque gestita in maniera davvero positiva.

Nel complesso Lanza e compagni, anche oggi, si sono dimostrati superiori agli avversari e il tecnico ha ricevuto buone risposte anche da quegli atleti subentrati dalla panchina. Tra gli azzurri top scorer è stato Vettori che ha realizzato 13 punti (con il 59% in attacco); confortante anche la prova di Mazzone, che ha chiuso con 10 punti e l’88% in attacco. L’Italia ha poi forzato parecchio il servizio riuscendo a conquistare ben 10 ace. Blengini ha confermato la formazione di partenza di ieri con la diagonale della Diatec Trentino Giannelli-Vettori, con Mazzone e Piano centrali, Lanza e Antonov martelli e Colaci libero. Dall’altra parte della rete un solo cambio per Vermeulen che ha scelto Abdelaziz opposto anzichè van Dijk. Per il resto tutto confermato con van Haarlem in palleggio, ter Horst e Andringa martelli, Diefenbach e Koelewijn centrali con Sapridans libero.

Decine di furti e vandalismi a Caldonazzo: due minori nei guai

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Ci sono due giovani nemmeno maggiorenni, dietro alla serie di furti e danneggiamenti che nel febbraio scorso avevano interessato la comunità di Caldonazzo.

In paese, nel giro di una manciata di giorni erano stati presi di mira bar, alberghi, supermercati, ristoranti ed altri esercizi commerciali, che avevano dovuto subire furti o tentativi di intrusione, oltre ad ingenti danneggiamenti.

Al termine di un complesso e articolato lavoro di indagine da parte dei militari dell'Arma della compagnia di Borgo Valsugana, i responsabili sono stati individuati. Sono entrambi giovanissimi: si tratta di un tunisino che tra poco compirà i diciotto anni e di un coetaneo, un diciassettenne italiano.

Entrambi erano già noti alle forze dell'ordine, ma neppure gli stessi carabinieri pensavano che potessero dedicarsi con tanta intensità ad attività illecite.

Sono, infatti, almeno una decina gli episodi che - stando al risultato degli accertamenti dei militari - possono essere ritenuti opera della coppia di minorenni.

I due entravano in azione a tarda sera o verso l'alba ed in numerosi casi avevano provocato deliberatamente danneggiamenti alle strutture visitate, ad arredi e suppelletti, cagionando alle vittime conseguenze ulteriori a quelle, già fastidiose, legate alle effrazioni o ad oggetti rubati.

Tra le realtà che avevano subito i danni maggiori a seguito delle scorrerie dei minorenni, vi erano state quelle situate lungo via Roma, una delle principali del centro valsuganotto. In particolare, nella notte tra l'11 ed il 12 febbraio era stata forzata la porta d'ingresso della libreria Mobydick: «Abbiamo sentito dei rumori - aveva raccontato al tempo il proprietario Pino Loperfido, giornalista, scrittore e promotore del Book Festival - ma nel dormiveglia non abbiamo capito cosa fossero».

Il mistero, purtroppo, era stato svelato all'apertura dell'attività, quando la porta era stata trovata aperta e segnata da profondi danneggiamenti. Dall'interno era poi sparito anche un computer. Non erano stati asportati contanti, dato che in cassa non ne erano stati lasciati.

Sempre in via Roma, nella stessa nottata, era stata forzata e danneggiata pesantemente anche la porta di un locale in uso all'associazione «Sportivando», che si occupa di colonie estive, animazione e babysitting: anche in questo caso, però, ai responsabili era andata male dato che non avevano trovato né soldi né beni di valore da asportare.

Tempestivamente, dopo ogni colpo, i carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana avevano raccolto tutte le informazioni e gli elementi disponibili per risalire ai colpevoli. Fondamentali si sono rivelate le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi delle strutture «visitate», che avevano immortalato i due giovani in azione.

Per addebitare con sicurezza gli episodi alla coppia di giovanissimi, è stato necessario tuttavia procedere ad ulteriori verifiche. Una volta fugato ogni dubbio, i carabinieri si sono rivolti all'autorità giudiziaria per i minorenni del capoluogo che ha concordato con le risultanze del lavoro investigativo dei militari valsuganotti, emettendo due ordinanze a carico dei due giovani e disponendo il loro accompagnamento presso una comunità che è stata nei giorni scorsi individuata dal Centro di giustizia minorile di Venezia. Ordinanze che i carabinieri della stazione di Caldonazzo hanno eseguito nelle scorse ore, con i due minori che si trovano già nelle strutture.

Diatec al lavoro, De Pandis «Abbiamo i numeri per riuscire»

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Lecce e Gagliano del Capo sono divisi da appena 58 chilometri: questa è la distanza che separa i luoghi di origine degli ultimi due liberi della Trentino Volley, Massimo Colaci e Daniele De Pandis. Difficile dimostrare che nell'aria e nella terra del Salento c'è qualche elemento che aiuta gli uomini specializzati nella seconda linea a maturare nel migliore dei modi, fatto sta che i vice campioni d'Italia, hanno pensato di continuare ad attingere da questa provincia, che ha dato anche i natali a Mirko Corsano (originario di Casarano), a Gianluca Durante (di Nardò) e al libero di Monza Marco Rizzo (di Galatina) per perseguire i propri obiettivi.

Daniele De Pandis avrà dunque il compito di far dimenticare il libero della nazionale italiana, ma non sembra preoccupato per la missione che lo attende.

«Sono molto stimolato da questa nuova avventura, perché rappresenta la mia seconda grande possibilità. Già nella stagione 2012 - 2013 a Cuneo, nella squadra di Grbic, Sokolov, Ngapeth, Antonov e Wijsmans, avevo avuto la possibilità di accarezzare un trofeo come la Champions League, poi sfuggito per un soffio, questa opportunità è come un secondo treno da prendere al volo. Mi piacerebbe conquistare un successo e questa squadra ha i numeri per provarci e riuscirci».
Come archivi le due stagioni a Molfetta?
«Sono state importanti per me, perché mi hanno dato la possibilità di tornare ad esprimermi a buoni livelli dopo una parentesi negativa a Monza. L'aria di casa mi ha restituito la tranquillità che avevo perso e grazie al lavoro svolto lì ora sono di nuovo in una grande squadra. Credo che il punto più alto lo abbiamo raggiunto nei playoff 2015-2016, quando abbiamo portato la Diatec a gara-5 nei quarti di finale».
Che tipo di libero vedrà il pubblico del PalaTrento?
«Mi piace prendermi delle responsabilità, soprattutto in ricezione. Non mi spaventa il fatto di gestire una fetta ampia di campo, se questo può aiutare i compagni, sono pronto a farlo anche qui».
Il Salento vanta una tradizione invidiabile per quanto riguarda gli specialisti di questo ruolo, c'è una ragione secondo te?
«La prima è che fisicamente non siamo molto prestanti e quindi dobbiamo curare al massimo la tecnica fin da giovani se vogliamo emergere, la seconda è che questo sport dalle nostre parti ha sempre trovato terreno molto fertile. Negli ultimi tempi le società sono un po' diminuite, ma c'è tradizione».

Vista con occhi neutrali, come giudichi la stagione passata della Trentino Volley?

«Credo che la squadra abbia lavorato molto bene e può rammaricarsi solo per aver perduto la Coppa Cev. Nei playoff la Lube ha dimostrato di essere la squadra più solida e anche nella prossima stagione partiamo tutti dietro di loro, con l'obiettivo di raggiungerli, ovviamente».
Che lavoro vi attende nei prossimo due mesi?
«Il nostro compito è quello di arrivare nelle migliori condizioni per la Supercoppa, per saldarci con gli atleti che arriveranno già allenati dalla lunga attività con le nazionali».
Angelo Lorenzetti ha ideato un modulo nel quale tu sarai impegnato solo in ricezione e Matteo Chiappa solo in difesa. La avverti come una soluzione limitante?
«L'unico obiettivo che abbiamo è quello di far funzionare al meglio la squadra e raccogliere risultati. Se questo modulo funziona avremo tutti da guadagnarci».

Disboscamento a Povo polemiche e molti dubbi

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L'impatto visivo, soprattutto per chi transita da Cognola verso la strada dei Forti, è forte. Stiamo parlando dell'imponente opera di disboscamento iniziata da qualche mese alle pendici del Monte Celva.

Il taglio di piante di alto fusto e l'incessante lavoro degli escavatori hanno portato alla luce la tipica terra rossa di Oltrecastello rendendo se possibile il paesaggio ancora più inquietante. Si tratta, presumibilmente, di un ampliamento agricolo privato in in via della Selva in una zona prima boschiva, con una pendenza importante ed a monte di alcune abitazioni che sta preoccupando i residenti soprattutto per la mancanza di notizie ed assicurazioni che possano far capire l'entità dei lavori e gli eventuali rischi idrogeologici ed ambientali.

Preoccupazione ed interrogativi su cui si è fatto interprete il consigliere comunale del Pd Michele Brugnara attraverso una dettagliata interrogazione a risposta scritta al Sindaco presentata nei giorni scorsi. «I lavori - inizia Brugnara - con un impatto paesaggistico significativo, sono effettuati da privati su terreni in pendenza che nella parte sommitale erano coperti da bosco con piante ad alto fusto.

Per i lavori vengono utilizzati pesanti mezzi che transitano lungo una stradina che porta al bosco oggetto del taglio: la stradina è sulla particella fondiaria n. 2344 e confina, tra gli altri, con alcuni fondi sui quali vi sono delle abitazioni (particella fondiaria 325 e particella fondiaria 334/1). Si segnala tra l'altro - continua il consigliere - che nel primo tratto della stradina è stato riversato del materiale coprendo la canaletta che corre lungo il muro a secco. Con la presente interrogazione si chiedono garanzie e informazioni circa l'impatto dell'intervento: l'esito delle valutazioni di tipo idrogeologico e paesaggistico, il sistema dei controlli sull'effettuazione dei lavori a regola d'arte, la salvaguardia e il ripristino dei beni comuni (muretti a secco, stradine di campagna, sentieri, ecc.), l'impatto di eventuali trivellazioni sul sistema complessivo dell'acqua potabile in zona».

Interrogativi non di poco conto che vengono poi esplicitati in maniera più dettagliata nel seguito dell'interrogazione: «Che porzione di bosco - chiede Brugnara- verrà abbattuta per fini agricoli e se tale porzione abbia un qualche vincolo o meno (boschivo), di che tipo di coltivazioni e secondo quale tecnica verranno coltivati tali nuovi arativi (biologico, etc.), se siano stati valutati gli impatti dell'intervento sulla biodiversità di quella località, se siano state date e da chi le necessarie autorizzazioni, nonché le prescrizioni atte a salvaguardare ed eventualmente a ripristinare i beni comuni: muri a secco che hanno più di 100 anni, le cornici storiche interrate dai contadini nel passato che garantivano e garantiscono il rifornimento di acqua ai fondi sottostanti, i muri a sostegno della strada comunale su cui transitano e transiteranno pesanti mezzi, i sentieri austroungarici risalenti alla prima guerra mondiale, se sia vero che verrà effettuata una trivellazione fino alla falda per fornire il nuovo fondo di acqua e cosa ciò comporterà sul sistema di acqua potabile complessivo, se sia stato verificato che il disboscamento possa causare o meno, in caso di forti piogge, smottamenti che potrebbero causare problematiche alle case e proprietà sottostanti, se siano previsti controlli ex post e da chi sull'esecuzione a regola d'arte dei lavori, se sia stato valutato il carico massimo che la strada comunale (o poderale) sulla particella fondiaria n. 2344 possa sopportare e chi effettua i controlli durante i lavori.

Vuelta, la Bmc di Oss vince la cronosquadre

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La Bmc Racing del perginese Daniel Oss ha vinto la prima tappa della 72esima Vuelta a Espana, una cromometro a squadre di 13,7 chilometri con partenza ed arrivo a Nimes, in Francia.

L’australiano Rohan Dennis indossa la maglia rossa di leader della classifica generale. Domani, domenica, la seconda frazione, la prima in linea, della corsa iberica, la Nimes-Le Grand Narbonne di 203,4 chilometri.

Tripletta Juventus, Cagliari al tappeto

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Grazie ai gol di Mandzukic, Dybala e Higuain la Juventus batte 3-0 il Cagliari all’esordio in campionato.

All’Allianz Stadium subito protagonista il Var, ma Buffon ha parato, sul risultato di 1-0 per i bianconeri, il rigore di Farias concesso da Maresca (fallo di Alex Sandro su Cop) dopo aver consultato la moviola.

Alle 20.45 tocca al Napoli, impegnato al Bentegodi contro il Verona.


Italia, gelata d'agosto: -20 contro il Belgio

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Prima sconfitta per l’Italia del basket al Torneo di Tolosa, tappa di preparazione agli imminenti Europei.

Gli azzurri del ct Ettore Messina, dopo il successo di misura di ieri sul Montenegro, si sono arresi per 80-60 al Belgio. La Nazionale, oggi priva di Davide Pascolo, ha mostrato grandi difficoltà in attacco, mentre in difesa ha subito la precisissima mira dei belgi, specialmente dall'arco dei tre punti.

Domani, domenica, ultimo impegno contro i padroni di casa della Francia (20.30).

Festival Contavalle, gran finale domenica con Mario Perrotta e il Piccolo Museo del Diario

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Il Festival Contavalle è giunto al suo ultimo giorno e si chiuderà domani, domenica 20 agosto con un doppio appuntamento nel comune di Altavalle, tra Grumes e Faver.

Un’ultima giornata all’insegna del tema della memoria. Si comincia alle 18 al Green Grill di Grumes con l’aperitivo con l’autore dove sarà possibile scoprire il Piccolo museo del diario, un percorso multisensoriale e interattivo nato per raccontare l'Archivio dei diari e le preziose testimonianze autobiografiche che esso conserva. Una folla di esistenze comuni ma anche eccezionali, come, ad esempio, quella di Clelia che ha fissato sul lenzuolo più bello la sua vita di contadina con sette figli e il suo amore per il marito morto in seguito a un incidente.

Memorie private che da storie singole e personali sono diventate storie collettive e universali affiancandosi così alla Storia, quella con la S maiuscola. Al termine dell’incontro degustazione gratuita con i vini di Pojer&Sandri.

Alle 21 nella piazza di Faver sarà in scena Mario Perrotta con lo spettacolo tratto dall’omonima trasmissione radiofonica Emigranti Espress “Era il 1980. Stazione di Lecce. Ore 21 e 07. Come tutti i giorni di ogni benedetto anno, a quell’ora parte il treno degli emigranti. Nel 1980 su quel treno c’ero anch’io. E avevo appena dieci anni. E viaggiavo da solo! Una volta al mese... Adesso me lo voglio rifare quel viaggio. Voglio rivedere quelle facce, voglio risentire le loro storie, ma stavolta il treno... lo guido io”. In questa messa in scena, Mario Perrotta, attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore racconta in tre tappe il lungo viaggio dei migranti italiani tra Lecce e Stoccarda via Milano, mettendo in atto un azzardo teatrale, un inseguimento ritmico tra parole e musica, per riprodurre dal vivo ciò che in radio fu il frutto di ore e ore di montaggio certosino.

Concepito come trasmissione per Radio 2 Rai e divenuto poi un romanzo edito da Fandango libri, Emigranti Esprèss affronta il tema dell’emigrazione italiana del secondo dopoguerra.

Gli eventi sono inseriti all’interno del Festival Contavalle, organizzato dall’associazione .doc.

«Contavalle - spiegano gli organizzatori - è un festival che nasce principalmente per creare connessioni e occasioni di dialogo con quelle realtà che fanno del teatro, del racconto e dell’arte in genere strumenti per lottare contro il dissolvimento della propria comunità paesana.

La rete di associazioni e paesi che Contavalle si propone di tessere, oltre a rappresentare un’occasione rara di confronto e scambio fra le esperienze e i metodi del teatro povero, civile, partecipato e dell’auto-dramma, offrirà a tutti i partecipanti importanti occasioni di riflessione sull’Italia dei piccoli centri, sulle loro strategie di resilienza, sulle buone pratiche legate alla gestione della loro cultura e della loro economia.

Il Festival Contavalle è un progetto culturale che riprende e amplia alcuni percorsi già attivati da anni nel territorio dell’alta val di Cembra, in particolare nel comune di Altavalle, nato dalla fusione tra i paesi di Grauno, Grumes, Faver e Valda.

È uno strumento offerto alla società civile per creare occasioni di confronto pubblico e discutere attivamente delle necessità riguardanti i piccoli centri di montagna. Un confronto che prende vita nelle forme del teatro partecipato, civile e di comunità.

Contavalle si terrà tra il 13 e il 20 agosto 2017 nelle piazze dei quattro paesi di Altavalle ospitando alcune delle realtà più interessanti del teatro civile e partecipato attive in Italia.

Realtà che hanno trovato nel teatro, nella musica, nell’arte, nella cultura in generale la chiave della propria ri-esistenza, per opporsi allo sfaldamento delle proprie comunità».


 

L’associazione .doc persegue scopi di utilità sociali nel settore della cultura, dell’arte e della comunicazione. Nello specifico opera allo scopo di recuperare e conservare la memoria locale delle comunità, favorire e sostenere la diffusione e la consapevolezza dei valori dell’impegno civile, sostanziare il concetto di “diversità” in tutte le sue declinazioni e incoraggiare una visione critica e consapevole della contemporaneità.

Maltempo, rinviati i fuochi sul lago di Caldonazzo

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Il Comune di Calceranica ha rinviato, date le avverse condizioni meteorologiche, a domani, domenica, lo spettacolo pirotecnico previsto questa sera alle 22 sul lago di Caldonazzo.

Il tradizionale appuntamento con i fuochi artificiali andrà in scena sempre alle 22, sul lago, all'altezza della località Riviera. Per domani, infatti, non sono previsti temporali.

Resta grave la bambina colpita da un sasso

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Si trova ancora in prognosi riservata all'ospedale Borgo Trento di Verona la bambina tedesca di quasi tre anni che ieri è stata colpita in testa da un sasso sulla Ponale, ieri poco dopo le 16, mentre con i genitori e il fratellino di un anno, stavano facendo una passeggiata lungo il tracciato.

La bimba è ricoverata in condizioni critiche nel reparto di terapia intensiva pediatrica all'ospedale di Borgo Trento di Verona.

Il sentiero Ponale verso le 18 di ieri è stato chiuso dai Vigili del Fuoco per poter effettuare un sopralluogo con il geologo della Provincia autonoma di Trento ma è stato poi riaperto in serata.

Ieri il percorso è stato preso d'assalto da centinaia di turisti, a piedi e in bici. La famiglia, padre, madre e i due figli, sono in vacanza sul Garda in un campeggio a Lazise. Erano venuti ieri nell'alto lago e avevano deciso di fare l'escursione a piedi sulla Ponale. Si trovavano poco a monte della quarta galleria, prima della valle dello Sperone, nei pressi del passaggio dell'acquedotto, poco a valle dell'imbocco del sentiero per cima Capi, quando dall'alto si è abbattuto su di loro una scarica di sassi di piccole dimensioni. Purtroppo, però, uno di questi ha colpito in pieno la bimba, procurandole una profonda lacerazione e un trauma cranico. Le condizioni della bambina, che ha perso conoscenza, sono apparse subito molto serie.

I genitori hanno dato l'allarme e sono scattati i soccorsi, sono arrivati sul posto i vigili del fuoco di Riva del Garda e quelli di Molina di Ledro. L'ambulanza del 118 è rimasta bloccata alla sbarra a valle mentre, comunque, dal capoluogo è arrivato l'elicottero di Trentino emergenza che ha scaricato direttamente sul posto, col verricello, l'équipe medica. La bambina è stata sedata e intubata e poi è tornato l'elicottero per caricarla a bordo, sistemata sull'apposita barella.

«Mi spiace tantissimo - le prime parole del presidente del comitato Giacomo Cis, Donato Riccadonna, che cura la manutenzione del percorso - speriamo tanto che possa riprendersi in fretta, questa è l'unica cosa che conta. Vorrei ricordare, a margine, che sono previsti per autunno dei lavori per la riduzione del rischio in cinque o sei tratti del sentiero». Si tratta di opere «per circa 500 mila euro decise dal gruppo di lavoro in Comunità di valle Alto Garda e dalla conferenza ei sindaci».

Gli agenti della polizial ocale Alto Garda e Ledro hanno proceduto per i rilievi del caso. Alle 18 circa la Ponale è stata chiusa agli escursionisti e ai biker per consentire un controllo da parte del servizio geologico provinciale supportato dai vigili del fuoco. La Polizia Locale ha provveduto alla chiusura del tracciato a monte e a valle.

È il secondo caso nel giro di un anno. Il 3 settembre 2016 era stata colpita una bambina lombarda di 8 anni. Anche lei stava scendendo con i genitori ed era stata colpita in testa ed era stata ricoverata a Verona.

Barcellona, il piano dei terroristi puntava a centinaia di vittime Caccia al presunto «regista»

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Nuovi colpi di scena nelle indagini sulla strage della Rambla, il cui probabile autore materiale, il marocchino Younes Abuyaaqoub, dato per morto ieri è invece tuttora in fuga, inseguito dalle polizie di Spagna e Francia.
Secondo indiscrezioni degli inquirenti, il piano A dei terroristi islamici era «far saltare in aria» la Sagrada Familia, simbolo di Barcellona, con «enormi quantità di esplosivo» Tatp, quello con cui l’Isis ha firmato le sue stragi in Europa.

Nelle indagini è inoltre entrato di prepotenza come figura centrale un nuovo indagato, sospettato di aver svolto un ruolo chiave nelle stragi. È Abdelbaki El Satty, l’imam di Ripoll, la tranquilla (fino a ieri) cittadina dei Pirenei di 10mila anime, al 10% di origine marocchina, da cui venivano quasi tutti i 12 presunti membri della cellula. La polizia ha perquisito per tre ore oggi il suo appartamento.

È sparito da martedì dopo aver detto al suo coinquilino che andava in Marocco in vacanza dalla moglie e dai figli. Gli inquirenti sospettano possa essere stato lui a indottrinare e dirigere i ‘baby-terroristì marocchini di Ripoll e che possa essere uno dei due terroristi morti nell’esplosione del covo della banda mercoledì notte ad Alcanar.

Nella base operativa vicino a Tarragona, secondo gli investigatori, il gruppo preparava da mesi un grande attacco a Barcellona. Nell’appartamento dell’imam marocchino al 4 di Carrer Sant Pere la scientifica ha raccolto campioni biologici per compararne il Dna con quello dei resti umani trovati in mezzo alle macerie di Alcanar, accanto a tracce di Tatp ed a 106 bombole del gas con le quali i terroristi volevano rendere ancora più micidiale l’onda d’urto di tre furgoni bomba.
Mercoledì notte qualcosa è andato storto.

Probabilmente il Tatp, noto per la sua alta instabilità, è stato manipolato male e il covo è esploso. La cellula ha così dovuto rinunciare «all’enorme attentato» che pianificava a Barcellona e ripiegare su soluzioni più artigianali senza esplosivi sulla Rambla e a Cambrils, spezzando 14 vite umane e facendo 134 feriti. Tre gli italiani uccisi: oltre a Bruno Gulotta, 35 anni e Luca Russo, di 25, si è appreso oggi che anche Carmen Lopardo, 80 anni, da 60 in Argentina, è stata uccisa sulla Rambla.

Il piano A che i jihadisti di Ripoll preparavano da mesi doveva essere ancora più sanguinoso e spettacolare. Fonti dell’inchiesta hanno detto a El Confidencial che l’obiettivo del gruppo era la Sagrada Familia, il celeberrimo capolavoro di Antoni Gaudì visitato ogni giorno da migliaia di turisti. Per questo dovevano preparare «enormi quantità di esplosivo» ad Alcanar per i tre furgoni che sarebbero stati usati per «fare saltare in aria» il tempio. Un atto che avrebbe provocato una probabile ecatombe e un’onda d’emozione enorme nel mondo.

Ora la cellula, formata si ritiene da 12 persone, è praticamente distrutta. Cinque terroristi sono stati abbattuti dalla polizia a Cambrils, due sono morti nell’esplosione del covo di Alcanar, quattro persone sono in manette. Resta in fuga solo Abouyaaqoub, 22 anni, pure di Ripoll, che la polizia ora sospetta dopo varie indicazioni contraddittorie possa essere stato il killer della Rambla. È attivamente ricercato in Spagna ma anche in Francia, nell’ipotesi sia riuscito a passare la frontiera dei Pirenei. Dopo averlo escluso troppo in fretta, gli inquirenti verificano ora se non possa essere stato lui, fuggendo dalla Rambla, a forzare in auto un posto di blocco sulla Meridiana giovedì sera e a fuggire di nuovo a piedi lasciando nella vettura - dopo averlo ucciso - il cadavere del proprietario.
Sulla distruzione o meno della cellula ci sono state oggi le prime scintille fra Barcellona e Madrid dopo l’unità nazionale proclamata dopo la strage della Rambla. Il ministro degli Interni spagnolo Juan Manuel Zoido ha annunciato lo «smantellamento» del gruppo, subito pubblicamente smentito dal collega catalano Joaquim Form, un falco secessionista. La tregua scoppiata dopo la strage fra Madrid e Barcellona nella guerra sull’indipendenza della Catalogna potrebbe avere già le ore contate.


Intanto, superato lo shock iniziale dell’attacco terroristico, Barcellona cerca di tornare alla normalità. Ma scoppiano le prime polemiche, incrinando l’unità di facciata dimostrata fino ad ora dalle autorità locali catalane e quelle nazionali. Forse l’attacco alla Rambla poteva essere evitato proteggendo, anche all’ultimo minuto, i luoghi emblematici e più turistici della città catalana, una delle più visitate e più a rischio.

Molti degli attentati jihadisti di questi ultimi tempi sono frutto di un piano ‘B’, poche ore dopo quello che può sembrare un incidente, non di rado con degli esplosivi, come quello successo ad Alcanar 24 ore prima dell’attacco alla Rambla. Ma anche stavolta è mancata l’intuizione che stesse per capitare qualcosa di tragico.
Intanto ha riaperto lo storico mercato de la Boqueria, che ha subito fatto il pienone nei suoi negozietti di jamon iberico e imbuditos vari, e nei vialetti interni, sotto le volte metalliche che ospitano i venditori di ortofrutta e di altri prodotti alimentari.
Dalle 10 di questa mattina, oltre 2mila persone, abitanti di Barcellona ma anche diversi turisti, si sono messi in coda per firmare il libro di condoglianze per le vittime dell’attacco jihadista, nel salone principale sotto un’imponente volta gotica del municipio della città, a poche decine di metri dalla famosa passeggiata che porta verso il porto, oggi più affollata che mai. Dietro ai quattro libri aperti alla firma, un cartello con lo sfondo nero recita ‘Barcellona città di pacè in 15 lingue.

La sindaca Ada Colau, in una conferenza stampa congiunta con il presidente catalano Carles Puidgemont, ha annunciato per sabato prossimo una mega-manifestazione antiterrorismo sotto lo slogan ‘No tinc por’ (Non ho paura). Colau ha chiesto a migliaia di persone di venire ai Jardinets de Gracia, che chiudono il Passeig de Gracia, la strada più elegante della città, dove partirà il corteo verso la Placa de Catalunya, dove nasce la Rambla.
All’esterno del palazzo che si affaccia su Plaza Sant Jaume, tra i rarissimi catalani presenti nel Barri Gothic che costeggia la Rambla, ormai diventato un enorme centro commerciale a cielo aperto per i turisti, tutti hanno l’impressione che si poteva far qualcosa di più per evitare l’attacco di giovedì.

Proteggendo meglio l’ingresso della passeggiata da Placa de Catalunya e con più intelligence, perchè l’esistenza di una cellula catalana dell’Isis era già stata evocata in passato.
«Che eravamo a rischio me lo ha detto spesso mio fratello, che lavora per i Mossos (la polizia catalana) - racconta Jironi, 33 anni, funzionario al comune -. A luglio sono stato a Roma e ho trovato rassicurante trovare i militari davanti ai principali monumenti, come la fontana di Trevi, o nelle piazze più importanti. Avremmo dovuto fare lo stesso anche noi».
Non è d’accordo Joan, 21 anni, studente in ingegneria che sta facendo un Erasmus a Marsiglia, «dove ci sono militari dappertutto, in gruppi di quattro come previsto dal piano antiterrorismo Vigipirate. Non c’è proprio un bel clima, a me i militari per le strade non piacciono. Avremmo dovuto potenziare l’intelligence, solo così si ottengono risultati concreti».

Colau che ha fatto una visita al mercato de la Boqueria appena riaperto, ricorda in tutte le interviste che la responsabilità antiterrorismo è condivisa tra il governo centrale e quello autonomo catalano. «Noi ci limitiamo a fare quello che ci chiedono e a fornire tutte le forze che loro giudicano necessarie», ha detto. Infatti all’ingresso della Rambla, dove il camioncino ha iniziato il suo percorso mortale a zig-zag tra la folla, ci sono ora due furgoncini blindati e diversi agenti in assetto anti-sommossa. Sono della Guardia Urbana, che dipende dall’Ajuntament di Barcelona. Puidgemont dal canto suo ha smentito le incomprensioni tra polizia nazionale e regionale, parlando di «collaborazione magnifica e di cooperazione totale».

La Rambla, infine, anche oggi ha ospitato una serie di manifestazioni. Quella dei musulmani (’siamo musulmani, non siamo terroristì e ‘non nel mio nomè gli slogan), e quella dei tassisti che hanno percorso la passeggiata con le loro auto in un infinito concerto di clacson. Numerosissimi i furgoncini blindati e gli agenti in tenuta antisommossa. In particolare davanti ai monumenti e alla banche. A fine giornata, i reali di Spagna, dopo aver visitato i feriti in ospedale, hanno deposto una corona di fiori sulla Rambla.

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