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Andrea Toniatti premiato come miglior corridore Elite

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Si concede un altro anno interlocutorio tra i dilettanti, il ciclista moriano Andrea Toniatti. E ne ha ben diritto, visto che ieri è stato premiato a Milano come miglior corridore Elite del 2017 nella Notte degli Oscar della rivista specializzata TuttoBici.

Toniatti, infatti, quest’anno ha vinto ben nove volte e tra i suoi successi spiccano la Piccola Sanremo e il Trofeo Alcide De Gasperi che hanno fatto del moriano uno degli atleti più decorati in Italia nella stagione 2017 nella categoria Elite e Under 23.

Il venticinquenne del Team Colpack ha dimostrato una costanza di rendimento incredibile se pensiamo che ha iniziato a vincere nel mese di febbraio con il Gp Laguna di Porec, in Croazia, e ha concluso l’anno ad ottobre dominando la Coppa del Mobilio di Ponsacco.

Oltre a questa splendida stagione, Toniatti ha anche effettuato uno stage con i professionisti della Bahrain Merida (squadra world tour, capitanata da Nibali), anche se alla fine con loro non ha trovato l’accordo per i prossimi anni. «La mia idea era quella di passare professionista - racconta Toniatti, comprensibilmente soddisfatto al ritorno dalla serata lombarda - e lo stage con la Bahrain era anche andato bene. Purtroppo in questo momento loro si sono riservati di riparlare di un eventuale contratto il prossimo anno e così per un’altra stagione correrò con la Colpack».
In realtà Toniatti ha in corso qualche altra trattativa con i professionisti, ma non si danna l’anima: «Sono in contatto con due squadre professional e vedremo come andranno le cose: se entro la fine dell’anno troverò l’accordo con una delle due, passerò tra i pro, altrimenti mi dedicherò per un’altra stagione alla categoria Elite, cercando di dare ancora una volta il massimo per poi fare il salto nel grande ciclismo. Con la Colpack mi trovo bene e nei giorni scorsi sono stato a Bergamo per fare tutte le presentazioni del team 2018: per intanto io sono un corridore della Colpack di patron Beppe Colleoni».
M. Bar.


Funivia del Monte di Mezzocorona Sarà rinnovata la stazione di valle

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L’amministrazione comunale guidata da Mattia Hauser continua sulla sua strada, che ha come punto di investimento principale il Monte di Mezzocorona. Oltre agli interventi di riqualificazione ambientale ed ai progetti di passerella «sky walk» trasparente, oltre al «ponte tibetano» sospeso sulla gola della strada delle Longhe, continua anche l’ammodernamento della funivia.
L’ultimo intervento è stato oggetto di una delibera nell’ultima seduta con la «approvazione in linea tecnica del progetto esecutivo dei lavori di miglioramento estetico e funzionale dei locali delle stazioni della funivia Monte Mezzocorona – stazione a valle».
La delibera ricorda prima di tutto che «E’ intenzione di questa Amministrazione comunale riqualificare le stazioni della funivia Monte Mezzocorona e le relative pertinenze ed i percorsi di accesso sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale. Con deliberazione 228 del dicembre 2015 è stato incaricato il geom. Alessandro Carli di
Mezzocorona della stesura della progettazione preliminare per il miglioramento estetico e funzionale
dei locali delle stazioni della funivia Monte Mezzocorona con rilievi delle pertinenze degli edifici e sui percorsi di accesso, per l’importo di euro 9.331.
Con successiva deliberazione 181 del settembre 2016 è stato approvato il summenzionato
progetto preliminare che prevede opere edili ed affini per 271.657 euro, poi impianti elettrici, speciali e di illuminazione 25.630 euro, e ancora impianti idraulici  7.190 euro, altri accessori ed arredi 4.221 euro e oneri di sicurezza per un totale a base d’appalto di 348.162 euro».
Con la medesima deliberazione è stato altresì dato atto che la progettazione definitiva ed esecutiva
nonché la fase realizzativa sarebbero state a carico della società Funivia Monte Mezzocorona S.r.l. La
stessa ha pertanto incaricato il professionista della redazione della progettazione definitiva dell’opera.
Il progetto definitivo è stato approvato in linea tecnica dal Comune di Mezzocorona con deliberazione
giuntale 143 nel luglio scorso. 
Nel frattempo il Comune ha presentato domanda di contributo al GAL Trentino Centrale, che ha ammesso la spesa complessiva di  245.055 euro richiedendo entro 60 giorni una copia del
progetto esecutivo.
Il 31 ottobre scorso 2017 il Comune di Mezzocorona, in quanto destinatario del finanziamento, si è assunto l’onere di incaricare il geom. Alessandro Carli della progettazione esecutiva. È stato altresì affidato l’incarico all’ing. Sceila Roncador, di coordinatore della sicurezza. Poi approvato il progetto: ora si va all’appalto.

Confindustria: «Ok a legge stabilità, ma preoccupati per il futuro»

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"L'Associazione ha espresso un parere complessivamente positivo sulle misure introdotte nella Legge di Stabilità provinciale 2018. Ha tuttavia espresso preoccupazione, poichè non si intravede per il futuro una chiara strategia di politica economica per la crescita del nostro territorio". Lo riferisce la Confindustria di Trento a proposito della manovra finanziaria provinciale 2018.   

"Siamo convinti - prosegue - che i segnali della ripresa in atto vadano accompagnati da politiche pubbliche capaci di favorire la crescita delle imprese, a partire dalla semplificazione amministrativa. Preoccupa l'aumento della spesa corrente, come pure l'allentamento delle misure di contenimento delle spese di funzionamento dell'ente provinciale. Esprimiamo un parere positivo per il mantenimento delle agevolazioni sulle aliquote Irap. Chiediamo che sia tolta la soglia di 75.000 euro di rendita catastale per l'accesso all'aliquota ridotta Imis. Sul fronte dei temi di lavoro e formazione, l'Associazione ritiene ancora insufficienti gli investimenti provinciali nelle politiche attive del lavoro".

Riina: Facebook si scusa con la famiglia

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Facebook ha chiesto scusa alla famiglia del "capo dei capi" Totò Riina per aver rimosso messaggi di condoglianze postate sul social dopo la morte del boss mafioso. Una portavoce di Facebook ha spiegato all'AP che 'i post erano stati eliminati per errore' e adesso sono stati ripubblicati. I post di condoglianze alla famiglia Riina sono stati rimossi "dopo che alcuni utenti si erano lamentati perchè contrari alle regole di Fb" ha spiegato la portavoce, aggiungendo che "si è trattato di un errore" ma non spiegando perche' siano stati poi rimessi online. Secondo le linee guide della piattaforma creata da Mark Zuckerberg è vietato postare contenuti che sostengono gruppi criminali, terroristi o coinvolti nel crimine organizzato. Così come i loro leader. Dopo la morte del boss mafioso i profili della figlia, Maria Concetta Riina e di suo zio, Antonino Tony Ciavarello, erano stati sommersi da messaggi di condoglianze sul genere 'Buon viaggio zio Totò' ma anche da attacchi per i crimini commessi.

Cinema, nasce categoria non adatti ai minori di 6 anni

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Ok definitivo dal Consiglio dei ministri ai tre decreti legislativi in attuazione della nuova legge cinema: approvate le norme per aumentare i film in prima serata e gli investimenti delle emittenti, tutelare le professionalità del settore e abolire la censura.

Per il ministro Dario Franceschini, si tratta di "provvedimenti concreti che servono a aiutare, tutelare e valorizzare il cinema, la fiction e la creatività italiana". I decreti prevedono tra l'altro un nuovo sistema di tutela per i minori: nascono i film "non adatti ai minori di sei anni". 

Le categorie in base alle quali dovranno essere classificate le opere cinematografiche diventano 4: opere per tutti; opere non adatte ai minori di anni 6; opere vietate ai minori di anni 14; opere vietate ai minori di anni 18. Viene istituito un nuovo sistema di icone e di avviso per i contenuti sensibili (violenza, armi, sesso).

Il bilancio dell'Aquila: 15 match e solo 5 vittorie

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Otto partite di campionato in Serie A, sei di prima fase di EuroCup, una in Supercoppa italia: dal 30 settembre ad oggi la Dolomiti Energia Trentino ha disputato ben 15 incontri ufficiali, vincendone 5 fra campionato e coppa dopo la sconfitta contro l’EA7 Milano nella semifinale di Supercoppa a Forlì. Un vero e proprio tour de force che anche a livello statistico ha visto i bianconeri faticare nel dare continuità alle proprie prestazioni.

SERIE A

In campionato così come in tutta la stagione fino a questo momento la Dolomiti Energia (3 vittorie e 5 sconfitte) ha costruito fra le mura del PalaTrento le proprie fortune: la squadra di coach Buscaglia, che al momento occupa il nono posto in classifica, ha il nono miglior attacco della competizione (74.4 punti a partita) e l’ottava migliore difesa (77.1 subiti di media). Numeri che se parametrati su 100 possessi raccontano di una squadra che sta passo dopo passo cercando di trovare un’identità nella metà campo offensiva (104.3 il dato dei bianconeri, undicesimi in A) e soprattutto in quella difensiva (108.4, dodicesimi).

A livello individuale, Ojars Silins (10.3 punti con il 50% da tre) è già riuscito a pareggiare per due volte il record di triple segnate da un giocatore bianconero in una singola partita di A, con un 6/8 dall’arco messo a segno prima contro Reggio Emilia e poi contro Pesaro. Le 6 triple di OJ rappresentano anche il massimo stagionale realizzato in tutta la Serie A quest’anno.

Il miglior realizzatore dei bianconeri in A resta Chane Behanan, 13.4 punti a serata grazie anche alle sue 2.5 schiacciate di media. Dominique Sutton oltre ai suoi 8,3 punti è anche il miglior rimbalzista dei trentini (7.0 carambole) e quello che ottiene più recuperi (1.5). Il miglior uomo assist? Capitan Toto Forray, che grazie alle buone percentuali al tiro e al suo fantastico contributo in ogni aspetto del gioco (7.1 punti, 4.1 rimbalzi, 3.1 assist e 1.3 recuperi) è il secondo miglior trentino per valutazione.

EUROCUP

Nel durissimo gruppo D in cui la Dolomiti Energia (2 vittorie e 4 sconfitte) sta provando a farsi strada, i panni del trascinatore li sta vestendo Dominique Sutton: l’ala americana sta viaggiando a quasi 17 punti di media con 4.7 rimbalzi e il 66.7% da dentro l’area. Numeri che rendono Dom il decimo miglior giocatore della competizione per valutazione e che sommati all’impatto difensivo del numero 2 contribuiscono a rendere i bianconeri la terza migliore squadra per palloni recuperati (8.0) e la migliore in assoluto per percentuale da tre punti concessa agli avversari (27%).

A guidare i bianconeri a rimbalzo è Beto Gomes (6,5 di media), ma Behanan è nei migliori 8 per carambole offensive catturare (2.2). Toto Forray invece è il miglior «ruba palloni» di tutta l’EuroCup grazie ai suoi 2 furti a partita in «appena» 22’ di gioco.

Occupa una casa per una notte: condanna a 8 mesi

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Una notte passata al caldo è costata cara ad un 46enne di Cavalese: 8 mesi di reclusione, come deciso dal giudice Enrico Borrelli. L’abitazione in cui l’imputato si era fermato per la notte, approfittando anche della cucina per prepararsi un pasto, non era sua, ma di una donna che la utilizzava come seconda casa, come punto d’appoggio per le vacanze in montagna. E, come testimonia la rottura del vetro della finestra, l’imputato si era introdotto senza il consenso della proprietaria e lì aveva bivaccato. Si è trattato, dunque, di una violazione di domicilio.  

Ad accorgersi del danneggiamento alla finestra dell’appartamento, in via Renaldo a Cavalese, erano stati i vicini di casa. Era una fredda giornata di gennaio 2016. La proprietaria, che vive in provincia di Mantova, naturalmente era all’oscuro di tutto e, non appena ha saputo dell’accaduto, ha presentato denuncia ai carabinieri.  

Dallo stato in cui l’ospite abusivo, F.D. le iniziali del nome, ha lasciato l’appartamento, è stato possibile capire cosa avesse fatto. La pentola sul fuoco spento e un piatto di pasta consumato solo in parte lasciavano immaginare che l’uomo si fosse preparato un pasto caldo la sera, mentre per dormire aveva scelto il soggiorno, come dimostrava la coperta arrotolata sul divano. Nelle stanze c’era disordine. Insomma, si era comportato proprio come se fosse a casa propria, consumando abbondantemente pure i superalcolici che la proprietaria teneva in una credenza. Cibo, alcol e il tepore della coperta: dopo una notte trascorsa al caldo, l’uomo se ne era andato. La sua presenza nei dintorni dell’abitazione non era tuttavia passata inosservata ed i carabinieri di Cavalese erano riusciti ad identificare il presunto responsabile. Il 46enne non aveva rubato nulla, non era dunque un ladro, forse voleva solo ripararsi dal freddo. Aveva notato l’appartamento, che in quei giorni non era abitato ma comunque dotato di tutti i confort, compresa una fornita dispensa, con cibo e bevande alcoliche. Il permesso per entrare in quella casa non l’ha mai avuto e la giustizia ha fatto il suo corso. 

La prima udienza del processo, lo scorso inverno, era stata rinviata perché l’imputato risultava irrintracciabile. Martedì scorso la sentenza: l’uomo è stato condannato a otto mesi di reclusione, pena sospesa.

Il Grande Fratello arriva al cimitero

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Telecamere a circuito chiuso per il cimitero di via del Perer e i parchi di Lizzanella. Questa la soluzione che si profila dopo la riunione dell'altra sera fra la giunta e il consiglio circoscrizionale. La serata era dedicata alla richiesta da parte dei consiglieri di opere di pubblico interesse da mettere nel bilancio comunale. Ha messo in chiaro il sindaco, rivelando la disponibilità dell'amministrazione: «Se la circoscrizione avverte la necessità di allestire un circuito di videosorveglianza, il Comune è disposto a prendere in seria considerazione la richiesta».

Il problema si trascina da anni, in una delle ultime riunioni del consiglio era stato il presidente Alberto Galli a denunciare: «La situazione del cimitero di via del Perer richiede, quanto prima, l'installazione di un impianto di videosorveglianza per dissuadere gli spacciatori e i piccoli furti. Non si tratta soltanto di quei comportamenti di piccolo vandalismo, come il danneggiamento della suppellettile funeraria o il furto dei fiori. Ormai il camposanto è diventato un luogo di richiamo per chi consuma e spaccia stupefacenti».
Il consigliere Daniele Bertè ha più volte segnalato la situazione di degrado in cui versano le aree verdi di Lizzanella per la presenza di ubriaconi che bivaccano sulle panchine: «Sono soliti dimorare sulle panchine e soddisfare i loro bisogni all'aperto».

Per i giardini Ferrari la situazione si era rivelata ancora più imbarazzante, perché stazionavano «due ubriaconi che occupavano le panchine, anche in pieno giorno, a pochi metri dai bambini».
Aveva rivelato Berté: «In quel caso provai a parlare con il custode urbano, presente dalla mattina al pomeriggio, ma la risposta fu che non si poteva fare nulla».
Anche il parco di via Benacense era nella stessa situazione, altri due alcolizzati occupavano sempre la stessa panchina alla vista di tutti. Però, negli ultimi mesi la situazione nei giardini sembra cambiata. Ha ammesso Daniele Berté: «Lo stato dei parchi pubblici è migliorato. Innanzitutto non ci sono più gli assembramenti di profughi, ospiti dell'ex hotel Quercia, ma piccoli gruppetti di giovani che tranquillamente conversano o scherzano».

Ma non tutto si è risolto: «È vero che si continua a consumare alcol nelle aree verdi, come confermano le bottiglie e le confezioni di vino abbandonate nei pressi dei cestini. Questo significa che in giro rimangono degli etilisti».
Per questi motivi, collocare un sistema di videosorveglianza è necessario, perché «è un deterrente».
Il presidente Alberto Galli si è detto d'accordo, ma ha ammonito: «Sulla capacità di dissuasione delle telecamere non ci sono dubbi. Ma non dimentichiamo che anche il freddo di questo periodo allontana certi soggetti dai luoghi pubblici. Potrebbero più in là, con temperature più miti, ripresentarsi».


Medici di base, sei mesi di sciopero «Dal 2012 stipendi decurtati di un terzo»

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Medici di base sul piede di guerra: si prospettano sei mesi di sciopero, a partire da prima di Natale. I disservizi interesseranno all'incirca 400.000 persone in Trentino. In sostanza, per sei mesi, i medici di medicina generale chiuderanno le porte degli ambulatori in alcuni giorni durante la settimana. Inoltre, in determinati giorni prestabiliti (sempre per un periodo di sei mesi) si asterranno dal rilascio delle ricette informatizzate. Dei 370 medici di medicina generale che assistono i pazienti trentini, ben 300 aderiranno allo sciopero. 

La misura è ormai colma. A dirlo è il Segretario generale regionale di Federazione Cisl medici del Trentino Nicola Paoli. «Dal 2012 i medici trentini - chiarisce - ottengono uno stipendio decurtato del 30% (ovvero viene loro riconosciuta solo la quota nazionale del 70%, la quota provinciale del 30% è bloccata). Questo perché la Provincia e l'Azienda sanitaria trentina non hanno ancora attivato una serie di progetti, a cui i medici avrebbero dovuto aderire per vedersi riconoscere la parte mancante dello stipendio». Paoli stima che, in totale, l'inadempienza di Provincia e Azienda di viale Verona abbia bloccato 10 milioni di euro. 

Proprio lo scorso 4 novembre, le sigle sindacali di Cisl, Smi (Sindacato dei medici italiani) e Snami (Sindacato nazionale medici italiani) hanno dichiarato lo stato di agitazione. Ovvero la volontà di scioperare nel caso in cui la trattativa non vada a buon fine. Non solo: vedendo che Provincia e Apss tardavano a sedersi al tavolo della trattativa, i sindacati hanno fatto richiesta al Commissariato del Governo di procedura di conciliazione. «Dallo stato di agitazione abbiamo atteso per 15 giorni: né Provincia né Azienda sanitaria hanno fissato un incontro - dichiara Paoli - In assenza di riscontro, domattina (oggi per chi legge) mi attiverò con il Commissariato del Governo per ottenere la convocazione forzata dei soggetti coinvolti». 

I medici di medicina generale adottano la linea dura. «Anche perché - aggiunge Paoli - i tre milioni messi a bilancio nella finanziaria della Provincia per la medicina convenzionata avrebbero dovuto essere resi disponibili per la sola medicina generale». Paoli dice anche che le operazioni di razionalizzazione sulla concessione dei ricettari ai medici di base e la revisione (a rialzo) dei contratti di lavoro di infermiere e segretarie, obbligano i medici ad attingere risorse dal proprio stipendio «con la conseguenza di lasciarne intatto solamente il 50%». 

Da rivedere anche la Convenzione provinciale tra medici e Provincia, che dal 2013 ancora non ha trovato applicazione. In tal senso la problematicità è legata all'istituzione delle Associazione funzionali territoriali (Aft), ovvero le associazioni di medici (da 15 a 30) che garantiscano una reperibilità di 12 ore (dalle 8 alle 20). «Delle 25 Aft che dovevano partire nel 2013, solo una è stata creata (Pinzolo) - spiega Paoli - Dobbiamo tenere conto, invece, che sul territorio esistono reti di medici e le associazioni periferiche complesse: la Provincia non può ridurre tutto al modello impostato unicamente sulle Aft. Consideriamo anche che, come medici, siamo a disposizione 10 ore al giorno. Aumentando ancora il nostro orario, come potremmo svolgere anche le visite a domicilio?».

Questa sera a Trento Gennaro Giudetti Ha denunciato la guardia libica

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Gennaro Giudetti, il ventisettenne diventato in questi giorni un volto noto in rete e in tv per la sua denuncia in merito al comportamento della Libia, sarà protagonista dell’incontro Migranti - Mediterraneo - Europa… e noi che si terrà questa sera alle 20.30, presso l’aula magna della Fondazione Franco Demarchi.  

Il volontario della ong tedesca Sea-watch racconterà la sua esperienza dialogando con Raffaele Crocco, giornalista Rai, e con Claudia Poscia, presidente dell’Associazione Ali aperte. 

L’incontro mira ad una riflessione sulle tragiche condizione dei migranti, raccontate dalla viva voce di Giudetti che il 6 novembre scorso ha assistito, a 30 miglia dalle coste libiche, alla tragica morte di almeno 50 persone, tra cui un bambino di due anni annegato davanti agli occhi della madre.

 

Solidpower investe 28 milioni di euro Darà lavoro a 80 persone a Ciré di Pergine

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Solidpower investe 28 milioni di euro in Trentino per avviare la produzione dei generatori di energia e dare lavoro a 80 persone a Ciré di Pergine. La società, nata come spin off dell'università, negli anni si è specializzata nella produzione di celle a combustibile di idrogeno con prestazioni molto elevate che permettono di tagliare i costi energetici di industrie, abitazioni singole e condomini. E per dare risposta alla domanda di energia ad alto rendimento Solidpower dalla fase di ricerca passa ora a quella di produzione vera e propria. Lo spazio per produrre, dopo una competizione tra siti visionati «in tutto il mondo» ha detto Alberto Vittorio Ravagni, amministratore delegato di Soldipower, la scelta è caduta su un magazzino di Vetri Speciali a Ciré di Pergine. Che, grazie all'intervento di Trentino Sviluppo, sarà assegnato all'azienda che ci investirà 19 milioni di euro. Alla fine, a regime, nella nuova struttura, esempio di Industria 4.0 realizzata con i partner Evolvea e Filppetti group, lavoreranno 80 persone, che portano a 150 gli addetti dell'impresa in Provincia e 200 quelli che Solidpower ha comprendendo le proprie attività in Svizzera, Germania e Australia. 

Lo sviluppo dell'impresa in Trentino è reso possibile anche dal protocollo di intesa siglato proprio ieri da Trentino Sviluppo, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della giunta, Alessandro Olivi e del consigliere delegato della società provinciale Sergio Anzelini. A garantire il capitale per gli investimenti (oltre 28 milioni tra i 19 sull'immobile e i 9 sulla ricerca) l'ingresso, con 40 milioni di euro di risorse, del nuovo socio, il gruppo Renova, russo per origine, svizzero per sede principale. Si tratta di un colosso da 28 miliardi di euro di fatturato che ha partecipazioni in aziende che si occupano di attività innovative nel campo dell'energia e dell'automazione. Tra le aziende che fanno parte del conglomerato anche la Sulzer e la Oerlikon. In Italia Renova ha investito anche nella Octo Telematics, prossima alla quotazione. 

Per quanto riguarda le ragioni che hanno convinto Solidpower a investire in Trentino per il proprio sviluppo («una scelta assolutamente non scontata» ha ricordato Ravagni) la rapidità e la capacità di trovare un sito adeguato. In quello di Cirè, per il quale da subito si avvieranno le selezioni per laureati, tecnici-diplomati, tecnici e accordi con le scuole professionali per formare le figure che servono, verranno sistemati in totale tra i 10 e i 12.000 metri quadrati. I primi 6.000 entro il 2018 (Vetri speciali dovrebbe liberare il capannone entro marzo-aprile) gli altri nel 2019. La produzione riguarderà il cuore di Bluegen, il generatore a celle di combustibile che viene venduto già in Germania, dove ci sono accordi per la commercializzazione con utility come E-on o EnBw, per arrivare a proporre il generatore anche ai clienti finali. E infatti il mercato di Bluegen spazia dalle aziende, agli immobili residenziali fino agli edifici pubblici.
«La scelta di produrre in provincia - spiega Ravagni - è legata al fatto di avere avuto come interlocutore la Provincia, e non sarebbe stata possibile in un'altra regione».
In Italia i Bluegen fanno più fatica a imporsi perché c'è una complicazione burocratica rispetto alle norme che ne prevedono gli incentivi legati al rinnovamento energetico degli edifici. «In Germania è più facile perché è tutto più chiaro» ha confermato Ravagni.
«Abbiamo dimostrato - ha concluso Olivi - che siamo in grado di tenere non solo la testa e le radici in Trentino delle aziende che nascono qui, ma di averle qui anche per lo sviluppo futuro».

Le grandi catene conquistano i negozi del centro

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Valzer di aperture e chiusure in centro città: nel «quadrato» tra via Manci e via Oriola, via San Pietro e via Oss Mazzurana si preparano numerosi cambi di insegna tra i negozi. Tra chiusure e nuove aperture, trasferimenti di sede o addii definitivi, la Trento del commercio è pronta ad una nuova trasformazione. Emerge un sempre più convinto interessamento alla piazza trentina da parte di catene nazionali ed internazionali.

Vetrine ricoperte di carta da parati bianca. E attesa per le nuove aperture, previste in gran parte prima di Natale o comunque entro fine anno. Mancano pochissimi giorni al ritorno della Tally Weijl a Trento: giovedì 30 novembre è prevista l'apertura nei locali che erano occupati dalla storica attività trentina di pelletteria e valigeria gestita dalla famiglia Valentini. Oggi, in via Manci, al civico 13, un foglio di carta in formato A4 avverte che la Tally Weijl (catena in franchising per la vendita di abbigliamento e accessori) si sta occupando dei lavori di manutenzione del negozio, con inizio lavori in data 6 novembre e termine per il 30 novembre (nella giornata di apertura, appunto). Va detto che fino a settembre 2016 era via Oss Mazzurana ad ospitare un negozio Tally Weijl. Oggi, entro le stesse mura, si trova un punto vendita della catena Profumerie Pinalli, negozi dedicati a bellezza e make up.

Tappezzate di bianco anche le vetrine dell'ormai ex Alcott in via Oriola. Nessun messaggio, in tal caso, riguardo a chi subentrerà al negozio di abbigliamento. Ma, scrutando attentamente al di là del vetro ed ascoltando qualche indiscrezione per i negozi del centro, è possibile affermare che, da mercoledì 6 dicembre, approderà a Trento un punto vendita Kasanova, il franchising specializzato in articoli casalinghi, tessili e di arredamento. Sono previste assunzioni: Kasanova cerca personale, al momento, da impiegare full-time nel periodo natalizio.

Per terminare la carrellata di nuove aperture (anche se in realtà si tratta di un trasferimento), il negozio Timberland di via San Pietro andrà ad occupare l'ex sede della Lacoste in Largo Giosuè Carducci. Proprio nei pressi del nuovo negozio AirDP Style di Alessandro Del Piero inaugurato all'inizio di novembre. Se gli articoli contraddistinti dal coccodrillo del brand Lacoste hanno per ora lasciato la piazza trentina, le scarpe dello store Timberland avranno una nuova «dimora» a partire dal prossimo sabato 30 dicembre, pochi giorni prima della fine dell'anno. «Ci spostiamo soprattutto per avvicinarci al giro al Sass, aumentando così la nostra visibilità - afferma il responsabile del negozio Timberland Vittorio Ianes - Riapriremo proprio a ridosso del periodo dei saldi». Nessuna nuova sui nuovi gestori del locale di via San Pietro, che rimarrà vuoto

Da sabato scorso in via San Pietro c'è una nuova fioreria: la catena in franchising Frida's ha preso il posto del negozio di abbigliamento D-Shop gestito da Igor Danielli. Fiori e piante al posto di maglie e pantaloni, quindi. Le mura rimangono di proprietà della famiglia Menestrina, che fino a qualche anno fa ha gestito la storica gioielleria di Trento. Lorenzo Zambotti e Serena Zeni, i titolari di Frida's, sono pronti alla nuova avventura e mettono a disposizione fiori freschi ed allestimenti per cerimonie ed aziende.

Sono passati ormai due mesi. Ma a inizio settembre il negozio Jack Wolfskin (abbigliamento outdoor) di via Manci ha ceduto il posto al punto vendita Dan John, in catena diretta rispetto alla sede principale romana. «Ci occupiamo di abbigliamento per uomo - spiega la responsabile del negozio - e puntiamo principalmente a mantenere un ottimo rapporto tra qualità e prezzo».

Sbanda e si ribalta con l'auto Ferita una donna di 62 anni

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Momenti di paura poco dopo le 15.30 di ieri in valle di Sole, dove una donna è rimasta coinvolta in un incidente stradale.

L'allarme è scattato in via Nazionale, alle porte dell'abitato proveniendo da Monclassico, dove la signora, una sessantaduenne del posto, ha improvvisamente perso il controllo della vettura sulla quale stava viaggiando, un piccolo fuoristrada Suzuki Jimny. A seguito delle sbandate dei veicolo, la Suzuki ha finito per ribaltarsi, fermando la propria corsa sul fianco destro, sul ciglio della carreggiata, nei pressi di un mobilificio (foto Isidoro Bertolini). Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco del corpo dei volontari di Croviana e di quello di Malé, oltre ai sanitari che hanno raggiunto il luogo dell'incidente con un'ambulanza.

La donna, dopo essere stata estratta dall'abitacolo, è stata trasferita all'ospedale delle valli del Noce di Cles, dove nonostante i traumi riportati, le sue condizioni fortunatamente non sono state giudicate gravi. Sul posto anche le forze dell'ordine per ricostruire la dinamica.

Stasera all'Auditorium la Pfm tra classici e novità

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«Emotional Tattoos è una sorta di fotografia del nostro Paese, di quello che stiamo vivendo, ma anche del mondo che ci circonda. Questo partendo da un singolo come “Quartier Generale” che mette in luce il nostro rapporto con il potere con quel quartier generale che simboleggia i Palazzi della politica. Lo facciamo attraverso dieci brani che hanno una grande versatilità compositiva. Non ci sono mai piaciute le etichette che catalogano i suoni perché da sempre siamo contro la discriminazione di genere musicale».

Sono queste le parole che Franz Di Cioccio, batterista e voce della Premiata Forneria Marconi ha usato per tratteggiare i contorni del nuovo album della storica formazione milanese. Un disco che sarà al centro, insieme ai grandi classici della Pfm, del concerto di questa sera all’Auditorium S. Chiara di Trento (ore 21; biglietti ancora disponibili).

Un disco, Emotional Tattoos, uscito in un doppio cd, in italiano ed inglese, a siglare quella dimensione internazionale che da sempre caratterizza la Pfm.

«Per noi quella legata ad un disco in inglese - ha raccontato Di Cioccio - non è una novità perché guardiamo da sempre oltre i confini nazionali ed europei legati al mercato anglosassone. Gli album in lingua inglese ci permettono di arrivare a tutti. In questo caso Emotional Tattoos, uscito per l’importante label tedesca Insid Out, ha la forma di un doppio cd, uno cantanto in italiano e l’altro in inglese così ognuno potrà scegliere quale versione ascoltare o alternarle, appunto. Mi piace, però, evidenziare come ad esempio quando suoniamo in Sudamerica o in Giappone, dove abbiamo vinto un disco d’oro, il pubblico voglia sentirci cantare in italiano».

Riguardo invece alla scaletta dei brani che si ascolteranno stasera a Trento, Franz Di Cioccio evidenzia: «La nostra scaletta anche in questo tour cambia quasi sempre, ma ha come costante almeno quattro o cinque brani del nuovo disco. Sono passati 45 anni dal nostro debutto e quindi ci sarà un’ampia pagina di quelli che mi diverto a definire i “brani fondamentali”, dedicati ad un pubblico quanto mai eterogeneo fatto di ragazzi e di gente della nostra età, suonando con la voglia di trasmettere felicità ed emozioni».

Black Friday anche in città Codacons: tessera a 1 euro

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Anche in Trentino Alto Adige scatterà venerdì la corsa all’affare in occasione del «Black Friday», giornata in cui i consumatori potranno godere di sconti e promozioni presso molti esercizi commerciali e attraverso le vendite online.

Aumentano i negozi, le catene e i centri commerciali della regione che quest’anno hanno aderito al all’iniziativa e che quindi, a partire da venerdì, applicheranno sconti straordinari sui prezzi – spiega il Codacons – Una occasione sia per i consumatori, che potranno acquistare una moltitudine di prodotti a prezzi ribassati e iniziare a fare i regali di Natale, sia per il settore del commercio, che vedrà aumentare il giro d’affari dopo anni di crisi e di vendite al ribasso.

Anche il Codacons ha deciso di partecipare al Black Friday e venerdì proporrà la propria tessera annuale al costo speciale di 1 euro per chi deciderà di iscriversi online all’associazione attraverso il sito www.codacons.it

L’organizzazione dei consumatori, tuttavia, mette in guarda i cittadini del Trentino Alto Adige da possibili truffe, raggiri e fregature in occasione del Black Friday. L’associazione ha stilato in proposito un decalogo con i consigli utili ai consumatori, specie per chi deciderà di fare compere sul web.


La rete chirurgica sul territorio trentino

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Stretta collaborazione tra il centro e i vari ospedali di valle

In una logica di miglioramento dei servizi al cittadino, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari ha messo in atto una riorganizzazione di tutte le strutture ospedaliere provinciali creando un nuovo modello di rete ospedaliera favorendo l’interazione tra ospedale centrale (hub) e ospedali periferici (spoke) individuando così i centri dotati di tecnologia e di elevata specializzazione per il trattamento di casi clinici complessi. Questa riorganizzazione generale ha coinvolto anche la rete chirurgica trentina, che dal 1° aprile 2017, su nomina del direttore generale dell’Azienda Paolo Bordon, è diretta da Giuseppe Tirone, direttore dell’U.O. di Chirurgia 1 divisione dell’Ospedale S. Chiara di Trento. Ogni anno in Trentino vengono eseguiti circa 1000 interventi di chirurgia oncologica e circa 3000 interventi di chirurgia non oncologica. Il nuovo modello organizzativo, tenendo conto delle indicazioni ministeriali sugli standard qualitativi e quantitativi e delle competenze multidiscliplinari, prevede dei nuovi mandati operativi per ciascuna struttura chirurgica ospedaliera. Il dipartimento di chirurgia, attraverso un’attenta analisi della letteratura scientifica, dei dati forniti dai registri informatici aziendali, PNE (piano nazionale esiti), ha stabilito delle soglie minime di attività per le singole strutture chirurgiche. Ogni Unità Operativa chirurgica diffusa sul territorio provinciale ha delle competenze specifiche, il che significa che interventi chirurgici definiti «maggiori», decisamente complessi, vengano eseguiti in Unità Operative centrali – Chirurgia 1 e Chirurgia 2 Trento, Rovereto, Cles -, mentre interventi chirurgici definiti «minori», perché meno complessi, vengano eseguiti negli ospedali periferici – Borgo Valsugana, Cavalese, Arco, Tione. Questo modello prevede un’alta cooperazione tra le unità operative in modo tale che, o per le condizioni cliniche del paziente o per motivi organizzativi, alcuni interventi chirurgici definiti «minori» possano anche essere eseguiti negli ospedali centrali. Ecco uno schema per comprendere cosa significa in concreto «rete chirurgica territoriale»:

Coltiva marijuana in casa Serre nelle stanze da letto

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Piante di marijuana, foglie sminuzzate, vasetti riempiti di «erba» e conservati in dispensa e anche in frigo. Aveva una cura maniacale della propria coltivazione il 36enne residente nell’Alto Garda arrestato martedì dai carabinieri di Arco.

Due le coltivazioni scoperte, una all’interno di un’abitazione nella sua disponibilità al passo del Ballino, verso Fiavé: nelle due stanze da letto l’uomo aveva allestito le serre, coltivate con molta cura come hanno constatato gli inquirenti. Sono stati trovati sacchi di terriccio e di fertilizzante, un «grinder» ossia uno sminuzzatore di erba e soprattutto parecchi grammi di marijuana: poco più di 200 erano sistemati in frigorifero, alcune decine erano conservate in vasetti ed involucri, sistemati in maniera ordinata in casa, addirittura etichettati. Tutto è stato sequestrato, comprese le sette grandi le piante di canapa in piena infiorescenza trovate nelle serre.

Il 36enne è stato arrestato per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Riguardo all’accusa di detenzione ai fini della cessione della droga, la difesa dell’uomo è perplessa. «Non sono stati trovati soldi, né bilancini di precisione - sottolinea l’avvocato dell’uomo - Non riteniamo che siano stati rilevati indizi che la sostanza fosse destinata a terzi».

A sorprendere i carabinieri non è stato solo il quantitativo sequestrato, quando il sistema assai preciso con cui l’uomo si dedicava alla coltivazione, destinando addirittura due stanze da letto alla crescita e conservazione della canapa.

Diatec: bisogna vincere per tornare in alto

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Ora non ci sono più scuse. Stasera al PalaTrento (ore 20.30) la Diatec Trentino affronta la Taiwan Excellence Latina nel posticipo dell’ottava giornata della Superlega di volley con la possibilità, anzi l’obbligo, di conquistare la terza vittoria in campionato.

Deve iniziare da stasera la risalita di una squadra che, incredibilmente, si trova all’undicesimo posto in classifica. Qualche segnale incoraggiante è giunto otto giorni fa a Perugia nel posticipo della settima giornata. La Diatec è tornata a casa con un altro 0-3 sul groppone giocando però per lunghi tratti alla pari con la tuttora imbattuta Sir, che finora ha perso soltanto un set. I ragazzi di coach Lorenzetti sono mancati nei momenti decisivi dei singoli parziali.


Oggi la musica deve cambiare. Trento deve ritrovare quella cattiveria e quella feroce determinazione che in passato sono sempre stati tratti distintivi della squadra. Le condizioni per far bene ci sono. La Diatec ha avuto un’altra settimana di tempo per far crescere condizione e intesa fra i giocatori.

È quanto sottolinea, in sede di presentazione del match, anche il tecnico marchigiano: «Arriviamo all’appuntamento con alle spalle un periodo di attività importante - spiega infatti Lorenzetti -, in cui abbiamo curato non solo gli aspetti tecnico-tattici ma anche quelli mentali e riferiti all’atteggiamento da portare in gara. I ragazzi hanno lavorato bene e con determinazione come ci eravamo promessi: il modo giusto per avvicinarci alla sfida contro una formazione come Latina che ha già dimostrato nelle prime giornate di Superlega tutto il suo valore. Si tratta di un avversario esperto, che sa come stare in campo in ogni situazione e che ha grandi qualità, soprattutto nella fase di cambiopalla».

Inoltre buone notizie arrivano dall’infermeria. Come previsto, Uros Kovacevic negli ultimi tre giorni si è regolarmente allenato col gruppo, dimostrando di aver recuperato completamente dal risentimento alla schiena che, all’ultimo momento, gli aveva impedito di prendere parte al match in casa della Sir Safety. Difficilmente Lorenzetti lo schiererà in campo fin dall’inizio, dando spazio al canadese Hoag, ma lo schiacciatore serbo potrebbe venir impiegato in caso di necessità.
L’altro dubbio riguarda i centrali: verrà schierato titolare lo sloveno Kozamernik, come accaduto a Perugia, o tornerà fin dall’inizio il brasiliano Eder, subentratogli contro la Sir con una prestazione tutto sommato positiva?

A prescindere da chi giocherà, oggi sarà indispensabile vincere, come non accade ormai dal 28 ottobre (contro Castellana Grotte). Battendo Latina da tre punti, Trento potrà agganciare Milano all’ottavo posto, rientrando quindi in quella zona playoff che non può comunque rappresentare un obiettivo per una società blasonata come quella di via Trener.

Latina non starà a guardare. Pur avendo finora vinto, al pari della Diatec, soltanto due partite, di cui una a sorpresa contro i campioni d’Italia della Lube Civitanova, anche i pontini sono reduci da tre sconfitte consecutive (Piacenza e Modena in casa, Vibo Valentia in trasferta).   
Nelle file del Taiwan due ex: Cristian Savani e il libero Carlo De Angelis, che Di Pinto utilizza però da quarto schiacciatore. «Sarà sicuramente una grande emozione tornare al PalaTrento da avversario dopo sette anni passati tra settore giovanile e prima squadra - racconta De Angelis -. Sarà una partita molto difficile, Trento non sta affrontando un momento positivo, però rimane comunque una grande squadra e sarà difficile affrontarli in casa loro».

Il Natale barrierato di Trento Town

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Forse per simpatia con Trenton, capitale del New Jersey, neppure 90mila abitanti (un’oretta da New York) oltre che per vicinanza psicologica a Berlino e al suo mercatino violato, Trento si è già blindata per le feste con quegli orribili manufatti di cemento che da noi chiamiamo, appunto, New Jersey.

Ma che in realtà sono noti internazionalmente come Jersey barriers: senza il «new» ormai fuori luogo perché hanno l’età di Dellai, essendo state inventate nel 1959.

Trento, esterofila lo era già da tempo. Solo fermandoci ai bar, non trascurabili luoghi di socializzazione e di inculturazione, tra il Far West e la Polinesia abbiamo l’American, il Big Ben, il Boston, il Sayonara, il Tiki, il Madison, la Vie en rose, il Moby Dick, perfino il Punjab.

Ma ora siamo definitivamente Trento Town, New Jersey. Grazie a quelle barriere anti-camion-killer, bianche o grigie che siano, un pugno nell’occhio per neutralizzare gli aspiranti terroristi furgonati.

Che sacrificio estetico, che città imbruttita in nome della «sicurezza», ossessione di questi anni brutti. Sicurezza! Promessa irrealizzabile della cattiva politica, che illude la gente sulla possibilità di neutralizzare il terrorismo: che invece è sempre più ramificato, proteiforme e più imprevedibile di qualsiasi sistema di sicurezza preventiva.

I Jersey in via San Giovanni Bosco e in via Ss. Trinità, oltre a ostacolare il deflusso delle ambulanze e della folla in eventuale attacco di panico, possono forse evitare attacchi di droni, cecchini dalle mura merlate, avvelenamenti dell’aria, bombe telecomandate, piromani dotati di lanciafiamme militari, babbinatale con cintura esplosiva?

Ma siccome i Jersey resteranno lì, dimostriamo almeno un po’ di senso civico depotenziando i Jersey, alleggerendo il loro impatto visivo, utilizzandoli in modo fantasioso.

La leggendaria creatività dei trentini ha già sperimentato alcune piacevoli funzioni alternative: la parte superiore è un’ottima mensola posa-bicchieri, fantastica per le happy hour serali outdoor (l’hanno scoperto in via Calepina); i bambini amanti del calcio li possono usare come porta; i tennisti come muro di rimbalzo. Gli appassionati di parkour e di skateboard come rampa per acrobazie.

Se non fossero per definizione grigie, le autorità pubbliche avrebbero lanciato un concorso per la migliore New Jersey-decorazione o il più colorato murale di barriera, avrebbero invitato il collettivo poeti a scriverci versi memorabili, i musicisti ad emulare Rostropovic ai piedi del muro (di Berlino, guarda caso, come il mercatino).

Scuole d’equitazione, classi di ginnastica in libera uscita, corsi di danza metropolitana, squadre di addestratori di cani da catastrofe, equilibristi dilettanti, saltimbanchi di strada, musicisti di marciapiede e saltatori professionisti potrebbero organizzare attività Jersey-friendly intorno alle barriere, aumentando ulteriormente il numero dei turisti importati nel centro di Trento blindato. Con effetti benefici sul pil ma non certo sui claustrofobici e gli agorafobici che ora si trovano a dover fare zigzag tra i Jersey onnipresenti che ingabbiano le strade e inscatolano le folle.

Ci vorrebbe un blues, per la prenatalizia e protettissima Trento Town. Il titolo sembra inevitabile: «Jersey on my mind».

Gubert: «Chiesa nega i funerali a Riina ma non ai medici abortisti»

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Qualche giorno fa sollevò molte polemiche l’uscita social di un prete bolognese, che, di fronte alla morte del boss della mafia Totò Riina, accomunò a quest’ultimo la figura di Emma Bonino, in quanto «abortista». «Ha più morti innocenti sulla coscienza Totò Riina o Emma Bonino?», si chiedeva il prete.

Ora ci si mette anche Renzo Gubert, che in una lettera inviata al nostro giornale, esprime più o meno le stesse valutazioni. Nel mirino dell’ex senatore non c’è però la Bonino, ma la Chiesa stessa, che, accusa Gubert, da un lato nega le esequie pubbliche a Riina, dall’altro non fa altrettanto con, per esempio, i medici abortisti, colpevoli di «uccisioni di esseri innocenti».

Ecco la lettera:

«Un capo-mafia colpevole di molti assassinii e condannato a molti ergastoli in regime duro è morto carcerato a Parma. A lui la Chiesa cattolica nega esequie pubbliche, perché pubblico peccatore che non ha dato segni pubblici di pentimento. A norma di diritto canonico.
Stride tanto rigore con la predicazione della misericordia che tutta la Chiesa, a partire dal pontefice, ripete continuamente. Se Dio è misericordioso, come mai la Chiesa non lo è con i pubblici peccatori che non hanno dato segni pubblici di pentimento? Le esequie in chiesa sono solo per coloro che non sono pubblici peccatori? Non si insegna che un peccatore è tale non solo in base alla «materia grave» della violazione morale, ma anche in base alla «piena avvertenza e al deliberato consenso», elementi che rimandano al segreto della coscienza di ciascuno? Perché in altri casi di violazioni gravi ed evidenti pubblicamente della norma morale senza che ci siano segni pubblici di pentimento non si negano funerali in chiesa? È mai stato negato un funerale in chiesa a un medico che ha eseguito migliaia di aborti, «abominevole delitti», uccisioni di esseri umani innocenti? È mai stato negato un funerale in chiesa a pubblici bestemmiatori che pubblicamente non si sono pentiti? Oppure a impenitenti adulteri? Eppure si tratta pur sempre di «materia grave» pubblicamente evidente. Mi sa tanto che anche la Chiesa si stia sottomettendo da qualche anno al «politicamente corretto», misericordiosa dove lo spirito del tempo porta a indulgenza, ma impietosa laddove questo vuole durezza di condanna, anche davanti alla salma di un morto».

Renzo Gubert

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