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Finto avvocato truffa anziana

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Si è finto un avvocato ed è riuscito a farsi consegnare da un’anziana di Rovereto gioielli per circa 2.500 euro. Il pretesto è stato quello di pagare la cauzione per il figlio di lei, coinvolto in un incidente e per questo in stato di fermo in una caserma dei carabinieri.

Si tratta di un uomo di 42 anni, napoletano e residente nel pistoiese, che i carabinieri di Rovereto hanno individuato in flagranza e arrestato ieri mattina.

L’hanno trovato grazie al fatto che una serie di anziani aveva allertato il 112 raccontando di avere ricevuto una telefonata sospetta: quella a proposito del figlio trattenuto in caserma in seguito a un incidente. I carabinieri allora hanno iniziato a pattugliare la città e a sentire ciascuno di quelli che aveva segnalato la chiamata per raccogliere indizi.

Verso le 12 una pattuglia ha notato un’anziana che parlava dalla finestra a un uomo in strada, che si allontanava con molta fretta. In un borsello nascondeva i gioielli appena consegnati dall’anziana.


Al Curie di Pergine torna il Tecnico economico: domani l'esordio

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Nuovo triennio di Web Marketing, laboratori e orientamento

Domani dalle 15 alle 17.30, presentazione dal vivo con laboratori di orientamento per il nuovo triennio tecnico economico di  Amministrazione, finanza e marketing (Afm) con specializzazione in «Web Marketing», che sarà attivo da settembre 2018 all’istituto superiore Marie Curie di Pergine.
 
L’obiettivo è riportare a Pergine i ragazzi che negli ultimi due anni (a causa della soppressione dell’indirizzo decisa a partire dal 2016 dalla giunta provinciale) hanno dovuto iscriversi ai bienni tecnico economici a Trento o nella sede di Levico dello stesso «Curie». Il via libera della giunta provinciale al nuovo indirizzo, messo a punto dai docenti del Curie coordinati dalla referente Stefania Squassoni, è arrivato tre settimane fa.
 
Anche se non è stato istituito nuovamente il biennio iniziale, il nuovo triennio rappresenta un progetto del tutto innovativo che cerca di formare le nuove figure di esperti di web marketing, richiestissimi dalle imprese. Titolo di studio che consente poi di accedere ai corsi universitari: e anche qui, proprio i laureati nell’indirizzo Economico figurano in cima alle richieste delle imprese.
 
Con queste premesse, dunque, domani sarà presentato il nuovo corso, con una serie di laboratori dimostrativi (Web, Marketing, Statistica, Design, Google AdWords) su quanto sarà insegnato nel nuovo triennio, tenuti da diversi professori. Alle iniziative per la presentazione del nuovo indirizzo saranno presenti a turno anche diversi studenti del Tecnico Economico, compresi i vincitori nello scorso anno scolastico di Young Business Talents.
 
Altre iniziative saranno rivolte agli studenti iscritti alla terza media interessati a conoscere le particolarità del biennio tecnico  economico che resta nella sede di Levico del Curie.
 
L’Istituto raccomanda la prenotazione ai laboratori scrivendo a stefania.squassoni@scuole.provincia.tn.it

Code sul lago verso Pergine, il problema resta irrisolto

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Rallentamenti la mattina. Il sindaco: "Non è colpa dello svincolo"

«Io, modestamente, la circolazione ce l’ho nel sangue»: forse, prendendo spunto dalla battuta dell’intramontabile Totò, per tanti automobilisti, pendolari del traffico della Statale della Valsugana, il sangue nelle vene è una delle uniche cose a scorrere sempre senza problemi.
 
Giungono infatti in maniera sempre consistente le segnalazioni di un problema di traffico che per molti è diventato un appuntamento fisso: la colonna della mattina sulla Statale 47 in direzione Trento, che dalla zona del lungolago (dalle Terazze solitamente, ma a volte anche prima) irrimediabilmente rallenta in maniera pesante se non addirittura blocca a tratti il traffico fino alla periferia di Pergine.
 
E proprio qui, alle porte di Pergine, per i pendolari del traffico sta la causa di tutto questo: l’innesto di San Cristoforo, dove forzatamente deve confluire anche tutto il traffico proveniente dalla Strada Provinciale 1 dopo la realizzazione della ciclopedonale sperimentale di via al Lago che di fatto ha tolto una corsia alla bretellina che, fino all’inverno scorso, permetteva di raggiungere la città senza doversi immettere per forza sulla Statale della Valsugana.
 
«Vale la pena creare un comodo accesso ciclabile chiudendo una strada, spostando il traffico, compromettendo una situazione viabile già di per sé problematica?» si è chiesto uno dei tanti automobilisti che ogni giorno affrontano (non sempre pazientemente) la lunga colonna: infatti pare che il problema, appena oltrepassato questo punto problematico, dove la Statale si allarga e iniziano le 4 corsie (due per senso di marcia), si risolva.
 
Già dalle 7, con l’intensificarsi del volume di traffico in direzione Trento, il lungo serpentone inizia a formarsi: l’incontro fra la Statale e la corsia di accelerazione proveniente dalla Provinciale crea una sorta di «tappo» alla circolazione che quindi defluisce in maniera molto lenta, creando la ormai tristemente nota colonna.
 
Il problema era stato affrontato anche a luglio in consiglio comunale a Pergine (una mozione della minoranza bocciata), e il sindaco Roberto Oss Emer, sentito in merito, ribadisce quando già espresso qualche mese fa: «Posso assicurare che la colpa della coda non è della nuova immissione -dice Oss Emer- e questo ci è confermato anche dai tecnici del Servizio Gestione Strade della Provincia che hanno monitorato con apparecchiature che contano i passaggi dei mezzi. Un’altra prova di ciò è che Trentino Trasporti non ha modificato gli orari dei mezzi pubblici che partono da Levico, Caldonazzo o Calceranica e nemmeno gli orari di tutte le coincidenze. È un’anomalia che il traffico si crei proprio lì dove dovrebbe sbloccarsi, e cioè dove le corsie da due diventano quattro in direzione Trento, e non viceversa, in direzione Padova, dove comunque ogni mattina si riversa una mole ingente di vetture e camion».
 
Spiega il sindaco che, per i tecnici della Provincia, la causa dei rallentamenti sono i mezzi che accedono e ripartono dal bar e dal distributore posti sulla destra proveniendo da Levico, e che la situazione rimarrà invariata finché proprio la Provincia non realizzerà la ciclabile che da San Cristoforo porta a Pergine (i lavori per il primo tratto sono stati già stati appaltati, mentre il secondo tratto verrà appaltato nel 2018), in modo da consentire al Comune di riaprire la circolazione a doppio senso anche su via al Lago togliendo la ciclabile sperimentale e l’attuale obbligo di immissione in Statale. «Faremo comunque una riunione con il Servizio Gestione Strade -conclude il sindaco- per verificare la possibilità di far partire le due corsie in corrispondenza dell’innesto, lo spazio ci sarebbe».
 
Ma se da questo fronte arrivano notizie rassicuranti, per questi giorni e fino alla settimana prossima sono in programma dei lavori proprio sulla Statale della Valsugana, da Levico fino a Civezzano, nella fascia oraria 7-17, per lavori di riparazione a barriere e attenuatori d’urto: attenzione quindi ai restringimenti ad una corsia o, nella zona di Levico, al senso unico alternato regolato da semaforo.

Argentina, onde alte cinque metri: la tempesta durante le ricerche del sottomarino

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Un nave argentina nel bel mezzo di una tempesta, con onde alte fino a cinque metri e venti che soffiano a più di 90km/h. Sono queste le condizioni estreme che hanno affrontato gli uomini impegnati nelle ricerche del sottomarino San Juan, di cui non si hanno notizie ormai da giorni. Le ricerche si stanno concentrando nell'Atlantico meridionale, ma le condizioni meteo estreme stanno rendendo molto difficoltosi i tentativi dei soccorritori Facebook / The British Falkland Islands & British Military

Ecco la «Magica Fabbrica» per il Natale dei bambini

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Il Natale a Trento sarà anche e soprattutto, e non potrebbe essere altrimenti, il Natale dei bambini. Bambini che in città hanno un punto di riferimento imperdibile: la Magica fabbrica del Natale, con laboratori creativi e possibilità di incontrare Babbo Natale in persona.

Realizzata da Flover e animata dal «Trentino dei bambini», propone un percorso (riscaldato) che si snoda in una struttura realizzata in piazza Santa Maria Maggiore e che ospita diversi laboratori a tema: kit per realizzare decorazioni natalizie, i «chiama renne» con il campanellino, oppure il sacchetto di carta abbellito con tecniche pittoriche, da riempire con la polvere magica che, conservata con cura, permetterà ai bambini di esprimere un desiderio la sera della Vigilia di Natale.

Di grande impatto l’allestimento creato ad hoc con materiale di recupero e la fantasia dei due artisti trentini Franz Avancini e Michela Molinari: l’ingresso dedicato alla zona giocattoli, gli strumenti di lavoro degli elfi, la cucina con gli utensili.

La Fabbrica di Babbo Natale è aperta tutti i venerdì pomeriggio, il sabato e la domenica (più festivi) tutto il giorno. Costo d’ingresso: 5 euro sopra i due anni compiuti; tariffa «family»: due adulti e un bambino, 10 euro.

Per maggiori informazioni: Silvia Conotter 349/7774097.

Aggressione con lo spray Il «buttafuori» a processo

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Inseguiti in auto nella notte, bloccati in mezzo alla strada e poi aggrediti. In ospedale sono finiti due ventenni, mentre per altri due amici solo un forte spavento e qualche fastidio dovuto allo spray al peperoncino spruzzato contro di loro. Per il violento episodio accaduto una notte d'estate, due buttafuori devono ora rispondere davanti al giudice delle accuse di violenza privata e lesioni personali. Gli imputati sono due trentini residenti nel capoluogo, che nell'agosto del 2015 lavoravano come addetti alla sicurezza in un locale sul lago di Caldonazzo. Nel procedimento penale si sono costituiti parte civile i quattro amici, tutti residenti in val di Cembra.

Quella che dai racconti fatti dalle vittime pare una vera e propria «spedizione punitiva», sarebbe partita da un episodio banale, da un botta e risposta all'ingresso della discoteca fra gli addetti alla sicurezza ed alcuni ragazzi che volevano entrare per festeggiare un compleanno. Forse ci sarebbe dell'altro, dietro a questo episodio: come alcuni giovani avevano riferito agli inquirenti all'indomani dei fatti, si vociferava che nel locale gli addetti alla sicurezza facessero una selezione dei clienti, spesso escludendo i giovani di origine straniera.

Voci o probabili illazioni, ma il ragazzo picchiato - di fatto - è di origine nordafricana e quella sera voleva divertirsi con gli amici per un'occasione particolare, il suo compleanno. Lo stesso giovane ha raccontato di essere stato bloccato all'ingresso del locale, ma di aver tentato ugualmente di entrare; sarebbero poi volate parole grosse e minacce, al punto da essere stato costretto correre via, a nascondersi nelle vicinanze del locale e poi a rifugiarsi nell'auto sulla quale lo stavano aspettando i suoi tre amici. La macchina è subito partita in direzione Pergine, seguita da una piccola utilitaria sulla quale erano saliti i buttafuori.

La corsa dei quattro amici è finita all'altezza del lago di Canzolino, quando il conducente è stato costretto a fermare la propria auto a causa di una brusca manovra della vettura che stava alle loro calcagna. Uno dei buttafuori ha poi spruzzato spray urticante all'interno dell'abitacolo, costringendo i quattro amici a scendere dal mezzo. A quel punto sono iniziate le botte. Uno dei ragazzi è stato spinto nel bosco, mentre il nordafricano che poco prima era stato allontanato dal locale è stato colpito con calci e pugni (prognosi di otto giorni oltre ad un arrossamento agli occhi dovuto allo spray urticante, come evidenziato nel referto del pronto soccorso). Le indagini sono state condotte dai carabinieri.

Degli aggressori, solo due sono stati riconosciuti. Per D.P., 30 anni, l'avvocato Maurizio Pellegrini ha chiesto la messa alla prova: se supererà positivamente il programma (si tratta di lavori legati alla pubblica utilità) il reato verrà cancellato. L'altro imputato, L. C., 35 anni, difeso dall'avvocato Claudia Vettorazzi, comparirà davanti al giudice la prossima udienza, fissata a gennaio 2018.

Shopping invernale a Trento "Scomparso" lo sci da fondo

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Dopo le prime sciate sul Tonale e, dallo scorso fine settimana, a Madonna di Campiglio, saranno diversi gli impianti ad aprire i battenti il prossimo weekend. L’arrivo del primo manto nevoso in quota, ha affrettato i preparativi in vista della stagione invernale ormai alle porte.

In attesa dell’apertura delle piste nei comprensori sciistici del territorio - che avviene come consuetudine nei primi giorni di dicembre - in tanti iniziano infatti a riprendere confidenza con sci, scarponi ed abbigliamento tecnico.

In molte vetrine del centro di Trento, già da qualche giorno, sono in mostra gli ultimi arrivi in fatto di accessori, vestiario, maschere o racchette da neve, mentre all’interno magliette e pantaloni estivi hanno da tempo lasciato il posto a giacconi, berretti di lana e guanti invernali.

Tra le novità di quest’anno, assieme alla comparsa di nuovi materiali e forme per sci e tavole, in cui inizia ad affermarsi l’impiego del carbonio per ridurre le vibrazioni durante la corsa, si rileva una quasi completa scomparsa delle attrezzature per lo sci di fondo, un tempo uno sport molto diffuso tra la popolazione trentina ed ora soppiantato tra gli appassionati e i turisti dall’emergente sci alpinismo.

«Non diciamo che lo sci di fondo è morto definitivamente - ha evidenziato al riguardo Mario Giovannini di «Tecnosci» - ma certamente è meno richiesto dalla cittadinanza e dunque poco appetibile da un punto di vista commerciale. A tal proposito, penso abbia giocato un ruolo determinante la diffusione dello sci alpinismo, che viene oggi praticato anche dai dilettanti in orario serale o notturno su piste normali. Rimangono comunque, in alcune zone deputate come a Cavalese, dei centri specializzati».

A trainare il settore rimane dunque lo sci alpino, su cui anche le multinazionali sembrano investire maggiormente, con l’introduzione di nuove tecnologie e materiali. Di fatto, approdano nei negozi del territorio - in relazione alla diffusione anche tra gli amatori - attrezzature simili a quelle utilizzate dagli atleti per le competizioni internazionali, con accorgimenti innovativi e estremamente complessi.

«Negli ultimi anni - ha spiegato Antonelli Seppi , titolare di «Sportlifee» di Piedicastello - lo sci è cambiato moltissimo: sono arrivati nuovi materiali e nuove configurazioni, mentre lo sci alpino si è ampiamente diffuso tra la popolazione sia residente, sia in villeggiatura. Lo sci da discesa, in particolare, si è rinnovato molto, con l’introduzione di nuove mescole o placche antivibrazione anche nei modelli più economici».

La spesa media per un paio di sci varia a seconda del modello, ma si passa dai 300 ai 500 euro per l’attrezzatura «gran turismo» (che copre le esigenze dei principianti e degli sciatori intermedi), per arrivare agli 800 o mille euro degli sportivi più esperti. Se poi alla spesa si aggiungono anche scarponi e vestiario completo, si può arrivare facilmente a superare i 1.500 euro. Tuttavia, come ha chiarito Francesco Sarrecchia di «Sportler», la maggior parte delle persone sceglie di diluire la spesa in diversi anni, comprando l’attrezzatura un po’ alla volta.

In grande espansione anche gli sport connessi alla presenza di neve anche alle quote più basse. Tra questi, un buon successo è riscosso, a quanto riferitoci dai commercianti, dall’escursionismo con le ciaspole. «Il vestiario tecnico - ha detto Gianni Broseghini , direttore di «Cisalfa sport» - va moltissimo, al pari di attrezzature per sport tipicamente invernali come ciaspole e racchette da neve».

Tunnel Loppio-Busa: appalto a Benevento Base d'asta che sfiora i 76 milioni di euro

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L'offerta è arrivata martedì alle 11 in punto, un'ora prima della scadenza della gara d'appalto. L'unico partecipante, candidato all'assegnazione dei lavori del tunnel tra passo San Giovanni e il Cretaccio - base d'asta che sfiora i 76 milioni di euro - è il «Consorzio Stabile S.A.C Costruzioni scarl» di Torrecuso, in provincia di Benevento, che in caso di aggiudicazione si costituirà con la «Martinelli & Benoni srl» di Ronzo Chienis. Nel raggruppamento temporaneo tra il Consorzio e l'azienda trentina, i beneventani avranno il ruolo di capogruppo, mentre l'azienda trentina inciderà sul totale dei lavori per l'1,23%.

L'offerta economica del consorzio al ribasso percentuale del 12,049% è ora sottoposta alla valutazione dei dirigenti. La parte di corrispettivo in immobili è stata invece proposta al rialzo, 6 milioni e 200 mila euro. Nei prossimi giorni l'iter dovrà completarsi con l'emissione da parte degli uffici provinciali del definitivo parere sull'assegnazione.

L'apertura delle buste telematiche si è svolta ieri mattina alle 9 presso la sede trentina dell'Apac, l'agenzia provinciale che si occupa degli appalti. Nessun rappresentante di impresa, solo giornalisti in sala. Quindici le aziende, trentine e non, che avevano dimostrato interesse alla gara ma che alla fine hanno comunicato all'Apac la rinuncia.

Nelle scorse settimane le caratteristiche del bando di gara erano state criticate dal presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori trentini, che considerava troppo alte le garanzie fideiussorie e assicurative richieste (20 milioni di euro) prevedendo che nessuna impresa regionale sarebbe riuscita a presentare un'offerta, cosa che infatti è accaduta.

La lunga procedura, del tutto telematica, senza documenti cartacei, dell'iter d'esame dei candidati prevede tre "buste" virtuali per ciascuna offerta. La prima busta, quella amministrativa, ha accertato i requisiti necessari ad eseguire i lavori, le attestazioni e le qualifiche imposte dalla norma. Una volta accertato che il Consorzio è in regola, si è proceduto all'apertura della busta tecnica, infine a quella economica. Nessun inghippo durante l'analisi della parte burocratica, così come anche per le specifiche tecniche. In tarda mattinata si è chiusa la sessione e il fascicolo è stato depositato. Ora restano da completare le ultime verifiche tecniche, ma si tratta di passaggi di routine dai quali non dovrebbero emergere sorprese.

Il consorzio beneventano è sul mercato dal 2016 e raccoglie tre aziende campane: «Sicurbau srl» unipersonale, «Alpin srl» e «Car Segnaletica Stradale srl» unipersonale (le cui iniziali danno il nome al consorzio stabile). Nel giugno di quest'anno il gruppo ha richiesto alla prefettura di Benevento l'iscrizione alla cosiddetta white list , ossia l'elenco di imprese e fornitori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa. Figura di spicco nel consorzio quella dell'imprenditore Enzo Rillo, noto alle cronache anche per il suo convinto tifo calcistico per la squadra del Napoli, che lo portò nel 2010 a partecipare all'asta per il famoso orecchino di Maradona, perdendola all'ultimo rilancio. La sua «Car» si è aggiudicata molti importanti appalti, anche dell'Anas, negli ultimi anni.

La «Martinelli & Benoni srl» invece è un'azienda storica di Ronzo Chienis, che opera da 60 anni nel settore e dai primi anni 2000 è in possesso delle certificazioni per intraprendere lavori come quello del collegamento San Giovanni-Cretaccio.
«Le imprese che partecipano al raggruppamento temporaneo - si legge nel comunicato di ieri sera della Provincia - detengono le esperienze professionali idonee alla realizzazione dell'opera. Nel loro curriculum risultano interventi su lavori importanti quali la linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, l'Autostrada del Brennero e la tangenziale di Milano.

Grazie alla procedura di assegnazione automatica, a verifiche ultimate, si potrà procedere alla firma del contratto e alla consegna dei lavori che si prevede possa avvenire già nei primi mesi del 2018 secondo il programma stabilito. Non essendoci altre imprese concorrenti all'appalto non ci potranno neppure essere ricorsi.


Mori, multa di 3.000 euro Punito fioraio ambulante

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In strada a vendere i suoi fiori colorati esposti sul motocarro ci poteva stare. Per essere in regola però avrebbe dovuto rispettare alcuni semplici ma fondamentali accorgimenti, come quello di non restare fermo nello stesso posto per più di sessanta minuti. Trattandosi di vendita itinerante l’autorizzazione prevede che sia tale.

Per non incorrere in sanzioni inoltre, secondo quanto è minuziosamente previsto dalla normativa in materia che è stata scritta dalla Provincia, il venditore avrebbe dovuto spostarsi allo scoccare di ogni ora di almeno mezzo chilometro dal luogo in cui era e non soltanto di pochi metri. Dettagli che l’interessanto però non avrebbe rispettato e per il quale è stato pesantemente multato.

Il fatto è accaduto a Mori e risale a domenica scorsa. Un ambulante itinerante che commercia fiori lungo le strade è stato controllato e sanzionato dagli agenti della polizia intercomunale di Mori, Brentonico e Ronzo-Chienis, secondo i quali quel giorno avrebbe superato i limiti di tempo previsti per stazionare nel posto in cui si trovava. Regole che, come detto, sono contenute nella legge provinciale.

La norma prevede infatti che per l’esercizio dell’attività di commercio su aree pubbliche in forma itinerante e dell’attività di prodotti agricoli, sempre in forma itinerante, non è consentito sostare nello stesso punto per piu di un’ora al giorno. Le soste possono essere fatte solo in punti che distanto fra di loro almeno cinquecento metri. Per questo motivo la sosta dell’ambulante su un’area pubblica per un periodo di tempo superiore a due ore nel medesimo punto oppure lo spostamento della merce o del mezzo mobile che viene utilizzato ad una distanza inferiore ai cinquecento metri previsti costituiscono «esercizio dell’attività commerciale non autorizzata».

Questo dunque il reato che è stato contestato nei giorni scorsi all’ambulante in questione, che ora dovrà pagare una sanzione pecuniaria di ben 3 mila euro, mentre quello stesso giorno - sempre secondo quanto previsto dalla normativa inquesti casi - gli è stata anche confiscata la merce che aveva con sè per la vendita in strada.

L’intento dei controlli per questo tipo di vendita è mirato soprattutto a regolamentare la concorrenza di questo tipo di ambulanti nei confronti dei negozianti, quelli che i loro articoli li espongono in negozio e che devono sottostare ad altre regole in materia.

Nazionale domani contro la Romania Non ci sarà Diego Flaccadori

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Si comincia. Parte domani da Torino la rincorsa dell’Italia ai Mondiali di basket in programma nel 2019 in Cina. Al PalaRuffini di Torino gli azzurri sfideranno la Romania in quello che sarà anche l’esordio in panchina di Meo Sacchetti, chiamato a raccogliere il testimone da Ettore Messina.

Non sarà della partita il talento della Dolomiti Energia Diego Flaccadori che, assieme Raphael Gaspardo, Marco Giuri e il figlio del ct, Brian Sacchetti, è stato escluso dai 12 convocati.

Il neo ct spera di ripetere in panchina quanto di buono fatto da giocatore con la maglia dell’Italia: 132 presenze, 945 punti, argento olimpico a Mosca ‘80, oro e bronzo agli Europei (1983 e 1985) e argento ai Giochi del Mediterraneo (1983). «Il debutto per un allenatore è sempre una partita importante - confessa alla vigilia - Non valuto la Romania, non dico se sia una squadra scarsa o da Nba perché l’esordio va al di là del valore del nostro avversario. Finora, ho avuto una risposta importante da parte dei ragazzi, ora mi aspetto una risposta dal campo. Intanto pensiamo a vincere, poi se vinciamo giocando bene, meglio così».

Nel girone D, oltre a Italia e Romania, anche Croazia e Olanda, con le prime tre che passeranno alla seconda fase dove si aggregheranno nel gruppo C tre fra Lituania, Polonia, Ungheria e Kosovo: in Cina voleranno le prime tre classificate al termine di una strada lunga che si esaurirà, dopo altre cinque «finestre», nel febbraio 2019.
«Conosco il valore di mio figlio, e non gli ho mai regalato nulla, ha la forza di carattere di capire questa scelta», assicura Sacchetti, soddisfatto del gruppo a disposizione.«Questi giocatori sono dei professionisti. Ma quando hanno cominciato, l’hanno fatto per divertimento, per passione. Domani vorrei vedere in campo quel tipo di entusiasmo, con gente pronta a tuffarsi in campo dalla panchina».

Tante e diverse le storie personali dei 12 azzurri. «Alessandro Gentile e Amedeo Della Valle stanno disputando un’ottima stagione, giusto che siano qui. Mi aspetto poi la fantasia di Luca Vitali. Infine, vorrei che molti giocatori domani mi stupissero». Nella lista dei 24 consegnata alla Fiba per questa prima finestra di qualificazione al Mondiale cinese ci sono assenti illustri, un pò per scelta, un pò per le questioni di calendario che hanno portato a una frattura fra la Federazione internazionale da un lato ed Nba ed Eurolega dall’altro. «Le strade che portano alla Nazionale sono aperte per tutti - chiarisce Sacchetti - Manca un campionato fra l’attività giovanile e quelli di vertice e così non è facile per gli italiani avere spazio, possibilità di sbagliare e quindi migliorare. Chi non è qui non deve viverla come una bocciatura. Ripeto, la Nazionale è aperta a tutti».

Volley, nel recupero Lube a tutta ora è 2ª a 1 punto da Perugia

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Risultato recupero 2a giornata di andata SuperLega UnipolSai
Cucine Lube Civitanova - Bunge Ravenna 3-0 (25-14, 25-20, 26-24)

Cucine Lube Civitanova: Christenson 6, Juantorena 14, Cester 4, Sokolov 10, Sander 12, Candellaro 6, Grebennikov (L). N.E. Stankovic, Zhukouski, Kovar, Casadei, Milan, Marchisio. All. Medei.

Bunge Ravenna: Orduna 1, Marechal 1, Georgiev 4, Buchegger 14, Poglajen 5, Diamantini 3, Gutierrez 1, Raffaelli 4, Goi (L), Vitelli 8. N.E. Mazzone, Marchini, Pistolesi. All. Soli.

ARBITRI: Santi, Puecher.

NOTE - durata set: 20’, 24’, 29’; tot: 73’.

MVP Christenson

Classifica
Sir Safety Conad Perugia 24, Cucine Lube Civitanova 23, Azimut Modena 20, Bunge Ravenna 17, Wixo LPR Piacenza 13, Kioene Padova 13, Calzedonia Verona 12, Revivre Milano 9, Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 8, Taiwan Excellence Latina 8, Diatec Trentino 7, Gi Group Monza 6, BCC Castellana Grotte 4, Biosì Indexa Sora 1.
 
1 incontro in meno: Calzedonia Verona, Taiwan Excellence Latina, Diatec Trentino, BCC Castellana Grotte
1 incontro in più: Cucine Lube Civitanova, Wixo LPR Piacenza

 

Stsera in campo Diatec Trentino e Taiwan Latina per il recupero dell'8ª giornata.

F1, Vettel guarda al 2018 «Siamo già carichi»

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Detentori di otto titoli mondiali, equamente divisi, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel saranno gli scontati protagonisti della prossima stagione di Formula 1, con l’obiettivo per entrambi di eguagliare un fuoriclasse come Manuel Fangio. Pur nell’atmosfera rilassata dell’ultima prova del 2017, domenica ad Abu Dhabi, i due si tengono già d’occhio a vicenda per spezzare l’appena trovato equilibrio. Secondo il pilota Mercedes, il tedesco farà tutto «per alzare l’asticella» del confronto «e lo stesso dovrò fare io - sottolinea - altrimenti l’esito della stagione sarà diverso». Il discorso di Hamilton coinvolge anche le Red Bull che, dice convinto, «lotteranno per il titolo», mentre Vettel lancia sul piatto una battuta che è anche una sfida: vincere il titolo nel 2018 sarà «una passeggiata nel parco» se la Ferrari confermerà i miglioramenti avuti dal 2016.

«Abbiamo fatto dei grandi progressi - ribadisce il tedesco -, migliorando sia il telaio sia il motore in maniera eccezionale. Eravamo vicini alla Mercedes ma non quanto bastava al momento decisivo. C’è stata dell’amarezza per il titolo perso ma abbiamo imparato tanto e siamo carichi per il 2018. Di sicuro ultimo passo è sempre il più difficile, ma la squadra è pronta e crediamo di avere le persone giuste».

Guardando all’annata che si sta per chiudere e al suo quarto trionfo iridato, Hamilton attribuisce il merito soprattutto alla maggiore regolarità, al fatto di aver commesso meno errori e anche alla fortuna di aver avuto meno guasti, dando atto all’avversario di aver fatto una gran prima parte di stagione con una Ferrari «fantastica». «Poi - prova a spiegare -, quando si subisce una certa pressione è possibile sbagliare. Quale sia stata la debolezza di Sebastian, ci lavorerà durante l’inverno. Nessuno è perfetto, anche io ho aspetti da migliorare».

L’obiettivo 2018 è il quinto titolo, come Fangio ma entrambi non se la sentono di paragonarsi all’argentino: «Potremo raggiungerlo come numero di titoli ma non eguagliarlo dal punto di visto del successo - afferma Vettel -. Secondo Stirling Moss era il più grande e, se lo dice lui, devi crederci». «Fangio è un’icona, per i risultati che ha raggiunto in un’epoca molto pericolosa - afferma l’inglese -. Credo che sia lui il padrino di questo sport». Motivo in più per entrambi, per accostare il proprio nome a quella leggenda.

«Tu che m’ascolti insegnami» Nuova raccolta di De Andrè

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Domani (venerdì 24 novembre) esce per la Sony Music «Tu che m’ascolti insegnami» la nuova raccolta di Fabrizio De Andrè: un cofanetto che contiene i brani rimasterizzati in alta definizione 24BIT/192KHZ dai master analogici originali di studio proposti sia in 4 cd che in una versione di 8 Lp.
 
«Tu che m’ascolti insegnami - ha spiegato Dori Ghezzi per anni compagna di vita del cantautore genovese - nasce dal desiderio di Sony Music di riproporre parte del suo catalogo rimasterizzando in alta definizione master analogici originali di studio, tra cui anche quelli di Fabrizio.
 
In questa nuova raccolta ho scelto di seguire quattro aree tematiche precise, tentando di ottenere quattro concept album, ciascuno dei quali racconta dimensioni emotive molto care a Fabrizio.
 
Ma tra i tanti fili rossi che si potevano scegliere per correlare (o far ulteriormente tra loro dialogare) i brani, questa volta mi piaceva proporre – meglio, suggerire – chiavi di lettura che, sì, identificassero filoni chiari, ma che a loro volta aprissero a ulteriori nuovi percorsi.
 
 
Così il disco dedicato alla spiritualità è anche quello del sogno, quello che ci parla di un tema indissolubile come guerra e pace, ci parla anche di potere e giustizia, quello dedicato all’infanzia ci racconta anche di altre stagioni della vita, e oltre.
 
Femmine un giorno e poi madri per sempre prova a ripercorrere tutte le sfaccettature dell’universo femminile cantate da Fabrizio, sia in forma di ritratto che di affresco, senza dimenticare la denuncia, come nel caso de La canzone di Marinella o Prinçesa».
 
Oltre alla scelta delle tematiche, è sempre importante per Dori Ghezzi l’osmosi tra i brani, che si crea ovviamente anche attraverso le loro armonie musicali: «In questo nuovo lavoro ho cercato di unire alcune canzoni, quasi senza soluzione di continuità, o addirittura badare ai secondi giusti che le separano: lavoro possibile grazie alle capacità non solo tecniche ma anche musicali di Stefano Barzan. Tutta questa attenzione vale anche per l’aspetto grafico dell’opera che in questo caso ha richiesto la sensibilità e la pazienza di Arturo Bertusi e di Chiaroscuro Creative.
 
Come sempre è stata per me indispensabile la collaborazione della Fondazione. Così è nata questa nuova raccolta che sin dal titolo esprime un’esigenza di dialogo, di ricerca di conoscenza, di apertura. Un modo di porsi che credo abbia sempre caratterizzato Fabrizio e la sua opera».
 

Firme contro il bicigrill Petizione su change.org

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«A pensar male si fa epccato ma spesso ci si azzecca» diceva Giulio Andreotti. Parte da questo assunto la campagna contro la realizzazione di un nuovo Bicigrill nel territorio di Arco, dove le cronache recenti parlano di pesanti scontri sull'utilizzo di territori considerati di pregio (il caso dell'ex Argentinaè solo l'ultimo caso in ordine di tempo).

E così è partita una petizione contro la realizzazione di una struttura per il ristoro.

Su change.org è comparso quindi l'appello per aderire alla raccolta firme:

«No alla costruzione di un nuovo bicigrill di 100 mq su due livelli con ben 20 posti auto lungo la strada ciclabile Arco-Torbole che verrà posizionato a soli 500 metri da un altro bicigrill già esistente e togliendo terreno agricolo (nello specifico un oliveto) in un'area già densamente antropizzata in cui rimangono poche sacche di verde. 

La costruzione in sè di un nuovo bicigrill non ha senso in quanto nel tratto che va da Arco a Torbole c'è un bar a lato della ciclabile in media ogni 2 km, percorribili in circa 5 minuti in bici. 

La paura è che la deroga per costruzione su terreni di pregio concessa al bicigrill possa poi portare nel proseguire degli anni a una costruzione con altra destinazione».

Dolomiti Energia, da domani si torna a sudare in palestra

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Mentre i Nazionali Diego Flaccadori, Yannick Franke e Ojars Silins saranno impegnati a partire da domani nelle gare di qualificazione ai Mondiali 2019 (con Silins in campo alle 17 a Bursa in Turchia-Lettonia, Franke di scena alle 20 ad Almere Stad in Olanda-Croazia e Flaccadori non convocato ma a disposizione di coach Sacchetti per il match di Torino tra Italia e Romania), e Beto Gomes guiderà il suo Portogallo nei primi match di pre-qualificazione ad Eurobasket 2021 (Portogallo impegnato questa sera a Cipro e domenica in terra lusitana contro il Lussemburgo), venerdì 24 riprenderanno gli allenamenti anche in casa Dolomiti Energia. Lo staff tecnico guidato da Maurizio Buscaglia (privo di Lele Molin, impegnato con la Nazionale Italiana in qualità di assistente del ct Meo Sacchetti) si metterà infatti al lavoro per prepararsi in vista del match di campionato di sabato 2 dicembre a Capo d’Orlando.

Oltre a Jorge Gutierrez, Shavon Shields e Filippo Baldi Rossi, rimasti a Trento per riprendere individualmente il lavoro fisico e tecnico già da mercoledì, si alleneranno anche Toto Forray e Luca Lechthaler: sia venerdì che sabato il programma prevede lavoro in sala pesi al mattino e parte tecnica sul campo al pomeriggio. Tra sabato e domenica poi rientreranno dagli Stati Uniti per unirsi al gruppo Dominique Sutton e Chane Behanan, mentre i quattro atleti impegnati con le Nazionali riprenderanno a sudare al PalaTrento solo a partire dalla settimana prossima.


Diatec soffre ma vince 3-2 contro Latina

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Diatec soffre ma vince 3-2 contro Latina

Grande paura, ma alla fine la Diatec Trentino porta a casa la vittoria contro la Taiwan Arena nel posticipo dell'ottava giornata della Superlega.

Al PalaTrento i ragazzi di Angelo Lorenzetti hanno vinto per 3-2 (23-25, 22-25, 25-20, 25-20, 15-10) al termine di una partita durata due ore e mezzo. La Diatec parte male favorendo le giocate di Maruotti e compagni. I primi due set vanno agli ospiti, che iniziano a credere all'impresa.

Nel terzo set, però, Trento si ritrova e grazie alle giocate di Eder Carbonera e Giannelli prima accorcia le distanze e poi trova il pari.

Nel tie-break si ripete in piccolo l'andamento della gara. Latina parte bene (0-3), ma poi la Diatec sale di colpi e centra un agevole 15-10.

CLASSIFICA

Sir Safety Conad Perugia 24 punti; Cucine Lube Civitanova 23; Azimut Modena 20; Bunge Ravenna 17; Wixo LPR Piacenza, Kioene Padova 13; Calzedonia Verona 12; Revivre Milano, Taiwan Excellence Latina, Diatec Trentino 9; Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia 8; Gi Group Monza 6; BCC Castellana Grotte 4; Biosì Indexa Sora 1.
(Calzedonia Verona, BCC Castellana Grotte una gara in meno; Cucine Lube Civitanova, Wixo LPR Piacenza una gara in più).

Duecento incarichi extra ai provinciali

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Oltre 200 incarichi per quasi 300.000 euro autorizzati. Tanti sono stati, in meno di sette mesi di quest’anno, le consulenze che i dipendenti della Provincia hanno potuto portare a casa sulla base dell’ok ufficiale da parte della giunta. Si tratta di una possibilità permessa dalla legge.

E in quasi 200 casi quest’anno i dipendenti hanno quindi ottenuto l’opportunità di andare a occuparsi, accanto al lavoro in Provincia, di consulenze, docenze o incarichi in consiglio di amministrazione, solo per citare alcune delle attività autorizzate loro. A prevedere la possibilità di compiere, al di fuori dell’orario di lavoro e senza è la legge provinciale numero 7 del 1997 agli articoli 47 (per quanto riguarda gli incarichi) e 47 bis (per i collaudatori).

In base a tale normativa, «i dipendenti della Provincia non possono esercitare attività industriali, commerciali o professionali. I dipendenti, fuori dall’orario di servizio, possono essere autorizzati a svolgere attività saltuarie ed occasionali o comunque altre attività indicate come compatibili dalla Giunta provinciale. Ferma restando la disciplina delle incompatibilità prevista da quest’articolo, non è preclusa l’iscrizione dei dipendenti ad albi professionali o registri pubblici secondo quanto previsto dagli ordinamenti professionali».

Insomma, al di là di professioni completamente incompatibili col lavoro di dipendente, come attività commerciale, ad esempio, è poi la giunta e il Dipartimento del personale ad autorizzare gli incarichi extra ai dipendenti che devono svolgerli comunque fuori dall’orario di lavoro.
Se si guarda ai dati degli ultimi quattro anni e mezzo, dal 2013 a oggi, in totale si nota come siano stati oltre 2.000 gli incarichi autorizzati, alcuni di essi anche gratuiti, ma si tratta di una minoranza, per un importo di circa 2 milioni di euro. In media, dunque, ciascun incarico comporta un introito aggiuntivo di 1.000 euro. Il numero di dipendenti autorizzati è molto più basso del totale degli incarichi, per il fatto che ci sono molti dipendenti che, per le proprie competenze, chiedono e ottengono di poter avere più incarichi durante l’anno.

In ogni caso, come detto, nei primi sette mesi di quest’anno, in 210 giorni, compresi sabati e domeniche, il numero di incarichi autorizzati finora è stato pari a circa 200 per circa 300.000 euro di compensi complessivi.

Nell’intero 2016 erano stati 457.000 gli euro percepiti dai dipendenti provinciali autorizzati e i casi in cui erano state approvate le loro attività sono stati poco più di 500. Nell’anno 2015 gli incarichi autorizzati erano stati pari a 360 circa per un controvalore di circa 389.000 euro incassati dai dipendenti che avevano potuto svolgere lavori extra oltre a quello presso la Provincia.

Nel 2014 erano stati circa 470 gli incarichi autorizzati per un compenso complessivo erogato dai committenti esterni alla Provincia 467.132 euro. Nel 2013, infine, erano stati 660 con un importo pari a oltre 721.000 euro. Si tratta dell’anno che, negli ultimi quattro e mezzo, finora ha fatto segnare il maggior numero di incarichi e, di conseguenza, anche la maggior cifra incassata dai diretti interessati.
In quattro anni e mezzo, sono stati quindi oltre 2.000 gli incarichi autorizzati per circa 2 milioni di euro di compensi.

 

«Mia figlia e la malattia: istituzioni assenti» Il disagio psichico e la lotta di una mamma

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Ha letto un articolo riguardante i suicidi e a quel punto ha trovato la forza di raccontare tutte le difficoltà che ha incontrato e incontra oggi giorno a vivere con una figlia con problemi psichici senza un aiuto concreto da parte delle istituzioni. «Parliamoci chiaro, non è un'accusa contro i singoli operatori, tutti validissimi, quanto sulle strutture a disposizione nella nostra moderna e ricca regione, inesistenti. E così questi "invisibili" e le loro famiglie non sanno dove sbattere la testa. Di chi sto parlando? Dei moltissimi ragazzi e giovani affetti da disturbi mentali come schizofrenia, disturbo schizoaffettivo, disturbo bipolare, depressione grave», spiega questa mamma (che firma il suo racconto ma che noi preferiamo tutelare).

Il racconto della donna inizia con i primi disturbi della figlia manifestati quando era un'adolescente. «Mettiamo che improvvisamente si passasse ad attacchi d'ira sempre più frequenti, autolesionismo, ritiro sociale, fughe continue, comportamenti inappropriati, depressione e minacce di suicidio? Voi non sapete ancora che si tratta di un disturbo mentale, ma sicuramente vi rivolgereste ad uno specialista». E qui, stando a questa mamma, iniziano i problemi soprattutto se il minore non vuole collaborare.

«In Trentino non esiste un reparto di neuropsichiatria infantile e le cure si svolgono solo a livello ambulatoriale. Al massimo possono prescrivere dei farmaci, che naturalmente il minore non prenderà perché non gli servono. Una porta sbattuta in faccia praticamente. Così ve ne tornate a casa, senza sapere cosa fare». La mamma racconta poi del tentato suicidio della ragazza, dell'ansia che accompagna ogni giorno della sua vita, del lavoro lasciato per stare vicino alla figlia.

«Arriva il secondo atto suicidiario. Questa volta mettiamo che vi arrabbiate e minacciate il personale del pronto soccorso di denunciarli se una volta dimesso il paziente succede qualcosa. Mettiamo che accettino di ricoverarla nel reparto di psichiatria adulti dietro vostra richiesta di Tso, ma solo se qualcuno rimane con lei giorno e notte, essendo una minore in un reparto per adulti. Immaginate di dover rimanere un mese in un reparto di psichiatria, giorno e notte, in attesa di un trasferimento in un reparto di neuropsichiatria infantile (l'unico è in Alto Adige, a Merano, 15 posti letto circa e quindi bisogna aspettare per un letto). Finalmente riuscite ad accedere alle cure di un reparto di neuropsichiatria infantile (se siete molto fortunati e soprattutto se avete ancor un po' di forza in corpo) dove vi danno la diagnosi: un disturbo psichico, probabilmente incurabile (anche se migliorabile)».

A quel punto la speranza è che la figlia venga accolta nell'unica comunità residenziale protetta. «Al compimento della maggiore età sarà però peggio. Da un giorno all'altro vi diranno che il percorso è finito e che dovete riaccogliere il paziente a casa. Ve lo diranno con vostra figlia presente, e quale genitore sarebbe in grado di opporsi? Vi assicurano che sarete seguiti dai servizi ambulatoriali, dai Csm di zona, ma che purtroppo in Trentino non esistono strutture riabilitative psichiatriche per giovani adulti. Anche la nomina di un Amministratore di sostegno serve a ben poco, poiché in ogni caso se il paziente maggiorenne non vuole entrare in struttura la scelta definitiva è sua e non c'è modo di "costringerlo". E vi sembra giusto che una persona non abbia il diritto di essere curata solo perché la sua malattia le impedisce di capire che è malata?».

La donna racconta di crisi violente di rabbia, di notti insonni, di senso di abbandono. «Passerete così la vostra vita, perché l'unico servizio offerto concretamente a questi "invisibili"è il ricovero in Casa di Riposo quando voi non ci sarete più». L'invito di questa mamma-coraggio è quello di mettere da parte l'orgoglio e di lottare per rendere queste persone più «visibili».

Finanziamenti alle imprese per andare sui mercati esteri

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Arrivano nuovi finanziamenti agevolati alle imprese che affrontano la sfida dei mercati esteri. Sono stati recentemente rifinanziati e rimodulati i finanziamenti agevolati di Simest Spa a copertura del 100% dei costi di internazionalizzazione, a tasso fisso fortemente agevolato, si parla del 0,085%.

Gli interventi ammissibili e le modalità per accedere ai finanziamenti sono stati illustrati ieri nell'incontro «Finanziamenti agevolati per l'internazionalizzazione», presso la sede di Confindustria Trento da Vincenzo Pagano, account manager area nord-est di Simest Spa. «Rispetto al passato i finanziamenti sono stati stravolti e migliorati per quanto riguarda anche la facilità di ingresso», ha sottolineato Pagano.

Le spese ammissibili in questione possono riguardare: gli studi di fattibilità necessari per aiutare le aziende a fare la scelta migliore; la partecipazione a fiere e mostre utili a promuovere il business all'estero; i programmi di inserimento nei mercati extra Ue; i programmi di assistenza tecnica per la formazione in loco del personale e i finanziamenti per la patrimonializzazione delle Pmi esportatrici.

Il finanziamento per gli studi di fattibilità è un finanziamento a tasso agevolato delle spese di personale, viaggi e soggiorni collegati a investimenti produttivi o commerciali in Paesi extra Ue. Può coprire fino al 100% dell'importo delle spese preventivate, fino al 12,5% del fatturato medio dell'ultimo triennio. L'importo massimo finanziabile è di 150.000 euro per studi collegati a investimenti commerciali e 300.000 euro per studi collegati a investimenti produttivi (durata di 4 anni e mezzo). Il secondo riguarda la partecipazione a fiere e mostre per promuovere il proprio business su nuovi mercati internazionali. Dedicato a tutte le Pmi, questo finanziamento è a tasso agevolato delle spese per area espositiva, spese logistiche, spese promozionali e spese per consulenze connesse alla partecipazione a fiere in Paesi extra Ue.

Il finanziamento può coprire fino al 100% delle spese preventivate, fino a un massimo del 10% dei ricavi dell'ultimo esercizio. L'importo massimo finanziabile ammonta a 100.000 euro per 3 anni e mezzo. Il terzo tipo riguarda i programmi di inserimento sui mercati extra Ue. Finanziano a tasso agevolato delle spese la realizzazione di un ufficio, show room, negozio o corner in un Paese extra Ue e relative attività promozionali. L'importo massimo finanziabile può raggiungere il 100% del totale preventivato e non può superare il 25% del fatturato medio dell'ultimo triennio, fino a 2,5 milioni di euro (durata 6 anni). Quarto tipo di finanziamento riguarda i programmi di assistenza tecnica: il finanziamento è a tasso agevolato delle spese per personale, viaggi, soggiorni e consulenze, sostenute per la realizzazione di un programma di formazione del personale operativo all'estero. Il finanziamento può coprire fino al 100% dell'importo delle spese preventivate, fino al 12,5% dei ricavi medi dell'ultimo triennio. L'importo massimo finanziabile è di 300.000 euro (durata 4 anni e 6 mesi). Ultimo punto riguarda la patrimonializzazione delle Pmi esportatrici attraverso il Fondo 394/81 e l'intervento del Fondo per la crescita sostenibile, che consente di ridurre le garanzie richieste per l'utilizzo del finanziamento.

Ladri in casa con cacciavite Ancora furti a Martignano

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I sobborghi della collina rimangono, purtroppo, gli obiettivi preferiti dai ladri. Sette giorni dopo il raid a Meano, con ben quattro appartamenti presi di mira dai malviventi, le forze dell'ordine sono intervenute ieri sera per una nuova ondata di furti a Martignano e Mattarello.

Nei giorni scorsi, inoltre, i ladri erano riusciti a introdursi in abitazioni di via Costiole e via Cesarini, mentre il colpo è fallito in altre due case. Il bottino è stato di poche centinaia di euro, con i danni che superano di gran lunga l'ammontare complessivo dei soldi e dei gioielli spariti.

Per entrare nelle case i ladri utilizzano dei semplici cacciaviti, con i quali forzano finestre e portefinestre. I furti avvengono in orario pomeridiano e serale. Le forze dell'ordine invitano la popolazione a segnalare la presenza di persone sospette, in modo da poter subito intervenire.

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