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«Jailbreak» iPhone, rubati dati di 225mila account

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La scelta di effettuare il "jailbreak" del proprio iPhone - una modifica per scaricare applicazioni da fonti diverse dall'App Store di Apple - può costare caro: c'è una nuova ondata di virus che prende di mira i melafonini modificati e che ha permesso ad hacker di rubare dati di oltre 250mila account Apple, anche in Italia. Lo rilevano le società Palo Alto Network e WeipTech.

Si tratta, spiegano i ricercatori in una nota online, del più grande furto di dati di questo tipo ad utenti della Mela Morsicata. Quella individuata è una famiglia di malware - denominata KeyRaider - con 92 declinazioni diverse, che colpisce gli iPhone che hanno subito il "jailbreak", quindi che sono stati modificati per scaricare programmi diversi da quelli autorizzati da Apple sul suo negozio digitale.

Dai telefonini infetti gli hacker sono in grado di ottenere password, credenziali varie e di fare acquisti sull'App Store senza autorizzazione. Il malware è stato infatti scoperto dopo che uno studente cinese della Yangzhou University aveva notato diversi acquisti non autorizzati con il suo account. La maggior parte degli utenti colpiti è in Cina, ma ci sono account violati anche in Usa e in diversi Paesi europei, tra cui l'Italia.

KeyRaider infetta i dispositivi attraverso l'applicazione Cydia, che viene utilizzata per facilitare la gestione di app sugli iPhone che hanno subito il "jailbreak". I ricercatori hanno scoperto anche di peggio: con questo malware i criminali informatici riescono a bloccare a distanza un dispositivo chiedendo un riscatto per lo sblocco. «»


Con i ricercatori alla scoperta dei «cinque sensi più uno»

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Tornerà il prossimo 25 settembre dalle 17 l’appuntamento con la «Notte dei Ricercatori»: l’evento che, in contemporanea in centinaia di città in tutta Europa, accende i riflettori sulla ricerca e sui suoi protagonisti. Una serata speciale per un’edizione speciale: quest’anno si festeggiano infatti i dieci anni dall’avvio dell’iniziativa promossa dalla Commissione europea per promuovere la comunicazione della ricerca.

Un evento di grande successo che solo per l’edizione dello scorso anno ha raggiunto oltre 70 milioni di persone in 300 città del continente.

A Trento la Notte europea della ricerca viene riproposta grazie alla collaborazione tra le istituzioni di ricerca del territorio: Università di Trento, Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach e MUSE Museo delle Scienze. Ad ospitare l’evento saranno i padiglioni di Trento Fiere in via Briamasco e il Palazzo delle Albere, dove si terranno dimostrazioni, laboratori, cene con i ricercatori, caffè e aperitivi scientifici, ma anche nuovi format come lo «speed-dating» con i ricercatori, i dibattiti a due e le flash talk.

Speciale anche il tema lanciato per l’edizione 2015 a Trento: i «Cinque sensi più uno». Un percorso interattivo tra demo, laboratori e attività a tema condurrà adulti e bambini a riflettere su ciò che nella vita di tutti i giorni guida la nostra esistenza. Tra suoni, colori, sensazioni, immagini e odori, il «sesto senso» che la Notte dei ricercatori racconterà è l’intuito che, insieme alla creatività, alla perseveranza e allo spirito di innovazione, muove i ricercatori nel loro lavoro verso il progresso della conoscenza.

Come nelle precedenti edizioni l’obiettivo della Notte dei Ricercatori sarà raccontare le professioni della ricerca, il dietro le quinte della scienza e l’impatto che la ricerca ha sulla vita quotidiana. L’accesso all’evento sarà come di consueto gratuito mentre alcune attività saranno a prenotazione. Per l’occasione, inoltre il Muse rimarrà aperto fino alle 23.

L’edizione 2015 della Notte dei ricercatori a Trento è patrocinata dalla Commissione europea, dalla Provincia di Trento e dal Comune di Trento e si svolge grazie al contributo di Casse Rurali Trentine, Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, Ottica Romani, Gest - suono e luce, Sadesign e il supporto di eit Digital.

Lieve scossa nel Meranese, paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 2,6 è avvenuto nel Meranese questa notte alle ore 0.40. Non si segnalano danni.

Alcuni cittadini hanno comunque chiamato i vigili del fuoco, perché il terremoto è stato accompagnato da una sorta di botto, che - secondo gli esperti - è abbastanza normale per eventi sismici di questo tipo

Musica senza barriere

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La musica è un linguaggio che consente di esprimersi, comunicare le proprie emozioni e trarne felicità e autostima. Cantando e suonando si traggono dalla musica innumerevoli occasioni di crescita, arricchimento e condivisione. Per i ragazzi disabili, però, assimilare e memorizzare le posizioni sugli strumenti può risultare difficoltoso, così come accedere al patrimonio formativo e culturale della musica scritta.

Per superare questo ostacolo, la Scuola Musicale Giudicarie ha presentato oggi a Trento, presso la sede della Cooperazione Trentina, un corso di formazione specifico volto a favorire l’apprendimento della musica da parte delle persone con bisogni educativi speciali. Il sistema proposto prevede l’utilizzo Figurenotes©, uno strumento didattico che consente a chi lo suona di avere una rappresentazione grafica concreta del suono da produrre e lo aiuta ad individuare le corrette posizioni sullo strumento musicale.

Il sistema, ideato e sviluppato presso lo Special Music Center Resonaari di Helsinki è stato introdotto in Italia dalla Scuola Musicale Giudicarie, quale modello pedagogico all’avanguardia per l’educazione musicale speciale. L’utilizzo di Figurenotes© consente infatti di rispondere con efficacia alla domanda di apprendimento musicale da parte delle persone con bisogni educativi speciali e al tempo stesso la promuove, sia negli ambienti preposti all’educazione musicale (come nei centri socio-educativi o nei laboratori musicali e creativi), sia nei percorsi di riabilitazione e musicoterapia.

“Il percorso proposto – spiega la direttrice del corso Annely Zeni – è rivolto a educatori, insegnanti, operatori socio-culturali e musicoterapeuti, anche senza abilità musicali pre-acquisite. Una full immersion di 4 giorni a Tione riconosciuta dall’Iprase della Provincia Autonoma di Trento, che gode del patrocinio del Resonaari Musica Center di Helsinki”. 

“I benefici per le persone con disabilità che imparano a suonare sono innumerevoli – ha aggiunto Gabriella Ferrari, docente del corso e responsabile per l’Italia del progetto Figurenotes© –: cresce l’autonomia, migliora l’inserimento nella comunità, è favorita la socialità e ne beneficia l’autostima”. Non solo. “Anche le famiglie traggono beneficio e la comunità intera – ha aggiunto Florence Marty, docente del corso –. Le persone che frequentano i corsi della nostra scuola hanno infatti l’occasione di farsi un’idea diversa della disabilità, così come chi assiste ai concerti”. “C’è poi l’aspetto dell’internazionalizzazione da sottolineare – ha detto Carlo Dellasega, direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione – grazie alla collaborazione con il centro di ricerca finlandese e alla presenza di personale docente con qualificanti esperienze all’estero”.

La Scuola Musicale Giudicarie conta circa 700 allievi e 500 soci tra cui Comuni, bande e cori. L’evento formativo si terrà dal 3 al 6 settembre 2015 presso Casa Natura del Parco Adamello Brenta “Villa Santi”, in Località Montagne a Tione di Trento.

Incidente motociclistico sul Tonale, c'è un ferito

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Incidente motociclistico questa mattina al passo del Tonale. Sul posto sono subito arrivati i soccorsi. Valutate le condizioni del ferito si è reso necessario l'intervento dell'elisoccorso.

Le forze dell'ordine stanno ricostruendo l'esatta dinamica dei fatti.

Polizia ceca marchia i migranti con numeri sul braccio Brennero: sospesi temporaneamente accordi di Schengen

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Orrore e vergogna: adulti e bambini marchiati sull'avambraccio con un numero che identifica il treno d'arrivo e il vagone

La polizia ceca sta procedendo a marchiare ogni migrante, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al confine con l'Austria, con un numero scritto a pennarello sul braccio, che identifica il treno d'arrivo e il vagone. La notizia è sul sito Britske listy (pagine britanniche) ed è confermata da Vaclav Janous del quotidiano Mlada fronta Dnes (Mfd).

Le stesse cifre vengono poi scritte sul biglietto del treno che la polizia sequestra. Con i numeri sono marchiati non solo gli adulti ma anche i bambini: il Mfd ha riportato ad esempio la foto di una bambina di 5 anni addormentata sulla spalla della madre durante il controllo. Sull'avambraccio porta la scritta C5.

BRENNERO

Sono stati intensificati in queste ore i controlli di polizia al Brennero. Lo conferma la Questura di Bolzano. Come già avvenuto in occasione del G7, alla luce dell'attuale aumento di flussi migratori in Europa, è stata incrementata la presenza di agenti di polizia sui treni internazionali lungo la linea del Brennero, come anche nelle stazioni di Bolzano, Bressanone e Brennero. Sono anche stati intensificati i controlli al valico italo-austriaco.

ALTO ADIGE

L'Alto Adige accoglierà per qualche giorno - "come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l'emergenza contingente" - un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400. Come comunica la Provincia di Bolzano, saranno reperite alcune palestre, dove gli impianti igienici e le infrastrutture sono già funzionanti, mentre nella gestione e nell'assistenza la Provincia attiverà la Protezione civile e la collaudata collaborazione delle associazioni locali di volontariato.

"La Baviera - si legge nella nota della Provincia di Bolzano - registra un'ondata record di arrivi di profughi nelle ultime ore, principalmente attraverso la rotta dei Balcani, che sta creando una situazione ingestibile: si lavora per cercare nuove strutture e far fronte nell'immediato alla crescita esponenziale del numero di migranti. Davanti a questa emergenza la ministra bavarese Emilia Muller ha contattato l'assessore altoatesina Martha Stocker, per chiedere un sostegno logistico temporaneo nell'accoglienza di profughi. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha informato il Governo italiano e chiesto il necessario via libera di Roma per un intervento di aiuto alla Baviera, "nell'ottica di un'autonomia responsabile e solidale, ma anche di una strategia di respiro europeo in grado di muoversi oltre i confini regionali e nazionali". "Il Governo - si legge ancora nella nota - si è prontamente attivato a sostegno della richiesta della Germania comunicando la disponibilità a ripristinare i controlli al confine del Brennero e a sospendere temporaneamente gli accordi di Schengen, analogamente a quanto avvenuto in occasione del G7. La Provincia di Bolzano accoglierà quindi per qualche giorno - come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l'emergenza contingente - un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400. Saranno reperite alcune palestre, dove gli impianti igienici e le infrastrutture sono già funzionanti, mentre nella gestione e nell'assistenza la Provincia attiverà la Protezione civile e la collaudata collaborazione delle associazioni locali di volontariato. Le spese per questo intervento umanitario straordinario saranno a carico dello Stato".

LA RETTIFICA

"Non si tratta di una sospensione degli accordi di Schengen al Brennero, ma esclusivamente di un'intensificazione dei controlli". Lo precisa il governatore Arno Kompatscher, rettificando così un comunicato stampa della Provincia autonoma di Bolzano.

UNGHERIA

Intanto in Ungheria altri 2.284 migranti e profughi sono entrati nelle ultime 24 ore, circa 500 in più rispetto alla giornata precedente: lo ha reso noto la polizia. Si tratta in gran parte di persone provenienti da Siria, Afghanistan e Pakistan. Sempre nelle ultime 24 ore in Ungheria sono stati arrestati sei trafficanti di esseri umani.

Mentre la stazione di Budapest Keleti, anche stamani, è inaccessibile ai migranti. Centinaia di persone continuano a manifestare, sedute sulla piazza Baross della capitale. Ieri, in seguito ai tumulti, provocati dagli immigrati che hanno preso d'assalto i treni per poter partire verso Germania e Austria, la polizia ungherese ha chiuso lo scalo ferroviario, per poi riaprirlo soltanto al traffico ordinario. La piazza è stata inoltre sgomberata dalle forze dell'ordine con i lacrimogeni. Intanto il governo ungherese ha disposto il rafforzamento della frontiera con la Serbia con 2.106 agenti di polizia. Lo riferisce il portale serbo 'Vojvodina danas'. Dall'inizio dell'anno fino alla mezzanotte di domenica scorsa, e' stato precisato dalla polizia, sono state intercettate 153.561 persone entrate illegalmente in Ungheria dalla Serbia.

BUDAPEST FERMA I TRENI, GAS SUI MIGRANTI

Ieri i treni erano partiti carichi di migranti, verso Germania e Austria, oggi Budapest li ha fermati. Ed è esploso il caos nella capitale ungherese. Con tumulti e scontri, fino alla chiusura della stazione Keleti, blindata per ore, e lo sgombero di piazza Boruss. Gli agenti hanno usato i lacrimogeni, anche contro i rifugiati della Siria. Ormai però tutti, nella capitale ungherese, si dicono siriani. E questo per poter raggiungere la Germania di Angela Merkel, che nei giorni scorsi ha annunciato lo stop agli accordi di Dublino. Una decisione che oggi il governo di Viktor Orban ha impugnato contro la cancelliera, incolpandola direttamente dei disordini scoppiati a Budapest. Dove la gente, al grido "Germany!" ha preso letteralmente d'assalto i treni. E alla fine il ministro della Difesa ha annunciato di inviare fino a 3.500 militari in difesa delle frontiere. Anche se i militari non potranno aprire il fuoco, ha precisato. Se il vicepremier Janos Lazar ha detto in Parlamento che il caos è tutta colpa della cancelliera tedesca, Merkel ha replicato di "non vedere corresponsabilità": le regole di Dublino valgono ancora in Europa, anche se la Germania ha smesso, di fatto, di spedire indietro i siriani. Una situazione molto complicata, che rinvigorisce le tesi di Viktor Orban, secondo il quale l'Ue è incapace di gestire l'emergenza. Le regole in vigore sull'immigrazione sono un fallimento, sostiene da tempo il premier di Fidesz, che giovedì è atteso a Bruxelles, dove incontrerà Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Donald Tusk. Tornando alla gestione della crisi, oggi ha segnato una chiara inversione. Ieri la polizia ungherese aveva consentito le partenze: e così stamani 2200 migranti hanno raggiunto la stazione di Monaco, in centinaia sono scesi in altri centri della Baviera, 3650 sono arrivati a Vienna. Tutti 'siriani', veri o presunti: ormai tutti sostengono di venire dalla Siria. Stamattina gli ordini erano diversi: dopo i tumulti alla stazione Keleti. La polizia ha tentato di impedire l'accesso ai treni, ma la folla ha rotto il cordone e si è riversata nei vagoni. A questo punto gli addetti all'ordine pubblico hanno fatto chiudere la stazione, e i migranti sono stati sgomberati con la forza. Dopo un paio d'ore lo scalo ferroviario è stato riaperto: ma solo per permettere agli altri utenti di partire e arrivare. Centinaia di sedicenti profughi si sono seduti quindi ai margini della piazza Baross, nella speranza di poter tentare di nuovo il viaggio della speranza verso l'ovest. "Vogliamo partire!", "Siamo siriani!""Germany", "Please open the station" si leggeva su cartelloni. La polizia ha blindato con delle balaustre i tre ingressi, poi ha fatto sgomberare anche la piazza usando lacrimogeni. Invano tanti di loro hanno protestato impugnando biglietti già comprati. Disagi e ritardi, ovviamente, anche per tutti gli altri passeggeri: chi voleva viaggiare, doveva superare una serie di punti di controllo, mostrando passaporto, visto, biglietto. E anche nelle vicinanze della stazione la polizia controllava praticamente chiunque. "Che bisogno c'era di cacciarci dalla stazione? Io ho il biglietto", ha detto all'ANSA Khaled, 35 anni, che siriano lo è davvero, con la moglie e una bambina di 6 anni al seguito. Sdraiato su una coperta in un parco adiacente alla stazione di Budapest, si è lamentato facendo sventolare il suo biglietto del treno. Era riuscito a comprarlo ieri, ma ha perso il suo treno. Ingegnere, Khaled ha raccontato: "I miei genitori e molti dei miei parenti sono stati uccisi in Siria". Registrato come asilante dalle autorità ungheresi, non vuole aspettare la fine della procedura. Come la maggioranza dei 156.000 profughi, entrati fino ad oggi in Ungheria (secondo le ultime cifre dell'Ufficio di immigrazione) vogliono la Germania. Nel pomeriggio, la piazza è tornata nuovamente accessibile, e le proteste di massa sono ricominciate. I treni internazionali sono partiti, ma senza immigrati.

Galliani entusiasta di Balotelli. «Sta lavorando molto bene»

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«Balotelliè appena tornato da noi dopo un anno al Liverpool. L'approccio che ha avuto in questi giorni è totalmente diverso rispetto a quello che aveva avuto in passato, un approccio straordinario, è il primo ad arrivare, fra gli ultimi ad andare via. Mi sembra che bbia capito la lezione, che abbia capito che questa è l'ultima chance che ha». Lo ha detto l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani premiato al Museo del calcio di Coverciano con un riconoscimento abbinato al torneo giovanile organizzato dal club della Settignanese intitolato alla memoria dell'ex tecnico Nereo Rocco.

«A livello tecnico nessuno lo può discutere, tutti abbiamo gli occhi per vederlo. Se lui riuscirà a comportarsi come si è comportato in questa sua prima settimana io credo che anche la Nazionale può riavere un giocatore importante come lo ha avuto in passato»».

Galliani entusiasta di Balotelli. «Sta lavorando molto bene»

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«Balotelliè appena tornato da noi dopo un anno al Liverpool. L'approccio che ha avuto in questi giorni è totalmente diverso rispetto a quello che aveva avuto in passato, un approccio straordinario, è il primo ad arrivare, fra gli ultimi ad andare via. Mi sembra che bbia capito la lezione, che abbia capito che questa è l'ultima chance che ha». Lo ha detto l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani premiato al Museo del calcio di Coverciano con un riconoscimento abbinato al torneo giovanile organizzato dal club della Settignanese intitolato alla memoria dell'ex tecnico Nereo Rocco.

«A livello tecnico nessuno lo può discutere, tutti abbiamo gli occhi per vederlo. Se lui riuscirà a comportarsi come si è comportato in questa sua prima settimana io credo che anche la Nazionale può riavere un giocatore importante come lo ha avuto in passato»».


Mattarello, allarme incendio su un treno. Stop di 30 minuti sull'asse del Brennero

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La circolazione dei treni sull'asse del Brennero è stata bloccata per più di un'ora all'altezza di Mattarello. Un convoglio merci si è dovuto fermare per il surriscaldamento dei freni. Sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco volontari e permanenti. 

Alcuni vagoni trasportavano materiale potenzialmente tossico e si è temuto l'incendio. Per sicurezza la zona è stata circondata. La situazione è presto tornata alla normalità.

«No a gente che fa guerre tribali» Applausi di Salvini e Meloni

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Ha detto no ai profughi, unico tra 111 sindaci interrogati in merito dalla Provincia. E tanto è bastato per incassare gli applausi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Giornata da star nazionale, quella di oggi, per il sindaco di Avio Federico Secchi, che non ne ha voluto sapere di accogliere 8 profughi (per un comune che supera i 4.000 abitanti l'ordine di grandezza è più o meno di otto persone).

Secchi si è detto convinto che «questa gente viene da zone di guerra, è abituata alle guerre tribali e a fare la guerra con il machete. E io dovrei prendermi la responsabilità di accoglierli qui, ad Avio? Non ci penso nemmeno». Frasi che hanno eccitato il popolo leghista (e il suo leader) e la destra nazionale (e la sua leader).

SALVINI

 

 

MELONI

A Drena nove gruppi sul palco da oggi fino a domenica

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Maledetto maltempo! La pioggia ha costretto gli organizzatori del Trento Pop Festival ad annullare l'evento. Lo si legge sulla pagina Facebook della manifestazione:

ATTENZIONE!
E’ con estremo rammarico che vi comunichiamo che abbiamo deciso di cancellare il TRENTO POP FESTIVAL. Purtroppo le previsioni meteo per Drena sono impietose e la giornata di sabato sarà funestata da temporali e acqua fin dal mattino, per tutto il giorno. Questo purtroppo ci impedisce di offrirvi un evento dignitoso, sicuro, vivibile e all’altezza dei nostri programmi e delle vostre aspettative. Ringraziamo di cuore i tanti collaboratori e gli artisti per il loro lavoro e la loro disponibilità e ci scusiamo per il vuoto che vi lasciamo. Ci tenevamo davvero. Non sappiamo ancora se ci sarà la possibilità di recuperare il festival ma ve lo faremo sapere quanto prima.

LA PRESENTAZIONE

Universal Sex Arena, Sycamore Age, Johnny Mox & The Moxters of The Universe, Bob and The Apple, Electric Kuru, Noirève, Magic Cigarettes, The Usual Suspects e Mondo Frowno. Questi i protagonisti della prima edizione del Trento Pop Festival l'evento che nonostante la sua sigla riferita al capoluogo si svolgerà oggi e domani al Parco Feste in località Luch a Drena. Un evento che coinvolgerà una decina di gruppi su due palchi nato dalla collaborazione fra la neonata Dilated Productions, Associazione Offset, L'Angolo dei 33 e il Comitato Turistico Drena con alcuni obiettivi ben chiari: «Vogliamo portare in Trentino alcuni dei grossi nomi della musica indipendente italiana dando un'imperdibile occasione al pubblico trentino di assistere a show unici nel loro genere. Secondo ma non meno importante: proporre un vetrina delle eccellenze musicali trentine, riunendo sotto uno stesso palco i musicisti locali che più di tutti negli ultimi anni hanno dimostrato di avere, oltre a certificate doti creative, la capacità di esportare la loro proposta stando al passo coi tempi».

I cancelli del festival si apriranno alle ore 13 di oggi e dopo una fitta giornata di live (con tutte le band segnalate) la kermesse proseguirà fino al pomeriggio di domenica (col cantautore Bonetti) mentre tra le attività extramusicali, oltre all'area expo, un workshop per imparare a produrre la birra in casa, un contest di slackline, la tenda berbera, esposizioni fotografiche, giocoleria, shiatzu e molto altro. Due le band headliner del Trento Pop Festival: gli aretini Sycamore Age , con il loro art rock che si intreccia con folk e pyschedelia e gli Universal Sex Arena gruppo veneto che con la sua energia dirompente è considerato un vero e proprio must sul fronte live in Italia. Uno show tiratissimo quello degli Universal senza etichette di genere e senza confini, un'attenzione spasmodica all'energia, al movimento, ai sorrisi e alla funzione liberatoria della musica.. On stage anche diversi nomi importanti della scena trentina in primis Johnny Mox che insieme ai The Moxters of The Universe presenterà i brani del suo ultimo cd «Obstinate Sermons» fra gospel, spirituals, spigolosità punk e sperimentazione. Con il loro alt pop mescolato al rock spazio ai Bob and The Apple, seguiti sul palco dagli Electric Kuru, fra world music e free jazz, Noirève, con il suo electro - chill out style, The Usual Suspects , 70's rock - latin, Mondo Frowno, alternative rock e Magic Cigarettes formazione che suona un trascinante garage rock con sensibilità da terzo millennio. Domenica pomeriggio, alle 14, invece si ascolteranno i brani del cantautore torinese Bonetti con le sue ballate fra indie folk e pop fatte di brani definiti come «un ipotetico tributo ai Beach Boys fatto dai gruppi della Sarah Records».

Calendario della polizia per l'Unicef: è anche on line

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Il calendario della Polizia di Stato 2016 per la prima volta può essere acquistato con una procedura on line: il cittadino collegandosi direttamente al sito dell'Unicef potrà, infatti, contribuire più agevolmente all'iniziativa di solidarietà che coinvolge la Polizia di Stato e Unicef.

La realizzazione dei 12 scatti che hanno il compito di ritrarre il delicato ruolo degli uomini e delle donne della Polizia di Stato è stata affidata alla professionalità del fotografo Massimo Sestini, tra i vincitori quest’anno, del premio General News del World Press Photo of the Year. Dal 1995 uno dei più importanti premi foto giornalistici al mondo. Le fotografie rappresentano  l’operatività della Polizia di Stato immortalata da una originale prospettiva: lo zenit, il punto più in alto, perpendicolare all'osservatore. «Un’immagine scattata dalla prospettiva zenitale offre una nuova visione, esaltando dettagli e colori. Una percezione della realtà che risulta completa e rappresenta un mondo non altrimenti percepibile» sostiene il fotografo.

La realizzazione del calendario della Polizia di Stato è avvenuta con la partenship di Unicef. Il ricavato della vendita verrà devoluto al Comitato italiano per l’Unicef Onlus per sostenere il progetto «Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria» per garantire protezione e istruzione di base ai bambini sfollati. Grazie a questa consolidata partnership dal 2001 ad oggi sono stati complessivamente raccolti più di 2 milioni di euro e completati diversi progetti, di cui alcuni a sostegno dell'infanzia e contro lo sfruttamento dei minori in Cambogia, Benin, Congo, Guinea, Repubblica Centro Africana.

Rimane sempre attiva, fino al prossimo 21 settembre, la modalità di acquisto attraverso versamento sul conto corrente postale nr. 745000, intestato a«Comitato Italiano per l’Unicef». Sul bollettino dovrà essere indicata la causale «Calendario della Polizia di Stato 2016 per il progetto Unicef Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria». La ricevuta del versamento dovrà poi essere presentata agli Uffici Relazioni con il Pubblico di tutte le questure d'Italia che forniranno dettagli sulla consegna.

Preso a Ferragosto, rimane in cella in attesa dei testimoni

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Non era stato l’unico a menar le mani, ma è stato il solo a farsi «beccare» dalla polizia. Un 34enne tunisino è in carcere dal giorno di Ferragosto con l’accusa di rapina (due gli episodi contestati) e di lesioni personali. Il processo che si è tenuto ieri davanti al giudice Enrico Borrelli è stato rinviato, per convocare altri testimoni. Si prolungherà, dunque, la permanenza in cella dello straniero, che con altri quattro complici all’alba di Ferragosto aveva preso di mira due passanti picchiandoli e derubandoli di cellulare, contanti e pure di un berretto. Gli aggressori prima avevano preso di mira un diciottenne nordafricano, poi «sistemato» anche il giovane corso in aiuto.

Erano le 4.30 del 15 agosto quando un romeno di 29 anni, rincasando in bici dopo aver terminato il lavoro in un ristorante, aveva notato davanti alla stazione ferroviaria alcuni stranieri attorno ad un ragazzo. Non conosceva nessuno del gruppo e, istintivamente, è intervenuto per fermare gli aggressori. Ma di fronte a cinque avversari ha potuto fare ben poco: è stato colpito con calci e pugni in testa e sulle ginocchia, rapinato del cellulare e di 145 euro. Il diciottenne, che nel frattempo era riuscito a divincolarsi ed a chiamare il 113, era invece stato derubato del berretto, del valore di una trentina di euro.

La polizia, grazie alla descrizione che le due vittime della rapina avevano fornito, era riuscita a fermare poco dopo il tunisino. L’inseguimento era scattato in corso Buonarroti, dove il gruppo era arrivato di corsa attraverso il sottopasso di via Lampi, fino in lung’Adige Braille. In attesa dell’identificazione dei complici e della convocazione di testimoni, l'imputato rimane in carcere.

Smarrisce il fucile e non lo segnala: denunciato

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Un cinquantenne è stato denunciato dai carabinieri di Borgo Valsugana perchè non è risultato più in possesso di un fucile di cui ne aveva denunciato a suo tempo la detenzione. Alla richiesta di chiarimenti, l'uomo ha detto che probabilmente aveva smarrito il fucile durante l'ultimo trasloco ma non aveva ritenuto necessario dichiararlo ai carabinieri. L'operazione dei carabinieri rientra nell'ambito di controlli intensificati sulle armi possedute dai cittadini, in vista dell'apertura della caccia. I carabinieri di Borgo hanno inoltre denunciato un trentacinquenne ritenuto responsabile di un furto commesso nel centro commerciale di Pergine. L'uomo, individuato attraverso le immagini della videosorveglianza, è accusato di avere rubato due orologi dopo aver forzato la vetrina di un negozio e altri prodotti da una profumeria.

Rotaliana, dopo otto anni la pompa a metano è ora realtà

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Entro la fine di settembre anche i possessori di un'auto a metano potranno, finalmente, trovare una pompa vicino a casa, senza più doversi recare fino a Trento. Si sono conclusi, infatti, i lavori del nuovo impianto di metano alla stazione di servizio Scari, sulla retta della statale 43 di fronte alla Cittadella del Vino e a pochi metri dal casello autostradale. Ci sono voluti otto anni fra deroghe urbanistiche, certificati sulla sicurezza, perizie geologiche e valanghe di carte e di autorizzazioni, per riuscire a costruire una pompa a metano anche nella Piana rotaliana.

«Credo, però, che senza tutti gli imprevisti incontrati strada facendo dalla nostra azienda, ci vogliono almeno quattro anni per poter aprire un impianto a metano - confida Giorgio de Cles - e non mi spiego il perché di tutte queste lungaggini burocratiche quando, per un combustibile che non inquina e contribuisce al risparmio energetico, i tempi all'estero sono molto più brevi».
E' vero che in Trentino esiste una certa riluttanza nei confronti del metano?
«In effetti non si capisce questa diffidenza verso il metano. Io possiedo un'Audi a metano e vi assicuro che va benissimo! Se guardiamo il mercato, le grandi marche stanno specializzando sempre più la loro tecnologia sul metano proprio per incentivare l'uso di questo combustibile, producendo motori concepiti per una difesa ambientale di gran lunga superiore a quelli che funzionano con i derivati petroliferi».
Anche i concessionari e i meccanici, spesso, sconsigliano i motori a metano.
«E non capisco perché. Forse una volta erano più soggetti ad usura, ma oggi, con le nuove tecnologie, non hanno nulla da invidiare ai motori tradizionali a benzina. Ricordo che pure quando uscirono le prime macchine diesel c'era un'enorme diffidenza verso quel genere di motori; oggi, invece, il veicolo diesel è il più venduto».
Era da anni che nella Rotaliana si aspettava un distributore a metano. Se poteste tornare indietro, ripercorrereste lo stesso calvario?
«Quando partimmo con l'idea di potenziare la nostra stazione di servizio con l'erogazione del metano per autotrazione, non avremmo mai immaginato di doverci avventurare in un simile labirinto. Ma oramai il dado era tratto e ci siamo intestarditi a portare a termine il nostro progetto».

Ci sono stati anche diversi passaggi in consiglio comunale per poter concedere le dovute autorizzazioni urbanistiche e approvare le deroghe rilasciate dalla Provincia, poiché la stazione di servizio sorge in un'area agricola protetta e per costruire l'impianto di compressione, la colonnina del metano con la sua pensilina serve una concessione edilizia. E non è stato facile ottenerla, come spiegano i baroni de Cles mostrando un armadio pieno di documenti necessari anche per accedere ai contributi che spettano per gli impianti a metano.

Infatti, l'Unione europea, attraverso gli enti locali, ha stanziato diversi milioni di euro per contribuire ai grandi investimenti che servono per un impianto a metano; si parla di una spesa che varia dai trecentomila ai cinquecentomila euro, a seconda della località e dalla distanza dal più vicino metanodotto dove viene costruito l'impianto. «Se ci fossero più distributori - conclude Giorgio de Cles - anche la gente sarebbe più invogliata all'acquisto di un auto a metano». Infatti, fino ad oggi, il distributore più vicino alla Rotaliana è a Trento Nord. E spesso si deve attendere parecchio tempo in coda perché tanti automobilisti alla guida di veicoli a metano che percorrono l'autostrada verso Bolzano, escono a Trento sud per fare rifornimento sulla tangenziale e rientrare a Trento Nord.

Otto anni di battaglie burocratiche

Ci sono voluti ben otto anni per aprire il distributore di metano, ma alla fine la famiglia de Cles c'è riuscita. Ecco le tappe significative di questo calvario: 2007 - La compagnia petrolifera OMV si impegna con i baroni de Cles a realizzare il potenziamento della stazione con l'erogazione del metano e partono le domande per la richiesta di ampliamento della stazione di servizio; dal 2008 al 2010 - La ditta Alpengas di Bolzano riceve da OMV l'incarico di realizzare l'impianto, senza però ottenere risposte alle richieste inoltrate e l'iter per l'erogazione del metano si arena nella burocrazia; 2010 - I baroni de Cles danno incarico ad Alpengas di realizzarlo per conto loro, non potendo OMV o Alpengas accedere direttamente al contributo provinciale; 2012 - Dopo mesi, tra lettere e carte bollate, Alpengas non riesce a sbloccare la situazione e i baroni de Cles creano la «Scari srl», sostituendosi ad Alpengas nella realizzazione dell'impianto e nella gestione della stazione di servizio; 2013 - Scari srl coinvolge uno studio di consulenza di Pescara, la «Industria Progetti.it», specializzato nella progettazione di impianti di carburante e, finalmente, si risolvono le questioni burocratiche; 2014 - Scari srl ottiene il contributo provinciale e tutte le autorizzazioni necessarie; 2015 - viene realizzato l'impianto.


Migranti, premier Finlandia: «A disposizione la mia casa»

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Il primo ministro finlandese Juha Sipila ha offerto la sua casa ai profughi dal primo gennaio 2016. Intervistato stamani dalla tv YLE, Sipila ha detto che la sua famiglia possiede una casa nel centro del Paese, che loro non usano da quando si sono trasferiti ad Helsinki. Il premier non ha specificato quante persone può ospitare la casa.

Il padre di Aylan a Kobane per seppellire la famiglia

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Adesso che il piccolo Aylan e il suo fratellino Galip non ci sono più, come pure la loro mamma Rehan, Abdullah Kurdi vuole solo restare a Kobane a vegliare sulle loro tombe. Il padre del bimbo che con la sua foto dopo l'annegamento è diventato il tragico simbolo della crisi umanitaria dei migranti è tornato oggi nella martoriata città curdo-siriana, simbolo mondiale della resistenza all'Isis, per seppellire la sua famiglia. Un drammatico viaggio a ritroso che mai avrebbe voluto fare, ma che ora diventa il suo punto d'arrivo. Perchè, racconta il fratello Suleiman, lui "voleva andare in Europa solo per il bene dei suoi figli". A Kobane c'è arrivato accompagnato da una delegazione di deputati turchi, e da lì non si muoverà più. Ora Abdullah non è più in cerca di un altro futuro: "Mia sorella vive in Canada. Le autorità canadesi mi hanno chiamato per chiedermi se volevo seppellire mia moglie e i bambini in Canada, ma non ho accettato. Voglio seppellirli a Kobane", aveva spiegato.

E così è stato oggi per Aylan, 3 anni, Galip, 5, e la loro mamma. Ad accoglierne le spoglie è la polverosa terra battuta del 'Cimitero dei martirì, chiamato così per ragioni diverse eppure tremendamente appropriato al loro destino. "Pagherò il prezzo di tutto questo per il resto della mia vita", ha detto Abdullah, sopravvissuto al naufragio, portando a braccia i corpicini dei suoi figli fino alla loro tomba. Da Kobane erano fuggiti insieme a giugno, dopo che l'Isis era tornato ad attaccare la comunità capace di sconfiggerlo a gennaio, al termine di mesi di combattimenti. Le controversie irrisolte con le autorità canadesi, che hanno negato di aver ricevuto una richiesta formale di asilo dalla famiglia di Abdullah e spiegato di aver registrato solo quella di un altro suo fratello, per lui sembrano ormai contare poco. Non andrà Oltreoceano nè tornerà in Turchia, dove pure gli sarebbe stato offerto riparo. Quello che gli importa, invece, è che la morte dei suoi piccoli serva almeno a scuotere le coscienze di chi, in un modo o nell'altro, avrebbe potuto evitarla: "Voglio che i governi arabi - non i Paesi europei - vedano i miei bambini, e grazie a loro aiutino le persone". Ma oggi quell'immagine continua a interrogare proprio l'Europa, che sembra ancora non sapere come rispondere alla speranza di Abdullah: "Vorrei almeno che i miei figli fossero gli ultimi a morire in questo modo".

Elio: «Con le Storie Tese siamo a fine nostra carriera»

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"Con Elio e le Storie Tese siamo al rettilineo finale della nostra carriera. O meglio, all'ultima curva". Elio lo rivela, a sorpresa, a "Gente". "Stiamo preparando un disco e un tour celebrativi. Sarà uno degli ultimi lavori insieme, se non proprio l'ultimo". Di "X Factor", di cui è giudice, dice: "Cerco un cantante originale. In Italia questo è quasi sinonimo di "mezzo matto", originale è qualcuno che mal si sopporta. Per me invece è il più bel complimento".

Azzurri del basket pronti per l'esordio Questa sera alle 21 la Turchia

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Dopo 47 giorni di preparazione e 12 amichevoli, gli azzurri del basket sono pronti per l'esordio ad Euro 2015. L'avventura della nazionale di coach Simone Pianigiani comincia sabato sera alle 21 sul parquet della Mercedes-Benz Arena di Berlino, contro la Turchia. A seguire le sfide all'Islanda (6 settembre, ore 18.00), alla Spagna (8 settembre, ore 21.00), alla Germania (9 settembre, ore 17.45) e alla Serbia (10 settembre, ore 14.30).

"Dopo più di quaranta giorni - commenta il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci - finalmente si parte. Ogni manifestazione per me ha un significato particolare. Questa ne ha uno speciale: negli scorsi anni si parlava della Nazionale come di un optional, e noi oggi siamo contenti di averla riportata al centro dell'attenzione. Molti pensavano che i ragazzi della Nba, i vari Belinelli, Bargnani e Gallinari, non sarebbero stati con noi , e invece sono qui, e abbiamo la squadra al completo a cominciare dal nostro capitano Gigi Datome. In più con un coach che ci ha riportato nelle prime otto posizioni in Europa". "Ritengo che la federazione abbia fatto tutto ciò che era nelle umane possibilità per mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili - dice ancora Petrucci -. Il nostro è un girone di ferro, lo sappiamo, ma sappiamo anche che possiamo vincere contro tutti e negli occhi dei ragazzi vedo convinzione quindi perchè non sognare? Io voglio il massimo, abbiamo giocatori che sarebbero titolari in molti top club in Europa". Al seguito dell'Italbasket c'è un tifoso eccellente, il campione del mondo di nuoto Gregorio Paltrinieri, e Petrucci dice che "mi fa molto piacere che lui sia qui. Dico sempre che il basket è uno sport intelligente, e se Paltrinieri è un grande appassionato del nostro sport un motivo c'è".

Meno entusiasta del presidente ma anche lui convinto delle ottime chance della squadra azzurra è il ct Simone Pianigiani. "A differenza del presidente e dei giocatori - dice - avrei voluto qualche giorno in più per prepararci ancora meglio. Confermo ciò che ha detto Petrucci, ovvero che la federazione ha messo intorno alla squadra uno staff di primissimo ordine. I ragazzi in questo periodo di preparazione hanno faticato molto in campo, e anche fuori con dell'extra lavoro, per fra passare il tempo prima dell'esordio contro la Turchia. In questi anni di esperienza con la Nazionale ho imparato che non c'è il tempo per 'spaccare il capellò. Bisogna essere pronti sui concetti generali e cogliere insieme l'attimo dal punto di vista mentale e fisico per cinque partite in sei giorni. Mi sono sempre fidato dei miei giocatori, ora mi dicono di essere pronti e io mi fido. Sono carico, e pronto per cominciare. La mia Italia deve crederci". Non vedo l'ora di scendere in campo anche il capitano azzurro Gigi Datome, ex Boston Celtics. "Penso di interpretare il pensiero di tutta la squadra - spiega - quando dico che siamo impazienti di cominciare. Sappiamo che ci sono grandi aspettative intorno a noi ma fortunatamente quando scenderemo in campo avremo tante cose a cui pensare. Durante il pre-Europeo abbiamo mostrato cose buone e meno buone ma nessuna squadra è perfetta e ora vogliamo far vedere il meglio di noi. Questo è un Europeo che noi giocatori abbiamo segnato sul calendario".

All'Europeo di basket partecipano 24 squadre divise in 4 gironi da 6 formazioni. Accedono alla seconda fase (gare a eliminazione diretta a Lilla, in Francia) le prime 4 squadre classificate in ogni girone. Il gruppo A (Montpellier) incrocerà il gruppo B (Berlino); il gruppo C (Zagabria) incrocerà il gruppo D (Riga). A seguire, le fasi finali (Lilla). Le prime due squadre classificate accederanno direttamente al torneo dell'Olimpiade di Rio de Janeiro 2016. I team dal terzo al 7/o posto accederanno invece al torneo pre-Olimpico di ripescaggio che si disputerà nel 2016, poco prima dei Giochi.

Volley, B1: Bolzano è una corazzata In diagonale con Gavotto c'è Izzo

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Il mercato si chiude col botto il mercato dell'AVS Mosca Bruno Bolzano: in cabina di regia arriva Marco Izzo, fresco di bronzo ai Mondiali Under 23. Classe 1994, 195 centimetri di altezza, a neanche 21 anni compiuti (li festeggerà a metà novembre) l’alzatore spezzino - anche se nato a Massa Carrara è ligure al 100% - ha già una bacheca colma di trofei: Junior League con Cuneo, campione europeo nel 2012 in Polonia con la Juniores allenata da Bonitta, bronzo mondiale nel 2013 con l’Under 21 in Turchia e, notizia di qualche giorno fa, ancora bronzo mondiale ma stavolta con l’Under 23 negli Emirati Arabi Uniti.

A Bolzano arriva dopo un’estate da brivido: “Quando Corigliano ha rinunciato all’ultimo momento alla A2 – racconta Marco – mi sono ritrovato spiazzato, perché ovviamente tutte le squadre avevano già completato gli organici. Allora quando ho sentito del progetto di Bolzano ho subito accettato, perché mi hanno parlato bene della società e poi conosco bene coach Burattini per averlo avuto spesso come avversario quando io ero a Cuneo e lui a Trento”.
In casa AVS Izzo rivedrà – stavolta come compagni – Gavotto e Paoli, l’anno scorso suoi avversari con la maglia di Vibo Valentia: “Ricordo i due derby calabresi con molto piacere, due partite infuocate e spettacolari concluse con una vittoria per parte”.

La stagione a Corigliano, giocata interamente da titolare, è stata ricca di soddisfazioni per Izzo. La squadra cosentina infatti, quarta in regular season, nei playoff ha superato in semifinale Ortona – prima nella stagione regolare – e in finale promozione si è arresa solo a gara 4 contro Potenza Picenza. A livello personale invece il nuovo regista bolzanino vanta due secondi posti nella classifica per palleggiatori, sia per punti realizzati (104) che per ace (20) messi a segno. Con Izzo e Gavotto la diagonale alzatore-opposto si preannuncia molto interessante: “A parte noi due comunque, credo che sia l’intero organico dell’AVs Mosca Bruno ad essere in grado di fare bene. Poi come al solito l’ultima parola spetta al campo”.

Destino bizzarro, quello di Izzo: dopo tre stagioni al sud (Avellino, Molfetta e Corigliano), ora c’è il ritorno al nord, che più profondo non si può: “In effetti sono molto incuriosito dall’Alto Adige. Sarà sicuramente una bella esperienza umana, oltre che sportiva”. Soddisfatto ovviamente anche coach Andrea Burattini: “Marco Izzo è la ciliegina sulla torta. Adesso possiamo dire di essere attrezzati per il salto di categoria, anche se come noi ci sono almeno 4 squadre che sulla carta possono giocarsi i due posti che valgono la A2”.

IL BRONZO MONDIALE A BOLZANO. Marco Izzo arriverà a Bolzano domenica sera e lunedì alle 17.30 si aggregherà ai compagni nel centro fitness 2Fit, dove la squadra altoatesina svolge la preparazione fisica.
ORGANICO COMPLETO. Con l’ultimo acquisto si è concluso il lungo e impegnativo mercato condotto dal ds Carlo Spagnuolo. Ecco l’organico a disposizione di coach Burattini.

Alzatore: Marco Izzo, Luca Spagnuolo
Opposti: Mauro Gavotto, Daniele Albergati
Centrali: Niccolò Bleggi, Nicola Leonardi, Eros Mosaner e Alessandro Paoli
Schiacciatori: Massimo Andriano, Michele Capra, Matteo Chiappa e Federico Rossatti
Liberi: Simone Brillo e Riccardo Sambucci

MARCO IZZO (Massa Carrara 1994, alzatore, 195 cm)

Stagione Serie Squadra
2014-2015 A2 Caffè Aiello Corigliano
2013-2014 A1 Exprivia Molfetta
2012-2013 A2 Sidigas HS Atripalda
2011-2012 A1 Bre Banca Lannutti Cuneo
2011-2012 Giov. Piemonte Volley (CN)

Palmarès:
2012 Oro Europei Juniores
2013 Coppa Italia A2
2013 Bronzo Mondiali U21
2015 Bronzo Mondiali U23

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