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Esplosione dall'Etna Bilancio di 10 feriti - il video

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Dieci persone sono rimaste ferite dall'esplosione di uno dei crateri dell'Etna che è in attività. Sono stati colpiti da materiale lavico. Nessuno sarebbe in gravi condizioni. Soltanto sei saranno ricoverati negli ospedali di Catania e Acireale.

È stato il contatto tra la lava incandescente della colata dell'Etna e la neve presente ad alta quota a provocare l'"esplosione freatica" a quota 2.700 metri del vulcano. Il materiale piroclastico lanciato lontano come schegge ha colpito degli escursionisti. Il fenomeno, conosciuto dagli esperti dell'Ingv di Catania, è avvenuto sul fronte della colata lavica, sul Belvedere dell'Etna, in territorio di Nicolosi.

L'esplosione freatica si verifica quando il magma riscalda terra provocando l'evaporazione quasi istantanea dell'acqua, con conseguente esplosione di vapore, acqua, cenere, roccia. A spiegarlo è il vulcanologo Stefano Branca dell'Ingv di Catania: «L'esplosione è avvenuta sul fronte della colata lavica attiva a 2700 metri di quota ed è stata causata dal rapido scioglimento della neve».

Il ricercatore dell'Ingv ferito «ha riportato solo lievi escoriazioni dovute alla caduta di pietre conseguente all'esplosione». E quanto ha detto il vulcanologo Marco Neri dell'Ingv. «Sull'Etna attualmente ci sono diversi nostri colleghi impegnati in osservazioni e visure. Queste purtroppo sono cose che possono anche succedere». «Il fronte della colata lavica - spiega ancora - si deve osservare da vicino soprattutto quando scende più in basso, per tenere informata la protezione civile, che se lo ritiene opportuno, può fermare il flusso turistico. Adesso al colata ha raggiunto quota 2700 e poco più sotto, a quota 2500, c'è la funivia».

C'è anche una troupe della Bbc tra i feriti. La giornalista Rebecca Morelle, corrispondente scientifica per l'emittente britannica, è stata lievemente ferita alla testa mentre si trovava sul vulcano per lavoro. «I vulcanologi dicono che è stato l'incidente più pericoloso in 30 anni di carriera», ha raccontato sul suo profilo Twitter in inglese. «La troupe è ok. È stato davvero spaventoso», ha commentato, aggiungendo che «è un'esperienza che non vorrò ripetere mai e poi mai». «I soccorsi e le guide sono stati eccellenti», ha concluso la giornalista, complimentandosi «per un 78enne che ha trovato subito la via di fuga».

«Violenta esplosione al contatto fra lava e neve sull'Etna circa un'ora fa. Alcuni feriti, io stesso ho ricevuto una piccola ferita in testa però sto assai bene e mi sto calando una meritata birra!». Così il ricercatore dell'Ingv di Catania, Boris Behncke, sul suo profilo Facebook commenta la sua esperienza sul vulcano, dove era assieme a un collega, per un sopralluogo sul fronte dell'eruzione dove c'è stata l'esplosione.

Guarda il video:


Dolomiti Energia, contro Pistoia per un immediato riscatto

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Lasciata sul parquet del PalaRuffini l'occasione di vincere un importante scontro diretto in chiave play-off contro la Fiat dell'ex Peppe Poeta, la Dolomiti Energia (24 punti, sesta in classifica) torna in campo sabato sera nell'anticipo della ottava di ritorno di serie A ospitando al PalaTrento la The Flexx Pistoia. La squadra allenata da Vincenzo Esposito (20 punti, undicesima), che a cavallo tra dicembre febbraio ha infilato sei vittorie su otto incontri, battendo anche team importanti come Reggio Emilia e Avellino, si presenterà però a Trento dopo aver perso le ultime tre partite disputate a Varese (75-70), a Sassari (81-75) e contro Venezia (71-78). Anche per questo la gara avrà importanza fondamentale in vista della lotta per le prime otto posizioni. Per il team allenato da Maurizio Buscaglia sconfiggere i toscani significherebbe infatti distanziare in modo quasi decisivo una diretta concorrente, tenendo nel contempo il passo del gruppo di formazioni in lotta per le prime quattro piazze della graduatoria. 

 

QUI PISTOIA

Sulla strada dei bianconeri, però, sabato sera ci sarà una delle formazioni più quadrate e solide dell'intera lega. Numeri alla mano, infatti, Moore e compagni sono secondi solo a Trento per efficienza della propria difesa (97,3 punti su 100 possessi concessi dai trentini, 101,6 dai toscani). In attacco poi la formazione biancorossa si appoggia sul post basso e il tiro piazzato del lungo Nathan Boothe (12,0 punti e 5,0 rimbalzi con il 44,7% da 3), sulla fisicità dell'altro interno Andrea Crosariol (10,1 e 4,2 rimbalzi), sulla creatività dal palleggio di Ronald Moore (10,8 punti e 5,1 assist) e sul talento tanto intermittente quanto indiscutibile di Terran Petteway (13,5 punti con il 32,5% dall'arco). 

QUI TRENTO

La Dolomiti Energia si presenterà a questo appuntamento al gran completo, con tanta voglia di tornare subito in sella dopo la battuta d'arresto arrivata a Torino ad interrompere la striscia record di sei successi consecutivi. 

 

I PRECEDENTI

Delle capacità balistiche dell'ala uscita dal college di Nebraska due stagioni or sono ha fatto conoscenza approfondita in occasione della gara d'andata proprio la Dolomiti Energia, che nel match perso per 84-78 al PalaCarrara venne sommersa dai 43 punti con 10/14 dall'arco di Petteway. In virtù di quel successo, arrivato all'overtime nonostante il 3/3 dalla lunetta siglato allo scadere dei regolamentari da Filippo Baldi Rossi, il bilancio dei confronti diretti in serie A pende a favore dei pistoiesi (3-2), anche se nel passato di questa sfida ci sono sia il quarto di Coppa Italia vinto l'anno scorso dagli aquilotti al Forum (74-81), che numerose sfide disputate ai tempi della LegaDue, con tanto di finale di Coppa Italia di categoria vinta da Aquila Basket al PalaTrento proprio contro i toscani. 

LE INIZIATIVE

Per il progetto No Profit della Dolomiti Energia sabato sera saranno ospiti al PalaTrento gli amici di APPM, l'Associazione provinciale per il Minore, i cui ragazzi sono sempre presenti alle partite del team bianconero per tifare per Forray e compagni. Saranno invece ospiti del progetto Trentino Basketball Academy i ragazzi delle società Basket Alto Adige Suedtirol e Basket Europa Bolzano, che accompagneranno i giocatori delle due squadre durante la presentazione ufficiale e sfileranno poi durante l'intervallo. 

Milan, la caparra in ritardo E Ghedini va in Procura

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Di rinvio in rinvio, non c’è una scadenza che fila liscio nel singolare percorso che dovrebbe portare i cinesi di Sino-Europe Sports ad acquistare il Milan.

Accumula altri giorni di ritardo anche la caparra da 100 milioni di euro (sarebbe la terza) che la società guidata da Li Yonghong deve versare a Fininvest per non far saltare l’affare e ottenere la proroga del termine del closing, che comunque rimane quello fissato nei giorni scorsi, ossia il 7 aprile. Il bonifico era previsto per oggi, al limite domani, ma arriverà solo la prossima settimana: in teoria nella prima metà ma, visti i precedenti, non si può escludere un’attesa prolungata di qualche giorno.

Le indiscrezioni filtrate in mattinata su nuovi rallentamenti hanno trovato conferme al termine di una giornata di incontri e confronti fra advisor e studi legali. Fininvest avrebbe accettato la dilazione a fronte di rassicurazioni fornite dalla stessa Sino-Europe e dagli advisor coinvolti. Si parla di lungaggini burocratiche e non meglio precisati problemi tecnici nel trasferimento dei capitali, raccolti fuori dalla Cina così come quelli serviti a pagare le due precedenti caparre, 100 milioni di euro dopo il preliminare e altri 100 milioni di euro per il primo rinvio del closing dovuto a mancanza di fondi.

Sono soldi di provenienza lecita, dimostrerebbe un fascicolo portato nei giorni scorsi alla Procura di Milano dall’avvocato storico di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, con una mossa preventiva visto che non è stata aperta nessuna indagine sulla trattativa per la cessione del club.

Di sicuro l’ennesimo rinvio mantiene in una situazione di stallo il futuro del Milan e le continue difficoltà nei pagamenti inevitabilmente accrescono i dubbi sulle capacità di Li Yonghong di completare il pagamento del club in tre settimane e supportare i 350 milioni di euro investimenti promessi nei primi tre anni. Anche perchè per il momento il cinese, che risulta l’unico investitore (al limite sostenuto da finanziatori per ora nell’ombra) non sta facendo nulla per migliorare la sua immagine di poco noto uomo d’affari.

Resta una vicenda aperta a ogni tipo di epilogo. Intanto a Milanello si continua a pensare solo alla rincorsa verso l’Europa League. Sabato contro il Genoa Montella dovrà fare i conti con le assenze dell’infortunato Suso e degli squalificati Romagnoli, Sosa e Bacca, che sarà sostituito da Lapadula al centro del tridente.

Baratter all'Anffas Le Iene non lo mollano

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Le Iene non mollano. Lo hanno inseguito per giorni e anche ieri le telecamere della nota trasmissione Mediaset erano tutte per lui, per Lorenzo Baratter, il consigliere provinciale del Patt, protagonista dell’accordo elettorale, divenuto un caso giudiziario e ora anche mediatico.

La Iena Gaetano Pecoraro ha atteso davanti ai cancelli di Casa Serena, la struttura dell’Anffas dove l’autonomista ha iniziato il programma indicato dall’Uepe, Ufficio esecuzione penale esterna.

Nella sede di Cognola dovrà effettuare le cento ore di volontariato decise dal giudice, che ha accordato all’ex capogruppo del Patt, ora autosospesosi ed entrato nel gruppo misto, questa alternativa al processo.

Gli altri due protagonisti del patto - il capo degli Schützen Paolo Dalprà e il vicecomandante Giuseppe Corona - avevano scelto il rito abbreviato e per loro è arrivata la condanna per «corruzione elettorale»: 5 mesi e 10 giorni di reclusione decisi dal giudice Borrelli del Tribunale di Trento.

Alla pena si aggiunge il pagamento di 3.000 euro alla parte civile (nel processo si era fatto portavoce del danno alla comunità il deputato Cinque Stelle Riccardo Fraccaro).

Le Iene, come detto, si sono appassionate alla vicenda del «baratto di Baratter».

Il reato contestato è corruzione elettorale. È previsto dall’articolo 96 del Dpr 361/1957. Secondo l’accusa, Baratter per ottenere «il voto elettorale degli aderenti all’Associazione degli Schützen del Tirolo Meridionale e, comunque, del suo comandante, unitamente a Giuseppe Corona, sottoscriveva con Paolo Dalprà, comandante della suddetta associazione, un documento in virtù del quale, a fronte dell’impegno che si assumeva controparte, per il tramite del Dalprà, “di dare pieno sostegno ai due candidati”, si impegnava a “farsi carico di rappresentare le istanze della Federazione degli Schützen”» e di versare alla stessa come contributo volontario 500 euro al mese.

La difesa dei tre imputati ha sempre respinto le accuse. Accuse in cui non credeva neppure la Procura che aveva chiesto l’archiviazione, stoppata poi dal giudice Claudia Miori su opposizione di Fraccaro. Sulla base degli stessi atti, tra cui corpose indagini difensive, che hanno portato al rinvio a giudizio, si è arrivati al processo e alla condanna di Corona e Dalprà.

Tutti i dettagli sul primo giorno di Baratter all'Anffas sull'Adige in edicola.

 

 

Aspen si colora ancora di azzurro Paris 2° e Brignone 3ª: i podi sono 40

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Italia superstar alle finali di Coppa del Mondo di sci alpino ad Aspen dove, dopo i tre podi di ieri nelle discese, sono arrivati altri due podi nei superG con Dominik Paris 2° e Federica Brignone 3ª. Questo significa che in questa meravigliosa stagione i podi azzurri sono ormai 40, che frantumano il record storico dei 38 podi della stagione 1996/97, quando gareggiavano atleti del calibro di Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Isolde Kostner e Kristian Ghedina. E questo dimostra ancor più che i recenti deludenti Mondiali di St. Moritz con il solo bronzo in gigante di Sofia Goggia, sono stati solamente una sfortunata parentesi. Oggi un record ha bruciato l’altro nel giro di un’ora nei superG alle finali. Per prima ci ha pensato Federica Brignone, 3ª in 1.12.02, alle spalle di Tina Weirather del Liechtenstein 1ª in 1.11.66 e della slovena Ilka Stuhec 2ª in 1.12.01.

Proprio la Stuhec è stata la gran beffata della giornata. Dopo aver vinto la coppa di discesa e combinata, era convinta di conquistare anche quella di superG visto che aveva 15 punti di vantaggio su Tina. Invece la vittoria della figlia d’arte del Liechtenstein (Harti Weirather e Hanny Wenzel i suoi genitori), ha consegnato a lei la coppa con soli 5 punti di vantaggio. La vittoria ha infatti portato a Tina 100 punti e solo 80 sono andati ad Ilka per il secondo posto.

E dopo il podio della figlia di Ninna Quario, è stata la volta di Dominik Paris che, non ancora sazio della vittoria nella discesa di mercoledì, è tornato sul podio con un bel secondo posto in 1.08.33 nel superG, ritoccando il fresco record della Brignone. Per Paris è il 20° podio in carriera con 8 vittorie, sei secondi e sei terzi posti. Ha vinto la gara l’austriaco Hannes Reichelt, più veloce di appena 11 centesimi (1.08.22) mentre è finito 3° lo svizzero Mauro Caviezel in 1.08.55. Il norvegese Kjetil Jansrud, che aveva già vinto in anticipo la coppa di disciplina, ha chiuso solo 9° in 1.09.02.

Per l’Italia nella classifica di questo superG - con neve primaverile molto difficile e numerose uscite anche nella gara donne - c’è poi Peter Fill 7° in 1.08.77. La foga agonistica ha invece tradito Sofia Goggia che è scivolata quando stava correndo per la vittoria. Domani ad Aspen è in programma la gara a squadre per nazioni. E chissà che questa caricatissima Italia non trovi un podio anche in questa disciplina in cui mai ha brillato.

Provincia, cura dimagrante Dal 2015 208 posti in meno

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Proseguono le azioni per rendere la macchina provinciale più snella e meno costosa. Su proposta del presidente Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha dato oggi un’ulteriore sforbiciata alla pianta organica della Provincia, riducendo di 74 unità la dotazione complessiva del personale a tempo indeterminato.

È quanto prevedeva il Piano di riduzione del personale, deciso dalla Giunta nel 2015, con una diminuzione complessiva di 208 unità, in attuazione delle disposizioni contenute nelle legge finanziaria di assestamento del bilancio 2014.

«Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti finora - ha commentato il governatore Ugo Rossi – e proseguiremo per costruire un’amministrazione pubblica sempre più snella ed efficiente, che sia un vero valore aggiunto per i cittadini e per le imprese, che sostenga il cambiamento e lo sviluppo, premiando il merito e l’impegno».

Il Piano di riduzione ha previsto il taglio di 14 unità per quanto riguarda la qualifica di dirigente, di 12 unità per quella di direttore e di 182 per personale inquadrato nelle varie figure professionali.

Cure fuori provincia: un conto da 62 milioni

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A pesare di più sono i ricoveri in reparti ad alta specializzazione

Il saldo negativo della mobilità sanitaria interregionale (ovvero la differenza tra le prestazioni sanitarie richieste dai trentini in altre regioni e quelle di chi viene in Trentino a farsi curare) nel 2015 è stato di 13,6 milioni di euro, in calo rispetto alla media degli ultimi dieci anni, stabile intorno ai 16/17 milioni di euro.

Lo ha reso noto l’assessore provinciale alla salute, Luca Zeni, rispondendo a una interrogazione a risposta immediata del consigliere Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino).

La mobilità passiva (vedi tabelle) è rimasta ai valori storici: 61/62 milioni di euro. La mobilità attiva è invece salita passando dai 45 milioni di valore storico ai 49 milioni del 2015. Questo aumento, ha precisato Zeni, è legato al flusso dei ricoveri.
Una quota significativa del saldo negativo 2015 di 13,6 milioni di euro è da attribuirsi da un lato, alla quota di mobilità cosiddetta «necessitata» per i trapianti d’organo e per i ricoveri presso reparti di altissima specializzazione (cardiochirurgia pediatrica, unità spinale, grandi ustioni, nefrologia per abilitazione ai trapianti di rene, oncoematologia pediatrica, neurochirurgia pediatrica, nefrologia pediatrica e urologia pediatrica) che richiedono ampi bacini di utenza e che incidono nel 2015 rispettivamente per oltre 4 milioni di euro e per 1,9 milioni di euro, e dall’altro, alla quota di mobilità sanitaria dei cittadini residenti nel Primiero che gravitano naturalmente sull’Ospedale di Feltre ai sensi dell’accordo tra Provincia di Trento e Regione Veneto per circa 2,5 milioni di euro.

«È infine da sottolineare - ha risposto Zeni in consiglio provinciale - che le politiche di programmazione sanitaria delle regioni nei confronti delle strutture private che gravitano sul loro territorio rappresentano un fattore determinante che condiziona e ha condizionato anche i flussi di mobilità passiva della nostra provincia. Nel 2015 infatti il Veneto ha tolto il tetto per i pazienti extraregionali alle strutture private che non avendo più il vincolo contrattuale hanno attivato azioni di “marketing” difficilmente contrastabili nel breve periodo. Anche la Provincia di Trento pertanto ha adottato tale misura con l’Intesa del 12 dicembre 2014 e quindi anche con l’aiuto delle strutture private trentine ha migliorato la propria mobilità attiva contrastando con l’attrattività la fuga dei nostri pazienti trentini.

Il miglioramento del saldo negativo di mobilità 2015 - ha concluso l’assessore - è inoltre dovuto anche dall’obbligo a partire dall’anno 2014 per la Provincia di Bolzano di applicare le tariffe nazionali anziché quelle provinciali».

Il consigliere Giovanazzi ha replicato sostenendo che «la mobilità passiva è ancora elevata, anche se le strutture private si stanno dando da fare, seppur penalizzate dagli atteggiamenti di alcuni dirigenti e dalle scelte sbagliate».

Il consigliere ha sollecitato l’assessore anche sul problema del reparto di cardiologia dell’ospedale S.Chiara, che soffre di una pesante carenza di posti letto per la fila di pazienti che chiedono di essere ricoverati qui proprio per l’eccellenza delle cure. L’assessore Zeni ha detto di aver sollecitato Azienda sanitaria a trovare una soluzione al problema dell’inadeguatezza del reparto.

Tentata rapina in piazza San Marco Fuga con il fumogeno

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Hanno tentato una rapina in una gioielleria di Piazza San Marco a Venezia ma, scoraggiati dalla presenza di forze dell’ordine nell’area, hanno desistito e sono fuggiti parandosi la fuga con un l’accesione di un fumogeno.

I malviventi, secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, sarebbero stati almeno due, e sono riusciti a dileguarsi mescolandosi tra i turisti, mentre parte della piazza veniva avvolta dal fumo. Solo paura per l’ordigno tra i turisti, ma nessuno è rimasto ferito.

I carabinieri - presenti nell’area, come polizia e altre forze dell’ordine, in funzione anti-terrorismo - stanno raccogliendo testimonianze per risalire al numero preciso dei rapinatori e per capire se fossero armati.

In corso anche l’esame delle videocamere di sorveglianza della zona.


Stazione di Pergine, lunedì arrivano i vigilantes

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Sorveglianza continua dopo gli ultimi atti vandalici

L’azione investigativa della Polizia locale Alta Valsugana presso la stazione intermodale di Pergine ha dato buoni risultati, permettendo di individuare gli autori di alcuni recenti atti vandalici in cinque giovani della zona. Lo ha comunicato nei giorni scorsi il comandante Andrea Tabarelli. E, come annunciato dall’Adige il 16 febbraio, per vandali e aspiranti tali si preannunciano tempi duri, almeno in stazione. 
 
Il servizio Trasporti pubblici della Provincia e Trentino Trasporti Esercizio hanno avviato infatti da diverse settimane dei controlli in borghese, a campione, servendosi di operatori specializzati oltre che del personale del servizio: e, individuati gli orari più delicati, da lunedì prossimo prenderanno servizio i vigilantes del Corpo di Vigilanza Notturna srl, società scelta mediante la gara unica indetta da Apac per la Provincia e le sue società strumentali.
 
Per tenere la situazione sotto controllo, saranno spesi 20.000 euro sino a fine estate, valutando poi gli effetti dell’azione messa in campo e decidendo eventuali ulteriori iniziative a difesa della struttura pubblica, da anni ormai in balìa di chi non ha ancora capito che per riparare un bene pubblico - ma anche per sorvegliarlo - vengono spesi soldi di tutti, quindi anche suoi (o della sua famiglia).
 
Intanto, dopo i danneggiamenti messi a segno a fine gennaio e inizio febbraio, i bagni sono stati precauzionalmente chiusi, causando ovviamente disagi ai viaggiatori che con gli atti vandalici non c’entrano nulla. E lo resteranno - comunica il dirigente del Servizio Trasporti Roberto Andreatta - fino a  quando la riapertura non appaia «sostenibile».
 
Entro la fine di marzo, Trentino Trasporti sonderà la disponibilità dei vari esercenti che gestiscono una decina di attività nel centro intermodale ad assumerne la gestione. L’alternativa a questa possibilità è montare un sistema di tornelli, con accesso nei bagni a pagamento, così come avviene in quasi tutte le stazioni italiane ed europee.
 

Poste, rinviate a giugno le consegne a giorni alterni

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Con la riapertura del tavolo nazionale, chiamato in causa per discutere sul recapito postale a giorni alterni, la «rivoluzione» annunciata in Trentino per aprile dovrebbe slittare a giugno.

In Italia momentaneamente siamo tra gli ultimi a ri-organizzarci sotto questo punto di vista, insieme a Verona e Bolzano, nonostante l’argomento sia stato trattato da tempo. Tuttavia, le motivazioni di questo rinvio sono fortemente sostenute dalla segretaria uscente della Cisl Catia Pancin: «Il modello che la direzione voleva imporre in modo fortemente unilaterale, necessitava di maggior tempo per trovare la giusta applicazione. Inoltre aveva il torto di essere sbagliato. Tramite il nostro sciopero, un evento assai raro per la Cisl, dato che erano quasi vent’anni che non accadeva una cosa simile, abbiamo coinvolto i lavoratori in un modo che ci ha davvero impressionato. Cosi l’azienda si è rimessa a trattare a gennaio, ed a febbraio sono state bloccate tutte le implementazioni che dovevano arrivare relativamente all’applicazione del recapito a giorni alterni».

Un errore fondamentale, sostiene la segretaria, è stato soprattutto quello di aver voluto affrettare i tempi.  Si perché, sebbene una prima fase di sperimentazione «fosse stata inizialmente concordata per alcune realtà territoriali, invece che attuare in modo unilaterale e diretto l’intero sistema si sarebbe dovuto procedere per gradi. Questo avrebbe permesso di andare ad inserire piccole modifiche, ove necessario, per rendere il sistema stesso funzionante al cento per cento».

«Abbiamo notato subito che in quei contesti dove si è sperimentato questo modello c’era qualcosa che non andava, erano presenti danni e problemi evidenti a tutti - ha continuato la segretaria Pancin. - Si accumulavano pacchi fin dai primi tre giorni, la distribuzione era difficoltosa, complicata da smaltire ed invece che un titolare di zona se sarebbero serviti due. Questo chiaramente si sarebbe ripercosso in modo negativo dal punto di vista economico, oltre che rendere l’intera attività più complessa per tutti».

Quello che la Cisl, ieri riunita in assemblea, ora auspica è una modifica dell’accordo, per rendere effettivamente funzionale un modello che ad oggi pare essere «limitato». In generale però, questo sistema rientra in un panorama più ampio di specifiche richieste portate avanti dal sindacato. In particolare un recupero delle risorse umane, una maggiore conciliazione famiglia-lavoro (soprattutto per le donne in gravidanza), cosi come una limitazione del troppo massiccio flusso di trasferte del personale, che causa vuoti nell’occupazione e problemi nella gestione dei dipendenti.

«Ciclismo Trentino 2017»: presentato il magazine domenica in edicola con l'Adige

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Per il terzo anno consecutivo ad inaugurare la stagione ciclistica sarà il magazine sulle due ruote trentine «Ciclismo trentino 2017»: giunto alla sua terza edizione, l’inserto frutto della collaborazione fra il giornale l’Adige e il comitato trentino della Federciclismo verrà distribuito gratuitamente domenica ai nostri lettori. Una preziosa guida agli appuntamenti più importanti dell’anno 2017, ma anche la presentazione di tutte le società impegnate sul territorio.

Foto, curiosità, calendario: non manca proprio nulla nelle 68 pagine a colori dell’inserto, realizzato anche grazie al sostegno delle Casse Rurali Trentine. E proprio nella sala don Guetti di via Vannetti è stata presentata questa guida al mondo del ciclismo nostrano. Erano presenti il presidente della Federciclismo nazionale Renato Di Rocco e quello trentino Dario Broccardo, la neo presidente del Coni provinciale Paola Mora, l'assessore provinciale allo sport Tiziano Mellarini, il consigliere nazionale del Coni Sergio Anesi, il senatore Franco Panizza e il vicesindaco di Trento Paolo Biasioli. Il direttore dell'Adige Pierangelo Giovanetti ha premiato con una targa Letizia Paternoster, lo scorso anno vincitrice di tre titoli di campionessa europea e due di di campionessa mondiale di ciclismo su pista. Presenti anche alcuni campioni del passato, come Francesco e Aldo Moser.

Il pre-parita di Trento-Pistoia: squadre simili e grandi difese

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A cinque giorni dalla sconfitta subita lunedì a Torino, che ha interrotto a quota sei la striscia di successi consecutivi del team bianconero, la Dolomiti Energia torna in campo domani sera (palla a due ore 20.30) nell’anticipo della ottava di ritorno che la vedrà opposta alla The Flexx Pistoia.

«Sarà una partita che metterà a confronto due squadre che hanno caratteristiche simili, sia per la forte impronta difensiva, che per la grande aggressività a rimbalzo sentenzia Davide Dusmet, assistant coach Aquila) -. Quindi anche se è vero che la gara d’andata fu segnata in modo determinante dalla straordinaria prestazione individuale di Petteway, penso che questa sarà in primo luogo una sfida tra due sistemi di gioco, tra due squadre che fanno della grande distribuzione delle proprie responsabilità la propria caratteristica principale. La squadra sta meglio rispetto a sette giorni fa, anche se gli acciacchi di qualche giocatore non sono certo spariti in pochi giorni. Dal punto di vista mentale la squadra ha reagito bene alla sconfitta di Torino, accettando in modo sereno e razionale il risultato, per poi mettersi a lavorare con grande attenzione e determinazione in settimana».

Trento dovrà prestare attenzione particolare a Terran Petteway che all’andata fece fuoco e fiamme (43 punti e 10/14 nel tiro da 3): «Quella di cui fu autore all’andata non è certo una prestazione facilmente ripetibile, perché al di là di qualche tiro aperto di troppo che gli concedemmo, per il resto segno tanti tiri molto difficili. Siamo però consapevoli del fatto che non dovremo concedergli niente di semplice, per evitare di farlo accendere. Ma questo vale per tutto il resto della squadra, perché Pistoia ha tanti giocatori di qualità che possono fare la partita».

Toto Forray, dal canto suo, vuole tornare sulla brutta prestazione di Torinio. «Lunedì abbiamo perso dopo aver fatto una brutta prestazione, lo sappiamo. Però siamo anche consapevoli del fatto di esserci giocati la partita nonostante la serata negativa, e questo è qualcosa di positivo che ci siamo portati via lunedì sera. Abbiamo quindi la convinzione che il lavoro fatto negli ultimi due mesi non sia certo andato perduto, e in settimana da questo siamo ripartiti per preparare al meglio la sfida con Pistoia».

Per fermare l’attacco trentino coach Esposito userà senz’altroi la difesa a zona? «Sicuramente Torino non è stata la prima squadra a metterci di fronte a questo tipo di difesa, quindi sappiamo che probabilmente ce la ritroveremo ancora di fronte. Però siamo anche consapevoli che contro la Fiat abbiamo pagato una serata molto negativa al tiro» spiega il capitano.

Che poi avverte. «Attenzione anche a Moore. È un playmaker che ha tanti punti di forza. Certamente la sua dote principale è la sua capacità di essere efficace dal pick and roll, perché è bravo sia nel coinvolgere i compagni che nel finire al ferro».

Sci alpino, nella gara a squadre l'Italia è soltanto quarta

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Solo 4/a l’Italia nella gara a squadre per nazioni delle finali di Coppa del mondo di Aspen, a conferma di come la disciplina non veda da tempo gli azzurri rendere a dovere forse anche per un insufficiente allenamento specifico. Ha vinto la Svezia, davanti alla Germania, che è stata battuta 3-1 dagli scandinavi. Terza la Francia, dopo avere sconfitto proprio l’Italia, con un fin troppo chiaro 4-0.

In pista per l’Italia - in uno slalom parallelo a eliminazione diretta con due uomini e due donne per paese - sono stati mandati la fassana Chiara Costazza, Irene Curtoni, Patrick Thaler e Giuliano Razzoli. Alla gara hanno partecipato solo otto nazioni, con la sorpresa della grande potenza Austria eliminata già ai quarti, battuta 3-1 dalla Svezia. Ai quarti l’Italia ha invece battuto 3-1 la Slovenia, ma in semifinale è stata sconfitta 3-1 dalla Germania. Nella piccola finale per il terzo posto contro la Francia si sono imposti i transalpini con un netto 4-0.
Domani ad Aspen cominciano le gare tecniche con gigante uomini e slalom speciale donne.

Lorenzetti e Lanza: «Pronti a sfidare Perugia in semifinale»

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Diatec Trentino di nuovo al lavoro da questa mattina per preparare l’esordio nella serie di Semifinale Play Off Scudetto 2017 contro la Sir Safety Conad Perugia, che comincia domenica 19 marzo al PalaTrento con gara 1 (fischio d’inizio alle ore 18.30).

Dopo un giorno di riposo, i gialloblù hanno ripreso gli allenamenti sostenendo una doppia sessione: pesi e tecnica individuale al mattino, esercitazioni tattiche di squadra in serata.
Prima della seconda seduta prevista per la giornata di oggi, l’allenatore Angelo Lorenzetti e il Capitano Filippo Lanza hanno incontrato i media per presentare l’importante appuntamento.

«Sarà una serie molto competitiva – ha dichiarato il tecnico della Diatec Trentino, all’ottava semifinale scudetto della propria carriera - ; abbiamo addosso tanto entusiasmo. Siamo consapevoli della forza dell’avversario ma anche vogliosi di far vedere cosa sappiamo fare. Perugia è cresciuta molto dall’inizio dell’anno ma anche Trento ha fatto un bel percorso. Gli alzatori potranno essere gli uomini chiave della sfida anche solo perché toccano più palloni degli altri, ma poi anche perché con le loro scelte tattiche possono incidere nel mettere in evidenza le carenze degli avversari e tenere in palla i propri attaccanti».

«L’ultima volta che abbiamo trovato in semifinale scudetto Perugia abbiamo costruito un ricordo positivo, ma in questo caso sarà tutto molto diverso – ha invece ammesso Lanza alludendo alla serie 2015, vinta 2-1 sugli umbri - . Non è stato semplice arrivare sino a questa fase del tabellone ma ce lo siamo meritati, lavorando tantissimo durante tutta la stagione. Abbiamo voglia di dimostrare che non siamo qui per caso e sappiamo di avere le capacità per giocarci tutte le nostre chance. Si prospetta una serie di altissimo livello, uno spettacolo per il volley, reso ancora più avvincente ed appassionante dalla presenza in campo di tanti azzurri».

Sequenziato (anche) dal Muse il Dna di 6 specie selvatiche

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Dopo il primo successo ottenuto il mese scorso con il sequenziamento sul campo di una rana affine alla specie Amietia delalandi (un anfibio diffuso in alcune zone dell’Africa orientale) per il 96%, i ricercatori di Kabobo Expedition - spedizione di esplorazione biologica organizzata dal Muse di Trento in collaborazione con Università di Verona e Wildlife Conservation Society - hanno sequenziato altri sei organismi viventi. Si tratta di due rettili, due anfibi e due mammiferi, un pangolino e una piccola antilope di foresta.

Massimo Delledonne, dell’Università di Verona e Anita Rodriguez Prieto, ricercatrice del Muse, hanno estratto, purificato e amplificato il Dna degli animali nel laboratorio da campo attrezzato nella foresta di Kabobo, nel Congo.

«La tecnologia utilizzata in questa spedizione - spiega Delledonne - ci ha permesso per la prima volta di caratterizzare le basi genetiche di specie selvatiche direttamente sul campo, in un momento in cui la scienza è sempre più dipendente da internet».


Padri «rottamati» 5 Stelle in piazza

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Oggi pomeriggio, alla vigillia della «Festa del papà», il Movimento 5 Stelle ad Arco ha promosso un Flash Mob per sensibilizzare le persone sulla necessità per i figli di genitori separati di vedere garantita la bigenitorialità: non solo mamme dunque, ma anche papà tutelati dalla legge e quindi dalla società.

Per bigenitorialità si intende la tutela del diritto del figlio a preservare la partecipazione attiva di entrambi i genitori nel proprio progetto educativo. «Di fatto la legge 54 del 2006 - si legge in una nota - viene palesemente interpretata nelle aule giudiziarie, a seconda del giudice, portando quindi ad una sostanziale difformità tra quanto previsto dalla norma e quanto invece viene stabilito nella prassi, per cui le aspettative create dalla legge vengono disattese spesso dai provvedimenti dei tribunali. Basti pensare che seppure l’affidamento sia condiviso, nell’ordine del 90%, la collocazione prevalente presso la madre viene disposta nel 94% dei casi».

E infine: «In occasione della festa del papà intendiamo portare questi temi in piazza non disconoscendo la questione di genere ma al contrario partendo dal fatto che prima di tutto vada garantito il diritto del figlio a vivere pariteticamente con la mamma ed il papà, senza distinzione. Di fatto purtroppo sono ancora troppi i fenomeni come l’alienazione parentale e altri soprusi causa di immense sofferenze per il figlio ed il genitore che ne è vittima e riteniamo che non si possa più ipocritamente far finta che queste situazioni non esistano».

Rapporti tra curva e 'ndrangheta, deferiti Agnelli e dirigenti Juventus

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Il presidente della Juventus Andrea Agnelli è stato deferito dalla Procura federale, insieme a Francesco Calvo, ex direttore dell’area commerciale della società, Alessandro D’Angelo, security manager, e Stefano Merulla, manager della biglietteria. Lo ha reso noto lo stesso Agnelli, in conferenza stampa a Vinovo. Il deferimento riguarda il procedimento relativo ai rapporti tra presunti boss della ‘ndrangheta e la curva bianconera.

«Mi è stato appena notificato un deferimento da parte della procura federale che riguarda me e altri dirigenti» ha detto in conferenza stampa Agnelli.

«Questa società, i suoi dipendenti e il sottoscritto non hanno nulla da nascondere nè temere. Oggi la procura federale emette un deferimento nel quale il mio nome e quello dei nostri dipendenti rivestirebbe un ruolo di collaborazione con la criminalità organizzata, tutto ciò è inaccettabile». Il presidente della Juventus ha voluto rilasciare una dichiarazione nella sala stampa di Vinovo per informare i giornalisti del suo deferimento in merito alla questione dei biglietti. Oltre a contestare il deferimento, il presidente Agnelli smentisce che non c’è alcun cambiamento in vista nei quadri dirigenziali della società. «Questo gruppo dirigente ha intenzione di continuare a far crescere la Juventus ancora per parecchio tempo».

Incidenti in serie in A22 Ora si muove la Procura

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Due incidenti mortali, un incidente gravissimo e un altro scontro in tre giorni. Tutti nello stesso tratto di A22, poco prima o poco dopo il casello di Ala Avio. Tutti in prossimità di un cantiere.

Sono tanti, troppi per non valutare la possibilità di un controllo serio della sicurezza in quel tratto di strada. Per questo la Procura ha deciso che qualche verifica verrà effettuata, in merito, ampiamente oltre i limiti che le indagini sui singoli incidenti stradali comportano.

Ecco perché il procuratore capo Aldo Celentano ha aperto un fascicolo ad hoc conferendo delega alla polizia stradale per verificare tutto ciò che riguarda il cantiere, la segnalazione dei lavori e più i generale le condizioni di sicurezza.

Per chiarezza: l’apertura del fascicolo - che non ha indagati e che tecnicamente non indica nemmeno un reato - non è conseguenza del fatto che ci sia, in Procura, la convinzione di una situazione di pericolo.

Ma è evidente che, con tre incidenti gravissimi e uno non serio, sembra opportuno allargare le verifiche ampiamente oltre le cause dirette degli schianti. Perché da questo punto di vista, c’è poco da discutere: in tutti i casi si è trattato di fatto di tamponamenti. Macchine che si sono rese conto troppo tardi del camion incolonnato che le precedeva, ed hanno finito per schiantarsi contro il cassone, con conseguenze drammatiche.

Altri responsabili dell’incidente, in senso stretto, è difficile emergano, dagli accertamenti che pur sono stati ordinati. Ma c’è un dettaglio. Tecnicamente si chiama causa antecedente. È quella causa che non è direttamente collegata con un evento, in questo caso l’incidente stradale. Ma ne costituisce un presupposto, senza il quale l’evento non si sarebbe verificato.

Ecco, il cantiere e la gestione della sicurezza su quel tratto di strada potrebbero essere quella causa antecedente, senza la quale gli incidenti non si sarebbero verificati. Ecco perché è importante valutare quei pochi chilometri, cercando di capire se l’organizzazione dei lavori sia stata o meno pensata per limitare i pericoli sulla strada o se, al contrario, qualcosa in più si sarebbe potuto fare, per dare una mano agli automobilisti ad arrivare preparati all’incolonnamento o al rallentamento.

Come detto, il fascicolo - tecnicamente un modello 45, o fascicolo K, cioè senza indagati né ipotesi di reato - non parte da una tesi precostiuita. La polizia stradale dovrà solo valutare se è vero quel che l’Autobrennero sostiene da giorni. E cioè che il cantiere - così come tutti i cantieri in A22 - era correttamente segnalato, anche oltre quanto previsto dalla normativa.

La polizia dovrà inoltre fare delle verifiche sul cantiere, sull’organizzazione dei lavori, sulla gestione logistica di mezzi e operai, sulla gestione della viabilità in prossimità dei lavori. Ovviamente in questo fascicolo avranno rilevanza anche fatti che, normalmente, non sarebbero portati all’attenzione della Procura, come l’incidente stradale di giovedì che ha coinvolto un furgone, causando feriti lievi.

Per quanto riguarda invece i tre fascicoli aperti sui tre incidenti gravi, gli accertamenti proseguono. Per l’incidente di lunedì, che è costato la vita a Catia e Rosanna Riviera, sono probabili accertamenti peritali, soprattutto sull’auto. Rispetto agli altri due incidenti, invece, le rispettive indagini sembrano destinate a chiudersi piuttosto in fretta: non ci sono grandi misteri sulla dinamica, né si sono verificati danni all’incolumità di terzi.

Resta la necessità di far crescere una cultura della sicurezza. E su questo ieri il dirigente della polizia Stradale Giansante Tognarelli invitava alla prudenza: «I pericoli sono tanti: l’uso del cellulare, le distrazioni, soprattutto il mancato rispetto delle distanze di sicurezza. Serve attenzione».

Sagan inventa, ma la Sanremo va al polacco Kwiatkowski

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Peter Sagan inventa, Michal Kwiatkowski ringrazia. La Milano-Sanremo numero 108, la prima classica «monumento» della stagione, finisce nelle mani del 26enne polacco del Team Sky, che in questa stagione aveva bissato alle «Strade Bianche» riscoprendosi vincente in Italia.

La Classicissima di Primavera, 291 chilometri con il tradizionale traguardo in via Roma, premia dunque Kwiatkowski e punisce il bi-iridato slovacco della Bora-Hansgrohe, che aveva tentato l’impresa sul finale del Poggio portandosi però dietro una concorrenza affatto malleabile.

Tra i due litiganti non gode il francese Julien Alaphilippe (Quick-Step Floors), che arriva scarico al volatone conclusivo, approcciato con troppo anticipo da Sagan, costretto quasi ad inchiodare mentre Kwiatkowski sciorina il colpo di reni. Non c’è bisogno del fotofinish per ufficializzare il successore dell’altro transalpino Arnaud Demare (Fdj), sesto nello sprint del gruppo inseguitore, giunto a soli 5”, regolato dal norvegese Alexander Kristoff (Katusha-Alpecin) sull’altro grande favorito della vigilia, il colombiano Fernando Gaviria (Quick-Step Floors).

Il migliore degli italiani è il veronese, oro nell’omnium a Rio2016, Elia Viviani (Sky), piazzatosi nono. Al pronti e via si forma subito la fuga che monopolizzerà l’attenzione per quasi tutta la corsa. Se ne vanno il tedesco Nico Denz (Ag2r La Mondiale), l’australiano William Clarke e il lettone Tom Skujins (Cannondale-Drapac), il russo Ivan Rovny (Gazprom-Rusvelo), lo spagnolo Julen Amezqueta (Wilier Selle Italia) e gli italiani Mattia Frapporti (Androni Sidermec), Mirco Maestri (Bardiani CSF), Alan Marangoni (Nippo Fantini De Rosa), Umberto Poli (Novo Nordisk) e Federico Zurlo (UAE Fly Emirates).

«Vincere a Sanremo è una sensazione incredibile. Ringrazio i miei compagni di squadra. Hanno fatto un lavoro incredibile oggi». Così un raggiante Michal Kwiatkowski festeggia dopo aver vinto la 108esima edizione della Classicissima di Primavera. «Non mi aspettavo l’attacco di Sagan sul Poggio - aggiunge il polacco -, è andato all’attacco mantenendo una velocità elevatissima. Poi mi sono concentrato solo sul mio sprint finale. Non posso credere di averlo battuto».

Sorride amaro invece Peter Sagan, grande mattatore di giornata ma bruciato a pochi metri dal traguardo: «Sono abituato ai secondi posti ormai ma ora mi aspettano altri obiettivi. È andata come è andata, è un peccato. Avevo una buona gamba per fare la volata ma mi hanno recuperato. Potevo fare qualcosa di diverso nel finale? I risultati non contano, l’importante è fare spettacolo per la gente».

L'Italia affonda anche con la Scozia Soltanto sconfitte nel 6 Nazioni

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Si chiude con una sconfitta a Edimburgo il 6 Nazioni di rugby dell'Italia. A Murrayfield la Scozia supera 29-0 gli azzurri nel quinto ed ultimo turno del torneo.

Arrivano dai padroni di casa i primi punti del match con Hogg che realizza un calcio piazzato da circa 50 metri ottenuto in seguito ad una mischia a centrocampo. L'Italia non è precisa in touche ma mette spesso e volentieri in difficoltà con le maul che consentono agli Azzurri di guadagnare metri. Dopo un'occasione fallita al 17', arriva l'opportunità per il pareggio al 20' con un calcio piazzato fallito da Carlo Canna da 25 metri. La Scozia si tuffa in avanti ma non bastano 22 fasi per sfondare il muro azzurro compatto davanti alla linea di meta. Il XV di Cotter non molla e al 28' riesce a concretizzare la pressione con Russell che va in meta sul lato mancino del campo. Gli azzurri hanno l'opportunità di accorciare le distanze al 32', ma Canna sbaglia il secondo piazzato del match. L'Italia conferma i problemi in touche e al 38' la Scozia trova la seconda meta del match con il neo entrato Scott che sfrutta al meglio un calcetto di Russell per il 15-0. Sul finale di tempo gli ospiti hanno la possibilità di realizzare i primi punti del match, ma Canna non centra i pali da posizione defilata.

L'Italia si tuffa in attacco nella ripresa chiudendo la Scozia nei propri 20 metri difensivi. La pressione azzurra costante porta al cartellino giallo di capitan Barclay, ma le offensive azzurre non si concretizzano e a pochi centrimetri dalla linea di meta Padovani perde l'ovale commettendo passaggio in avanti. Gli azzurri non sfruttano la superiorità numerica e, con il rientro del numero 6 scozzese in campo, subisce la terza meta con Visser che sfrutta al meglio un calcio in avanti di Hogg per sorprendere la retroguardia avversaria. L'Italia non riesce a reagire e nei minuti finali subisce la quarta meta sul versante opposto con Seymour che regala il bonus alla squadra di Cotter.

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