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Aggredito dai bulli Il padre posta la foto

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Il figlio è stato picchiato da tre bulli e, dopo aver denunciato l'accaduto ai carabinieri, il padre ha pubblicato la foto del volto tumefatto del tredicenne su Facebook lanciando un appello a quanti sono vittime di violenza a denunciare «perché gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia». Il post ha raggiunto, finora, quasi diecimila condivisioni. L'aggressione è accaduta nel pomeriggio di ieri in via Cesare Pavese a Mugnano, un comune alle porte di Napoli.

Il ragazzo, 13 anni appena compiuti, stava rientrando a casa quando ha incrociato cinque ragazzini, forse suoi coetanei. In tre, dopo averlo preso in giro lo hanno anche aggredito. Il ragazzino, che era in compagnia di un suo amichetto rimasto profondamente scosso, ha riportato contusioni guaribili fortunatamente in pochi giorni. Il 13enne, tornato a casa, ha raccontato in lacrime tutto ai genitori che subito sono andati in caserma per la denuncia. I carabinieri della caserma e quelli della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Antonio De Lise, hanno immediatamente avviato le indagini.

Poi il papà sul suo profilo Fb ha pubblicato anche la foto del figlio, per dire che bisogna fermare la violenza, per dire che quello che è successo a suo figlio «non deve e non dovrà accadere a nessuno». Un appello accorato che in poche ore ha avuto circa diecimila condivisioni. Un post commentato anche da centinaia di persone che hanno espresso solidarietà alla vittima; un coro unanime di condanna al bullismo.


Valanga nella Croda Rossa Ferita una scialpinista

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Una valanga si è staccata nel pomeriggio nella zona della Croda Rossa, nel bellunese, investendo un gruppo di quattro scialpinisti, tre dei quali sono usciti incolumi dalla massa di neve, mentre una 48enne trevigiana che faceva parte della comitiva è rimasta ferita.

I quattro sono stati soccorsi dall’elicottero del Suem di pieve di Cadore, che ha recuperato con un verricello l’infortunata - un probabile trauma ad un ginocchio - trasportandola all’ospedale di Cortina.

La valanga si è staccata a quota 2600 metri, sotto Forcella Colfiedo, Croda Rossa, sul versante che dà su Malga Ra Stua, nei pressi di Cortina. Uno dei 4 scialpinisti è stato trascinato a valle per circa 200 metri dalla slavina, senza fortunatamente riportare conseguenze.

Un pugno all'arbitro «Un gesto stupido»

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Due giorni di prognosi per un pugno preso da un giocatore. A fare le spse della sfuriata in una partita di calcio a 5 è stato l’arbitro.

Parliamo di serie C2, di una partita disputata ieri nella palestra di Tuenno. Il giocatore dei Toros Locos, come un toro si sarebbe scagliato contro l’arbitro, colpevole di averlo espulso dopo due falli.

Si trattava di una sfida salvezza tra Toros Locos e Ischia (squadre rispettivamente terzultima e penultima, distanziate da un punto).

Dopo il giallo è arrivato il rosso ed è stato come sventolare un drappo davanti agli occhi.

Sconfitta a tavolino per la squadra e una tac per l’arbitro, studente di 24 anni.

Sul caso è tornata, con un post su Facebook, la squadra che riassume così:

«La partita di ieri sera tra Toros Locos e Ischia è stata sospesa nel secondo tempo dall’arbitro sul risultato di 3-4, la decisione finale sarà una sconfitta per i padroni di casa con il risultato di 0-6.

Visto che la notizia è già sulla bocca di tutti tra articoli, radio e via dicendo vogliamo chiarire che non c’è stato alcun pugno e nessuna rissa, nessuno è dovuto intervenire per calmare animi o altro, anzi la partita tra i giocatori in campo è stata molto corretta.

Quello che è successo è stato un brutto e grave gesto da parte di un nostro compagno di squadra, che dopo la seconda ammonizione per protesta in seguito ad un presunto fallo subito, vedendosi sventolare davanti il cartellino rosso ha allungato le mani spintonando (colpendo anche il viso) per terra l’arbitro e poi abbandonando il campo da gioco, l’arbitro giustamente ha interrotto la gara e successivamente ci sono state le varie scuse da parte nostra ad avversari e arbitro.

Ci sembra giusto precisare che il gesto è stato soprattutto stupido e non così violento come alcuni giornalisti vogliono far credere, questo ovviamente non giustifica il giocatore che giustamente sarà squalificato.

Vogliamo finire dicendo che tutti possiamo commettere errori, il nostro compagno (ovviamente molto pentito) ha il pieno sostegno da parte della società e dei suoi compagni/amici, speriamo che la cosa si risolva per il meglio e che si torni a parlare di calcio a 5 invece che di brutti gesti in campo».

 

Un mostruoso Hirscher vince ancora Luca De Aliprandini al rientro è 11°

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L’austriaco Marcel Hirscher ha vinto in 1.49.79 l’ultimo gigante della stagione di Coppa del Mondo di sci alpino ad Aspen: per Hirscher - 28 anni, quattro titoli mondiali e sei coppe del mondo vinte in serie - è il 45° successo in carriera. Secondo il tedesco Felix Neureuther in 1.50.32 e terzo, su un neve primaverile traditrice, il francese Mathieu Faivre in 1.50.98.

Miglior azzurro è stato l’altotesino Florian Eisath che, 23° dopo la prima manche, ha chiuso ottimo 5° in 1.51.39 con il miglior tempo di manche. Per l’Italia ci sono poi un ottimo Luca De Aliprandini: il noneso, al rientro dopo il brutto infortunio in allenamento che gli aveva impedito di partecipare ai Mondiali, è 11° in 1.51.94, seguito da Manfred Moelgg 12° in 1.52.03 e da Dominik Paris 16° in 1.52.14.

Domani si chiudono le finali con lo slalom speciale uomini (ore 17 e 19.30): gli azzurri su cui puntare sono soprattutto Manfred Moelgg e il fassano Stefano Gross. La coppa di disciplina è già stata vinta in anticipo da Hirscher.

Contro tutte le mafie Bregantini per Libera

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«Cambiare si può. Cambiare si deve. E non solo sulle colline della Locride, ma in Trentino ed in ogni luogo. In ogni cuore. Perché l’economia non sia più un’economia che uccide».

Parola di monsignor Giancarlo Bregantini, l’arcivescovo di Campobasso, in un messaggio in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno di Libera del 21 marzo.

Mons. Bregantini, trentino, è stato vescovo di Locri per quasi 14 anni, sino al 2008 ed è stato l’artefice della nascita di una cooperativa sociale.

«La festa di Libera, il 21 marzo, profumo di primavera, premia tutte le realtà cooperativistiche della Locride. Anzi, lodano quella linfa nata ben oltre le attuali cooperative, perchè sono state esse ad aver creato un contesto di speranza. Quella cioè di restare per cambiare».

«Non vi siano più imprenditori che fuggono e lasciano aziende per motivi speculativi, compiendo un peccato gravissimo, come ha detto papa Bergoglio. Cadono allora certe facili reciproche accuse. Perché i pionieri vanno capiti ed accompagnati, poichè facilmente incorrono in errori. Reciproci. E perciò, compresi nel gesto della reciproca misericordia. Dal singolo alle istituzioni.

Ed anche, ovviamente, dalle istituzioni giudiziarie alle singole coscienze. E torna nel cuore anche il gesto estremo della scomunica, che ho lanciato nel marzo del 2006, davanti alla distruzione delle serre in fiore, per un veleno di morte. Gesto estremo, ma necessario. Eloquente, che ha reso quasi ‘maledettì quei mafiosi che osano, ieri ed oggi, violare la vita nelle strade, nei campi, nelle case! Ovunque! Sempre la vita va amata e difesa. Come ha fatto san Giuseppe, davanti alla violenza di Erode, immagine eloquentissima di mafia».

Diatec-Perugia: sfida stellare per la finale scudetto

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Prima la paura, poi il trionfo. È finita 3-1 la prima gara di semifinale tra la Diatec e  Perugia. Dopo aver perso (male) il primo set, la formazione trentina ha ripreso in mano la partita e l'ha condotta in porto con tre combattutissimi set.

Diatec Trentino-Sir Safety Conad Perugia 3-1
(16-25, 25-22, 26-24, 25-22)
DIATEC TRENTINO: Urnaut 11, Van de Voorde 13, Stokr 7, Lanza 15, Solé 9, Giannelli 1, Colaci (L); Antonov 1, Mazzone T., Mazzone D. 1, Nelli 3. N.e. Burgsthaler, Blasi, Chiappa. All. Angelo Lorenzetti.
SIR SAFETY CONAD:  Birarelli 7, De Cecco 4, Zaytsev 16, Podrascanin 11, Atanasijevic 13, Russell 9, Bari (L); Tosi (L), Della Lunga, Mitic, Berger 1. N.e. Buti, Paris, Chernokozhev.  All. Lorenzo Bernardi.
ARBITRI: Satanassi di Porto Fuori (Ravenna) e Gnani di Ferrara.
DURATA SET:   21’, 27’, 34’, 27’; tot  1h e 49’.
NOTE:  3.896 spettatori per un incasso di 68.743 euro. Diatec Trentino: 7 muri, 6 ace, 22 errori in battuta, 9 errore azione, 55% in attacco, 57% (29%) in ricezione. Sir Safety Conad: 8 muri, 7 ace, 22 errori in battuta, 6 errore azione, 55% in attacco, 45% (25%) in ricezione. Mvp Urnaut.

 


Comincia oggi, alle 18.30, la serie semifinale scudetto tra la Diatec Trentino Volley e la Sir Perugia. Al PalaTrento si ospita il primo atto di una sfida che si preannuncia emozionante, e non solo per il valore di quanto mette in palio.

Oltre alla caccia al pass per la finale - il principale obiettivo che muove le due squadre - ci sono infatti diversi motivi di amarcord. Con la maglia dei perugini saranno in campo gli ex Emanuele Birarelli, Andrea Bari e Dore Della Lunga. Oltre a loro, sulla panchina siede Lorenzo Bernardi, trentino doc e già giocatore con i colori della squadra della sua città nei campionati 2002-03 e 2003-04.

Trento, avendo chiuso la regular season al secondo posto (superando Perugia grazie al quoziente set), ha il vantaggio di poter giocare una partita in più in casa e così sarà proprio il Palazzetto di via Fersina a ospitare il primo capitolo di una sequenza che, secondo quasi tutti gli osservatori, potrebbe essere molto lunga (si gioca sulla distanza dei tre su cinque).

«Siamo felici di essere fra le quattro squadre che si contenderanno la vittoria del titolo italiano - spiega il tecnico trentino Angelo Lorenzetti -, anche perché la nostra presenza fra queste ad inizio campionato era tutt’altro che scontata. In semifinale ci sono però le formazioni che hanno caratterizzato maggiormente il torneo, lasciando per strada pochissimi punti. Perugia ha prodotto una pallavolo importante e, specialmente nel momento in cui ha potuto contare anche su Atanasijevic, ha fatto vedere un livello di gioco vicino a quello della Lube. Sappiamo bene per quali obiettivi sia stata costruita la Sir Safety Conad; per vincere la serie dovremo quindi andare oltre il nostro livello; saremo quindi spesso sotto stress, specialmente in ricezione dove contro gli umbri abbiamo sofferto sia nel match d’andata sia in quello di ritorno. La semifinale sarà un momento importante della nostra stagione, dovremo vivere bene la quotidianità».

Prontissimo per questa sfida anche Simone Giannelli, il regista della Diatec: «Perugia non ha bisogno di grandi presentazioni - afferma -, è una squadra costruita per vincere. Dovremo quindi essere molto bravi e concentrati per iniziare nel modo migliore questa serie di semifinale: già quella di oggi sarà una partita difficilissima che però vogliamo affrontare con lo spirito giusto e davanti ad un PalaTrento pieno».

Da parte perugina, salirà a Trento una squadra agguerrita e accompagnata da moltissimi tifosi. È a loro che va il primo pensiero del centrale Marko Podrascanin: «Siamo consapevoli di avere al nostro fianco dei tifosi eccezionali che non ci faranno mai mancare il loro supporto e così siamo pronti per giocarci al massimo questa semifinale. Ci siamo preparati con cura e concentrazione in questi giorni e non vediamo l’ora di scendere in campo. Affrontiamo un avversario come Trento molto forte, capace di giocare un’ottima pallavolo come qualità ed organizzazione e che in casa viaggia dall’inizio della stagione a ritmi incredibili. Ma abbiamo tanta voglia di arrivare fino in fondo in questi playoff».

Gli Almanegretta allo Smart Lab

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C’è anche una tappa in Trentino, quella del 30 aprile a Rovereto, fra quelle del nuovo tour degli Almamegretta. Una delle formazioni più note dell’elettronica contaminata da radici popolari sarà infatti in concerto allo Smart Lab per presentare il suo ultimo disco EnnEnne, riletto dalla band recentemente anche in una veste dub, nella serata organizzata da Side Out insieme ai ragazzi dello Smart.

Un titolo EnnEnne preso in prestito dall’acronimo di «Nescio Nomen», una delle frasi coniate per registrare all’anagrafe chi nasce da genitori ignoti. Il lavoro della band napoletana sfugge da sempre a qualsiasi tentativo di catalogazione: caratteristica costante è quella di mettere in relazione diversi elementi musicali e culturali.

Definirlo, dunque, servendosi dell’espressione EnnEnne è perfetto sia nell’accezione etimologica - non conoscendo precisamente il nome di quella che è la propria espressione musicale - sia in quella che per traslato gli attribuisce un’origine incerta e spuria. Il disco contiene dieci canzoni con nove inediti e una versione di «Ciucculatina d’’a ferrovia», vecchio successo di Nino D’Angelo e riunisce la line-up originaria della band. Il missaggio è stato affidato alle mani sapienti del produttore Adrian Sherwood.

Gli Almamegretta tornano nella loro formazione dei primi album, con Gennaro Tesone, Paolo Polcari e il vocalist Raiz.

Fra le collaborazioni del disco anche quella con Cristina Donadio attrice teatrale e televisiva che molti conoscono nel ruolo di co-protagonista nella seconda stagione del serial «Gomorra»; quest’ultima regala un recitato all’interno del brano «Votta a passà» insieme alle allieve del Liceo Elsa Morante di Scampia.

In generale le canzoni scritte per EnnEnne risentono di diverse fonti d’ispirazione benché al centro del loro mondo musicale continui ad esserci il dub di provenienza inglese, inteso più come metodo compositivo che nella sua accezione reggae vera e propria.

Biglietti in prevendita su www.ticketea.com.

La Dolomiti Energia ha battuto Pistoia uno show offensivo delle squadre

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I trentini di Buscaglia vincono 99 a 91 e si issano al quarto posto in classifica dopo l'anticipo di campionato

Doveva essere una sfida a basso punteggio tra le due migliori difese del campionato. E' stata invece un vero e proprio inno al basket offensivo, con una Dolomiti Energia irresistibile per due quarti, e poi terribilmente concreta nel finale, capace di resistere alla veemente rimonta di Pistoia e infilare un rotondo 99-91 che le vale la settima vittoria in otto gare. Decisive, in casa bianconera, l'incontenibile dimostrazione di talento di Marble (27 punti, 22 dei quali nei primi due quarti praticamente perfetti), le travolgenti partite di Sutton (21 punti e 26 di valutazione) e Craft (15 punti e 5 assist), e il crescendo finale di un solidissimo Flaccadori (12), che ha fatto letteralmente impazzire i 3.290 del PalaTrento con i suoi recuperi oltre che con le sue penetrazioni. Vana, tra gli ospiti, la super partita di Terran Petteway, che come già successogli nella gara d'andata si infiamma proprio contro Trento infilando 27 punti con 7/10 dall'arco, solo per vedersi però messa la museruola nel momento decisivo del match dal solito, affidabilissimo Forray (10).  

 La cronaca: Marble, desideroso di far dimenticare il terribile 0/11 dal campo in cui era incappato PalaRuffini, aggredisce il match con il piglio della stella NBA. Piazzati dalla media, schiacciate al ferro, floater, tiri da tre punti: l'ex Orlando Magic mostra tutto il repertorio, mettendone 16 in dieci minuti da stella assoluta, in cui il resto della squadra lo segue a ruota chiudendo con un 4/4 dall'arco (oltre alle due di Devyn vanno a segno anche Forray e Baldi Rossi) che stride col 9/40 di Torino. Pistoia, che pure in difesa fa tanta fatica sugli esterni trentini, si tiene a galla martellando la palla dentro per Crosariol (6). Alla prima pausa è 30-21. 

 Le difese, indicate come le grandi protagoniste in fase di presentazione della gara, non accennano a palesarsi nemmeno nel secondo periodo. Moore (9 punti conditi da 5 assist) e Petteway (9 con 3 bombe) danno a Pistoia la sensazione di poter sopravvivere al magic moment di Marble (22 con 9/10 dal campo), ma la squadra allenata da Enzo Esposito non ha fatto i conti con il basket totale di Aaron Craft (6 punti, 4 assist e 2 recuperi) e soprattutto di Dominique Sutton, che trascina gli aquilotti sul 61-43 dell'intervallo con 11 punti, 3 assist e 16 di valutazione. 

 Chi pensa che la gara sia finita, però, non ha assolutamente idea di che tipo di squadra sia Pistoia. Compatti e aggressivi in difesa, ordinati e precisi in attacco, i toscani fanno quadrato attorno ai centimetri di Crosariol e Boothe (12 a testa) oltre che al talento tanto intermittente quanto abbagliante di Petteway. L'ala di Galveston piazza un terzo periodo da dieci punti personali arrivando a quota 19 al 30', con i biancorossi a un solo tiro di distanza (77-74) da una Trento improvvisamente irriconoscibile, "drogata" dalle alte percentuali della prima metà gara e improvvisamente incapace di mordere a dovere la partita.

 La grande bravura della squadra di Maurizio Buscaglia, però, è quella di riuscire a cambiare registro nel proprio atteggiamento nel momento più difficile dell'incontro. Con il nemico alle porte, sospinto da un Petteway martellante (27), la Dolomiti Energia mostra di che pasta è fatta, ritrovando capacità di attaccare in verticale, ma soprattutto compattezza difensiva, attorno ai soliti Forray, Craft e Sutton. Anche se a chiudere la gara, quando Lombardi con una tripla dall'angolo fa tremare il PalaTrento (88-86 al 37'), è soprattutto un Flaccadori che non ti aspetti, che integra una serata fatta di grande aggressività in penetrazione (12 punti) con una serie di difese modello piovra, toccando tutti i palloni toccabili. Finisce 99-91, con bianconeri in festa per aver ottenuto la quarta vittoria di fila al PalaTrento, in attesa di poter allungare la serie già domenica 26 marzo contro Pesaro. 

 

DOLOMITI ENERGIA TRENTINO: Craft 15(6/8) , Baldi Rossi 5 (1/1, 1/2), Moraschini ne, Forray 10 (2/5, 0/1), Flaccadori 12 (5/8, 0/2), Gomes 7 (0/1, 2/4), Hogue 2 (1/5), Marble 27 (6/11, 5/6), Sutton 21 (8/10), Lechthaler 0. Coach: Buscaglia

THE FLEXX PISTOIA: Petteway 27 (1/6, 7/10), Okereafor 2 (1/2, 0/1), Antonutti 9 (2/3, 1/2), Solazzi 0, Lombardi 3 (0/1, 1/1), Crosiarol 14 (6/9), Magro 4 (2/2), Roberts 6 (3/3, 0/1), Moore 14 (2/3, 2/6), Boothe 12 (3/8, 2/3). Coach: Esposito.

NOTE: Tiri liberi: Trentino 11/19,  Pistoia 12/14. Tiri da due: Trentino 29/49, Pistoia 20/37. Tiri da tre: Trentino 10/17, Pistoia 13/24. Rimbalzi: Trentino 26 (Hogue 8), Pistoia 29 (Roberts 5) . Assist: Trentino 14 (Craft 5), Pistoia 27 (Moore 8).

 

MAURIZIO BUSCAGLIA (coach DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): "Ci sono diversi motivi per cui dobbiamo essere soddisfatti di questo successo. Innanzitutto perché dopo sei vittorie consecutive e la sconfitta di lunedì, a contare stasera era soprattutto la reazione che avremmo avuto. Credo di poter dire che siamo stati bravi a rialzare subito la testa e mettere in campo la nostra forza. Faccio quindi un grande plauso ai ragazzi, che in questi giorni hanno lavorato con grande attenzione in un una settimana molto difficile. Dobbiamo essere poi contenti di aver ribaltato la differenza canestri nel confronto con una diretta concorrente, e di averlo fatto mandando cinque giocatori in doppia cifra, cercare sempre i giocatori giusti nei momenti giusti. Pistoia si è dimostrata squadra tosta, dura, che non molla, e quindi essere riusciti a riprenderci l'inerzia nel quarto periodo è stato un altro motivo di grande soddisfazione. A fianco di tutto questo, certo, dobbiamo pensare anche a cosa non è andato, a quei 31 punti subiti nel terzo quarto, il massimo che abbiamo mai subito in stagione, davvero troppi. Però ci sono anche i meriti Pistoia, che ha segnato molti tiri difficili".

Nell’altro anticipo Avellino ha battuto Sassari 77-65. Miglior marcatore del match è stato l’irpino Levi Randolph con 21 punti. Nella squadra sarda buona prova per Stipcevic (18 punti) e Lacey (16). Per l’ex Trento Lighty 5 punti (2/2 da due, 0/1 da tre e 1/1 nei tiri liberi) in 19 minuti di gioco.
La classifica: Milano 38 punti; Avellino* 30; Venezia 28; Capo d’Orlando e Dolomiti Energia Trento* 26; Sassari* 24; Reggio Emilia, Brindisi e Torino 22; Brescia e Pistoia* 20; Caserta e Cantù 18; Varese 16; Pesaro 14; Cremona 12.


Autobus, con i biglietti a bordo boom di incassi

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Sugli autobus la lotta all’evasione - cioè ai molti furbetti che non pagano in biglietto -  funziona più degli aumenti tariffari.

Se il sistema di biglietteria e controllo a bordo da parte del conducente, oggi limitato a tre linee, dovesse essere esteso a tutti gli autobus in servizio in città, Trentino Trasporti incasserebbe in più circa 1,5 milioni di euro in un anno solo attraverso il recupero dell’evasione. È una cifra enorme. Per ottenere lo stesso risultato attraverso un ipotetico incremento tariffario, l’azienda dovrebbe aumentare il costo dei biglietti del 60%. È un’ipotesi evidentemente irrealistica, mentre il recupero dell’ampia quota di evasori che viaggiamo a sbafo, è a impatto zero per le tasche dei cittadini utenti del servizio.

I primi dati della sperimentazione, partita a fine novembre sulle linee urbane 14, 17 e Np (la navetta parcheggi), sono  incoraggianti. Le tre linee hanno consentito di recuperare oltre 4.000 euro a settimana. La sola navetta, che fa la spola tra il centro città e i parcheggi dell’area ex Zuffo e di via Monte Baldo, da sola ha permesso il recupero di circa 600 euro nella settimana che va dal 6 al 12 marzo scorso. I biglietti obliterati sulle tre linee nella stessa settimana sono stati 4.897 contro i 3.092 di  una settimana analoga del 2016, mentre le tessere a scalare sono state 1667 (contro 1.249). Da registrare anche 375 biglietti emessi che l’anno prima non c’erano. Impressionante è anche l’aumento rilevato sulla navetta parcheggi con le obliterazioni passate da 287 in una settimana di marzo 2016 a 718 nel 2017.

Se facciamo una proiezione su tutto l’anno, i tecnici valutano che le tre linee con conducente che funge anche da bigliettaio dovrebbero permettere all’azienda di recuperare 200.000 euro in un anno. Dati che dimostrano come i furbetti senza biglietto sugli autobus cittadini siano ancora numerosi, ma conferma che un efficace contrasto porta risorse importanti nelle casse dell’azienda.

Guardiamo oltre. Le tre linee su cui è partita la nuova modalità rappresentano meno del 15% dei passeggeri totali che utilizzano il servizio urbano a Trento. Se si estendesse il controllo a tutta la rete urbana si potrebbe incassare circa 1 milione e mezzo in più all’anno. «Per capire la valenza di queste cifre, comunque rilevantissime - spiega il dirigente del Servizio trasporti della Provincia, Roberto Andreatta - basti pensare che la manovra tariffaria del Comune di Trento che aveva incrementato le tariffe del 20%, l’ultima risale al gennaio 2012 quando il prezzo del biglietto passò da 1 euro a  1,20 euro, aveva fatto aumentare le entrate di non più di 500 mila euro. Consideriamo anche che l’incasso annuo da biglietti si aggira intorno ai 2,5 milioni di euro a cui vanno aggiunti 1,8 milioni di ricavo da abbonamenti».

Naturalmente quel milione e mezzo di euro spremuti dai furbetti senza biglietto rimangono un traguardo ancora lontano. Ma i risultati della lotta all’evasione sembrano dar ragione a chi spingeva per questa opzione, anche a costo di qualche possibile contraccolpo sul servizio quando l’autobus dovesse incappare in un furbetto ostinato. Infatti il sistema nei prossimi mesi verrà esteso  ad altre linee urbane. Il 27 marzo si parte sulla 12, mentre ad inizio maggio toccherà agli autobus numero 11 e 15. Infine il 12 giugno la lotta agli evasori salirà anche sulla linea 3.

Tagli ai vitalizi: 10mila firme nel cestino

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Il Consiglio Regionale, che nella classifica delle istituzioni indispensabili si trova un gradino sotto il circolo femminile amiche della prostata, è un’allegra combriccola che s’incontra a giorni prestabiliti per parlare del meno e del meno (perché non c’è più niente da dire).

Un po’ come accade nei circoli Lions e Rotary, solo che questi ultimi hanno una maggior valenza sociale e in più, i soldi ce li mettono i partecipanti autotassandosi, in Consiglio i soldi ce li mettono tutti tranne quelli che partecipano.

Qualche giorno fa una delegazione delle Acli si è recata nella sede del Consiglio Regionale per consegnare diecimila firme per una proposta di legge popolare che riduca i costi della politica. Appena arrivata, la delegazione ha trovato a riceverla i nuclei rivoluzionari di avanguardia proletaria per la difesa dei vitalizi «Come se non ci fosse un domani» capitanati da due consiglieri del Patt che hanno preso le firme, le hanno guardate una a una, e hanno rifiutato la petizione dicendo «noi abbiamo l’autografo di Bruno Dorigatti che vale di più».

Anche quelli dell’Svp hanno rifiutato la petizione e attraverso la loro portavoce, una massaia di S.Candido che sostiene la superiorità genetica dei gerani da balcone, hanno replicato con teutonica durezza: «I costi della politica non si discutono perché così facendo si metterebbe in discussione la dignità dei politici».

Si sono messi a ridere anche quelli che non capiscono il tedesco. Gerani compresi. Alessio Manica (Pd) appena vista la delegazione ha tentato la fuga dalla porta di servizio fingendosi un lavavetri rumeno, ma è stato fermato nel campo profughi di Marco e costretto a tornare.

Prudente come sempre, Manica ha dichiarato che il Pd è assolutamente d’accordo a ridurre i costi della politica; ma solo dopo le provinciali del 2018, e solo se lui sarà rieletto. In attesa, ha chiesto un risarcimento di 15mila euro come rimborso spese per il tempo impiegato a cestinare le diecimila firme.

Passamani (Upt), fervido sostenitore del dialogo con le minoranze purché dicano quello che vuole la maggioranza, ha espresso una dotta confutazione del precetto «prevenire è meglio che curare» sostenendo che «Se non ci sbrighiamo a dare il voto agli immigrati alle prossime non ci vota nessuno».

Kaswalder (ex Patt) gli ha detto sottovoce che a breve ne arriveranno altri 500, e lui si è tranquillizzato. Per farla breve, alla fine della giornata le diecimila firme sono finite nel cestino. Ma nonostante tutto, nella rude corazza dei consiglieri, si è aperta una breccia. Hanno capito che non possono fare politica chiusi nelle proprie stanze, e hanno proposto ai cittadini di avvicinarsi a loro. Per fare questo, chiederanno al direttore del carcere di Spini di estendere l’orario delle visite.

Il Bicigrill di Novaledo riapre dopo 8 anni

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Struttura e terreni rilevati da tre imprenditori lagarini

A otto anni di distanza dall’ultima stagione, riaprirà in giugno il primo bicigrill privato d’Italia, che Milko Gozzer ideò e gestì dal 2003 al 2009 lungo la ciclovia del Brenta, a Novaledo.
Dalla scomparsa di Milko, avvenuta in Colombia alla fine del 2009, il bicigrill non aveva più aperto i battenti. Ma ad acquistare dalla famiglia di Gozzer la struttura già esistente, il parcheggio lungo la strada e 1 ettaro di terreno, è stata nelle scorse settimane una società di cui è titolare Liliana Lorenzini, con cui lavorano Moreno Tomasi di Santa Margherita di Ala e Matteo Bertolini di Loppio. 
Ed è proprio quest’ultimo il «pilastro» su cui si regge l’impresa, almeno dal punto di vista dell’esperienza. Bertolini ha infatti alle spalle l’apertura e conduzione del bicigrill privato di Loppio, dal 2007, lungo la pista che collega Mori al lago di Garda, e quattro anni (dal 2012 al 2016) di gestione del bicigrill di Nomi, che nel 2003 fu inaugurato qualche mese prima di quello di Novaledo.
 
A spiegare cosa vogliono fare a Novaledo sono Matteo e Moreno, in questi giorni al lavoro nel cantiere: «L’idea è quella di creare un servizio a 360 gradi per i ciclisti, ma non solo. Quest’anno partiamo con la riapertura del bicigrill, che si chiamerà Energy Bar (come quello di Loppio, ndr). Abbiamo appena montato il nuovo bancone del bar, adesso aspettiamo l’autorizzazione per costuire una cucina fissa di circa 35 mq che sostituirà quella mobile, non più regolare. L’idea è quella di fare una sorta di speck-stube che offra menu per tutti, dai ciclisti ai villeggianti ai locali».
 
A fianco del bar ristorante, saranno realizzati contestualmente una terrazza per i tavoli e un parco giochi di 100 mq per i bambini. «Ma abbiamo acquistato anche 1 ettaro di terreno - proseguono i due ciclobaristi - e nel giro di tre anni vorremmo sviluppare l’esercizio costruendo, sul terrazzamento superiore, tre casette in legno con due camere ciascuna, dato che lungo la pista ciclabile non esistono posti per dormire, se non ci si addentra nei paesi. Ai clienti metteremo a disposizione una lavanderia automatica con lavatrice e asciugatrice a gettoni, servizi igienici e una piccola officina per le riparazioni. Sotto la strada, invece, abbiamo 1000 mq su cui pensiamo di realizzare una decina di piazzole attrezzate per i camper».
 
Il progetto per le camere richiederà una variante urbanistica e la società sta valutando se presentarla in Comune o inserirsi nei nuovi patti territoriali, velocizzando le procedure. L’accesso ai fondi disponibili grazie al progetto Leader abbatterebbe poi parte dell’investimento relativo alle nuove strutture, quantificato in circa 300mila euro. 
L’intenzione è anche quella di mettere a disposizione dei clienti un servizio di noleggio bici. «Poi si vedrà: se le cose andranno come speriamo, ci piacerebbe avviare anche una piccola fattoria didattica».

Marlene Kuntz a Sanbapolis Così la band saluta Trento

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Conto alla rovescia per il concerto dei Marlene Kuntz, attesi a Trento, a Sanbapolis, venerdì prossimo.

E per preparare l’evento, ecco il messaggio che il leader della band, Cristiano Godano, ha pubblicato su Facebook:

 

Punto nascite, folla enorme per l'incontro con Zeni

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«Esserci per contare». Con questo slogan «Parto per Fiemme» ha chiamato a raccolta la gente di Fiemme, Fassa e Cembra oggi pomeriggio alle 17 al Palafiemme di Cavalese per l’incontro con l’assessore provinciale Luca Zeni e il direttore dell’Azienda provinciale dei servizi sanitari Paolo Bordon, dopo la chiusura del punto nascite.

«È necessario capire che ciò quanto sta accadendo non colpisce soltanto il Punto nascita, ma anche altri servizi essenziali come il servizio di pediatria per i bambini, la ginecologia per tutte le donne di Fiemme e Fassa e la reperibilità dell’anestesista per ognuno dei valligiani e degli ospiti di Fiemme e Fassa» affermano gli esponenti di Parto per Fiemme che si batte per il mantenimento del Punto nascita raccogliendo persone di tutte le tre valli, al di fuori degli schieramenti politici ma proponendo soluzioni e fatti concreti.

«Ciò significa che per la maggior parte dei problemi di salute riguardanti questi ambiti bisognerà recarsi a Trento o attendere un auto medica o un elicottero da Trento, con il conseguente aumento dei rischi, dei disagi e dei costi sociali dovuti alla distanza. L’incontro - continua Parto per Fiemme - è decisivo per dimostrare quanto la gente di queste valli sia unita e propositiva per evitare di veder chiudere dei servizi essenziali dell’ospedale di Fiemme, simbolo, riparo e riferimento socio sanitario di una Comunità Magnifica che, dopo averlo costruito, dimostra ancora oggi, collaborando con le istituzioni e con l’Azienda sanitaria, di volerlo mantenere. Abbiamo dimostrato che siamo pronti a superare gli ostacoli della burocrazia, del tecnicismo, della gestione puramente aziendale volta a sfinirci e proposta da chi pensa che in queste valli regni l’ignoranza, la sottomissione e l’indifferenza».
Il 10 marzo scorso davanti all’ospedale, centinaia di persone hanno manifestato ma anche proposto soluzioni: «Abbiamo fatto nomi e cognomi dei pediatri disponibili, abbiamo presentato il pediatra neonatologo dottor Giustardi, salito appositamente per aiutarci a sostenere i servizi essenziali per tutti».

Tutta la popolazione di Fassa, Fiemme e Cembra vuole trasmettere ai dirigenti di Trento la propria determinazione affinchè il punto nascita sia riaperto. «Prima di tutto ascolteremo i risultati raggiunti a seguito delle proposte inviate a trento dalle associazioni e dai nostri amministratori. Poi tireremo le somme senza dimenticare che stiamo attendendo soluzioni sin dal 25 novembre 2015.

Le promesse si accettano solo quando c’è la fiducia necessaria, i fatti permettono, progressivamente, di ritrovarla».

Per le famiglie con bambini che parteciperanno all’incontro è previsto uno spazio di animazione gestito da maestre d’asilo volontarie e le attività proposte e gli spazi sono coperti dall’assicurazione della Cassa Rurale.

Storica tripletta delle azzurre nello slalom gigante di Aspen

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Storica tripletta delle azzurre nello slalom gigante di Aspen

Trionfale tris delle azzurre dello sci nello slalom gigante di Coppa del Mondo di sci alpino ad Aspen. Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino sono salite insieme sul podio dell'ultima gara di Coppa del Mondo del 2017, occupando i primi tre posti della classifica e portando a 43 i podi italiani in stagione, record storico. Un risultato storico che riporta alla memoria quelli ottenuti da Thoeni e compagni ai tempi della gloriosa «Valanga azzurra».

La valdostana figlia d'arte, sua mamma è l'indimenticata Ninna Quario, si è imposta in 1'58"01, precedendo di 44 centesimi la Goggia e di 47 la Bassino. La coppa di disciplina è andata alla francese campionessa del mondo Tessa Worley oggi quinta, alle spalle della campionessa Usa Mikaela Shiffrin.

Per l'Italia in classifica anche Irene Curtoni, 17ª in 2.01.75 e la giovane trentina Laura Pirovano, campionessa mondiale junior nella specialità, 23ª in 2.03.37. Fuori pista è finita l'altoatesina Manuela Moelgg, che era settima dopo la prima manche.

Dodicenne scappa di casa dopo un diverbio con il prof

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Non era mai arrivato a casa in ritardo: le rare volte che usciva con i compagni era sempre stato puntuale. I genitori hanno pensato ad un problema con l’autobus, che il figlio, dodicenne, avesse perso la corsa dopo esser stato a mangiare una pizza con gli amici, alla fine della scuola. Era l’ora di cena e il cellulare risultava staccato.

Comprensibilmente agitati hanno chiamato i carabinieri. Verso le 23 di venerdì sono stati allertati i vigili del fuoco. Una «task force» che ha portato all’esito sperato. Verso l’una di notte il ragazzo è stato ritrovato, a Villazzano: fisicamente stava bene, ma era molto provato sia per le ore trascorse fuori casa, nascosto al parco, sia per quello che era accaduto a scuola a fine lezioni. Aveva avuto un diverbio con una insegnante e temeva i provvedimenti del dirigente scolastico e, di riflesso, quelli dei suoi genitori nell’apprendere quanto era accaduto. L’ultima volta che aveva combinato un guaio, mamma e papà gli avevano vietato i videogiochi per tre giorni.

Come i genitori hanno ricostruito attraverso il racconto del figlio, tutto sarebbe nato per il cellulare. Nelle scuole i telefonini sono vietati, o comunque devono essere tenuti spenti o, al massimo, senza suoneria. Quello del dodicenne sarebbe squillato proprio al termine dell’ultima ora di lezione. La docente ha chiesto spiegazioni e, quando il ragazzo con una bugia ha negato di avere il telefonino con sé, ha deciso di trattenerlo in classe qualche minuto in più. I compagni nel frattempo erano fuori che l’aspettavano. Il ragazzo, temendo di perdere l’autobus, è sbottato in un’espressione poco felice e si è fatto largo, prendendo la via dell’uscita. La docente, evidenziando che l’episodio non sarebbe finito lì, ha subito riferito l’accaduto al dirigente scolastico, che a sua volta ha avvisato la famiglia.

Il ragazzo nel frattempo è riuscito a raggiungere gli amici e ha trascorso con loro buona parte del pomeriggio. Era d’accordo con i genitori che sarebbe andato a prendere una pizza, ma c’era un pensiero che non lo lasciava sereno. Non riusciva a togliersi dalla testa l’episodio accaduto a scuola a fine lezione. Temeva di essere espulso.

Ha quindi chiamato casa, per sapere se davvero il preside avesse telefonato: alla risposta positiva della madre non ha replicato, maturando dentro di sé la decisione di non rientrare. Quando ha salutato gli amici, verso le 17, anziché rincasare ha girovagato a Villazzano. Al calare della luce, si sarebbe rifugiato al parco di Villa de Mersi. Mancava poco a mezzanotte quando una trentina di soccorritori, fra vigili del fuoco del corpo permanente di Trento e vigili del fuoco volontari di Villazzano, Povo, Cognola e Gardolo, si sono ritrovati per un briefing: la città è stata divisa in zone e gli uomini si sono messi tutti alla ricerca del ragazzo. I familiari non avevano idea di dove potesse trovarsi.

L’avviso delle cessate ricerche è arrivato verso l’una di notte, quando i carabinieri hanno trovato il dodicenne vicino a casa, impaurito. Il ragazzo ha detto che ciò che era accaduto a scuola lo aveva terrorizzato: temeva di essere espulso e temeva anche la punizione dei genitori. Tutto si è risolto al meglio, con un abbraccio. «Ringraziamo i carabinieri ed i vigili del fuoco per il loro intervento, per la professionalità e per il sostegno psicologico che hanno dato alla nostra famiglia - evidenziano i genitori - In certi momenti pensavamo al peggio, ma ci hanno subito rassicurato e hanno dato un grande aiuto».


Baldi Rossi: «Bella vittoria, a me è mancata l'intensità giusta»

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 La gioia per il ritorno alla vittoria della squadra. La rabbia per non aver giocato una grandissima partita, ma anche l’umiltà di riconoscerlo e la voglia di tornare subito in campo per riscattarsi. Turbine di sensazioni diverse per Filippo Baldi Rossi il giorno dopo il bel successo della Dolomiti Energia contro Pistoia.

Filippo, una volta capita a lei, una volta a Beto, sabato a Marble. Ogni sera l’Aquila ha un protagonista diverso. È casuale o il frutto di una sorta di programmazione per disorientare gli avversari?

«In verità non è una casualità. C’è dietro un lavoro di squadra per supportare al meglio chi si trova nella serata giusta. Nel caso di Devyn, c’è da dire che si è integrato molto bene nel nostro meccanismo di gioco e spesso apre le partite con grandi giocate. Sabato era particolarmente “on fire” e faceva canestro da ogni posizione. E così si è caricato ancora di più».

La sua è stata una partita a due versi: bene all’inizio, poi il calo.

«Sono partito aggressivo, cercando di anticipare sempre le linee di passaggio perché sapevo che poi Crosariol con la sua stazza avrebbe cercato di portarmi sotto canestro. Poi nel terzo quarto sono effettivamente calato di intensità, e questo non deve più accadere».

Nell’ultimo quarto lei è rimasto sempre in panchina. Problemi fisici o scelta tecnica?

«Scelta tecnica. Il coach probabilmente ha visto che c’è stato un calo di intensità quando sono entrato nel terzo quarto. Dustin forse garantiva maggiore prestanza fisica dietro e ha scelto di andare avanti con lui e Sutton, che hanno fatto un ottimo lavoro. Per parte mia devo accettare questa scelta, anche perché in altre occasioni il coach mi ha dimostrato che se sono presente anche in difesa, mi fa giocare minuti importanti».

All’intervallo la partita sembrava già vinta. Poi cos’è successo?

«Secondo me, se vai all’intervallo con 7,8 punti di vantaggio sai che devi restare concentrato. Al contrario, non è mai facile gestire vantaggi così importanti. Non dovrebbe capitare, ma magari si entra in campo con meno fame ed è facile perdere intensità. Non dimentichiamo, poi, che avevamo di fronte una squadra tosta. Questa partita ci dovrà servire di esperienza per il futuro».

L’impressione è che Trento, oltre al secondo tempo di Petteway, abbia sofferto per tutta la partita il gioco in post basso e i pick & roll dei lunghi toscani. Che ne pensa?

«Noi proviamo sempre a forzare le giocate degli avversari, Crosariol e Boothe sono due lunghi molto fisici che si completano molto bene. Noi, al contrario, siamo una squadra più leggera che cerca di trasformare il deficit che abbiamo in difesa, in un vantaggio in attacco, fatto di contropiede e gioco veloce».

Anche Pistoia, dopo Caserta e Torino, oltre al gioco con i lunghi, ha usato spesso la zona per mettervi in difficoltà. Crede che le avversarie abbiano trovato le contromosse per battere l’atipicità di Trento?

«Sicuramente le difese si stanno adattando e preparano molto bene le partite contro di noi. Noi cerchiamo di portare i loro lunghi fuori dal perimetro, e ora gli avversari stanno iniziando ad accoppiarci con i loro piccoli. Dobbiamo essere bravi a muovere la palla, ma anche a prendere il rimbalzo e andare spesso in contropiede per avere punti facili».

Il suo amico Moraschini ormai, per scelta di coach Buscaglia, oggettivamente vede pochissimo il campo. Sabato addirittura non è neanche entrato. Lo sente giù?

«È un ragazzo che ha tantissima voglia di andare in campo e fare bene. Nella prima parte di stagione era un valore aggiunto, purtroppo ora ha minore spazio. In ogni caso sta sul pezzo, si allena molto bene, cerca di essere pronto quando viene chiamato in causa. Lo vedo sereno, anche se un po’ demoralizzato per non essere entrato».

Serie A, scudetto ed Europa: saranno nove turni di fuoco

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La Juve lanciata verso il sesto scudetto, Roma e Napoli impegnate nella volata per la Champions League diretta con la soccombente agli spareggi, Lazio, Inter, Atalanta e Milan coinvolte nella bagarre per l’Europa League, con la Fiorentina lontana ma non esclusa. È questo il panorama della serie A che dopo la sosta compie l’ultimo tragitto di stagione con le residue nove giornate avendo virtualmente chiuso da tempo il capitolo salvezza. Tra i big match spiccano, in ordine di calendario, Napoli-Juve, Lazio-Napoli, Inter-Milan, Roma-Lazio, Inter-Napoli, Roma-Juventus, Lazio-Inter.

JUVENTUS (73 punti)

Una macchina da risultati forte e risoluta con distrazione Champions. Ha cinque trasferte tra cui quelle con le due più salde antagoniste, Napoli e Roma. Se pure dovesse perderle avrebbe ancora +2 e un calendario in discesa. Le due altre insidie riguardano Atalanta in trasferta e il derby.

Calendario: 30/a Napoli-Juventus; 31/a Juventus-Chievo; 32/a Pescara-Juventus; 33/a Juventus-Genoa; 34/a Atalanta-Juventus; 35/a Juventus-Torino; 36/a Roma-Juventus; 37/a Juventus-Crotone; 38/a Bologna-Juventus.

ROMA (65 punti)

Ha un calendario propizio che potrebbe farle guadagnare, a breve, punti sul Napoli. Poi si gioca tutto all’Olimpico con Atalanta, Lazio (34/a) e Juventus (36/a). A cavallo delle due gare c’è l’unica trasferta ostica, col Milan.

Calendario: 30/a Roma-Empoli; 31/a Bologna-Roma; 32/a Roma-Atalanta; 33/a Pescara-Roma; 34/a Roma-Lazio; 35/a Milan-Roma; 36/a Roma-Juventus; 37/a Chievo-Roma; 38/a Roma-Genoa.

NAPOLI (63 punti)

Le gare verità le ha alla ripresa ospitando la Juve e poi in casa della Lazio. Se contiene i danni poi può vincerle tutte visto che gli altri clienti scomodi, Napoli e Fiorentina, li troverà al San Paolo. Calendario: 30/a Napoli-Juventus; 31/a Lazio-Napoli; 32/a Napoli-Udinese; 33/a Sassuolo-Napoli; 34/a Inter-Napoli; 35/a Napoli-Cagliari; 36/a Torino-Napoli; 37/a Napoli-Fiorentina; 38/a Sampdoria-Napoli.

LAZIO (57 punti)

Inzaghi ha quattro trasferte e solo a Firenze può avere problemi, quindi si gioca la sua già positiva stagione all’Olimpico con Napoli, Roma e Inter. Se appare ardua la rincorsa Champions dovrebbe approdare facilmente in Europa League a prescindere dalla Coppa Italia. Calendario: 30/a Sassuolo-Lazio; 31/a Lazio-Napoli; 32/a Genoa-Lazio; 33/a Lazio-Palermo; 34/a Roma-Lazio; 35/a Lazio-Sampdoria; 36/a Fiorentina-Lazio; 37/a Lazio-Inter; 38/a Crotone-Lazio.

INTER (55 punti)

Ha il calendario peggiore rispetto alle antagoniste con le trasferte in casa Fiorentina e Lazio mentre a San Siro gioca il derby e col Napoli. Però dopo il flop iniziale è un’altra squadra e la qualificazione sembra alla sua portata. Calendario: 30/a Inter-Sampdoria; 31/a Crotone-Inter; 32/a Inter-Milan; 33/a Fiorentina-Inter; 34/a Inter-Napoli; 35/a Genoa-Inter; 36/a Inter-Sassuolo; 37/a Lazio-Inter; 38/a Inter-Udinese.

ATALANTA (55 punti)

La sorpresa della stagione continua a vincere ma dopo la scoppola con l’Inter c’è qualche certezza in meno. La trasferta proibitiva è quella con la Roma mentre in casa riceve Juventus e Milan. Sarà questa la gara decisiva per continuare a puntare sull’Europa League. Calendario: 30/a Genoa-Atalanta; 31/a Atalanta-Sassuolo; 32/a Roma-Atalanta; 33/a Atalanta-Bologna; 34/a Atalanta-Juventus; 35/ a Udinese-Atalanta; 36/a Atalanta-Milan; 37/a Empoli-Atalanta; 38/a Atalanta-Chievo.

MILAN (53 punti)

Quattro delle prossime cinque partite sono con le squadre più deboli della serie A (Pescara, Palermo, Empoli e Crotone). Gli appuntamento imprescindibili sono vincere il derby e contenere i danni con la Roma e soprattutto in casa dell’Atalanta. Montella può ancora sognare.
Calendario: 30/a Pescara-Milan; 31/a Milan-Palermo; 32/a Inter-Milan; 33/a Milan-Empoli; 34/a Crotone-Milan; 35/a Milan-Roma; 36/a Atalanta-Milan; 37/a Milan-Bologna; 38/a Cagliari-Milan.

FIORENTINA (48 punti)

Paulo Sousa recrimina per i tanti punti buttati in questi mesi. Ora per agganciare l’Europa ci vuole quasi un miracolo vincendole tutte e sperando nelle altrui frenate. Ha un buon calendario con le maggiori insidie in casa (Inter e Fiorentina) e l’unica trasferta ostica a Napoli.

Calendario: 30/a Fiorentina-Bologna; 31/a Sampdoria-Fiorentina; 32/a Fiorentina-Empoli; 33/a Fiorentina-Inter; 34/a Palermo-Fiorentina; 35/a Sassuolo-Fiorentina; 36/a Fiorentina-Lazio; 37/a Napoli-Fiorentina; 38/a Fiorentina-Pescara.

Gettano dal treno lo zaino con dentro 1 kg di cocaina

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Sequestrato dalla Polfer un kg di eroina nei pressi di una fermata della linea ferroviaria Trento-Malè.

Gli agenti sono intervenuti su segnalazione dei ferrovieri insospettiti dalla presenza di alcune persone nei pressi della fermata «Trento nord zona commerciale». La droga era all’interno di uno zaino.

Dai primi accertamenti non si esclude che qualcuno possa aver lanciato lo zaino da un treno di passaggio per farlo poi recuperare dai complici.

Johnny Depp ringiovanisce per i nuovi «Pirati»

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Un Jack Sparrow/Johnny Depp «ringiovanito» via effetti digitali è al centro del lungo flashback nel nuovo trailer di «I pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar» dei registi norvegesi Joachim Ronning e Espen Sandberg, quinto capitolo, costato oltre 320 milioni di dollari, della saga Disney, dal 24 maggio in Italia e dal 26 maggio negli Usa.

Rispetto ai precedenti film, che complessivamente hanno incassato nel mondo circa 3 miliardi e 730 milioni di dollari, l’arrivo di questa avventura è stato più tormentato, visti gli scandali che hanno coinvolto Johnny Depp, in primis la rottura con la moglie Amber Heard, che nei mesi pre-divorzio (finalizzato con un accordo da 7 milioni di dollari) l’ha anche accusato di violenza domestica.

Il divo, in testa nel 2015 e 2016 alla lista di Forbes dei divi più strapagati, visti vari flop (interrotti con Animali fantastici e dove trovarli), potrebbe avere un rilancio.

Nel cast, tornano Goeffrey Rush e Orlando Bloom (più una possibile sorpresa), e debutta Javier Bardem.

Amicizia e tifo in «Ovunque tu sarai»

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Un viaggio On The Road, tra «Amici miei» e tifoseria calcistica, è quello che racconta l’opera prima di Roberto Capucci dal titolo «Ovunque tu sarai» con Ricky Memphis, Primo Reggiani, Francesco Montanari, Francesco Apolloni e Ariadna Romero in sala dal 6 aprile con M2 Pictures. Prodotto dalla Camaleo di Roberto Cipullo e Mario Pezzi in coproduzione con la spagnola Ulula Films, il film mette in campo quattro amici da una vita, Francesco (Reggiani), Carlo (Memphis), Loco (Apolloni) e Giordano (Montanari), che partono da Roma, direzione Madrid, per festeggiare l’addio al celibato di Francesco, ma soprattutto per fare l’ennesima trasferta insieme per andare a vedere la loro squadra del cuore (la Roma) in un match non da poco, quello contro il Real Madrid negli ottavi di finale della Champions League. Siamo infatti al 20 febbraio 2008.

Nel loro percorso incrociano Pilar (Romero), una splendida cantante spagnola che, come capita spesso quando una donna si ritrova da sola tra amici, porterà un certo scompiglio. Tra mille avventure, in un viaggio pieno di sorprese belle e brutte, i quattro amici dovranno confrontarsi con gli altri, e soprattutto con se stessi. Alla fine del viaggio nessuno di loro sarà quello di prima, insomma una trasferta che cambierà le loro vite tra molte risate, ma anche dolore.
Nel cast anche Davide Ricci, Alessandro Bardani, Astrid Pinero Herrera, Fabrizio Sabatucci, Cristiana Vaccaro, Jose Maria Blanco, Pino Insegno, Daniela Poggi e un cameo di Bruno Giordano, storico attaccante dell«odiatà Lazio.

Il film un pò si ispira a «Febbre a 90» (film del 1997 di David Evans, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby) - spiega oggi a Roma il regista -, ma in realtà parla a tutti i tifosi. Certo io gli metto addosso i colori della Roma, perchè sono quelli che conosco meglio. Comunque - aggiunge Capucci, classe 1975 - si sbaglierebbe a vedere in ‘Ovunque tu saraì un lavoro sul solo calcio è anche un film sull’amicizia, insomma tratta di temi universali».

Spiega invece Ricky Memphis:«è un film d’amore, quello per la squadra, quello per gli amici e quello per una donna».
Il mio rapporto con il tifo? Ho sempre avuto una grande passione per la Roma, ma non sono un tecnico, un esperto. Comunque quando vedo la partita soffro tantissimo. A 48 anni ancora piango o rido proprio come un innamorato».

Il 29 marzo ci sarà per «Roma Cares» un’anteprima del film a The Church Palace, attesi Francesco Totti e Daniele De Rossi.

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